Eboli e dintorni, ancora sbarchi di clandestini: I mille volti di una terra. Per la serie tre sono i potenti……
Lo scivolone del ministro Alfano sui “vu’ cumprà” non migliora l’immagine dell’italia nel mondo. Gli immigrati da spaesati e impauriti a reclutati e arruolati da organizzazioni criminali, poi subiscono una mutazione, e diventano furbi e arroganti.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Questo articolo di Gerardo Sorgente, pone sotto i riflettori il tema del giorno, quello delle immigrazioni clandestine che sta interessando direttamente ed indirettamente anche la nostra provincia, sia perché molti di loro scelgono la nostra Piana del Sele che più ha bisogno delle loro braccia, e sia perché mentre prima arrivavano in Sicilia, oggi i barconi arrivano direttamente a Salerno, con tutti i problemi che questi arrivi comportano, dovendo necessariamente accoglierli e dargli una giusta e decorosa sistemazione, ma anche e soprattutto per dare assistenza ai più giovani, ai bambini e alle donne.
Di conseguenza i problemi si accentuano e di quì, sebbene non si possa affrontare una questione del genere in due righe, l’eterno conflitto che assale gli italiani un pò generosi ed accoglienti e un pò diffidenti, sospettosi e infastiditi, fino a svegliarsi anche un pò razzisti verso un fenomeno che non riusciamo a risolvere e che affrontiamo ormai da soli, scaricati dai nostri partners europei, con l’italica confusione che poi non ci permette mai di comprendere ragioni, torti, verità e bugie, fino a trasformare quell’istinto di popolo generoso in un popolo infastidito, scostante e lontano dall’essere come normalmente è un popolo di brava gente, affrontiamo male il problema.
E così un buon gesto si trasforma in avversità, specie se si viene a conoscenza che ogni giorno agli immigrati clandestini ospiti dei vari centro, ormai organizzati anche in provincia, viene offerto loro: un pacchetto di sigarette, una scheda telefonica da 5 euro; ovviamente scarpe, tuta, felpa, mutande, asciugamani, calzini, magliette, dentifricio, spazzolino, pettine, shampo e bagnoschiuma e tutto qunto per i fabbisogni personali; lenzuola pulite ogni due giorni; federe ogni tre giorni. Cose che fanno inalberare gli italiani specie di questi tempi che si deve fare bene i conti e che tra disoccupazione record, perdita di posti di lavoro, recessione, tasse e tutte le maledette conseguenze che stiamo attraversando, diventano un pugno allo stomaco.
E proprio scoprendo queste cose che sembrano essere minimali, ma che poi sicuramente vengono ingigantite e tratte addirittura a ragione di odio verso tutti i clandestini non operando nessuna differenza, che al contrario esiste e come, che si colloca l’articolo di Sorgente, il quale fa leva prorio su quella “mutazione” che in parte prende i clandestini in uno dei tanti, o meglio, in uno dei 13 Cie (Centri per l’identificazione e l’espulsione) d’Italia trasformando un gesto di accoglienza e di grande civiltà in un teatro che lo fa somigliare ad un “Paese del bengodi“, e così quell’aiuto che necessariamente si deve offrire si trasforma in una odiosa concessione, che viene quantificata in 40/50 euro al giorno per clandestino, oltre tutti i costi generali ed organizzativi per il mantenimento delle strutture ed oltre i costi per il reimpatrio o esplusione che dir si voglia per i pochissimi che non sono tanto furbi da dichiararsi profughi di guerra, invadendo un altro filone veramente drammatico che coglie alcune popolozioni che trovano rifugio in Italia proprio per sfugggire alla sicura morte e a guerre incomprensibili.
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di Gerardo Sorgente
Giornalista
Ogni giorno sulle coste italiane sbarcano centinaia di profughi in fuga dalla guerra o per rifarsi una nuova vita, che vengono nel nostro paese per avere un futuro migliore e il Governo italiano con una speciale operazione, denominata Mare Nostrum, li soccorre sia con le motovedette che con gli euro. Cosa c’è di male in tutto questo? Sicuramente nulla, tranne che quel peso delle sofferenze venisse equamente distribuito con le altre nazioni europee, che al momento hanno lasciato sola l’Italia, fino a far sbottare il Ministro Angelino Alfano sulla questione “vu’ cumprà” è poi “scivolato” peggiorando l’immagine dell’Italia nel mondo.
Gli immigrati che arrivano subiscono una mutazione: in un primo momento sono spaesati e impauriti, dopo essere reclutati e arruolati da organizzazioni criminali diventano furbi e arroganti. Questi, al soldo di gente senza scrupoli, da sprovveduti vengono trasformati in ambulanti che vagano per le strade delle città piazzando prodotti taroccati minando, di giorno in giorno, le economie delle città in cui approdano.
Ad Eboli per esempio diversi immigrati hanno deciso in modo autonomo di vendere i loro prodotti spudoratamente taroccati sul viale Amendola accanto agli stessi negozi che diversamente vendono prodotti originali e su cui pagano anche le rispettive tasse. Come mai nessuno ordina loro di sgomberare? Possibile che nessun corpo di polizia pensa di sequestrare della merce palesemente falsa la cui vendita va di sicuro ad alimentare organizzazioni criminali quali la camorra?
Molte domande potrebbero essere rivolte agli esponenti politici locali ovvero al Sindaco Martino Melchionda, agli assessori alle Attività produttive e alla Sicurezza, ma anche a politici di opposizione; quella che maggiormente li impegnerebbe sarebbe quella in cui gli stessi dovrebbero rispondere davanti al popolo e alla legge: «come mai nessuno ha mai pensato di chiedere nei fatti l’allontanamento degli stessi dal principale viale cittadino?».
Nel corso di questi mesi, di sequestri ne sono stati fatti ma solo al mercato del sabato, lasciando senza pensieri gli altri che invece hanno le loro postazioni fisse, al centro della città. La questione non verte assolutamente attorno a concetti come il razzismo il colore della pelle o altro ma affonda le sue radici nei principi costituzionali e del rispetto della legge. I commercianti del viale Amendola (e non solo) oramai ogni giorno sono costretti a fare delle vere e proprie battaglie contro gli ambulanti irregolari che ad ogni angolo delle strade cercano di vendere qualcosa: profumi, cappelli, borse, scarpe, cd e dvd sono questi i prodotti che vanno per la maggiore.
Ad Eboli, sembra essere approdata anche una sorta di organizzazione criminale di stampo africano: questi ultimi sono presenti davanti ai principali supermercati della città, non si è salvato nemmeno il centro commerciale “Le Bolle” dove hanno la loro postazione fissa e inscenano una sorta di danza quando chiedono l’obolo. Viene da chiedersi: ma è mai possibile che nessuno ha il coraggio di chiamare la forza pubblica per allontanare queste persone?
Tra pochi mesi la città è chiamata ad eleggere il suo nuovo sindaco, che tecnicamente dovrebbe essere in grado di traghettare la città dalla secca in cui da tempo è immersa. Il futuro primo cittadino dovrà affrontare problemi grossi tra cui spiccano gli evasori ovvero coloro che non pagano le tasse comunali e quella parte di ambulanti irregolari che minano l’economia cittadina.
Allo stato attuale nessuno sembra avere avuto mai il coraggio di battere cassa nei confronti dei residenti e le motivazioni sembrano essere abbastanza palesi. Ma con gli immigrati come ci si vorrà regolare? In tutto questo rumore, le famiglie ebolitane che pur lavorando non riescono ad arrivare a fine mese come verranno trattate? Ad oggi nessun provvedimento pare sia stato erogato nei loro confronti.
Accanto agli immigrati poi ci sono i furbetti del posto, quelli che non hanno nessuna forma di reddito, ovvero che sono fiscalmente “poveri” e “deboli” salvo poi essere possessori materiali di un gruzzolo alla Posta o in Banca, l’auto di grossa cilindrata sotto casa, smartphone di ultima generazione e televisione da “un milione di pollici” con tanto di amplificazione.
A tutto ciò bisogna aggiungere che nessuno prende la briga di fare i dovuti controlli ed accertamenti. Per chi chiede aiuto sociale la logica da applicare sarebbe quella di dare loro un qualsiasi lavoro mettendolo nelle condizioni di contribuire a fare crescere la collettività. Non è giusto che chi ha un reddito minimo perché statale o altro deve pagare tutto e chi invece non “ha niente” non deve sborsare un centesimo di tributi.
Quelli con il minimo dopo che hanno pagato: tasse, canone Rai, assicurazione, tasse comunali, acqua e bollo, si ritrovano ad essere più poveri di coloro che sulla carta possiedono reddito zero. Facendo un salto culturale si arriva a dire che la politca ha sbagliato a non valorizzare e rafforzare la Piana del Sele che di per se è una ricchezza sfruttata malissimo, senza creatività con una totale assenza di piani progettuali. Rispetto alla creazione del lavoro, la città possiede circa otto chilometri di costa e già questo in automatico dovrebbe, con i dovuti investimenti, abbattere il tasso di disoccupazione, ma purtroppo negli ultimi venti anni non si è mai pensato di aprirsi al mare, mai è stato creato un piano in cui, al punto primo, ci fosse la voce “turismo” e “flussi di turisti”, tanto è vero che, di fatto, la pineta è nelle mani degli extracomunitari e delle prostitute: della malavita, con una pista ciclabile con tanto di cartello in cui si avvisa che è chiusa.
La legna anche quest’anno riscalderà gli irregolari che campano in quelle baracche. E gli ebolitani cosa hanno fatto per impedire che questo avvenisse? Nulla, anzi hanno sbagliato a votare. Cosa ha guadagnato l’economia locale in tutti questi anni fatti di sbagli e compromessi politici? Il nulla assoluto. La colpa? La si può trovare nelle mentalità chiuse e grette. Del pensare alla giornata. Ecco come il destino degli ebolitani e degli extracomunitari si interseca inevitabilmente.
Per correttezza bisogna anche fare un distinguo ovvero dividere gli immigrati che lavorano onestamente e sono pure sfruttati da quelli che sono da prendere a calci nel sedere e basta. Lo stesso dicasi per gli ebolitani. Il caporalato nelle nostre zone è forte ed anche in questa occasione la nostra classe politica ha fatto orecchie da mercante ignorando che i pomodori, le mozzarelle e altre cose se arrivano sulle nostre tavole si mangiano solo grazie alla sofferenza di ragazzi e donne che si alzano la mattina all’alba e lavorano per tredici ore sotto il sole cocente per pochi euro. Loro come molti del posto sono prigionieri di una mentalità ottusa.
Questo articolo di denuncia sociale per dire attenzione a chi darai il tuo voto alle prossime comunali e soprattutto di sforzarsi di essere un cittadino corretto fin da subito.
Eboli, 18 agosto 2014
Ha ragione sotto casa mia vedo tante persone tutte intente a fottere il prossimo solo perché non hanno niente da perdere…… Vergogna
Un sincero applauso per questo giovane Ebolitano che, con una chiarezza da vero giornalista, lancia, su questo prestigioso blog, argomenti di grande interesse e di tremenda attualità. Caro giovane, non attenderti un mio commento sull’argomento perchè rischierei di essere travolto da mille improperi da molti che, con la loro scarsa conoscenza dei fatti e misfatti, oltraggiano tutti quelli osano contraddirli. Il giovane e attivo Cardiello, con ideali politici lontani dai miei, per aver sottoposto un argomento di attualità amministrativa, è stato aggredito con violenza dai soliti ignoti.
Auri per un fulgido avvenire.
Elio Presutto
Finalmente una persona che ha il coraggio di raccontare i fatti per come sono. Questi sfruttatori stanno distruggendo la città e la politica dorme. l’ex sindaco Rosania ha fatto degli sbagli politici grossi, Melchionda peggio ancora ma non oso pensare quelli di un eventuale Cariello…..tutte brave persone, ma che di politica non ne capiscono nulla. La politica è cosa per pochi eletti.
La tragedia degli spostamenti di massa dalle zone povere a quelle più ricche hanno una ragione che si perde nei secoli. Molto semplicisticamente è legata al concetto di colonialismo e neocolonialismo. In parole povere le nazioni ricche che, carenti di materie prime e di manodopera, occupano – spesso manu militari ma non disdegnando la corruzione dei governi – territori ricchi di materie prime li sfruttano arricchendo le loro lobby ed impoverendo le popolazioni locali. Trasformano quelle aree vergini in pattumiere delle aree industrializzate interrando scorie radioattive e quanto di più pericolo possa essere creato dall’uomo nei cicli produttivi (non dimenticate Ilaria Alpi). Creano ad arte tensioni etniche per vendere loro armi, creano fame e malattie per vendere loro cibo (spesso scaduto) o medicinali e col debito controllare quegli Stati, politicamente. L’Africa e i paesi orientali continuano ad essere la dispensa dei paesi industrializzati. E dopo tutto questo ci lamentiamo che questi poveri disperati – distrutti dai paesi “civili” – vengono a casa nostra a reclamare ciò che gli abbiamo sottratto per secoli?
I pseudo compagni che nelle loro villette con piscina rigorosamente in campagna o sulle loro barche a vela (sono ecologisti) davanti a piatti succulenti ed alternativi parlano di questi “poveretti” da aiutare (ma devono farlo sempre gli altri) mentre i camerati (fascisti e leghisti) ne parlano con odio perché negri, delinquenti, stupratori e ladri di lavoro (nelle regioni del nord est li cercano nelle fabbriche perché lavorano bene e li pagano un cazzo). Quando vediamo quei barconi stracolmi di disperati non dovrebbe essere il senso di fastidio a scuoterci ma una profonda vergogna. TUTTI NOI DOVREMMO VERGOGNARCI!!! Italiani brava gente? Ma non dite stronzate!!
Come è dura dire la verità, ma è solo facendo cosi che si ottengono successi. Bravo.