Allarme di Cecilia Francese: E’ crisi profonda. Battipaglia e la Piana del Sele travolte dalla desertificazione industriale.
Un bollettino di guerra quello che emerge dai dati. Una lista di Aziende come Alcatel, BTP, Paif, Termopaif, Simer.. 300 posti di lavoro persi nel 2013 e circa 250 potrebbero perdersi nel corso del 2014. E’ il cimitero dell’industria e del lavoro.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – “Le notizie di stampa di questi giorni conclusivi dell’estate, relative alla “devastazione” del tessuto industriale di Battipaglia (per decenni principale area industriale a sud di Salerno) che parlano di circa 250 posti di lavoro che potrebbero perdersi entro fine anno e che si aggiungono ai quasi 300 scomparsi nel 2013, danno l’idea del processo di desertificazione industriale in atto a Battipaglia e nella Piana del Sele. Alcatel, BTP, Paif, Termopaif, Simer.., ormai e’ un elenco sempre più lungo di situazioni di crisi, di presidi di lotta (troppo spesso nel disinteresse delle comunità, delle istituzioni e della politica locale).
A lanciare l’allarme è Cecilia Francese, leader del Movimento politico Etica per il Buongoverno, allarme che si aggiunge a quelli che da tempo gli indicatori di crisi evidenziavano, è rimasto inascoltato e la crisi sempre più nera e aggressiva ha raggiunto livelli inimmaginabili che rischia di contaminare anche l’indotto, le tante piccole imprese collegate a quelle che erano colossi della produzione e leader nazionali ed europei, e la perdita di posti di lavoro non si contano più, così come non si contano nemmeno le chiusure dei cancelli di piccole, medie e grandi industrie. I servizi non vanno meglio e il lamento del commercio ormai è diventato un rantolo, i fallimenti non si contano, insomma un castello che se ne viene giù pietra su pietra e che ormai mina anche le fondamenta.
Tutta conseguenze delle politiche sbagliate messe su nel corso dei quattro anni di Amministrazione Santomauro, ed ora dall’ennesima gestione commissariale lunghissima. E se nel primo caso si è trattato di programmazioni non avvedute, nel secondo si tratta solo di gestione e basta, condizioni entrambe che hanno significato tarpare le ali ad una Città tra le più vivaci economicamente parlando del mezzogiorno,
Una stagione turistica fra le peggiori che si ricordino, che si inserisce, sicuramente, nella generale crisi del turismo meridionale che ha conosciuto un devastante 2014, che sicuramente ha pagato le ” bizzarrie” climatiche, ma che paga i ritardi atavici delle istituzioni e della politica sui temi dello sviluppo turistico della Piana. La cronica carenza di infrastrutture (a partire dalla depurazione, dalle condizioni della viabilità verticale verso la costa , l’aeroporto che non “decolla” ecc.), la carenza di servizi pubblici (a partite dal trasporto) danno l’idea dello stato di abbandono della fascia costiera, ma soprattutto della mancanza di progetti e di idee per far si che il “turismo” nella Piana diventi una opportunità di sviluppo e non una parola di cui riempirsi la bocca in campagna elettorale.
Il disinteresse di forze politiche ed istituzioni locali, che continua ad accompagnare la agricoltura della Piana senza cogliere le grandissime potenzialità di un settore che comunque ha retto la crisi di questi anni, ma che con i suoi prodotti di qualità da quelli legati alla zootecnia, alla ortofrutta con le eccellenze della quarta gamma, fino a quelli florovivaistici, potrebbe essere davvero settore trainante della economia della Piana e dell’intera provincia;
La progressiva venuta meno di servizi fondamentali dello stato sociale, da quelli dell’assistenza alla persona per l’immobilismo in cui versa da oltre un anno il piano di zona, a quelli sanitari, conseguenza delle scelte scellerate dell’ASL tese a penalizzare questa area. Questo quadro drammatico richiede la necessita’ di riaccendere i riflettori della politica regionale e nazionale sulla Piana del Sele.
Il riconoscimento della “area di crisi” da parte della Regione, come l’anno scorso fu fatto per l’Agro per consentirne l’accesso a fondi europei specifici, non e’ più rinviabile.
Ma diventa ormai improcrastinabile l’apertura di una riflessione sulla situazione della Piana che coinvolga le istituzioni , a partire dalla Regione e dalla Provincia ( per quello che ancora conta), i Comuni della Piana, le OO.SS. nelle loro espressioni più alte, le forze produttive e le stesse forze politiche ( per quello che riescono ancora ad esprimere) visto il prossimo appuntamento delle elezioni regionali.
Su questi temi, insieme ad altre forze politiche e sociali, anche di altri Comuni della Piana, ci riproponiamo di organizzare nelle prossime settimane un primo appuntamento di riflessione e di confronto.
C’e necessita’ che la politica torni a mettere in campo idee e progetti, torni a parlare di sviluppo, torni ad elevarsi rispetto alla miseria della ” mera gestione” del potere cui da anni ci ha abituato la pessima politica locale. Per noi la politica rimane “altra cosa”.
Battipaglia, 25 agosto 2014