GIULIO CESARE e Martino Melchionda: Nascita, Opere, Caduta

“Vite parallele: Ovvero biografie non autorizzate”, oggi si occupa dell’ex Sindaco di Eboli Martino Melchionda messo a confronto con Giulio Cesare. II puntata.

Giulio Cesare e Martino Melchionda: La nascita, le Opere, la caduta. Ma mentre la vita e le opere di G. Cesare, dopo duemila anni sono ancora ricordate e studiate in tutto il mondo, la vita e le opere di M. Melchionda sono state dimenticate dopo appena due giorni.

Foro ebolitano-Martino Melchionda-Foro Romano-Giulio Cesare
Foro ebolitano-Martino Melchionda-Foro Romano-Giulio Cesare

di Vincenzo Cicalese
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

EBOLI “Non ce ne vogliano i nostri pochi lettori se stavolta tenteremo un parallelo tra il grande Giulio Cesare ed il piccolo Martino Melchionda. Ma che volete, i paradossi sono il pane della vita e, a volte, servono a capire meglio la realtà in cui oggi viviamo.

 Gaio Giulio Cesare – è stato un militare, console, dittatore, oratore e scrittore romano, considerato uno dei personaggi più importanti e influenti della storia. Ebbe un ruolo cruciale nella transizione del sistema di governo dalla forma repubblicana a quella imperiale. Fu dictator di Roma alla fine del 49 a.C., nel 47 a.C., nel 46 a.C. con carica decennale e dal 44 a.C. come dittatore perpetuo, e per questo ritenuto da alcuni degli storici a lui contemporanei il primo imperatore di Roma.

LE OPERE:

Con la conquista della Gallia estese il dominio della res publica romana fino ll’oceano Atlantico e al Reno; portò gli eserciti romani a invadere per la prima volta la Britannia e la Germania e a combattere in Spagna, Grecia, Egitto, Ponto e Africa.

Vincenzo Cicalese
Vincenzo Cicalese

Il primo triumvirato, l’accordo privato per la spartizione del potere con Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, segnò l’inizio della sua ascesa. Nel 49 a.C., di ritorno dalla Gallia, guidò le sue legioni attraverso il Rubicone, pronunciando le celebri parole «Alea iacta est» (il dado è tratto), e scatenò la guerra civile, con la quale divenne capo indiscusso di Roma: sconfisse Pompeo a Farsalo (48 a.C.) e successivamente gli altri Optimates, tra cui Catone Uticense, in Africa e in Spagna. Con l’assunzione della dittatura a vita diede inizio a un processo di radicale riforma della società e del governo, riorganizzando e centralizzando la burocrazia repubblicana.

ALTRE OPERE: scrisse, tra l’altro,  il DE BELLO GALLICO e IL DE BELLO CIVILI, ancora oggi studiati  in tutti i licei italiani, europei e mondiali.

LA CADUTA:

Il suo operato provocò la reazione dei conservatori repubblicani, finché un gruppo di senatori, capeggiati da Marco Giunio Bruto(suo figlio adottivo), Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto, cospirò contro di lui uccidendolo, alle Idi di marzo del 44 a.C. (15 marzo 44 a.C.)

MARTINO MELCHIONDA

Foro ebolitano-Martino Melchionda
Foro ebolitano-Martino Melchionda

Data di Nascita: 19/10/1957 – Eboli – Professione: Avvocato e Procuratore – Insegnante di diritto presso l’Istituto Professionale. E’ stato per circa dieci anni sindaco della città di Eboli ma, specialmente  all’inizio, quasi nessuno se ne era accorto.

Pensiero politico: centrosinistra. Succeduto a Gerardo Rosania,  altro sindaco che ha amministrato Eboli nel precedente decennio, Melchionda nel 2010(seconda consiliatura)  sconfisse al ballottaggio Massimo Cariello, all’epoca rappresentante della sinistra estrema, perché molti ebolitani scelsero  “il male minore”.  Infatti si ebbe subito sentore dell’accordo sottobanco di Cariello con la destra  dopo l’appello al voto di Cirielli (presidente della Provincia) agli elettori di quell’area che non era riuscita a portare il proprio candidato al ballottaggio.

LE OPERE

I lavori dell’area Pip, la riqualificazione urbana, il collettore fognario Cioffi – Corno d’Oro, l’amianto tolto dall’ex fabbrica Pezzullo, quello dei prefabbricati del rione Pescara e del mercato ortofrutticolo di località San Giovanni. Sul Piano regolatore generale Melchionda dichiara: “Abbiamo reso praticabile un piano figlio dell’epoca bizzarra delle ideologie”: Riferimento diretto all’ex sindaco Gerardo Rosania che Melchionda reitera chiarendo come “fino al 2005 il comune pagava i fornitori a 24 mesi. Oggi a 3: abbiamo risanato le finanze dell’ente”.

Museo dello sbarco, l’archivio fotografico digitale; la rete wifi più estesa della regione in rapporto alla popolazione residente, lo sportello anti racket”. Nel 2007, avvio della differenziata, Risistemazione degli asili nido del Paterno e della scuola Cioffi e, dichiara ancora l’ex sindaco: “ci siamo interessati dell’ospedale mentre altri l’hanno fatto solo quando la vicenda è divenuta un problema civico”.

Insomma dice, “stavamo esagerando per qualcuno.  Avevamo messo mano a troppe cose come non era mai accaduto”.

ALTRE OPERE

Ha ribaltato l’assunto  “I figli pagano le colpe dei padri” . Infatti per il caso Mazzini, il padre ha pagato il “tradimento” del figlio Pietro Mazzini.

Rifacimento fontana-monumento all’eroe ebolitano Vincenzo Giudice.

Ma la più importante sembra essere l’enorme piscina a cielo aperto in via F.lli. Adinolfi

Statua-di-Giulio-Cesare-
Statua-di-Giulio-Cesare-

LA CADUTA:

Il giorno dei Sant.mi Cosma e Damiano(27 settembre 2014), 17 consiglieri comunali, pilotati da due ex parlamentari, presso un notaio di Pellezzano firmano simultaneamente le dimissioni decretando lo scioglimento del consiglio e la caduta dell’amministrazione.

PARALLELO:

Entrambi defenestrati da una congiura di palazzo. Ma, mentre Giulio Cesare pagò con la vita la rivolta dei congiurati, Martino Melchionda è stato metaforicamente pugnalato da alcuni suoi stretti collaboratori ed ha avuto la possibilità di brindare a spumante in Comune il proprio addio. Ambedue hanno cercato di raccogliere insieme il potere militare, amministrativo e  politico: Cesare con la spada, Melchionda con le tessere. Infine mentre la vita e le opere di Giulio Cesare, dopo duemila anni sono ancora ricordate e studiate in tutto il mondo, la vita e le opere di Martino Melchionda sono state dimenticate dopo appena due giorni.

Alla prossima puntata.

Eboli, 20 ottobre 2014

9 commenti su “GIULIO CESARE e Martino Melchionda: Nascita, Opere, Caduta”

  1. CONCORDO CON CICALESE,MA E’ ANCHE VERO CHE MELCHIONDA E’ IL RISULTATO DELLA CLASSE POLITICA CHE LO HA ELETTO APPOGGIATO ED AFFOSSATO,QUINDI UN PO COME GLI USA COI TALEBANI I CURDI I VARI DITTATORI,LORO CREATURE CHE CI SI RITORCONO CONTRO,A ME UN PO SPIACE PER IL SINDACO,COMODO CAPRO ESPIATORIO,MA GLI ALTRI CHE PASTEGGIAVANO INSIEME ORA DOVE SONO? RINNEGANO?
    TROPPO COMODO,TROPPO ITALICO!

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  2. Bellissimo confronto.
    Tra i due Dittatori, vi è un’altra differenza, come quella tra un Dinosauro e un essere invisibile e senza nucleo che trasmette la mortale Peste Nera. Giulio fu un grande in tutte le imprese che tu narri ed era un raffinato xxxxx xxxxx xxxx xx x xxxxxxx xxxxx xxx xxxxxxx xxx xx x x, per avere il permesso di pascolare nel suo prato. Melchionda, in dieci anni da Imperatore di Eboli ha fatto solo normale amministrazione e danni notevoli al territorio e agli Ebolitani. Ogni suo atto, sempre di natura clientelare, xxx xxx xxxxxxxxxx xxx xx xxx xxxxx. Molti si disgustano dei miei commenti, molto crudi e senza fronzoli, chiedo scusa sono un pragmatico e non un intellettuale pensatore.

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  3. Allora rifacciamo il punto:
    – opere pubbliche: rifacimento manto stradale negli ultimi 6 mesi (dopo 9 anni di amministrazione);
    – amianto: interenuti dopo una campagna serrata di un gruppo esterno all’amministrazione (non poteva fare diversamente viste le evidenze);
    – prg devastato a proprio uso e consumo;
    – Museo dello Sbarco: dopo la concessone dei locali l resto è stato portato avanti ESCULISAMENTE dai ragazzi che lo gestiscono dovendo sopportare anche le numerose operazioni di boicottaggio da parte dell’assesore preposto (una vergogna);
    – arcivio fotografico: scannerizzazione bloccata ed il portale Ebad sottoutilizzato perché troppo macchinoso ed inutile;
    – rete wi-fi completamente inutile perché troppo poco potente garantendo difficilmente la connessione;
    – sportello anti racket: prima favorisce la nascita di centri commerciali che mettono in ginocchio le attività di vicinato, costringendo i commercianti a cadere nelle mani di usurai ed affini, o poi crea lo strumento per difenderli (se funziona);
    – differenziata: percentuale in continuo calo, controllo sul conferimento al minimo, evasione dei tributi elevatissima, controlli “zero”;
    – fontana “V. Giudice”: una pesa completamente inutile (poteva essere ripristinata la precedente) finalizzata, probabilmente, ad avere ad Eboli il C/te generale e conferirgli la cittadinanza onoraria (non rispettando il regolamento comunale). Un sindaco ruffiano?
    Vi risparmio tutte le altre cose che non ha fatto o ha favorito perché la lista sarebbe lunga.
    E poi dice che non ha creato lui i nuovi Bruto!

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  4. la riqualificazione urbana —> cioè?! quattro strade riasfaltate per il giro d’Italia?
    il collettore fognario Cioffi – Corno d’Oro —> ancora da realizzare , dove un po’ tutti dal centrodestra al centrosinistra cercano di accaparrarsi i meriti.

    l’amianto tolto dall’ex fabbrica Pezzullo, quello dei prefabbricati del rione Pescara e del mercato ortofrutticolo di località San Giovanni.—> questo e’ un dovere. A prescindere.

    Museo dello sbarco —-> farà la fine di quello archeologico?
    l’archivio fotografico digitale—> molto pubblicizzato direi insieme a Ebad
    la rete wifi più estesa della regione —> e anche quella che funziona peggio direi

    Rifacimento fontana-monumento all’eroe ebolitano Vincenzo Giudice e del fantastico centrocasa o qualsivoglia altro sosantivo ” del Pellegrino”—> opere inutili.

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  5. La presentazione operata dal preside Cicalese mi esonera dal lodare Cesare.La mano di Bruto spegne un grande disegno

    civile e abbatte il condottiero divenuto tiranno. Ad Eboli ,per stare nella metafora, l’ex sindaco Melchionda era e forse è un

    signore delle tessere ,chi sa se è stato anche un tiranno.Certamente le sue attività, politica e amministrativa non sono state caratterizzate dalla presenza di un grande disegno politico ,e se disegno politico vi è stato non se ne vedono i risultati ,visto

    che è scomparsa ad Eboli anche la sezione del PD,partito evanescente .Quindi ad Eboli il PD è Melchionda : siamo al partito personale.

    In questo paese le amministrazioni comunali degli ultimi anni son state capaci di produrre solo debiti e dissesti

    finanziari Ma attenzione ,nel mentre si producevano debiti ,per il principio dei vasi comunicanti ,molti si arrichivano. Vale anche per essi il verso del sommo poeta “La gente nuova e i sùbiti guadagni ” (Dante ,Inferno libro xvi,verso 73).

    Ma l’x sindaco Melchionda stia sereno Come dice lo storico Svetonio ” Nessuno degli assassini di Cesare gli sopravvissero

    per più di tra anni e nessuno mori per cause naturali” La gloria di Roma li aveva condannati .

    Nel caso nostro la gloria di Eboli(se vi fù vera gloria ) comquistata durante le amministrazioni Melchionda li condannerà.

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  6. Caro Vincenzo, caro Peppe, di che discutiamo, del nulla? Ottimo l’esercizio intellettuale, ma vogliamo scomodare i massimi sistemi universali per una misera parentesi di squallore politico strapaesano? Lasciamo perdere. Come dice un vecchio adagio, “non si prende a calci un cane morto”.

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  7. Caro Vito,la metafora del “cane morto “si addice alle circostanze: Siamo d’accordo: Per quanto riguarda “l’esercizio

    intellettuale userò un tuo concetto: si tratta di un limite che tende a zero.

    Si tratta di capire se con l’espressione “cane morto ” ci si vuole riferire alla sola classe politica ebolitana oppure se con essa

    si vuole indicare la metamorfosi della società ebolitana e da qui l’esigenza di scavare nel fondo di essa , per evidenziarne

    la patologica morfologia ,con il suo rifiuto di una qualsiasi aspirazione a recuperare e rinnovare le passate virtù.

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