Lettera aperta al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, in favore della nostra terra: Napoli che non è più nemmeno la città di Maradona.
Fasano: “Quaranta anni fa, mio padre acquistò a Licola una bella villa. Il mare era splendido e il turismo, anche grazie alla vicinanza dei siti archeologici, attivo e portatore di denaro per tutti. Provi oggi, se vuole, a farsi una passeggiata su quelle spiagge.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
NAPOLI – Riceviamo e più che volentieri pubblichiamo, la Lettera aperta che Bianca Fasano, scrittrice e giornalista fondatrice dell’Accademia dei Parmenidei ha scritto al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, nella quale gli ricorda quello che non va e quello che comunque non andava e che se pure andava si è aggiunto a quello che oggi non va, rispetto a quella che sarbbe dovuta essere così come oggi si usa dire quando si vuole etichettare un progetto pieno di ambizioni: Una nuova primavera per Napoli.
Una Primavera che aveva come protagonista assoluto proprio De Magistris, ma che purtroppo non ha prodotto fiori e che ha tenuto nascosto il Sole e tutto quello che una Primavera rappresenta, e che per contro invece ha prolungato l’inverno, i malanni il maltempo e il resto, quel resto che viene raccontato da Bianca Fasano e che noi tutti condividiamo, condividendone purtroppo anche quelle brutte storie capityate ai suoi parenti che hanno toccato anche nostri familiari e amici “abbattuti” da quei mali che la Fasano individua. Eppure continuiamo a vivere e continuiamo a riporre la fiducia in chi ci propone le nuove primavere, salvo poi a restarne profondamente delusi.
Questa lettera arriverà a De Magistris? Speriamo proprio di si, e speriamo riesca anche ad incidere in qualche modo perché si possa continuare a riporre quella fiducia che Napoli, generosa com’é ha ripostoin tanti altri nel passato ed ora in lui.
Buona lettura.
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Lettera al Sindaco di Napoli
di Bianca Fasano
Gentilissimo Signor Sindaco,
Dicono che viviamo nella “terra dei fuochi”. Mi guardo intorno con sgomento e non ho bisogno di allargare troppo lo spazio d’azione del mio sguardo: Mia suocera morì di tumore all’intestino, mio zio di tumore ai polmoni, mio fratello di melanoma, un altro mio fratello operato poco tempo addietro di tumore alla vescica, lo stesso che ha perso una figlia di 33 anni con un tumore al seno passato al fegato e la cui moglie è morta di tumore. Pochi mesi fa lo zio di mia nuora (medico) è stato operato per un tumore ai reni e adesso è in cura per un tumore osseo…
Vuole che continui? Sembra di parlare di un territorio dove sia scoppiata una piccola bomba nucleare “uso per la Campania”. Non lo dico io, lo dice la stampa a chiare lettere da una vita:-
“Di tumore si muore di più in Campania rispetto al resto d’Italia. Secondo la relazione finale del gruppo di lavoro del ministero della Salute sulla situazione epidemiologica delle province di Caserta e Napoli, con riferimento dell’incidenza della mortalità per malattie oncologiche, la mortalità per tumori maligni in Campania tra gli uomini è superiore ai valori dell’intera Italia, in particolare per il contributo delle province di Caserta (solo per gli uomini) e di Napoli (per entrambe i generi), con tassi particolarmente elevati per tumori di fegato, laringe, trachea-bronchi e polmone, prostata, vescica (nelle donne solo del fegato, della laringe e della vescica).
Balduzzi: “Non è provato nesso tra malattia e rifiuti” – Commentando i dati il ministro della salute Balduzzi ha affermato che “ad oggi dagli studi non risulta un nesso causale accertato fra lo smaltimento dei rifiuti e la ripercussione sulla salute, ma potenziali implicazioni sulla salute non possono essere esclusi”. Balduzzi in conferenza stampa ha spiegato che “in questi mesi ci sono stati studi che si stanno approfondendo, quindi possiamo dire che non partiamo da zero”-
E questa mi sembra già da sé per lei una “bella gatta da pelare”, tra i problemi che da nostro sindaco di Napoli, ha in carico.
Ecco perché ci fa un po’ ridere tutto quel gran parlare di fumo passivo, con le sigarette regolarmente vendute dal monopolio nazionale e le scritte: “Il fumo uccide”.
Veniamo al mare:
“È un quadro a tinte fosche che non risparmia nessuna delle tre province che si affacciano sulla costa tirrenica. Ben 21 punti sui 31 monitorati da Legambiente hanno evidenziato la presenza di scarichi non trattati adeguatamente con presenze di valori di Escherichia coli e enterococchi intestinali al di sopra dei valori consentiti dalla normativa vigente. Per 18 di questi punti il giudizio è addirittura di “fortemente inquinato”. Una sfida, quella della depurazione, che la Campania non risulta ancora essere pronta ad affrontare nel modo giusto. Tutto questo mentre anche l’Unione Europea ci chiede di fare presto: la nuova procedura di infrazione arrivata nei mesi scorsi coinvolge addirittura 115 agglomerati urbani campani, classificando la Campania tra le regioni peggiori e con il maggior numero di “anomalie” circa il trattamento dei reflui. Legambiente chiede quindi alla Regione di attivarsi immediatamente per “avviare” i servizi idrici integrati.”-
E’ ancora la stampa a parlare, non io. Per ciò che mi riguarda posso dire che, oltre quaranta anni fa, mio padre acquistò a Licola una bella villa. Il mare era splendido e il turismo, anche grazie alla vicinanza dei siti archeologici, attivo e portatore di buoni introiti di denaro un po’ per tutti.
Provi oggi, se vuole, a farsi una passeggiata su quelle spiagge: di “buono” molto tra virgolette c’è solo la spiaggia. Qualche folle (magari coppie di innamorati in cerca di solitudine idrica), si azzarda a nuotare in quell’acqua inquinata. I saggi si bagnano con le docce, gradiscono una pizza nel lido e prendono l’abbronzatura da quel sole che già troppa fiducia non offre, ma questo non solo in Campania. Seguendo la spiaggia si incontrano gli scarichi dei liquami a mare ed anche soltanto il controllo di questa situazione le darebbe un bel po’ di problemi da risolvere.
Vogliamo parlare del traffico a Napoli? Basterebbe soltanto annotare tutti i link destinati a chiarire le ZTL per comprendere che qualcosa non va. Di buono ci saranno senza dubbio gli introiti delle multe, da cui ci sentiamo decisamente perseguitati.
I mezzi di trasporto? Nei giorni lavorativi incontro spesso persone, di ogni età, che corrono. Già: sportivi? Ma no! Soltanto povera gente che ha visto arrivare il bus e di conseguenza gli corre dietro in quanto, se aspetta il successivo, ha voglia di restare a piedi.
Un turista a Napoli fa prima a chiedere un taxi. “Guai a voi anime prave se vi azzardate, da turisti, per le strade di Napoli in auto vostra!” Le multe vi seguiranno al rientro delle vacanze.
Un bel casino anche i bus, quindi, la condizione pessima delle strade “asfaltate”, l’acqua che invade le metropolitane nei giorni di pioggia, la scarsità di parcheggi, le reti viarie inadeguate. A dirla tutta Signor Sindaco, anche per queste motivazioni non c’è da stare allegri. Problema vecchio: si racconta che Re Ferdinando di Borbone avesse incaricato un suo ministro per la miglioria della strade del regno. Questi condusse in carrozza il Re per constatare i miglioramenti e lo stesso monarca, saltellando dal sedile sulle bozze delle strade, irritato dal ministro che indicava le bellezze fuori la carrozza sostenesse:-“Guaglio’ e strade e Napule nun se verono co’ l’uocchie se verono co’ cu…o!”-
Vale ancora oggi la battuta.
Gentilissimo signor Sindaco, potrei davvero continuare a parlare della nostra bella Napoli, quella Napoli che non è più la città di Maradona. Parliamo dello stato delle scuole, della sanità, dei cimiteri (!!!), camorra compresa, della povertà presente in un numero non indifferente di famiglie, dei posti di lavoro perduti, delle fabbrichette chiuse, dei negozi destinati al fallimento, oppure già falliti. Ma sarebbe troppo lungo. Vogliamo dire come Renzi che “se Atene piange Sparta non ride?” Ossia che la Campania non sta peggio del resto d’Italia? No: stiamo peggio. Lei, d’altra parte, queste cose le sa. Vorrei concludere su Bagnoli.
La bagnoli della mia primissima infanzia, aveva un arenile color ferro, ma di ferro non v’era nulla. Il mare era splendido. Un luogo destinato (chiunque l’avrebbe capito), al turismo e allo spettacolo. Quanti giovani avrebbero lavorato (e potrebbero oggi, in tutta la Campania), studiare e lavorare per il turismo? Invece vi fu eretto un monumento all’inquinamento che illuse per anni la popolazione locale e poi la lasciò più disperata di prima e senza l’arenile ed il mare ed il turismo e le speranze. Poi nacque città della Scienza. Lei non ha bisogno che le spieghi perché c’è tanta poca fiducia nel suo rinascere. Vorremmo prima sapere perché “è morta”. Chi la uccisa. Gli stessi che l’avevano usata come una grassa mucca da mungere? Morta incendiata perché morisse con lei nell’incendio la testimonianza di tutto ciò che aveva rappresentato di poco scientifico e pulito? Ecco perché i cittadini di Bagnoli e di tutta la Campania sono così poco propensi a brindare al “recupero dell’area.” Vuole che non ci si chieda chi altri dovrà mangiare sulla nuova mucca da riedificare? Ci lasci i nostri dubbi. Lei ha già tante cose su cui riflettere e tante difficoltà da superare. Ci auguriamo, noi cittadini della Campania, che il suo primo pensiero sia per il popolo di Napoli, per le sue aspettative, per le necessità impellenti e, prima fra tutte, quella di una politica sulla città che sia (tanto per cambiare!), trasparente. Come non è più il nostro mare.
Bianca Fasano
Napoli, 19 agosto 2014
A Napoli, specialmente in zona Vomero, ove abita il nostro sindaco, siamo perseguitati da vigili e multe. Torta settembre e torneranno i disagi con i mezzi pubblici, le strade rotte, la mancanza di parcheggi, le strade dove non si può entrare, i negozi che falliscono… poveri noi napoletani, anche soltanto per queste questioni più “leggere”. Angelo