Chi ha la fortuna di avere un centro antico come il nostro ringrazia tutti i giorni il Signore del dono che gli è stato fatto. Ad Eboli questo stesso Signore lo si maledice.
E’ inutile ricordare la tragica storia di questo luogo meraviglioso: bombardamento; terremoto; spoliazione di arredi urbani ed opere d’arte, marmi, pietre ed archi di portali, scale, stemmi e dipinti murali; palazzi nobiliari svuotati e lasciati deperire; recupero discutibile.
di Armando Voza
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Ogni paese del globo terracqueo che ha la fortuna di avere un centro antico come il nostro ringrazia tutti i giorni il Signore del dono che gli è stato fatto. Ad Eboli questo stesso Signore lo si maledice.
E’ inutile ricordare la tragica storia di questo luogo meraviglioso: bombardamenti del 1943, terremoto del 1980, spoliazione di arredi urbani ed opere d’arte, recupero discutibile, inurbamento selvaggio.
Il destino che era stato scritto per questa zona della città doveva essere un altro e chi ha fatto la malaugurata scelta di tornare nei “luoghi di origine” aveva ben chiaro ciò a cui andava incontro scegliendo di vivere in un centro storico ma mai avrebbe pensato a situazioni di questo genere. E non è bastato imporre delle regole chiare e nette per evitare abusi e scempi di ogni tipo che hanno di fatto annichilito ogni immaginato sviluppo armonico dell’intero tessuto urbano.
Come spesso accade quando manca continuità nelle azioni di governo e quando il controllo del territorio sfugge completamente dalle mani degli organi preposti, quel regolamento dopo qualche anno è diventato letteralmente carta straccia (era così rigido che l’ultima amministrazione ha ritenuto opportuno dover apportare qualche modifica, sanando di fatto scempi preesistenti e dando la stura ad una serie di nuove operazioni che in nessun centro antico, che voglia chiamarsi tale, si era mai visto). Ed allora vai con le tende ai balconi dai colori improponibili, vai con gli infissi in alluminio anodizzato, vai ancora con coperture di edifici fuori da ogni logica e colori di facciate di case degni di una favelas, condizionatori sui balconi e canne fumarie a sfiorare pericolosamente antiche edicole votive. E i controlli?
Qualcuno ricorda uno spaurito vigile urbano in giro per le stradine del centro antico che con carta e penna appuntava gli abusi che individuava per poi rapportarli ai superiori. Gli esiti? Sono ancora tutti lì sotto gli occhi di chiunque voglia vederli.
E mentre tutto questo accadeva continuavano a sparire marmi di scale, pietre ed archi di portali, stemmi e dipinti murali mentre gli antichi palazzi nobiliari venivano svuotati e lasciati deperire.
E poi sono arrivati gli extracomunitari che hanno risvegliato famelici affaristi i quali hanno dato il via all’acquisto smodato di immobili da ristrutturare alla bene e meglio da affittare poi a queste famiglie. Garage trasformati in bassi come a Forcella, piccoli appartamenti che ospitano più nuclei familiari, il tutto associato ad un inesistente controllo di questa popolazione. Questa situazione ha cominciato a turbare, e non poco, le famiglie autoctone che da anni abitavano in quei posti. Sappiamo bene cosa può provocare nella mente delle persone sentir ripetere per anni dai mass media “straniero=delinquente”, e sono cominciati i primi malumori.
Un aiuto doveva arrivare dall’installazione delle telecamere nei vari punti di accesso che oltre a monitorare l’ingresso nel centro antico dei residenti sarebbero dovute servire come valido deterrente per qualsiasi malintenzionato. Ebbene, dopo aver speso quasi 200.000 euro, quell’impianto attualmente giace inutilizzato sotto qualche dito di polvere. Ma si sa, la colpa della recrudescenza della microcriminalità ad Eboli è dovuta a decreto svuotacarceri (Melchionda dixit) e non all’incapacità di fare bene il proprio mestiere in sinergia con le altre forze dell’ordine presenti sul territorio.
E cosa dire della segnaletica orizzontale per i nuovi sensi di circolazione, progetto costato alla comunità qualche centinaio di migliaia di euro? Vernice bianca su basolati antichi. Vogliamo parlare delle scalinate divelte per favorire il passaggio dei mezzi di imprese edili “amiche” (vedi Madonna delle tre Corone)? Terrazzini che fioriscono come funghi sui palazzi nell’indifferenza assoluta, aree di sedime recintate e privatizzate?
A tutto questo aggiungiamo anche il problema del cattivo conferimento dei rifiuti che ha reso questi luoghi indegni di un paese civile. Come fare a contrastare tali fenomeni?
Ecco che l’assessore al ramo qualche tempo fa immagina di portare un distaccamento della polizia municipale nel centro antico affiancandolo ad un Nucleo di ispettori Ambientali, una vera folla che faceva ben sperare: finalmente un centro antico pulito, libero dallo sconcio delle micro-discariche e più sicuro. Ma quando mai!
Chi oggi avesse la malaugurata idea di passeggiare in quei vicoli si imbatterebbe in ogni sorta di rifiuto gettato senza criterio e a qualsiasi ora. La situazione nel frattempo è diventata insostenibile e non è bastato un incontro tra i residenti e i responsabili comunali per sanare lo scempio dei rifiuti e del degrado ambientale di alcune zone.
Venduto il locale che prima ospitava il distaccamento dei vigili urbani, si è deciso di spostare tutto nell’ex archivio “Gallotta”, sempre in piazza Porta Dogana, locali qualche tempo fa sottratti ad un’associazione “in sonno” che non poco scandalo aveva creato. A questi si sono aggiunti i componenti del neo nato nucleo volontario di guardie ambientali.
E’ inutile dire che l’inaugurazione in pompa magna della nuova sede nel febbraio di quest’anno è stata un’ennesima passerella, resa credibile solo dalla presenza di don Alfonso Raimo. In locali umidi e privi di ogni confort sono stati stipati e costretti a convivere forzatamente agenti di polizia giudiziaria (i vigili urbani) ed un gruppo di civili (i volontari). Chiunque abbia un minimo di intelligenza capirebbe come il delicato compito svolto dai primi mal si accompagna alla presenza di “civili” e questo proprio per la peculiarità del lavoro svolto (sentire testimoni, custodire incartamenti o, temporaneamente, corpi di reato, ecc.) ma anche per il potenziale pericolo a cui questi ultimi potrebbero essere esposti.
Per far bene il proprio lavoro quei vigili urbani dovrebbero avere degli strumenti informatici adeguati e banche dati idonee a garantire il monitoraggio della zona (censimento delle case di proprietà ed affittate, nominativi dei residenti, attività commerciali, presenza di diffidati o persone agli arresti domiciliari, ecc.). Di tutto quel che è accaduto in questi anni nel centro antico dovrebbero esistere voluminosi faldoni custoditi negli armadi della sede distaccata di porta Dogana, sua sede naturale. Chi è stato in quei locali ha notato su due scrivanie due miseri computer usati, rigorosamente spenti (uno privo di monitor), e gli armadi aperti e completamente vuoti. Mentre gli operatori procedevano a redigere gli atti a mano. Alla faccia dei proclami e dell’efficienza.
Questa situazione la dice lunga sulla credibilità di certi personaggi che, un minuto dopo il taglio del nastro e le foto di rito, il problema non è più il loro.
Se queste sono le condizioni di lavoro i vigili che svolgono servizio in quella zona non possono fare altro che limitarsi a regolare il traffico, ad elevare qualche multa per divieto di sosta o ad aiutare qualche vecchietta con la spesa mentre quello che dovrebbero realmente svolgere non è possibile portarlo a termine per carenze strumentali e non solo. Che senso ha tutto questo? Che spiegazione si può dare ad una cosa così illogica?
La speranza è che qualcuno si svegli quanto prima e dia senso a questa operazione rinforzando quel distaccamento con uomini e mezzi così da assicurare una più penetrante attività di intelligence propedeutica ad una più incisiva azione di contrasto agli abusi e alle irregolarità. Solo così potrà essere garantita la sicurezza ai residenti e credibilità ai due ex assessori che in occasione dell’inaugurazione di quella sede dissero (Assessore all’Ambiente Ilario Massarelli ) “La scelta di aprire la sede operativa del Nucleo Ecologico Ambientale nel centro storico deriva dalla volontà di dare ai cittadini un segnale chiaro di presenza e di controllo; la gran parte di essi, difatti, svolgono correttamente la raccolta differenziata. Purtroppo vi è ancora chi non rispetta queste regole, e abbandona i rifiuti in maniera indiscriminata, ed è contro costoro che dobbiamo intervenire, restituendo decoro al nostro borgo antico”. (Assessore alla Polizia Municipale Adolfo Lavorgna) “Maggiore sicurezza e controllo ambientale – afferma l’assessore – grazie all’attivazione di un importante punto di riferimento per i cittadini che vivono nel nostro centro storico. La Polizia Municipale potrà, in tal modo, operare in maniera più efficace ed immediata, per contrastare ogni tipo di illegalità, attraverso una sede posta nel cuore del centro storico”.
Eboli, 19 ottobre 2014
Caro Massimo ti sarò sempre grato per lo spazio che dai alle mie “sfuriate” ma vorrei chiederti un altro favore: rimuovere le immagini dove compare la figura di Damiano Cardiello col quale – rispettando la persona – non ho nulla a che spartire. Non voglio in nessun modo che si associ la mia persona alla sua (ma solo per evitare apparentamenti politici che non esistono nella maniera più assoluta).
Da oltre 15 anni col centro Culturale Studi Storici portiamo avanti la battaglia di civiltà nel centro antico, per strada si sono affiancati il comitato di quartiere e semplici cittadini e in tutto questo tempo il Cardiello neanche l’ombra. Mentre noi siamo mossi da uno spirito di civiltà e di tutela del bello, il giovane virgulto è mosso da ben altri interessi che sono, come è facile immaginare, di natura politica. Io gli auguro tutto il bene possibile come giovane ebolitano ma voglio ricordargli che fare politica non è uno scherzo ma una vera e propria missione che impone nervi saldi, capacità di mediazione, onestà e competenza. Spero che questo giovane abbia tutte queste qualità. Solo se alla fine del mandato si ritroverà più povero di quanto è partito potrà essere credibile altrimenti torni allo studio del padre dove c’è tanto da fare e dove sicuramente potrebbe diventare un ottimo avvocato.
Massimo, ti prego, rimuovi quelle foto.
Per Armando,
Nemmeno io ho a che fare con Cardiello, ma con l’argomento c’entra, perché anche lui se ne è interessato, del resto sapessi quante cose pubblico pur non essendo d’accordo e pur non piacendomi fatti e persone.
Se facessi una selezione seguendo solo quello che mi piace e pubblicherei solo le mie magnificazioni o quelle di altri, non lo leggerebbe nessuno il mio sito, come accade per i tanti siti o giornali che hanno quello scopo (e ce ne sono), i “carmelitani” sono i maestri, Cariello segue è Cardiello anche, non mancano i comunisti, a tutti piace il coro e buona parte di quelli che preferiscono il “megafono” addirittura fanno la selezione delle informazioni, pensando di sottrarsi alle critiche che puntualmente arriveranno, quando se le meritano, così come hanno tutto lo spazio quando la loro azione è meritevole di giudizi positivi.
Invece grazie a Dio mi sforzo per cercare di essere plurale e spero di farcela o almeno di avvicinarmi allo sforzo, e se POLITICAdeMENTE e’ arrivata ad avere fino a 28 mila visitatori unici in un giorno, vuol dire, per uno sconosciuto come me, che mi sono avvicinato all’obiettivo “pluralità”.
Rispetto poi all’altro post circa le persone che, bontà loro, mi indicano come Sindaco sembra che a controbilanciare quelle desiderate ve ne siano ben altre preoccupate e altrettanto desiderose di vedermi fuori dai giochi fino a chiedere una mia precisa dichiarazione che in più occasioni ho sempre sottolineato e non ho voluto mai dare peso, tuttavia devo accontentare quanti si “preoccupano”: Non mi posso chiamare fuori perché non sono dentro, il campo è libero ai che fino a questo momento aspirano, sono stati proposti, o ai tanti nanetti politici che al contrario si propongono e aspirano a candidarsi in ruolo per nulla corrispondenti alla loro statura, contribuendo a fare confusione e invadendo i marciapiedi di sciocchezze a cento cavalli di forza che mostra senza equivoci la loro inadeguatezza. A questi ultimi consiglio un metro e per alcuni un doppio centimetro per modo che possano misurarsi e evitare che gli elettori non trovando in loro nessun elemento di novità se non l’insipienza, finiscono per votare il meno peggio. In questo modo ci siamo beccato per 9 anni Melchionda.
Armando di furbacchioni ce ne sono tanti, e bisogna evitare di cadere in quelle reti, stai attento anche tu. La furbizia come la dottrina esclude l’intelligenza. Di saccentoni e di furbacchioni ce ne sono tanti i primi vengono evitati da tutte le persone intelligenti non dagli stupidi, i secondi finiscono come le volpi negli armadi come pellicce.
Buona domenica.
Bravo armando,stavolta mi sei piaciuto.
SONO BATTAGLIE GIUSTE,BENE FA ARMANDO,DA SENSIBILE CITTADINO QUAL E’ SEMPRE STATO, A PATROCINARLE,MA NON FACCIAMONE UNA QUESTIONE DI FOTO DI CHI QUANDO E COME,PIUTTOSTO DI ETICHE PROBLEMATICHE COLLETTIVE.
SIAMO FORTUNATI,LO RIPETO PER L’ENNESIMA VOLTA E SENZA PIAGGERIA, AD AVERE ADMIN CHE CI DA LO SPAZIO MEDIATICO PER MANIFESTARE IDEE FUTURIBILE E CIVICHE DENUNCE.
UN ABBRACCIO COLLETTIVO E BUONA DOMENICA
Scusate la mia ignoranza, vi chiedo lumi in merito al Centro Cultutrale studi Storici. Vorrei sapere quando è stato costituito, chi lo finanzia, chi vi studia, chi lo dirige. Il gionane Cardiello non è un appestao e tantomeno un poco accorto. Come tanti giovani aspira a fare politica e lavora costantemente per conoscere le problematiche della Politica e della sua Città.
Gentile dott. Presutto,
il Centro Culturale Studi Storici è un’associazione che fa capo al sig. Giuseppe Barra un ebolitano che ama talmente tanto la città di Eboli da aver dato una svolta concreta al mondo della cultura nella nostra città. Mdentre i tanti intellettuali e storici di professione tenevano per se il proprio sapere o lo elargivano a pagamento, questo signore, da autodidatta ha studiato tanto divenando un punto di riferimento per tutti i ricercatori non solo locali. Ha avuto tali e tanti riconoscimenti che lo hano portare ad avere per diverso tempo l’incarico di ricercatore all’Universtà degli Studi di Salerno Ha organizzato con i suoi collaboratori convegni, mostre, dibattiti, manifestazioni ludiche tutte tese a ar conoscere la storia e le tradizioni della nostra terra. Edita una rivista mensile che si chiama Il Saggio che è arrivata ad ltre 220 numeri, il primo per longevità in tutta la regione Campania. E’ stato editore di diverse centinaia di libri di storia e di poesie e diverse decine ne ha scritte lui steso. Grazie all’attività dell’associazione sono stati salvati chiese (Madonna di Loreto a mare, dipinti, statue di santi e tanto altro ancora. Il CCSS è l’unico baluardo che sta salvaguardando i beni presenti nel centro antico di Eboli che uomini del suo steso partito diversi anni fa volevano eradere al suolo.
Ecco cos’è il CCSS. Su Cardiello ho detto solo, e lo ribadisco, che il suo attacamento ai problemi del centro antico sono interessati. Dovì’era quando Barra e gli altri si interessavano ai problemi ancora esistebnti di questa parte del paese? Lui si è interessato di problemi che noi avevamo già sollevato. Ma noi non avevamo interessi politici lui no! Non è un appestato, ci mancherebbe altro, ma è un modo di farsi pubblicità che non ci piace. Non ha storia politica, non ha un passato alle spalle, non ha fatto nulla che lo renda creditbile. Potrei mai pensarla diversamente da come la penso?
Comunque faccio a questo nuovo salvatore del nostro destino tanti auguri anche perché se riuscirà a diventare sndaco il suo valore si vedrà sul campo. Ed allora non ci saranno scusanti.
Ah, dimenticavo. Il CCSS non percepisce alcun compenso da part di enti pubblici. Diversi anni fa il Comune di Eboli erogò 300 euro che non sono stati mai dati (stiamo ancora aspettando). Il fatto che non prenda contributi pubblici è sato sancito da organi di controllo che diversi anni fa fecero indagini sulle associazioni ebolitane dal qyuale emerse proprio questo: il CCSS non aveva mai preso soldi. Si autofinanzia con al vendita dei libri e del mensle o con quel che recpera dai concorsi ceh organizza ogni anno. Spero di essere stato esaustivo.
ntanto barra è odiato da tante persone solo perché, essndo caratterialmente un tipo burbero, non riesce a filtrare ciò che pensa col buon senso ma dice le cose così come sono senza edulcorarle. Ma si sa che si preferisce frequentare chi, falsamente, adula e non chi ha il coraggio di dire le cose, onestamente e senza filtri, in faccia direttamente all’interessato. E questo mod di afre Barra lo sta pagando con un insensato ostarcismo.
Per i tanti ebolitani che lo disprezzano ce ne sonto altrettanti che lo stimano, come il sottoscritto.
Una persona che insieme a tanti altr sono un valore per il paese che nessuno è stato mai capace d aprezzare.
Non c’è limite al ridicolo!
Mentre Armando denuncia carenze spaventose nel distaccamento dei VV.UU.nel centro antico rendendo di fatto inutile la loro presenza e spuntando le armi per ogni eventuale controllo, si viene a sapere che gli uffici degli stessi VV.UU. qualche tempo fa sono stati utilizzati come come sala nuziale: il Comandante in divisa di gala che benediceva due novelli sposi e pasticcini e spumante a volontà subito dopo. E’ normale una cosa del genere? Se in quel momento ci fosse stata un’emergenza, un delinquente portato in ufficio non sarebbe satto poco opportuno far trovare una situazione dle genere o avrebbero offerto un babbà anche al delinquente?
Sul a jevul succeren sti cose. Ridicoli, ciucci e presuntuosi, ecco cosa siamo!!!
Come sempre ad attaccare chi non si mettere un cappello in testa ed il Centro Studi Storici e lo stesso Barra n hanno subito di attacchi nel tempo. Alle sue interessanti attività culturali riconosciute a livello nazionale, tranne che ad Eboli, gli pseudo politici locali sono sempre andati a fare passerelle e foto ricordo. Ridicoli fino in fondo all’anima, qualcuno ha anche preteso che copie de IL SAGGIO gli venissero inviate a gratis, mentre tutti gli atri, ivi compresi i membri dello stesso periodico, le loro copie le pagano, per dignità e per amore verso il lavoro di Peppe Barra. Se qualcuso dei finti politici locali iniziassero a vergognarsi, sarebbe già un buon inizio.