Dal 1° concorso artistico di Graffiti Murali: Another Paint in the Wall; alla riflessione e all’idea di Armando Voza.
In quella manifestazione i giovani “artisti” hanno dato libero sfogo ad una forma d’arte che è conosciuta come graffitismo. Il Centro storico di Eboli potrebbe canddidarsi ad ospitare le più belle raffigurazioni pittoriche di graffiti murali.
di Armando Voza
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – “Gentile Direttore, – scrive Armando Voza prendendo spunto dal 1° concorso artistico di Graffiti Murali: Another Paint in the Wall, che si è svolto nei giorni scorsi ad Eboli per affrontare e accennare ad una proposta che si presterebbe e calzerebbe a pennello al Centro storico di Eboli – In quella manifestazione i giovani “artisti” hanno dato libero sfogo ad una forma d’arte che è conosciuta come graffitismo, manifestazione artistica, sociale e culturale diffusa in tutto il pianeta, basata sull’espressione della propria creatività tramite interventi pittorici sul tessuto urbano, anche se vengono considerati atti di vandalismo e puniti secondo le leggi vigenti (art. 639 c.p.) e non a torto visto che non hanno remore a scrivere su facciate di palazzi e monumenti. Ciò nonostante questo fenomeno ha una propria storia, anche abbastanza interessante se vogliamo. Nasce come parte della sottocultura dei ghetti newyorkesi (conosciuta come hip-hop) negli anni ’70 ma ne supera in breve tempo i confini (geografici e culturali). Il graffitismo sembra sia nato a Filadelfia nei tardi anni Sessanta sui treni e si sviluppò in seguito a New York negli anni Settanta fino a raggiungere una prima maturità stilistica a metà degli anni Ottanta. Con il passare degli anni il fenomeno del graffitismo ha creato un proprio codice linguistico, differenziando le opere realizzate in categorie stilistiche e dando vita ad una fitta rete di connessioni internazionali di appassionati protagonisti.
Ma non è di questo che avevo intenzione di parlare – precisa Voza continuando ad andare avanti nella sua proposta – ma di un altro fenomeno artistico sicuramente di valenza più alta: parlo dei murales. Nel 1930 circa, il muralismo divenne un movimento internazionale, si diffuse oltre che in Messico, in Argentina, Perù, Brasile e Stati Uniti. In Messico non si è mai smesso di realizzare murales e questa tecnica è stata dichiarata arte ufficiale della rivoluzione, a prova del successo e della forza del movimento. In Italia va ricordato il vasto patrimonio di murales nel paese di Orgosolo ma non solo (Orria, Lipari, Diamante, Cibiana di Cadore, Satriano di Lucania, Saludecio) tutte opere che raccontano, per immagini, la storia di quelle comunità. I soggetti dei murali possono essere spesso raffigurazioni allegoriche ispirate a motivi e ideali politici. Nato da movimenti di protesta, come libere espressioni creative della popolazione contro il potere, hanno assunto sempre più nel tempo valore estetico, pur, nei migliori casi, conservando anche valore sociale.
Perché parlo di questo? – aggiunge – Perché il centro antico di Eboli potrebbe candidarsi anch’esso ad entrare a far parte di questo grande circuito (alcuni di queste comunità sono entrate a far parte dell’ ANCI ”Borghi più belli d’Italia”) proprio in questa città che ospita un prestigioso Liceo artistico dove i ragazzi hanno dato ampia dimostrazione del loro grande valore in più di un ‘occasione (non ultima l’infiorata a piazza Borgo).
Ultimamente questi stessi ragazzi (con quelli di un omologo istituto di Salerno), accompagnati dal vulcanico prof. Salvatore Mansi di Eboli, hanno partecipato a Piano Vetrale, frazione di Orria, alla XXXIV edizione della rassegna d’arte contemporanea: “Il Pennello D’Oro”. Per questa occasione il presidente della pro-loco ha dichiarato “La manifestazione è unica nel suo genere all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, l’idea di trasformare Piano Vetrale in una sorta di “Museo a Cielo aperto”, attraverso pitture murali, nacque nel 1980 per commemorare un grande artista del Seicento, il pittore “Paolo De Matteis”, che nacque a Piano Vetrale nel 1662”. Una moltitudine di turisti hanno riempito le stradine del borgo per assistere alla realizzazione delle opere d’arte parietali affiancando a tutto questo anche un altro forma di arte, quella culinaria dando la possibilità di assaggiare piatti tipici della cultura cilentana.
La domanda quindi nasce spontanea. Eboli ha avuto anch’esso pittori di grande fama: Giovanni Luca Luce, Giovanni Luca de Magistro, Pietro Paolo Pedecino, Ottavio Paparo, perché quindi non sfruttare questa opportunità?
Le opere da realizzare potrebbero riguardare i momenti più salienti della storia del nostro paese (e ne abbiamo di cose da raccontare) così da inserire a pieno titolo anche Eboli in questo magnifico circuito turistico che potrebbe portare grande giovamento all’intera comunità (penso a gemellaggi con incontri periodici nelle quali organizzare eventi artistici, penso alla creazione di una rete dove i turistici possono “interscambarsi” e tanto ancora).
I costi? Potrebbero sicuramente essere ammortizzati mettendo all’asta, ad esempio, i dipinti su tela che riproducono l’opera che poi verrà realizzata su parete senza disdegnare finanziamenti di novelli mecenati (con relativi vantaggi fiscali). Ovviamente questo non potrà durare in eterno (non abbiamo così tante facciate libere da dipingere) però potrebbe innescare un circolo virtuoso che non potrebbe che farci bene.
I proprietari degli immobili – prosegue Voza – non penso che sarebbero dispiaciuti vedere dipinte sulle pareti delle loro case delle vere e proprie opere d’arte (che accrescerebbero il valore dell’immobile). Se solo faceste un giro su internet vi rendereste conto di quanto siano belli i luoghi dove sono presenti questi affreschi. E restereste ancora più meravigliati se riusciste a vedere cosa, alcuni artisti, siano stati capaci di fare su alcune facciate di palazzi: murales tridimensionali che sono di una bellezza strabiliante.
Non necessariamente – continua Voza nei suggerimenti – si deve dipingere direttamente su parete. Si potrebbe realizzare il lavoro su supporti da ricomporre poi in loco (questo potrebbe garantire anche la sostituzione in caso di atti di vandalismo e asportazioni). Non è poi così complicato organizzare tutto questo: basta solo la volontà politica perché i valentissimi artisti della nostra città non aspettano altro.
E’ un’altra occasione per Eboli ed è un’altra occasione per un’amministrazione politica che sulla cultura sembra ormai entrata in pieno coma irreversibile.
Signori, – conclude Voza rivolgendosi a chi lo ascolterà – a costo zero per voi, potremmo favi fare una bella figura. Pensateci per un attimo. Se sarà necessario diremo in giro che gli artefici di tutto questo siete stati voi. Ma pensateci per un attimo, ve ne prego.
Eboli, 5 agosto 2014
Fortunatamente se ne parla ,e per questo un grazie al dott.Voza e al dott Admin che prontamente ha pubblicato l’articolo. Non voglio essere di parte,ne polemico ,ma il mio andare spesso fuori da Eboli per manifestazioni artistiche è perche si trova maggiore attenzione e disponibilita.Il portare fuori dalle aule i giovani discenti ha uno scopo ben preciso prima quello di far conoscere ai ragazzi il nostro territorio , spesso fanno viaggi di istruzione in luoghi celebri e lontani ma non conoscono le loro tradizioni i monumenti e la storia dei propri paesi,inoltre i giovani socializzando imparano tecniche artistiche spesso difficili da svolgere negli istituti artistici per mancanza di spazi.Piu volte ho cercato di creare un evento di murales nel centro storico ebolitano ma non si sono mai create le condizioni per poterlo realizzare.Eventi del genere valorizzerebbero il territorio sia da un punto di vista artistico che turistico. L’importante è che se ne parli aspettando un futuro prossimo piu congeniale.
Salvatore ti ringrazio della fiducia ma non sono dottore.
Confermo che da anni su quest’argomento stai cercando di fare breccia nella testa di chi “decide” senza ottenere mai nulla. Il contributo che ho scritto apre una piccola “senga” ma sai bene che non c’è sordo di chi non vuol sentire.
Ti suggerisco di sguinzagliare i tuoi ragazzi per le viuzze del centro antico a fotografare zone dove poter intervenire, poi passa a contattare i proprietari che se comprenderanno la bellezza dell’idea sicuramente saranno disponibili (semmai facendo vedere cosa verrebbe dipinto sulla parete della loro casa). Fatto questo potrete presentarvi dagli amministratori con i dati alla mano e davanti a questo si dovranno prendere una bella responsabilità a dirvi di no (soprattutto se è a costo zero per le casse comunali).
Ma comunque vi consiglio di far passare almeno un anno perché si prevede (speriamo) una ventata di aria fresca e si sa che maggiore è l’ossigeno e più si ragiona meglio.
Salvatore ti apprezzo molto per tutto quello che stai facendo per la nostra città e per i tuoi ragazzi. Vi auguro ogni bene e, un giorno, riconoscimenti in casa propria.
Ciao, Armando.