Intervista a Sgroia: Melchionda, sfiduciato dai consiglieri PD. E’ finita un’esperienza

Melchionda non è stato sfiduciato dalla Destra ma da 9 Consiglieri del PD. E’ finita un’esperienza.

La rottura è politica e viene da lontano, e non è su presupposti interessi, sul PUC, PUA o Housing sociale, ma sulla visione dello sviluppo futuro della Città. Melchionda è stato sempre elemento di divisione. Non si può fare affidamento sempre sul senso di responsabilità degli altri.

Luca Sgroia-Presidente Consiglio Comunale di Eboli
Luca Sgroia-Presidente Consiglio Comunale di Eboli

da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

BATTIPAGLIA – Gli ultimi giorni di Eboli sono stati caratterizzati da avvenimenti che proprio per il loro improvviso evolversi si sono accavallati, come si sono accavallate le notizie, le reazioni, lo scontro, il dibattito, tutto sulla notizia ormai acquisita dello scioglimento del Consiglio Comunale, della venuta del Commissario prefettizio e dei vari passaggi che hanno portato 17 consiglieri comunali a dimettersi in maniera congiunta sfiduciando il Sindaco e generando appunto il terremoto politico che ci porterà alle ormai prossime elezioni amministrative con un sindaco disarcionato a pochi metri dal traguardo.

Si è detto quasi tutto e quasi il contrario di tutto: E’ stata una congiura, un complotto, un tranello, una cosa è certa 17 consiglieri comunali: 9 del PD di cui 4 di Eboli Libera, 3 dei Riformisti del PD, 2 rinnovatori; 8 del centrodestra, di cui 3 del Nuovo Psi, 2 di Forza Italia, 1 di Fratelli d’Italia-AN, e 2 del Nuovo Centro Destra, hanno decretato la fine dell’Amministrazione comunale e quella del Sindaco Martino Melchionda.

Conferenza-stampa-sfiducia-Martino-Melchionda-1
Conferenza-stampa-sfiducia-Martino-Melchionda-1

Luca Sgroia, Pietro Mazzini, Gerardo Lamanna, Mario Di Donato, Salvatore Marisei, Carmine Campagna, Antonio Petrone, Armando Cicalese, Cosimo Marotta, Massimo Cariello, Fido Santo Venerando, Mario Domini, Damiano Cardiello, Vito Busillo, Lazzaro Lenza, Mauro Vastola, Emilio Masala, si sono dati appuntamento presso un Notaio di Pellezzano, hanno formalizzato le loro dimissioni e secondo alcuni sono eroi perché hanno liberato la Città, secondo altri sono traditori perché hanno affossato l’Amministrazione e fatto nominare un Commissario per la straordinaria Amminsitrazione.

La vicenda si presta a molte interpretazioni: La prima è che sia stata un’azione condotta dal centrodestra ma che non lo favorisce affatto essendo ancora profondamente divisi; La seconda, conseguenza del lungo lavorio del gruppo dei riformisti che lo avrebbe logorato e colpito, approfittando anche delle difficoltà interne e della rovinosa faccenda dell’ISES ma anche del PUC e specie dell‘Housing sociale che insieme ad altre questioni sono state cavallo di battaglia dei Riformisti; La terza, attribuendo al gruppo di Sgroia Eboli Libera, le aspirazioni che passerebbero anche attraverso un accordo nella futura gestione del Partito, nella individuazione del Candidato a Sindaco, nell’appoggio alla candidatura alle regionali di Federico Conte, componente dell’Assemblea Nazionale, nella lista del PD; oppure una quarta ipotesi che attribuirebbe la circostanza del disarcionamento di Melchionda solo ad una macchinazione ordita dal gruppo Conte, dentro la quale sarebbero caduti sia la destra che il gruppo Sgroia.

Indipendentemente da come sono andate le cose c’é ancora molto da dire se veramente vogliamo far luce su questa questione e uno di quelli che può farlo è sicuramente l’ex Presidente del Consiglio Comunale di Eboli e leader del gruppo consiliare Eboli Libera, giovane di lungo corso, erede del PCI-PDS-DS ora PD, già segretario di partito, Assessore e poi Consigliere, uno di quelli che è stato allevato a pane falce e martello, ma con la propensione al moderno rispettando quel grigiore dell’apparato di scuola comunista, e Luca Sgroia proprio per fare chiarezza ha voluto rilasciare un’intervista esclusiva a POLITICAdeMENTE perché si introducano nel dibattito quegli elementi di verità che solo i protagonisti possono contribuire a dare per fare chiarezza su un episodio che in verità fa giustizia, indipendentemente da come è avvenuto, di un percorso politco e amministrativo per nulla brillante e a tratti dispotico, arrogante e prepotente, così come è avvenuto confermandone i tratti proprio a chiusura di questa esperienza con l’atto punitivo consumato ai danni del funzionario Pino Mazzini, e il suo collega Francesco Cuozzo, Dirigente dell’Ufficio Anagrafe, nel momento in cui si sono visti revocare l’incarico, all’interno della Commissione mandamentale Elettorale, atto di chiaro sapore ritorsivo, intimidatorio e vendicativo, sol perchè egli è il padre di Pietro Mazzini, uno dei consiglieri che si è dimesso e ha sfiduciato Sindaco e Amministrazione, favorendo lo scioglimento del Consiglio comunale

Presidente Sgroia o ex Presidente, come si è giunti alla rottura con la maggioranza e allo sciogliemto del Consiglio?
R – L’elemento decisivo che ci ha portati a rompere a con l’Amministrazione e a concludere una esperienza sono stati sicuramente gli indirizzi sul PUC (Piano Urbanistico Comunale).

Perché?
R – La Materia urbanistica è uno dei temi, forse più di ogni altro che caratterizza una maggioranza, attraverso un’idea di sviluppo territoriale, e nello specifico, avevamo posto un forte dissenso, rispetto al documento poi approvato, perché risultava essere radicalmente diverso rispetto a quello su cui avevamo discusso. Nella successione cronologica è dimostrabile e l’ultima aveva in se alcuni caratteri inquietanti, rispetto ad una ipotesi urbanistica che lasciava aperta l’intero territorio ad ogni soluzione.

In che modo?
R – Abbiamo riscontrato una sorta di abdigazione rispetto al fatto che la politica avrebbe dovuto disegnare un quadro certo, per dare risposte certe, lasciando al caso ogni interpetrazione non dicendo come trasformare una Città, senza un disegno preciso. Negli anni ’90 vi è stato un grande dibattito che ha appassionato tutti, rispetto all’approccio da avere nella visione della Città futura, quello che contrapponeva per intenderci la visione del recupero funzionale degli spazi esistenti della Città costruita conservando ed integrandone gli elementi vecchi e nuovi che si rifaceva a Vezio De Lucia e quella della trasformazione tout court alla Boigas che ridisegnava la Città trasformandola in toto con gli elementi della modernità.

Vuol dire che non c’é stata nessuna discussione sui contenuti.
R – Voglio dire che non c’era “filosofia” e mentre si stava discutendo appunto per dare un senso alla progettualità urbana ci siamo trovati di fronte un’altra cosa. Un contenitore del tutto e del niente.

Ma proprio rispetto al PUC vi accusano e il Sindaco lo ha più volte ribadito, che dietro a questa rottura, si celano alcuni interessi. Quali sono questi interessi e a chi ci si riferisce?
R – Respingo nella maniera più assoluta una qualsiasi interpetrazione del genere. Non sono e non siamo portatori di alcun interesse, se non quelli generali di cui alle riflessioni poste, circa la visione politica da attribuire alla manovra urbanistica.

Eppure più che allusioni si facevano accuse velate ma comprensibili che potrebbero essere tradotte tranquillamente.
R – Ma di che interessi parliamo. Quali sono. Si specificassero e si chiarissero. Per principio, in ogni circostanza abbiamo chiesto che i cittadini venissero trattati tutti allo stesso modo. Le accuse, alimentando la cultura del sospetto, sono frutto di una profonda cattiveria.

Insomma si è percepito che lo scontro sia avvenuto soprattutto sulle programmazioni dell’Area Fontanelle.
R – Ebbene, noi nello specifico ravvisammo che tutti i PUA venissero avviati e che partissero, sia per dare attuazione al vecchio Piano Regolatore Generale e sia per dare un impulso all’economia e al lavoro, del quale ne ravvisavamo l’urgenza rispetto alla richiesta che quotidianamente giovani e non ci facevano.

Appunto, quelle accuse si riferiscono in particolare al PUA Fontanelle e all’Housing sociale, e di quì il richiamo all’Hotel di Battipaglia e alle cene.
R – Sono solo illazioni. La questione dei PUA, ivi compreso il PUA di Fontanelle e lo stesso Housing sociale sono il frutto di un percorso politico comune che abbiamo condiviso entrambi con tutta la maggioranza, approvando sia il PUA e sia l’Housing sociale. Forse Melchionda non è più daccordo su quel PUA? Che cosa è cambiato? Allo stesso modo, era tanto convinto a suo tempo dell’approvazione del Housing al punto di non essere nemmeno presente in Giunta, come del resto adesso pur di approvare il PUC e la manovra urbanistica in quella Giunta, che i nostri hanno abbandonato e che ha poi creato la rottura, che non ha ritenuto nemmeno di rinviarla di qualche giorno per approfondirlo? E’ possibile, indipendentemente da ogni valutazione politica che uno strumento così importante all’epoca venisse assunto senza la presenza del Sindaco, e ora il PUC senza coinvolgere il massimo possibile le forze politiche presenti in Consiglio, atteso che ci trovavamo quasi allo scadere della Consiliatura? E’ di tutta evidenza che la questione che abbiamo sollevato è di natura politica e amministrativa, e da questo viene fuori un limite politico, quel limite ci ha portato alla rottura. Ci siamo rotti sulla questione generale e sulla visione del futuro da dare alla Città, ma anche sui rapporti politici da instaurare sia con la maggioranza che con le opposizioni.

Il problema quindi è un altro?
R – Certo, Melchionda non è stato mandato via dalla Destra ma da 9 Consiglieri del PD, di cui 8 eletti nella Lista del PD che lo hanno sfiduciato. Ammetterlo è fare autocritica.

E’ vero che c’era un accordo con i Riformisti del PD dell’ex Ministro Conte?
R – Non c’é nessun accordo, ma comunque, dovevamo fare il Congresso del PD e Melchionda in ogni circostanza ha cercato sempre di evitare un qualsiasi confronto, anche con quell’area del Partito che si richiama ai Riformisti, che per quanto mi è dato di sapere sono a tutto titolo militanti del PD e con questi c’era concordia nel chiedere il Congresso.

Quindi nessun interesse e nessuna trama ma solo una visione diversa sia amministrativa, sia politica e sia di organizzazione del Partito, ma tale da portare alla rottura.
R – Il Sindaco, nel corso del tempo, e in ogni circostanza, ha fatto il possibile e in molti casi riuscendovi di dividere il campo di azione.

Ma la sfiducia e poi la caduta di Melchionda comunque sono una cosa grave, specie se si considera i risvolti.
R – In tutti questi anni, abbiamo cercato sempre una mediazione politica, lo abbiamo fatto silenziosamente e abbiamo sempre pensato di evitare ogni rottura, e l’esempio è proprio l’Housing sociale: in quel caso è stata una mediazione; pensando sempre alla responsabilità e alle alleanze, cercando di rispondere agli uni e agli altri. Poi? Poi c’è stato il punto di rottura: Non si può sempre giocare sul senso di responsabilità degli altri.

La candidatura a Sindaco di Luca Sgroia è stata un elemento di influenza?
R – Ero il Presidente del Consiglio Comunale, se avessi voluto percorrere la strada più semplice, avrei continuato ad aspettare che si concludesse l’esperienza e poi si sarebbe visto. In questo caso abbiamo messo da parte ogni interesse e abbiamo preso le distanze e ci siamo dimessi, ma oggetivamente non immaginavamo andasse a finire così. Successivamente le cose sono precipitate, perciò ci siamo dimessi e abbiamo detto: “E’ finita un’esperienza”.

Vi siete incontrati con i dirigenti provinciali del Partito Democratico?
R – Abbiamo avuto contatti sia con la Segreteria regionale che Provinciale, oltre che con i singoli leader di Partito, e pur comprendendo lo sbigottimento e il disagio abbiamo rappresentato le nostre ragioni  ritenendo che non potevamo fare altrimenti.

E perché al momento della Conferenza stampa del Sindaco Melchionda erano presenti alcuni quadri provinciali?
R – Comprendo che si debba valutare con attenzione la vicenda che si è generata, ma ad ogni azione politica ci deve essere necessariamente un’analisi.

Il Sindaco con “Noi stiamo quà, gli altri hanno deciso di stare altrove” ha tracciato un confine lasciando intendere che “gli altri” stanno fuori dal Partito. E’ così?
R – Sono e siamo iscritti al PD. Sono amministratore del PD, e credo che in questo modo sto difendendo il mio Partito e la mia Città. Se dovessimo fare un confronto aperto alla base, i nostri elettori sarebbero con noi, così come abbiamo raccolto in per anni il loro malcontento rispetto ad un malessere che indicava soprattuto nel Sindaco il punto di maggiore insoddisfazione.

Quali sono i prossimi passi politici?
R – Sicuramente un appuntamento pubblico con la Città. Poi riteniamo che il primo obiettivo, anche per chiarire e far emergere una politica certa del partito in questa Città, è quello di celebrare il Congresso, darsi un’organizzazione, una linea politica, e chiarire quale sia la linea politica del PD.

E Melchionda c’é nel futuro?
R – Se vuole, dovrebbe innanzi tutto provare per una sola volta a non essere un elemento di divisione. Per quello che è accaduto è evidente che vuole percorrere altre strade. Sul piano politico, analizzando la sua posizione sembra essere orgoglio di essere rimasto da solo e con pochi intimi, che sicuramente a breve si renderanno conto di attraversare il deserto. Per il resto, rispetto alla coerenza si rileva in lui il massimo della confusione, nel momento in cui accusa gli altri di flertare con il centrodestra e lui stesso invece fa coppia con il Consigliere Fausto Vecchio che è stato fino a ieri la bandiera del centrodestra.

E così mente si parla di cene e Hotel che sono stati sicuramente frequentati, come nel corso dell’ultima campagna elettorale europea, quando mi sono fatto promotore e carico di organizzare una manifestazione a carattere territoriale, accollandomi l’iniziativa e l’azione politica di un Partito commissariato e al palo nell’inerzia di tutti. E mentre si parla di interessi inventati, Pino Mazzini, funzionario del Comune, subisce un atto che ha un chiaro sapore ritorsivo, sol perché è il padre del Consigliere Pietro Mazzini. Miseria umana alla quale non è possibile aggiungere nulla.

Battipaglia, 3 ottobre 2014 (articolo modificato alle ore 10.00 del 3 ottobre 2014)

17 commenti su “Intervista a Sgroia: Melchionda, sfiduciato dai consiglieri PD. E’ finita un’esperienza”

  1. Questa ve la devo raccontare. Stasera il presenzialista cariello si e’ presentato ad una manifestazione al moa dal titolo il giorno della memoria etcetc , ebbene dopo che uno scrittore ha attaccato apertamente, convintamente e amaramente berlusconi berlusconi lui ha applaudito vistosamfnte, allora si e’ aperto un wuesito da 3 ipotesi:
    1 – sta per rifare il salto della quaglia passando di nuovo a sx palesando un comportamento da voltsgabbsna e traditore;
    2 – stava poco attento palesando scostumatezza e poco rispetto per il relatore;
    3 – in realta’ non ha mai capito xxxxxxxxxxxxx palesando impreparazione ed incapacita’.
    Si accettano scomesse sulle tre ipotesi , al vincitore si prospetta una serata con sara tommasi o rocco siffredi. Comunque qualunque iotesi vincera’ di sicuro nn e` degno di amministrare una citta` come eboli fatta di gente seria

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    • fressola:
      GUARDA CHE LUCA SGROIA E’ DOTT. IN GIURISPRUDENZA,E DIRIGENTE COMUNALE.
      SI PUO’ CONTESTARENE IL PENSIERO COME L’AZIONE POLITICA, SECONDO I DETTAMI DI UN CIVILE DIBATTITO DEMOCRATICO,MA LA CULTURA E L’INTELLIGENZA MI SEMBRA NON SIANO CONFUTABILI,
      NB…son ben altri gli ignorantoni in politica o che aspirano ad entrarci

  2. risposta a FRESOLONA: Le migliori menti della politica ed imprenditoria nazionale la laurea la hanno presa dopo il successo o ad ONOREM, certamente tu sei laureata ma ti ricordo che negli ultimi 20 anni il caffe’ o la laurea in giurisprudenza o scienze politiche NON SI RIFIUTA A NESSUNO ( sostituiscono il diploma del passato). TRANNE CHIARAMENTE X CHI HA FREQUENTATO IL LICEO SCENTIFICO O MEGLIO ANCORA IL CLASSICO. P.S fresolona dove ti sei diplomata?

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    • x antonio:
      io ho frequentato il classico ed ho la laurea in giurisprudenza col max, ma non me ne faccio un vanto sarei ridicolo!
      sul fatto che non si rifiuta a nessuno la laurea in legge,se vedi i dati di uni.sa.( dove quasi ad eboli abbiamo tutti conseguito il titolo,tranne qualche furbo,preventivamente o posticipatamene, che se ne andato/ta in quegli atenei che hanno il suffisso in ..ino) in questa facoltà raggiungono l’agognato traguardo solo il 30% tot.tra in corso e fuori corso,in altre parti non so,ma appunto perché iper-inflazionata è una pergamena difficile da raggiungere,no deprezziamola oltre il dovuto.
      e poi mi sembra si sia scantonato dal tema politico,uscire fuori traccia ad un post è segno che non si sa che dire….

  3. Quanre brutte illazioni su di un giovane che ha avuto il coraggio di sbattere fuori dal potere un gaglioffo della peggiore specie. Le persone vanno classificate per quello che hanno fatto e per quello che dicono di fare in futuro. Aiutiamo Eboli ad uscire dal guado costruito da un incapace Sindaco. Ancora si parla di destra e di sinistra, quando al Governo della nazione siedono ex fascisti, ex Socialisti, ex DC e ex Comunisti? Eboli ha bisogno di una quida capace di tirarla fuori dal pantano.

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    • E chi dovrebbe essere la guida da tirare eboli fuori dal pantano??? forse tuo figlio??? forse mimi , coco, c…o c…., toni a braciola e il grande vecchio che l’hanno negli anni passati buttata nella merda??? taci presutto…taci!!

  4. Xxxxxxxxxxxx stai tranquillo, eboli la salva tonino cuomo insieme a martino Melchionda e tutti gli amici del P.U.C capisc ame…………………

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  5. calma ragazzi calma
    il mio interrogativo nasceva dalla lettura della intervista esclusiva (avrebbe rilasciato di meglio massarelli) quanto alla carica a sindaco non mi sembrano ci siano le condizioni, non ha le basi economiche mediatiche di renzi ne l’unità storico-partitica di melchionda

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  6. L’unita’ politica l’EX sindaco la ha avuta, ma ha avuto il coraggio di distruggerla ( cosa mai accaduta in passato, 11 consiglieri comunali che lo lasciano fa capire che il P.D e’ dalla loro parte e non con l’EX SINDACO).Per affrontare una campagna elettorale non occorrono tanti soldi, al contrario se i voti devono essere aquistati ( con posti di lavoro, con promesse vedi il p.u.c, l’ausing sociale ecc ecc )

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  7. NON HO MAI DIFESO IL SINDACO MELCHIONDA. ANZI.
    All’ultimo ballottaggio l’ho votato scegliendo il male minore.
    Oggi, mio malgrado, sono costretto quasi a difenderlo contro chi non l’ha sconfitto politicamente ma con una “congiura di palazzo”. Tipo Bruto contro Cesare(perdonatemi questo accostamento semplificativo).
    ORA SIAMO ALLE SOLITE. CIASCUNO RIVENDICA IL MERITO DELLA CONGIURA: prima il centrodestra con bislacche conferenze stampe sul viale Amendola, poi l’autoproclamatosi leader dei dissidenti PD con la ridicola intervista di cui sopra.
    CI SAREBBE DA PORSI UNA SOLA DOMANDA: chi ha organizzato la presenza in contemporanea dei 17 cogiurati presso il notaio di Pellezzano? Chi lo ha pagato?
    Ma ormai è acqua passata…ora abbiamo la commissaria che in sei mesi risolverà tutti i problemi del paese!
    Sul PD c’è da fare una sola considerazione: purtroppo ad Eboli resta un non-partito organizzato per bande che controllano pacchetti di voti e di tessere(forse più di tutte quelle nazionali!). La differenza tra una banda e l’altra è minima: ciascuna pensa solo ed esclusivamente al proprio tornaconto e al proprio interesse personale e di gruppo.
    Nessuno sembra avere un minimo di dignità politica e morale…
    Tutto questo è grave se è avvenuto con l’avallo della segreteria provinciale PD che oggi, come ieri, sembra dare credito solo a Melchionda e alla sua armata Brancaleone.
    LA VERA ANIMA DEL PD EBOLITANO STA FUORI DAL PARTITO UFFICIALE. Chi potrebbe far rivincere il centrosinistra ad Eboli su basi di trasparenza, buona politica, capacità ed onestà non abita nella inesistente sezione PD. Non abita in questo non-partito ebolitano chi potrebbe rottamare renzanianamente una classe politica “di sinistra” responsabile dell’ultima decennale degenerazione politico-amministrativa .
    MA, FORSE, AL PD SALERNITANO E DELUCHIANO NON CONVIENE FAR RIEMERGERE IL MEGLIO.
    CONVIENE TENERSI BUONE LE BANDE CHE CONTROLLANO LE LORO BRAVE FETTE DI ELETTORATO CLIENTELARE che torneranno utili alle prossime elezioni regionali.

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  8. Nulla accade per caso nel palazzo dei congiurati. Chissà se corrisponde al vero che due dei congiurati con i colori della stessa casacca del decaduto sovrano eburino, si siano trovati a loro insaputa assunti, uno la moglie e l’altro il figlio, in una nota e discussa azienda a conduzione padronale di eburum. Saranno forse i trenta denari pattuiti?

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  9. probabilmente l’ex aveva promesso tali aspettative e non le ha mantenute’ mentre le aveva mantenute con altri che hanno traditi i loro partiti ed il loro elettorale. Chi e’ piu’ galantuomo (politicamente) chi ha ha aperto le campagne aquisti circa tre anni fa’ed ha rinnegato gli accordi elettorali o chi lo ha mandato a casa l’EX ?

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  10. L’Ex e’ riuscito ad affossare l’economia di eboli in soli nove anni,questo primato nessuno riuscira’ a torglierlo. Spero che vada via da eboli per sempre,

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