Etica per il Buongoverno: Occorre rompere la cappa di silenzio caduta a Battipaglia sul Piano di Zona e sulle politiche sociali.
Il comune “capofila” deve reperire i fondi e gestire i sevizi. E’ necessario porre sul tavolo della discussione anche il tema delle politiche sociali, da affrontare insieme alla Commissione Straordinaria, le associazioni di settore e alla Dirigenza dei Servizi comunali competenti.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Etica per i BuonGoverno, il Movimento Politico fondato da Cecilia Francese, ritiene necessario rompere la cappa di silenzio caduta, nella nostra Città, sulle politiche sociali. Come se le questioni degli anziani, le questioni dei minori, dei diversamente abili, fossero diventate argomento per i soli addetti ai lavori o per chi vive il problema in prima persona, nel silenzio assordante del dibattito politico cittadino e delle istituzioni locali.
In questo silenzio Battipaglia ci è caduta da quando, un anno fa, con un colpo di mano, il comune di Pontecagnano pensò di conquistare il ruolo di comune “capofila” nel Piano di Zona.
Da allora non un solo servizio è partito: si continuano a gestire quelli preesistenti in un clima di sfiducia e di sfilacciamento impressionanti. Ufficialmente la “colpa” è della Regione che non eroga i fondi e dei Comuni che non pagano le loro quote e che non mettono a disposizione personale per poter gestire il Piano di Zona.
La domanda che sorge spontanea è: ma il comune “capofila” che cosa ci sta a fare? Qualcuno, facendo ricorso ad un vecchio detto popolare, potrebbe dirgli:
- “Hai voluto la bicicletta? Ora pedala!”.
- Spetta al comune capofila farsi sentire alla Regione per ottenere le erogazioni che sono in ritardo!
- Spetta al comune capofila far sì che i comuni che non pagano provvedano a versare le dovute quote!
- Spetta al comune capofila provvedere a reperire il personale necessario alla gestione del Piano, evitando il fermo dei servizi!
Ma il Comune di Pontecagnano invece sembra essersi inventato una nuova strada: creare una “Azienda Speciale” cui affidare la gestione dei servizi, libera di assumere un po’ di dipendenti e di creare posti di sottogoverno. Questa strada verrebbe a costare, secondo i calcoli degli stessi promotori, circa 1,5÷2 euro in più a persona per ogni comune. In sostanza al comune di Battipaglia verrebbe a costare qualcosa come 100 mila euro in più all’anno!
Chi dovrebbe pagare quei soldi? La nostra impressione è che tale costo peserà, come al solito, sulle famiglie, che sono già con l’acqua alla gola per le tariffe e le tasse comunali al massimo, in seguito al riequilibrio pluriennale cui siamo stati costretti dai “miracoli” di Santomauro & C.
Riteniamo sia giunto il momento che la città di Battipaglia (che da sola rappresenta circa il 40% della popolazione dell’intero Piano di Zona) ponga con forza la questione del rilancio delle politiche sociali a chi gestisce il Piano, chiedendo che dinanzi a incapacità o difficoltà a farlo, si abbia il coraggio di farsi da parte e si dia spazio a capacità, risorse umane e professionali che il comune di Battipaglia invece può mettere in campo.
Etica per il Buon Governo – ritiene quindi a conclusione della sua nota – necessario porre sul tavolo della discussione anche il tema delle politiche sociali, da affrontare insieme alla Commissione Straordinaria che governa il Comune di Battipaglia, alle associazioni di settore e alla Dirigenza dei Servizi comunali competenti.
Battipaglia, 24 luglio 2014
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