Cimitero: «Gravi irregolarità». La Corte dei Conti evidenzia anomalie contabili sui fondi dei privati.
La relazione per l’approvazione del piano di riequilibrio riserva ulteriori “sorprese” sulla gestione delle casse del Comune. Giacenti su un contro corrente postale quasi 6milioni di euro per un tempo «non congruo».
di Oreste Vassalluzzo
giornalista professionista
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – I giudici della corte dei conti hanno messo il dito nella piaga. Nell’approvare il piano di riequilibrio pluriennale del Comune di Battipaglia, hanno evidenziato, infatti, l’anomalia contenuta nella gestione della realizzazione del nuovo cimitero. Un progetto che è stato definito dall’ex amministrazione guidata da Giovanni Santomauro e che ha previsto il contributo dei battipagliesi che hanno fatto richiesta di acquisto di cappelle e loculi. In capo ai cittadini anche la spesa per l’urbanizzazione della nuova area cimiteriale.
Un progetto che è stato accompagnato da polemiche da parte degli assegnatari dei loculi che si sono costituiti anche in un comitato per verificare la effettiva realizzazione dell’opera. Proprio nelle scorse settimane, il comitato, ha chiesto ed ottenuto dai commissari prefettizi che i lavori venissero portati avanti con i fondi dell’ente. Iorio, Ferrare e Picone hanno acconsentito. Fatto sta che la prevista conferenza dei servizi, proprio per decidere del futuro dei lavori al nuovo cimitero, è saltata. Questa la cronaca degli ultimi mesi, ma i giudici della corte dei conti regionale hanno fatto le “pulci” alla questione finanziaria che coinvolge le casse del Comune di Battipaglia. Proprio sul caso cimitero i giudici avevano chiesto spiegazioni agli uffici finanziari di piazza Aldo Moro. La Corte si è accorta di un elevato ammontare di contributi giunti dai contratti per il nuovo cimitero. Un importo pari a quasi 2,5 milioni di euro nel rendiconto del 2012. Nel 2011 le entrate risultavano essere oltre 3,2 milioni e ancora nel 2010 7,2 milioni.
Il progetto. La risposta alla Corte dei Conti sui quesiti posti da parte del Comune individua in cosa consiste l’appalto per il nuovo cimitero. «L’appalto integrato di che trattasi prevede la progettazione e l’esecuzione dei lavori per lotti funzionali A e B, giusta determina di approvazione del progetto esecutivo n. 437 del 17/05/2012 (allegato n. 10). A seguito di evidenza pubblica i lavori sono stati aggiudicati e appaltati all’ATI Tecnobuilding Srl – Vivai Piante Vincenzo Sica di Angelo Sica, giusta contratto Rep. n. 06 del 26/01/2012 limitatamente al Lotto A (allegato n. 11). La copertura finanziaria dei singoli lotti viene garantita dalla previa riscossione delle somme a carico dei concessionari privati che, a prefissate scadenze e nel rispetto delle programmate varie fasi di realizzazione dell’opera, sono stati e saranno chiamati a versare all’ente, ai sensi dell’art. 10 dei contratti di concessione cimiteriali (vedi copia contratti 12). Pertanto i residui attivi costituiscono le somme dovute all’Ente in forza dei contratti cimiteriali sottoscritti dai privati».
I rilievi. Nella risposta del Comune ai quesiti della Corte, il Comune ha anche precisato che «La differenza tra le entrate accertate per euro 2.450.000,00 e le somme incamerate per euro 53.274,21 corrispondono ai residui attivi riscossi sul conto corrente postale acceso ai lavori del nuovo cimitero che al 31/12/2102 presentava un saldo attivo di euro 5.698.184,23». Proprio su questo punto i giudici della Corte dei Conti hanno evidenziato alcune anomalie. «Le deduzioni dell’ente se, da un lato, chiariscono la sussistenza dei titoli giuridici sottostanti le entrate accertate al titolo IV, dall’altro, fanno sorgere dubbi circa la legittimità e la conformità ai principi di contabilità pubblica delle modalità di gestione del conto corrente postale cui affluiscono le somme riscosse a fronte dei contratti». Un’anomalia, peraltro, già riscontrata dalle associazioni dei consumatori che tempo fa hanno attaccato proprio l’amministrazione Santomauro sulla gestione di quei soldi accantonati. «Dalle deduzioni dell’ente e dalle dichiarazioni rese in adunanza pubblica – si legge ancora nella relazione della Corte dei Conti -, non è chiara infatti la seguente circostanza: appare probabile che le somme riscosse vengano mantenute sul conto corrente postale per un periodo di tempo non congruo rispetto a quanto previsto dalla normativa in materia, nei regolamenti di contabilità e nelle convenzioni di tesoreria. Va, in proposito, evidenziata la consistenza notevole delle somme giacenti sul conto corrente postale a fine esercizio 2012 (€ 5.698.184,23): tale circostanza potrebbe configurare una grave irregolarità contabile laddove, a seguito del mancato trasferimento delle somme sul conto del tesoriere e in assenza di emissione di regolari reversali di incasso, le entrate così riscosse non siano state regolarmente contabilizzate nella cassa».
Battipaglia, 27 luglio 2014