L’Associazione Italiana Coltivatori Salerno, interviene sui Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2020 e chiede alla Regione più attenzione per per le Aziende agricole del salernitano.
L’AIC con il Presidente provinciale Scaglione e il responsabile del comparto agricolo Pierino Infante chiedono non più fondi a pioggia ma finalizzati al rilancio del comparto agricolo per progetti proposti da aziende operanti in aree in cui si pratica un’agricoltura intensiva.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Il vice Presidente Nazionale, Presidente Regionale e Provinciale dell’Associazione Italiana Coltivatori Salerno, Donato Scaglione e il responsabile del comparto agricolo Aic, dott. Pierino Infante chiedono “una maggiore attenzione e sostegno, da parte della Regione Campania, alle aziende agricole del Salernitano sui finanziamenti U.E. con le misure del nuovo programma rivolto agli investimenti nel comparto agricolo al fine di rilanciare il settore garantendo la crescita e il benessere dell’intera Provincia”.
L’AIC Salerno con il responsabile per l’agricoltura Infante, in seguito alla presa visione del nuovo programma di sviluppo rurale 2014-2020 e delle bozze delle relative misure pur avendo compreso e preso atto «dell’idea di agricoltura verso la quale la Regione Campania si vuole orientare, per la nuova programmazione» si ritiene che è il caso di focalizzare l’attenzione sui seguenti punti:
a) Per la Misura 4.1(Sostegno a investimenti nelle aziende agricole) sottomisure: 4.1.1 (Incentivi per investimenti finalizzati alla riduzione dei costi di produzione, all’incremento delle quantità e della qualità dei prodotti agricoli ed al miglioramento del condizioni di benessere degli animali) e 4.1.2 (Incentivi per investimenti finalizzati alla ristrutturazione o riconversione dei sistemi di irrigazione) si ritiene necessario da parte della Regione opportuni chiarimenti sulla definizione di beneficiari: “Agricoltori o associazioni di agricoltori il cui rappresentante legale è in possesso del requisito “agricoltori in attività”. Dalla definizione data non: «si intende quali forme societarie sono ammesse alla presentazione delle istanze di finanziamento ed inoltre in merito ai limiti di contributo concedibile ad azienda si ritiene doverosa una riflessione considerando le tendenze dei mercati che richiedono investimenti sempre più elevati per essere competitivi».
b) Per la misura Misura 4.2 (“Sostegno a investimenti a favore della trasformazione/commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli) sottomisura 4.2.1 (Trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli nell’azienda agricola): «In merito alla suddetta sottomisura si chiede alla Regione Campania di chiarire meglio la definizione di beneficiari: “Ditte individuali e società di persone il cui rappresentante legale è in possesso del requisito “agricoltori in attività”, quindi nasce spontanea una domanda: Da tale definizione data sembrano escluse dalla platea dei beneficiari le società agricole? Anche qui sui limiti di contributo concedibile ad azienda si ritiene doverosa una riflessione in considerazione delle tendenze dei mercati e degli investimenti».
In conclusione il Presidente Scaglione ed il responsabile del comparto agricolo AIC, dott. Pierino Infante dichiarano: «riteniamo doverose delle riflessioni di carattere generale che accomunano le singole misure della nuova programmazione. In primis, in merito ai criteri di selezione adottati nella vecchia programmazione 2007-2013 per le istanze di finanziamento presentate siamo di fronte ad un vero paradosso sia per i progetti della misura 112/121 (del PSR Campania 2007-2013 primo insediamento) che per la misura 121 (ammodernamento aziendale)», ad essere premiate sono le aziende: «operanti nelle aree agricole meno produttive della Regione Campania come si può notare scorrendo le graduatorie definitive appena pubblicate infatti relativamente alla misura 121 tra i progetti finanziati quelli relativi alle aziende del salernitano sono solo il 10% del totale la situazione non è andata meglio per la misura 112/121 dove le istanze afferenti le aziende del beneventano sono state finanziate per il 55% mentre il restante 45% dei progetti finanziati sono delle aziende delle altre province tra cui quella di Salerno che da circa un decennio viene penalizzata pur realizzando da sola il 50% della PLV totale regionale».
Dunque in considerazione di ciò ci chiediamo: «non sarebbe più opportuno privilegiare i progetti delle aziende che assicurano il raggiungimento di elevati livelli di PLV, reddito e occupati anziché ricercare solo la salvaguardia del territorio?» altra importante riflessione generale da fare: «riguarda l’Ente Pagatore Agea al quale per la nuova programmazione si chiede una maggiore trasparenza in merito ai meccanismi di liquidazione del contributo sia in termini di tempistica che di interlocuzione».
Infine un ultima domanda: «Ancora, ma si può ancora attuare la politica dei fondi a pioggia e per investimenti improduttivi? Non è il caso forse di finanziare progetti validi proposti da aziende operanti in aree in cui si pratica un’agricoltura intensiva che è l’unica strada percorribile per la sopravvivenza sul mercato e per favorire lo sviluppo del comparto agricolo».
Salerno, 19 luglio 2014
Capelli cotonati e san giovanni decollato. AIC= ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTADINI. ma chi xxxx siete , contate quanto il 2 coppe nella briscola a danari. L’unica autorità superiore che noi riconosciamo è la coldiretti e il dott. VITO BUSILLO detto Vituccio.
Un articolo scritto in modo tendezioso fatto solo per farsi pubblicità . La programmazione passata, spiegate al cotonato, ha visto finanziare ammodernamenti strutturali (serre) in piana del sele in cui i bergamaschi hanno fatto bingo. Progetti di 3 mln in 3 mln . peccato che il cotonato non né ha fatto nemmeno 1.