Continua la lotta per evitare i probabili salassi degli aumenti dei canoni idrici imposto dall’ATO.
Si va verso l’impugnazione della delibera Commissariale dell’ATO3 Campania che deve recuperare somme pari a 122 milioni di euro. L’assessore al bilancio di Fisciano Franco Gioia in prima linea per tutelare i contribuenti.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
FISCIANO – Continua la lotta per evitare i probabili salassi degli aumenti dei canoni idrici imposto dall’ATO. Si va verso l’impugnazione della delibera Commissariale dell’ATO3 Campania che deve recuperare somme pari a 122 milioni di euro. L’assessore al bilancio di Fisciano Franco Gioia in prima linea per tutelare i contribuenti.
Uniti per evitare un devastante salasso, che potrebbe abbattersi sui redditi di centinaia di migliaia di contribuenti. Il Comune di Fisciano, considerata la gravità dell’impatto che un simile provvedimento potrebbe assumere, con delibera di giunta municipale adottata alcuni giorni fa, ha conferito all’avvocato Giuseppe Grauso l’incarico legale per la costituzione ad adiuvandum per l’impugnazione della delibera del commissario straordinario dell’ATO 3Campania riguardante i conguagli tariffari del servizio idrico integrato.
Il nodo cruciale del ricorso è riferito all’impugnativa della delibera commissariale del 30 giugno 2014, con la quale il senatore Carlo Sarro ha approvato l’importo complessivo dei conguagli relativi al periodo dall’anno 2003 all’anno 2011, precedente al trasferimento all’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas) delle funzioni di regolazione e controllo del settore idrico, pari a euro 122.495.027,00, nonché la relativa modalità di rateizzazione della riscossione.
Tale modalità prevede la riscossione di quell’importo così suddiviso:
- Il 50% della cifra complessiva (circa 61 milioni di euro) entro la fine dell’anno in corso;
- Il restante ripartito in tre anni dal 2015 al 2017, con una previsione di riscossione di circa 20 milioni di euro all’anno.
Come riscuotere questa cifra enorme? La risposta è tanto semplice quanto inquietante. Applicando aumenti sulle tariffe dell’acqua che i contribuenti saranno costretti a pagare già a partire da quest’anno, quando verrà indicato in bolletta un incremento da capogiro.
Il ricorso proposto al Tar Campania si fonda su due principali contestazioni:
- la prima riguarda la dubbia legittimità dei poteri attribuiti al commissario straordinario, il cui incarico, in base a chiari riferimenti normativi, sarebbe dovuto estinguersi nel luglio del 2013;
- la seconda è legata alla programmazione, gestionale e tariffaria del Piano d’Ambito, che non avrebbe mai trovato concreta attuazione
Sulla vicenda va giù duro anche l’assessore al bilancio del Comune di Fisciano, Franco Gioia, che sin dalla costituzione della Rete dei Sindaci per l’acqua pubblica (comitato sorto a Roccapiemonte nel luglio del 2013) ha sempre assunto una posizione di contrasto a quella che è stato definito come una sorta di “abuso di potere” da parte dell’Ato 3 e della Gori, società che attualmente gestisce il servizio idrico in gran parte dei Comuni dell’Ambito Sarnese Vesuviano, compresa la Valle dell’Irno.
“Se dovesse essere confermata la delibera dell’Ato 3 – spiega Gioia – i contribuenti del nostro Comune e di tutti quelli dove la gestione dell’acqua spetta alla Gori, subiranno sconsiderati aumenti tariffari. Noi, in qualità di amministratori locali, dobbiamo impedire che ciò avvenga. Per questo motivo il nostro ente ha emanato una delibera di giunta per aderire al ricorso dell’avvocato Grauso. Dobbiamo dire basta a questa illegittima presa di posizione dell’Ato 3 e della Gori”.
Nei prossimi giorni dovrebbe essere depositato il ricorso con i motivi aggiunti alla sede del Tar di Napoli. La prima udienza di discussione che da avvio all’iter giudiziario per contrastare gli aumenti tariffari è fissata nel prossimo autunno, ma probabilmente slitterà a data da destinarsi.
Fisciano, 6 agosto 2014
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