Battipaglia e i conti in rosso del Palazzo (1^ puntata)

La gestione dei residui attivi, liquidità di cassa e vendita dei beni comunali. La relazione della Corte dei Conti bacchetta dieci anni di amministrazioni comunali.  

Battipaglia e i conti in rosso a Palazzo: Novantatré pagine per approvare il piano di riequilibrio pluriennale nelle quali si evidenziano tutti i fattori di squilibrio.

Carlo Picone
Carlo Picone

di Oreste Vassalluzzo
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

BATTIPAGLIA – Piano di riequilibrio: i magistrati della Corte dei Conti, che hanno approvato il piano del Comune, hanno anche evidenziato le “troppe” falle all’interno dell’andamento dei conti pubblici. Nonostante il gran lavoro portato avanti in pochissimo tempo da Carlo Picone, esperto economico della prefettura che fa parte della commissione prefettizia con Gerlando Iorio e Ada Ferrara, ancora c’è molto da fare per mettere in “regola” i conti del Comune di Battipaglia lasciati da anni di amministrazioni, come dire, “fantasiose” rispetto alla finanza pubblica.

Nelle novantatré pagine di cui si compone la deliberazione della Corte dei Conti regionale il 5 giugno scorso, ci sono tutti i fattori di squilibrio del piano e dei conti pubblici del Comune di Battipaglia. Dal “gioco” dei residui attivi e passivi, alla vendita dei beni comunali non in linea con i termini del piano 2012, il caso dei lavori al nuovo cimitero, e i fondi relativi al Più Europa.

Molto “arrosto” per il lavoro della commissione prefettizia e per il dirigente del settore economico e finanziario Giuseppe Ragone. La Corte dei Conti ha registrato gli andamenti del rendiconto di gestione per gli anni dal 2010 al 2012 (amministrazione guidata dall’ex sindaco Giovanni Santomauro). Ci sono residui attivi, cioè soldi che il Comune deve incassare, risalenti anche a più di dieci anni, che sono stati però eliminati con la richiesta di adesione al piano di riequilibrio per effetto della normativa, che il Comune non riesce ad incassare e forme mai riuscirà.

Proprio l’enorme mole dei residui attivi «e la necessità di prevedere un idoneo Fondo di Svalutazione crediti» a seguito delle nuove normative in materia «ha condotto l’ente all’impossibilità di superare le condizioni di squilibrio rilevate nell’ambito della procedura di salvaguardia degli equilibri di bilancio nel 2012» per questo l’amministrazione Santomauro ha promosso l’adesione al Piano di riequilibrio pluriennale.

Attenzione particolare è posta agli andamenti di cassa, cioè gli impieghi in liquidità su conto corrente per le spese correnti e straordinarie. I magistrati della Corte contabile, nella loro relazione, evidenziano «il ricorso all’anticipazione di tesoreria (retta dalla Cassa Rurale di Battipaglia nda) a partire dall’anno 2010, pari a euro 18.449.986,78, a euro 20.381.154,67 (2011) e a euro 19.962.09919.962.099,51 (2012)». Le somme sono state poi tutte ricostituite al 31 dicembre del 2012. Ma si evidenzia come molte spese sono state sostenute per interessi passivi proprio sulle somme utilizzate dalla tesoreria. Poco più di 46 mila euro per il 2010, circa 37mila euro per il 2011 e poco meno di 46mila euro per il 2012. L’utilizzo è pari a «euro 8.508.810,93 (2010), a euro 9.755.157,30 (2011) e euro 9.006.451,49 (2012)».

Per la Corte dei Conti si evidenzia «una situazione di carenza di liquidità che ha influito sull’ordinario funzionamento dell’ente sotto il profilo della solvibilità». Questo è evidenziato nell’ammontare dei crediti liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2012 pari a euro 19.640.000,00. La Cassa Depositi e Prestiti ha concesso un’anticipazione di liquidità di poco superiore ai 12 milioni di euro. Su questi numeri la commissione ministeriale ha dovuto lavorare e non poco come vedremo nelle altre pagine della relazione della Corte dei Conti. (continua)

Battipaglia, 17 luglio 2014

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