LA SINISTRA E’ FINITA

La sinistra è finita, perché non ha saputo più intercettare  le aspettative e i bisogni della società, specie di quella parte che sta male, che non è difesa da nessuno e sta sempre peggio.

“La izquierda se esfuma en Italia”. “La sinistra svanisce in Italia”. E’ così che titola il quotidiano spagnolo EL PAIS. In effetti a sette mesi dalle elezioni generali, la sinistra è scomparsa dietro una montagna di scandali, correntismo e personalismi vari. Silvio Berlusconi e il Centro-destra non ci hanno messo nulla, hanno fatto tutto da soli. Quella estrema poi, si è disintegrata e in una ulteriore scissione ha sancito la sua fine.

Walter Veltroni assediato da D’Alema, sempre più avvezzo a distruggere tutti i “giocattoli” che non sono completamente suoi: lo fece con il Governo Prodi; lo fa con la segreteria Veltroni; i suoi lo fanno nelle periferie italiane, minacciando come a Salerno di presentare proprie liste.

La sinistra è finita non per la incapacità di Veltroni, per i “capricci” di Massimo D’Alema e non per l’ennesima scissione, che vede da una parte il Governatore della Puglia Niki Vendola e dall’altra il neo segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero.

La sinistra è finita perché non ha saputo intercettare più i bisogni della società e non ha saputo interpretare più quella parte della società che sta male, che non è difesa più da nessuno e sta sempre peggio. I dirigenti hanno abbandonato i tradizionali “costumi”, che caratterizzavano il loro impegno politico. C’è stata una evoluzione-involuzione politica di una classe dirigente, che ha pensato e si è comportata allo stesso modo di chi ha combattuto. E’ cambiata nei comportamenti sociali e nei costumi e mentre quella classe dirigente mutava, la classe operaia stava sempre peggio e quella che prima si diceva medio borghesia, sprofondava sempre più giù, insediata e spaventata dalla paura di diventare i nuovi poveri.

Eravamo abituati a vedere Fausto Bertinotti sempre più snob, che andava d’avanti ai cancelli delle fabbriche, con la sua raffinata eleganza, in abiti di alta moda e cappotto in cachemire. Eravamo abituati anche a vedere il Presidente D’Alema, veleggiare nei mari, a bordo della sua Icaro (la barca miliardaria). Eravamo abituati a vedere anche i loro cloni nelle nostre periferie, tutti uguali, a Milano come a Salerno, mescolati tra gli altri e omologati nei costumi, che loro stessi avevano contestato. Si sono disfatti di tutto il loro passato e non se ne sono accorti e hanno commesso l’errore di pensare di essere sempre gli stessi. Hanno riposto i maglioni e indossato i blazer blu; sostituito l’eskimo con i cappotti in cachemire; rimpiazzato l’utilitaria con auto e/o Suv di grossa cilindrata; sotituito la gassosa e il vino rosso con il caviale e lo champagne; le nazionali con i sigari; hanno lasciato la spiaggia libera con Porto Rotondo e la gita in montagna con Cortina.

Il Sindaco di Salerno De Luca, in una delle sue esternazioni colorite, li chiamò cafoni arricchiti. Lo fece ad Agropoli, sferrando un duro attacco al Governatore Bassolino, quando nessuno aveva il coraggio di criticare il suo sistema di potere. Era un’avvisaglia. Si doveva immaginare che non si trattava solo di comportamenti e di costumi. Nessuno si è accorto che si andava verso una omologazione paurosa, che non lasciava spazio alle differenze e che affermava prepotentemente quel luogo comune, che non vi è nessuna differenza tra  Centro-destra e Centro-sinistra. Man mano: si è sostituito le politiche programmatiche con quelle tematiche; si è dato spazio alle percezioni momentanee dei sondaggi, sostituendoli alle opinioni e alle reali volontà degli elettori; si è demolito i partiti, come forme associative, per sostituirli a un leaderismo esasperato e a forme di partiti di proprietà; e grave, si è consentito che la morale non fosse più un valore.

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