Conte come per il “napolicentrismo, vorrebbe riproporre un “salernocentrismo” per contrapporre Salerno al resto della Provincia.
Individua in De Luca la sua “ossessione”. Dispensa strategie, interpretazioni sul PD e candidature, ma non chiarisce il tesseramento di Eboli.
SALERNO – Si è appena chiuso il sipario sulle lunghissime, estenuanti e chiacchierate primarie con la vittoria di Pierluigi Bersani ed Enzo Amendola, eletti rispettivamente segretari Nazionale e Regionale, e subito si è aperto il “siparietto” delle zizzanie che vorrebbe mettere in scena piccoli regolamenti di conti interni al PD stesso.
Sulle pagine de “Il Mattino”, con cadenza quasi settimanale, l’ex Ministro Carmelo Conte, affida alla rubrica “Punto di vista” le sue opinioni e i suoi commenti sugli avvenimenti politici provinciali e regionali.
Spesso le sue riflessioni, sia pure interessanti, sono discutibili e si prestano ad interpretazioni uniche e talvolta fantasiose, evidentemente offerte alla discussione nella speranza che sortiscano effetti a lui desiderati. Messaggi da criptare e messaggi abbastanza espliciti.
Da mesi i suoi ragionamenti sembrano essere guidati da due ossessioni: quella di Vincenzo De Luca; e quella di un suo “inserimento” in posizioni avanzate in attesa di una sua ricollocazione politica.
Partendo dalla seconda “ossessione”, ben riconoscendo all’On. Conte intuito, intelligenza politica e valore culturale, e riconoscendo che ha tutto il diritto di partecipare politicamente a competizioni interne ed esterne al PD, è opportuno ricordare che ormai, forse per sua e nostra responsabilità, lo scenario politico è cambiato. I partiti sono cambiati, sono cambiate le Leggi che regolano la rappresentanza negli organismi elettivi, sono cambiate le modalità di accesso ai finanziamenti e sono cambiati i mezzi che sono disposizione delle Istituzioni a qualsiasi livello, e sono cambiati anche i leaders.
Per concorrere al raggiungimento di un obiettivo personale politico sia in passato che ora, non è necessario sviluppare un’azione contro qualcuno, semmai svilupparla insieme a qualcuno, specie se questi appartiene al proprio Partito, se questi rappresenta una punta avanzata nel Partito e nelle Istituzioni, così come correttamente ha fatto l’ex Segretario Franceschini, dando un giusto riconoscimento ed il suo appoggio a Vincenzo De Luca, e non come fa Conte.
Fare un parallelismo PD-“patti di reciprocità” e utilizzare questi, per cercare di giustificare un’azione politica che esclude Salerno, non per motivazioni politiche, che chi è sufficientemente capace politicamente può trovare a mena dito, ma per escludere Salerno solo perché è legata al Sindaco De Luca, è veramente riduttivo e senza respiro politico.
Le motivazioni che hanno indotto i comuni che hanno sottoscritto gli “accordi di reciprocità” sicuramente sono diverse da quelle che il “fantasioso” Conte vuole interpretare e vorrebbe candidarsi ad ispiratore. Valutazioni che se mirano ad individuare gli stessi obiettivi su problematiche comuni, non possono comunque non tener conto anche del Comune Capoluogo, sia per motivi geografici che politici, non potendo ignorare l’unica conurbazione che accomuna Salerno a Pontecagnano, a Bellizzi a Battipaglia sull’asse mediano, senza tener conto che il destino di Salerno è legato anche lungo l’asse che va da Pellezzano, Prepezzano fino a Giffoni e i montecorvino.
Con le sue esternazioni vuole riproporre un suo schema legato al passato e che è stato sempre il menagramo dei politici locali, che anni addietro individuavano nel napolicentrismo tutto il male possibile ed immaginabile, colpevole del mancato sviluppo nelle realtà periferiche, accentratore di ingenti risorse economiche a danno del resto della regione. Se questo era veramente lo sbarramento, allora il Sindaco di Salerno è ancora più bravo di quanto non lo sia. Dietro il napolicentrismo c’era tutta l’incapacità di una classe dirigente di programmare, progettare e realizzare quanto le cittadinanze si aspettavano dai propri amministratori.
Conte nel suo ragionamento ripropone un conflitto simile a quello del “napolicentrismo”. Ripropone il “salernocentrismo”. E questa volta vorrebbe vedere contrapporsi le realtà periferiche e Salerno capoluogo. Un errore di una cecità pari a 10 diottrie. Allora, in quella contrapposizione ci si tuffò, e criticando criticando si sedette a un “tavolo” e divenne uno di quelli che “fondarono” la famosa “corrente del Golfo”. Ora vorrebbe sedersi a un altro “tavolo”, magari escludendo De Luca o altri, e fondare semmai una corrente del “golfo di Salerno”? I contributi più belli sono quelli che si danno quando si discute senza retro pensieri.
Tornando alla prima “ossessione”, cioè a Vincenzo De Luca, è veramente singolare come Conte vorrebbe regolare il suo rapporto politico in un Partito che ha appena incominciato un percorso tutto in salita, pur aderendo ad un’area o corrente, che dir si voglia, che in verità racchiude in se tutto il passato di una classe politica e dirigente, che pur rappresentando notevoli intelligenze, purtroppo, viene individuata come “apparato”, attribuendo a questo aggettivo una negatività assoluta, tra l’altro confliggente rispetto agli enunciati di principio e per niente all’altezza dei tempi.
Sviluppando questa sua “ossessione” riesce ad articolare un “salernocentrismo” interpretato da De Luca e quindi ad organizzare un progetto nei suoi pensieri e nei suoi desideri che si colloca “nell’anti” e non a favore di qualcosa e di qualcuno, ma mirante ad isolare Salerno e De Luca stesso.
Una concezione “primordiale” che confligge con i tempi. Il destino della piana del Sele, non è affatto in contrapposizione con la Costiera Amalfitana e quella Cilentana, ne tanto meno con Salerno, anzi è proprio l’esatto contrario. Pensare ad uno sviluppo in antitesi o scollegato a quelle realtà è voler il male di questi territori, è come voler escludere due dita da una mano.
La Città di Salerno, di per se, è attrattrice di risorse finanziarie pubbliche, ma grazie alla capacità di Politiche ed amministrative del Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, che Conte vorrebbe ridimensionare, è anche attrattore di ingenti capitali privati, tra le prime in Italia in rapporto agli abitanti ed è comunque la prima città italiana in assoluto interessata a grandi trasformazioni urbane.
E’ evidente che se i sindaci di (Battipaglia, Eboli, Capaccio, Albanella, Altavilla Silentina, Serre, Roccadaspide, Giungano e Trentinara), hanno costituito un Parteneriato Istituzionale locale, non è per escludere Salerno semmai per individuare strategie comuni che invece servirebbero per porsi all’altezza dei tempi e non per arroccarsi nei “campanili”. Se vi fosse un dubbio che la Città di Salerno non sia funzionale al resto della provincia e nella fattispecie di questi comuni allora si va nella direzione opposta della crescita, che invece dovrebbe tenere conto della così detta “Area vasta”, che altro non è, che un’area metropolitana, che aiuta in termini anche di costi la realizzazione di servizi che invece sarebbero pressappoco irrealizzabili per costi e per strategie. Se non si ragiona in termini programmatici più ampi che del “campanile” si finisce per parlare del condominio e in quel caso vuoi vedere che Conte attribuisca all’amministratore volontà “condominiocentriche“?
Invece di attardarsi in una risposta stizzosa ad Antonio Bottiglieri, che ha solo voluto commentare in maniera diversa da Conte, lo svolgimento del Congresso del PD a Salerno, in una spiegazione su come ha vinto o ha perso la sua “ossessione” De Luca, e magari attribuendo il finanziamento di 49 milioni che Bassolino avrebbe “concesso” a De Luca in maniera “risarcitoria” rispetto ad un suo disimpegno come candidato Presidente, la dice lunga del concetto “padronale” che l’ex Ministro attribuisce ai finanziamenti pubblici, desse qualche spiegazione in più su quello che è avvenuto a Eboli, in occasione del Tesseramento del PD:
Di come si è svolto? Di chi si è iscritto? A che titolo si sono iscritte persone o gruppi di persone che hanno a che fare con l’Amministrazione comunale? Chi ha mandato e a chi sono legati imprenditori agricoli che avrebbero avuto dei vantaggi rispetto ad alcune scelte operate dall’Amministrazione e che successivamente hanno anche partecipato alle primarie, facendo votare anche i loro dipendenti extracomunitari? Perchè non si fa promotore di pubblicare l’elenco degli iscritti e quello dei votanti e magari sapere se tra gli iscritti ci sono infiltrazioni di qualsiasi tipo per evitare casi come quello di Castellammare Di Stabia? Perché si avalla comportamenti di 4 consiglieri (tutti appartenenti alla stessa area del PD) che chiedono la testa di altri 2 assessori dello stesso partito a Battipaglia? Perchè non si interroga insieme a chi vuole fare guerre ad excludendum delle ragioni di Mino Pignata, di Cobellis, di Andrea De Simone, di Franco Massimo La Nocita e dello stesso suo più che amico Salvatore Aversano, che armi e bagagli hanno lasciato il Partito Democratico per altri lidi? Sono trasformisti o vivono un disagio? Questo disagio non può essere attribuibile alle strategie delle contrapposizioni?
A che serve continuare a parlare con i vigliachi che si nascondono sotto i vari nomignoli balzer 67 ecc. ecc. mi meraviglio come Massimo si ostina a darvi spazio. Spero che il mondo prima o poi si salvi da questo lordùme.
Mariano Pastore
mA SE NON SA NEANCHE CHI SONO, E POI VIGLIACCO X COSA…E LEI PASTORE NON ERA UN VECCHIO D.C.( Mazzella)oggi difende un vecchio P.S.I,.e occhieggia magari alla sinistra (VEDI CGIL) E’ UN POCO CONFUSO, MIO CARO EX VICE-DIRETTORE PT! LEI SI DICE UOMO DI CULTURA, ma si dimostra qualunquista, ED OFFENDE…UN OSSIMORO INACCETTABILE! CMQ. LE AUGURO DI RINSAVIRE PRESTO!
Non volevo, non avevo voglia di rispondere per non innescare il meccanismo del passa-mano della palla.
Non ho inteso difendere nessuno, i suoi interlocutori lo fanno benissimo.
Grazie del vice, si vede che è male informato (ma non solo su questo).
Della mia appartenenza politica passata ne vado fiero senza vergogna alcuna e senza scheletri nascosti.
La CGIL – Non so dove vuole andare a parare, l’informo che la consorte fa servizio volontario, il sottoscritto non ha nessun cordone nè tesserale nè di altra natura con questa organizzazione sindacale.
Giudica popolo, esca allo scoperto da dietro il siparietto da avanspettacolo, mostra se è dotato di spina dorsale.
La cultura (dimenticavo) e la sua piscina preferita ci sguazza felice con le sue dotte citazioni, la finisca di fare l’invertebrato la piscina non sarà la sua salvezza, se vuol salvarsi torna tra gli uomini.
Caro Direttore non volevo causarle un attacco di ulcera, mi spiace, ma lei entra a “gamba tesa” in un forum e prende per buono cio’ che le conviene…La preferivo Artista Pubblicitario, negli anni, o meglio decenni trascorsi, e divulgatore strorico della nostra Eboli, dove Ella eccelle senza dubbio.Anch’io voglio estingure qui la nostra sterile polemica come…un mutuo di casa! Serene Cose! P.S. mi saluti,quando va i boschi della ubertosa Lombardia!!!
Concludendo l’analisi di questo post “Conte e le 2 ossessioni”, dobbiamo giungere ad conclusione, CARI AMICI, CHE HA IL SAPORE DI UN’ASSIOMA: le ossessioni dell’ex “Caciucco del Salernitano”, non sono ne De luca o il “napolicentrismo”… e neanche qualche altra FANTASIOSA ipotesi: MA SOLO L’ASTINENZA FORZATA DAL POTERE,…NON PRENDIAMOCI X I FONDELLI, SON 16 ANNI QUASI CHE IL NOSTRO BARDO SI DIMENA PER TORNARE IN GIOCO, MA SIA LE VARIE SERIE ELETTORALI, SIA ALTRE STRATEGIE INTERNE A PARTITI O COALIZIONI,SONO STATE E SARANNO “SUPERFETAZIONI”! IL SUO ONANISMO SPASMODICO, VERSO LA RICERCA DEL BLASONE PERDUTO, MI STRUGGE DI UN PATETISMO SINCERO.IN FINE, AUGURO A CONTE DI RITROVARE LA SERENITA’ DELL’ANIMO, GLI CONSIGLIO “DE CONSOLOLATIONE PHILOSOPHIE” DI SEVERINO BOEZIO 🙁 Nulla è più fugace della forma esteriore, che appassisce e muta come i fiori di campo all’apparire dell’autunno.) citato da U.Eco nel nome della rosa;UN UOMO DI TALE INGEGNO COME “CARMELO IL GRANDE” MERITA DI RITROVAR se ipse! TANTA BUONA SORTE.