Convocato per il 4 agosto il “Tavolo Tecnico” sulla Sanità locale. Caldoro esclude le mamme. Mentre il nefrologo Gigliotti in una lettera analizza criticità e pericoli del Piano Squillante.
Gigliotti, Componente della Commissione Tecnica Regionale “Nefrologia, Dialisi e Trapianto” svolge una lucidissima e raccapricciante analisi e traccia un quadro allarmante del futuro assetto della Sanità nella Valle del Sele. Se ne parlerà all’incontro di quel “Tavolo Tecnico”?
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – L’incontro per sedersi intorno a quel “tavolo tecnico-politico” convocato dal Governatore Stefano Caldoro presso la Regione Campania a seguito delle numerose proteste e dei cortei a difesa della Sanità pubblica e dell’Ospedale di Eboli e delle strutture ospedaliere della provincia di Salerno è slittato e si terrà lunedì 4 agosto prossimo alle ore 16.00, e così si incomincerà a discutere delle possibili modifiche da apportare al Piano sanitario predisposto dal Direttore generale dell’ASL Salerno Antonio Squillante, piano che comprende tra gli altri, anche il riassetto della rete Ospedaliera della così detta Area della Valle del Sele nella quale ricadono gli Ospedali di Eboli, Battipaglia, Roccadaspide, Oliveto Citra, ed inispecialmodo dell’accorpamento funzionale dei due P.O. di Eboli e Battipaglia dopo aver stralciato il finanziamento di 300 milioni di euro destinati alla realizzazione dell’Ospedale Unico della Valle del Sele, cifra successivamente dirottata per il finanziamento dell’Ospedale del Mare di Napoli.
Il Piano di Squillante, stiracchiato, pensato e più volte modificato oltre che presentato e che evidentemente nemmeno la struttura Commissariale ha avuto il coraggio di approvare, ha creato forti dissapori nella Piana del Sele e in seguito anche a Scafati, e se da Eboli si lamenta il mancato allineamento al rapporto abitanti posti letto che risponde anziché a 3,2 per ogni mille abitanti come nel resto della provincia e molto al disotto di quelli napoletani e casertani, individuati per 1,2 posti letto per 1000 abitanti e per la chiusura e il trasferimento dei reparti di Ostetricia e di Pediatria dall’Ospedale di Eboli a quello di Battipaglia, oltre che il mancato trasferimento del Reparto di Cardiologia da quello di Battipaglia a quello di Eboli, e oltre tutte le azioni depotenzianti e conseguenti ad un ridotto servizio di alcune Unità Operative, per mancanza di semplici apparecchiature o di personale, facendo colpevolmente allungare le liste di attesa anche per banalissimi interventi, tanto da suggerire agli utenti di indirizzarsi verso strutture private o in altri Ospedali dove è possibile poiché si ricorre alla famose prestazioni professionali milionarie in ALPI; a Scafati si lamenta una promessa che pare sia stata formulata attraverso una precisa “direttiva” che lo stesso Caldoro avrebbe impartito al DG Squillante, allo scopo di realizzare un punto di primo intervento presso il Presidio Ospedaliero di Scafati, per andare incontro alle desiderate del Sindaco Aliberti, alimentando così i dubbi di come si sia potuto redigere questo piano rispetto anche ai “suggerimenti-inviti“.
All’incontro però non sono state invitate le mamme ebolitane che hanno dato vita alla protesta e che da un mese presidiano l’ospedale, chiedendo con una raccolta di firme la riapertura dei reparti di ostetricia e pediatria e più in generale il diritto alla salute e la difesa dell’Ospedale Ebolitano. L’esclusione sicuramente è destinata a scatenare vivaci polemiche e POLITICAdeMENTE raccoglie l’invito del Comitato delle Mamme e presto ascolterà le loro intenzioni così come lo stesso comitato ha richiesto.
Al tavolo regionale parteciperanno il governatore Caldoro, il sub commissario Mario Morlacco, il direttore generale dell’Asl Squillante, il commissario al personale Pietro Spinelli, il direttore sanitario degli ospedali di Battipaglia ed Eboli Rocco Calabrese, i sindaci di Eboli e Scafati Martino Melchionda e Pasquale Aliberti e tutti i primi cittadini da Sarno a Vallo della Lucania che nei loro territori hanno un ospedale. Non manca proprio nessuno, solo le mamme. A questo punto la domanda sorge spontanea: perché si è dovuto arrivare a tanto? Forse perché la protervia e l’arroganza non ha mai fine o forse perché c’é qualcuno che ha fatto il furbo e ora vuole ricorrere ai ripari?
Ma verrebbe da dire anche, senza nulla togliere agli zingari, popolo gitano di grandi tradizioni cuturali: “Zigar’ e crapiett’ una bulletta“, per dire che non c’é nessuna differenza tra chi siede a quel tavolo e da quel tavolo si tranquillizzino tutti non verrà niente di nuovo. Immaginando si verifichi prima la liceità dei ruoli di chi vi siede e la liceità dei provvedimenti prodotti, oltre che la liceità delle loro comportamenti personali e professionali nell’esercizio delle loro funzioni, del che se Caldoro accetta di sedersi a quel tavolo, legalizza almeno dal punto di vista formale la posizione sia del Direttore Sanitario Calabrese che del fantomatico Commissario Spinelli, entrambi esercenti ruoli non contemplati dall’Atto aziendale e per quest’ultimo addirittura in palese conflitto di interesse per le prestazioni che eroga all’Ospedale di Battipaglia ricoprendo anche il ruolo di Commissario. Si immagina anche si porrà fine allo scandalo dell’ALPI e ai compensi milionari, così come si immagina si procederà osservando i “suggerimenti-prescrizioni” che sono venuti dalla valutazione governativa rispetto ai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), prendendo per buone tutte le “promesse” che contiene il documento di Caldoro che preannuncia il pareggio di Bilancio e addirittura un utile: a che prezzo? Abbandonando i vecchi, i bambini, le donne, i disabili, i malati gravi e cronici e gli ultimi? Sarà interessante saper come ha potuto presentare un bilancio se ancora non è stato approvato, tanto è che se ne discuterà intorno a quel tavolo, l’atto aziendale dell’ASL Salerno?
Queste cosè sarà difficile abbiano delle risposte, ma mentre tutto questo accadeva, accade anche che è arrivata conciliante ma piena di considerazioni e di speranze una lunga lettera inviata a POLITICAdeMENTE dal Dr. Giuseppe Gigliotti, Direttore dell’U.O. di Nefrologia e Dialisi del P.O. di Eboli e Componente della Commissione Tecnica Regionale “Nefrologia, Dialisi e Trapianto”, una struttura fortemente ostacolata, e non si è mai capito il perché, o forse si è capito e come, se si tiene conto degli interessi che sono sempre in agguato, evidentemente sconfitti.
Si ricorderà le tribolazioni a cui è stato sottoposto Gigliotti, il suo staff di medici e infermieri, il suo reparto e conseguenzialmente anche i suoi pazienti, passando attraverso un mare di carte, di ordini, di risposte, mentre la solidarietà dei vari donatori, in primis il Centro Nuovo Elaion e il suo Presidente Cosimo De Vita, che praticamente ha realizzato quasi per intero il nuovo reparto di Nefrologia dell’Ospedale di Eboli, a fronte delle “frenate” a dir poco di un funzionario dell’ASL Salerno, che per far partire una gara di un centinaio di migliaia di euro ha impiegato un paio di anni, così come si ricorderà di quel furto di macchinari che giusto un anno fa venivano trafugati nottetempo mettendo in ginocchio il reparto stesso. A quel tempo sembrava che le “Forze del Male” stessero per prevalere ma fortunatamente come vuole la tradizione delle migliori letterature il bene finisce sempre per prevalere.
Eppure anche in quella storia come per quella della perdita dei due gemellini, che hanno visto indagare un infermiere del Pronto soccorso, vennero “punite” le persone sbagliate: l’Analista Biologo Michele Nigro e il guardiano Endriu Valente; il primo allontanato pare “per non turbare” qualcuno, il secondo sospeso per aver denunciato quel “qualcuno”. Ma con il tempo anche in quel caso le “Forze del Male” saranno sconfitte, così come saranno sconfitte nel caso dei due gemellini mai nati.
Ed è proprio facendo riferimento a quella brutta storia che arriva la lunga lettera del dottor Gigliotti che si pubblica integralmente: “Esprimo la mi solidarietà di uomo e di medico a tutte le persone a vario titolo coinvolte, loro malgrado, in questa triste vicenda. Il lavoro che si svolge al Pronto soccorso dell’Ospedale di Eboli e’ molto complicato. Utilizzo la possibilità offerta dal Direttore, Massimo Del Mese, per esprimere alcune considerazioni, dettate dal vissuto quotidiano di operatore sanitario, su quanto accade nell’ambito del Sistema Sanitario Regionale, ed in particolare nell’ASL Salerno e nel territorio della Valle del Sele.
- Carenza di posti letto: i presidi ospedalieri della Valle del Sele dispongono di un rapporto posti letto/abitanti pari ad 0,86 pl per ogni 1000 cittadini. Tale rapporto e’ ben al di sotto della media nazionale (3 P.L./1000 abitanti), ma sopratutto, appare mortificante, per la dignità dei cittadini della nostra provincia, qualora lo si raffronti con il dato di circa 5 P.L./1000 abitanti, registrato in alcune aree del napoletano e del casertano.
- il governo nazionale rimette, alla Regione Campania, circa 10 mld di € per il mantenimento dei LEA. Di questa cifra, la quota parte spettante alla provincia di Salerno, sembra sia di circa 900 milioni di €, quindi inferiore al miliardo di €.
- negli ultimi tempi, osserviamo un crescente ricorso, alle nostre strutture, da parte di cittadini provenienti dalle provincie di Napoli e Caserta, la cui offerta sanitaria e’ sempre più ridotta in termini di qualità e di confort, nonostante l’enorme consumo di risorse.
- le delibere di spesa regionale, riguardanti gli adeguamenti strutturali e l’aggiornamento tecnologico, sono sempre più spesso orientate verso le strutture sanitarie che insistono nell’enorme area metropolitana di Napoli.
In quest’ultima, rileviamo, inoltre, – prosegue Gigliotti – la presenza delle strutture universitarie, che si caratterizzano, sempre più, per il consumo di risorse, non proporzionale al prodotto salute offerto: il tasso di utilizzazione dei posti letto delle unità operative dei policlinici, difficilmente supera il 30% annuo (vedi dati ARSAN). E’ sempre più frequente il ricorso, da parte di queste strutture, a forme di ricovero costose come il Day- Hospital, anche per pratiche assistenziali di tipo ambulatoriali, mentre le Azienda Sanitarie Locali, già da anni, riservano tale forma di assistenza ai soli pazienti bisognosi di protocolli di tipo terapeutico e non diagnostico, come previsto dalla normativa vigente.
Tanto premesso, – caro Massimo – ritengo sia giunto il momento che la società civile, composta dai cittadini utenti, ma anche dagli operatori sanitari, dai componenti il management dell’Azienda Sanitaria e dai rappresentanti della politica locale, prendano atto della emergenza sanitaria che interessa, e condizionerà, nei prossimi anni, la vita delle nostre comunità, al pari di quanto già vissuto negli anni dell’emergenza rifiuti. La nuova criticità e’ quella imposta dall’applicazione rigida del Decreto “Balduzzi”, che nel rideterminare l’organizzazione strutturale delle Aziende Sanitarie, ne limiterà ulteriormente la fruizione delle risorse. Il Molock napoletano, ad otto mesi dalle elezioni regionali, difficilmente rinuncerà “al dovuto” e tanto meno si avvieranno, in quell’area, provvedimenti di razionalizzazione della spesa. Tutto ciò, provocherà la ricerca di risorse monetarie e professionali nelle aree più periferiche e deboli della provincia di Salerno. Nei prossimi otto mesi, saremo coinvolti in una guerra fra poveri, il cui epilogo sarà il riconoscimento di tre poli sanitari provinciali, due dei quali sono già stati individuati nel'”Umberto I” di Nocera Inferiore e nell’Azienda Universitaria del “Ruggi” di Salerno. La partita della sopravvivenza si giocherà tra il “S. Luca” di Vallo della Lucania ed i presidi ospedalieri della Valle del Sele con il risultato finale che dipenderà dai numeri, dai volumi e dalla massa critica delle prestazioni offerte dai nosocomi su indicati. E la competizione non annovera certo, fra i favoriti, i nostri presidi “commissariati”, laddove registriamo, da tempo, interruzioni e limitazioni di attività’.
Caro Massimo, – prosegue inesorabile Gigliotti nella sua attentissima analisi – qualora venisse identificato il terzo polo sanitario, nell’estremo sud della provincia di Salerno, si realizzerebbe concretamente il disastro sanitario, cui accennavo in precedenza. In pratica, un’area geografica quale quella della Valle del Sele, ad elevata incidenza demografica, risulterebbe priva della necessaria assistenza sanitaria di media intensità. Infatti il servizio sanitario non risponde solo ai temi dell’emergenza. I cittadini hanno bisogno anche e, sopratutto, di cure per patologie frequenti e di comune interesse, la cui mancata risoluzione sta alla base dei grandi numeri che caratterizzano la mobilità passiva verso altre regioni italiane. I circa 320.000 residenti di quest’area graviterebbero sul “Ruggi”, già di per se oberato dai bisogni di salute di una comunità come Salerno, determinandone la definitiva dequalificazione professionale. I fondi che l’Azienda Autonoma di Salerno riceve dal Ministero dell’Universita’ e della Ricerca non possono e non debbono essere impiegati per la gestione dell’emergenza-urgenza o per la cura di patologie comuni, bensì, andrebbero utilizzati per lo sviluppo di trials di ricerca, per il trattamento di patologie complesse, per la formazione di nuovi, giovani medici e per tutto quanto sia di competenza di un Policlinico Universitario degno di questo nome.
Come puoi ben capire, caro Massimo, – conclude la sua scrupolosa quanto interessante e drammatica esposizione di una realtà non molto lontana, che da mesi soprattutto POLITICAdeMENTE sta raccontando, che vede tra l’altro insorgere una forte invadenza della sanità privata, che sembrerebbe pronta a sostituire più che affiancare in toto la domanda di sanità delle popolazioni dell’intera Valle del Sele – i temi trattati, gestibili nell’ambito di una corretta programmazione che tenga conto dei flussi, dei dati epidemiologici ed anche dei costi, oltre che delle risorse disponibili, dovrebbero vedere una sana compartecipazione della Politica (con la “P” maiuscola) e del Management Sanitario, senza essere condizionati da interessi di parte e/o strumentalizzazioni. La criticità impone scelte coraggiose, difficili, ma anche intelligenti ed oneste, che prescindano dal dolore che può provocare il “non nascere più ad Eboli” e da atti di programmazione aziendale definibili, quanto meno, “particolari”! Lo dobbiamo ai protagonisti della triste stooria che ha coinvolto il Pronto soccorso e gli ospedali e a tutte le vittime della sanità, ma, consentitemi, anche ai nostri figli ed ai nostri anziani. Infine, in queste pagine, ed a nome di tutti gli operatori appartenenti all’Unita’ Operativa di Nefrologia di Eboli, vorrei ringraziare pubblicamente la Onlus “Sanatrix Nuova Elaion” per aver favorito, con proprie risorse, la ristrutturazione e la riqualificazione del nostro reparto, e la Direzione Generale dell’ASL per aver permesso, nonostante le attuali criticità’, l’acquisto delle attrezzature, costituenti il Laboratorio di Immunopatologia Renale, derubate nella notte del 2 luglio 2013. Con la stima di sempre.
Eboli, 22 luglio 2014
quel progetto x operatori socio sanitario nessuno ne parla e stato finaziato dalla regione campania,gentilmente qualcuno sa qualcosa grazie