Oggi 19 agosto 2014, ore 20.30, Giardini comunali di Palazzo Mezzacapo, Maiori, a 2000 anni dalla scomparsa, si ricorda la figura dell’Imperatore Ottaviano Augusto.
L’iniziativa delle Associazioni “La Feluca” e “Atellana” vuole essere di stimolo per altre successive iniziative, che, in una dimensione intercomunale, approfondiscano ulteriormente i legami tra il primo imperatore romano e i centri della Costiera.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
MAIORI (SA) – Il 19 agosto del 14 d.C. moriva nei pressi di Nola, quasi ottantenne, l’imperatore Ottaviano Augusto. A duemila anni esatti di distanza da quel giorno, oggi 19 agosto 2014, alle ore 20.30, nei giardini comunali di Palazzo Mezzacapo, il Comune di Maiori – con il contributo delle associazioni “La Feluca” ed “Atellana” – ne ricorderà la figura.
Augusto, infatti, oltre ad essere stato uno tra i personaggi più importanti della storia dell’umanità, ha profondamente influenzato anche la storia del nostro territorio, frequentando spesso l’isola di Capri e dando così origine alla costruzione – lungo tutto il litorale della Penisola – di molteplici villae, i cui resti in parte sono giunti fino a noi.
La serata del 19 agosto 2014 vuole perciò essere, nelle intenzioni degli organizzatori, anche di stimolo per altre successive iniziative, che, in una dimensione intercomunale, approfondiscano ulteriormente i legami tra il primo imperatore romano e i vari centri della Costiera.
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OTTAVIANO AUGUSTO (27 a.c.- 14 d.c.)
Nome completo: Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus
Altri titoli: Pater Patriae
Nascita: Roma 23 settembre 63 a.c.
Morte: Nola 19 agosto 14 d.c.
Successore: Tiberio
Coniuge: Clodia Pulcra, Scribonia, Livia Drusilla.
Figli: Giulia
Dinastia: giulio-claudia
Padre: Gaio Ottavio, Giulio Cesare (padre adottivo)
Madre: Azia minore
«In principio i re governarono la città di Roma; poi Lucio Bruto istituì il regime di libertà e il consolato. La dittatura era una carica temporanea; la potestà dei decemviri non durava più di un biennio, ne a lungo fu in vigore il potere consolare dei tribuni militari. Né Cinna né Silla ebbero il potere a lungo; e la potenza di Pompeo e Crasso fu presto nelle mani di Cesare. Allo stesso modo, le armi di Lepido e Antonio furono presto di Augusto, che con il nome di principe prese il potere sulle istituzioni stanche delle guerre civili. »
(Tacito, Annales, I, 1, 1-2.)
“Augusto nacque sotto il consolato di Marco Tullio Cicerone e Caio Antonio, dopo il nono della calende di ottobre, poco prima dell’alba, nel quartiere del Palatino, e la strada chiamata “Teste di bue”, dove ora sorge una cappella a lui dedicata, e costruita poco dopo la sua morte. Infatti, come è registrato nella causa del senato, quando Caio Laetorius, un giovane di famiglia patrizia, nel difendersi dinanzi ai senatori per avere una pena più lieve, sul suo presunto adulterio, oltre alla sua gioventù e le qualità che possedeva, si dichiarò quasi un quasi il guardiano, del terreno che il Divino Augusto aveva per prima toccato nella sua venuta nel mondo, e pregò di poter trovare trovare grazia, per amore di quella divinità, che era in un modo particolare la sua, e il Senato lo graziò approvando una legge per la consacrazione di quella parte della sua casa in cui era nato Augusto.”
Ottaviano nacque nel 63 a.c. a Roma, esattamente all’alba del 23 settembre, in una casa del Palatino, col nome di Gaio Giulio Ottaviano, da un uomo di Velitrae (Velletri nel Lazio) che aveva avuto la carica di Pretore, e che era morto quando Ottaviano aveva solo quattro anni.
“Il bisnonno di Augusto servì come tribuno militare nella seconda guerra punica in Sicilia, sotto il comando di Pappo Emilio. Suo nonno si accontentò del cuscinetto degli uffici pubblici del suo comune, e invecchiò nel godimento tranquillo di un patrimonio ampio. Tale è il racconto di diversi autori. Augusto stesso, però, ci dice niente di più che egli discendeva da una famiglia equestre, antica e ricca, di cui suo padre fu il primo che ottiene il rango di senatore.
“Che la famiglia degli Ottavi fosse della prima distinzione in Velitrae, è reso evidente da molte circostanze. Infatti, nella parte più frequentata della città, vi era, non molto tempo fa, una strada di nome Ottaviano, e un altare si vedeva, consacrato ad un Ottavio, che essendo eletto generale in una guerra con alcune persone vicine, il nemico fece un attacco improvviso, mentre stava sacrificando a Marte, immediatamente strappò le viscere della vittima fuori dal fuoco, e le offrì mezzo crude sull’altare, dopo di che, marciando a combattere, tornò vittorioso. Questo incidente dette luogo a una legge, emanata da questo, per cui in tutti i tempi futuri le interiora vengano offerte a Marte nello stesso modo, e il resto della vittima essere portata agli Ottavii.
II. Questa famiglia, come parecchi a Roma, fu ammessa al Senato da Tarquinio Prisco, e subito dopo messa da Servio Tullio tra i patrizi, ma in lungo tempo passò all’ordine plebeo, e, dopo il decorso di un lungo intervallo, era stato restaurato da Giulio Cesare al rango di patrizi.”
Sua madre era dunque Azia, nipote di Cesare. Era pertanto il pronipote di Cesare, che aveva grande stima di lui, per l’intelligenza, la capacità nelle armi e l’affidabilità.
Alla morte del padre, Ottavio aveva quattro anni e lasciò la madre, sposatasi con il futuro console Lucio Marcio Filippo, per entrare in casa della nonna Giulia dove rimase fino alla morte di quest’ultima.
Quando sua nonna Giulia morì nel 51 a.c., l’elogio funebre che Ottavio fece al suo funerale, fu la sua prima apparizione pubblica. Aveva solo 12 anni, ma non temette di presentarsi in pubblico come un adulto nel commemorare la vita di sua nonna, e stupì tutti con le sue precoci abilità oratorie.
Non si sa quanti o quali rapporti intercorsero tra Cesare e Ottaviano, visto che Cesare fu quasi sempre fuori a combattere, però si sa che nel 48 a.c. il giovane Ottavio fu eletto al Pontificio Collegio, un grande onore, oltre che una buona remunerazione, sicuramente per volontà del prozio.
Inoltre quando Cesare festeggiò il suo trionfo nel 46 a.c., Ottaviano vi partecipò e ottenne onori militari. Avendo infatti seguito Cesare in Spagna per combattere la Pompeo a Munda nel 45 a.c., si era guadagnato l’ammirazione di Cesare per l’audacia del suo viaggio, in cui subì anche un naufragio. Così Cesare, nel 44 a.c., nominati i magistrati con diversi anni in anticipo, com’era suo costume, vi incluse Ottaviano come maestro equites per il 43 a.c..
Maiori, 19 agosto 2014