Traffici di scorie radioattive, veleni nello Ionio e ritorno al nucleare. Una settimana dopo Amantea, a Montalto di Castro scende in strada il movimento No nuke. Contro il passato che incombe.
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Dal quotidiano ecologico “Terra”
ROMA – La protesta calabrese per la presunta esistenza di scorie radioattive nel mare di Amantea e sull’Aspromonte, richiama i pubblici decisori a risolvere le questioni legate ai rifiuti pericolosi. Secondo i Lloyds di Londra nel Mediterraneo , sono “affondate” 25 navi che necessitano di rigorosi approfondimenti d’indagine. Molteplici sono le “stranezze” dei naufragi e appare fondato il sospetto di traffici di rifiuti pericolosi.
Secondo varie Procure , le navi “naufragate ” sarebbero 40. Ogni anno scompaiono 8 milioni di tonn di rifiuti pericolosi. A ciò si aggiunge , il traffico criminale di scorie nucleari , che può contare su sofisticati strumenti come il DODOS (Deep Ocean Data Operating) , come si apprende dall’audizione in Commissione Parlamentare , del Procuratore di Trieste. Una specie di siluro che contiene 246 Kg di scorie e che potrebbe essere “sparato” sul fondale marino , rimanendo seppellito .
Plaudiamo alla repentinità con la quale , è stato possibile escludere , che il relitto trovato sui fondali del mare di Cetraro fosse una “nave dei veleni”. Auspichiamo che sia profuso un pari impegno per rispondere ai pluridecennali e inquietanti enigmi , di navi affondate e di cui non si è saputo più nulla : “Anni” , “Mikigan” , “Euroriver” , “Alessandro I”,” Koraline” e l’inquietante “Riegel”. Tutte navi da carico, vecchie e naufragate in fondali profondissimi del Mediterraneo. Il Mar Ionio ha punti profondi 1500 metri.
Due Commissioni Parlamentari d’inchiesta sul ciclo illegale dei rifiuti, più una terza per l’assassinio di Ilaria Alpi , non hanno consentito l’acquisizione della verità. ! Sono 20 anni che si cerca di dare una soluzione alle scorie radioattive condizionate , di prima e seconda categoria attraverso la costruzione di un deposito superficiale. Il Gruppo di Lavoro misto Regioni-Stato costituito, con decreto dell’allora Ministro Bersani del febbraio 2008 , aveva il compito di individuare procedure e metodologie per la scelta del sito unico del deposito per i materiali radioattivi. Ha concluso i suoi lavori, nel settembre dello scorso anno. Lavoro che attinge a quello del 1999 della Commissione Bicamerale, presieduta dal Verde Scalia.
Sul tavolo del Ministro Scajola è arrivato l’elenco delle aree idonee per la costruzione del deposito. Il Ministro è impegnato molto con i reattori EPR da costruire e poco con l’eredità del vecchio nucleare. Eppure ogni anno il settore medico produce scorie radioattive per 500 tonnellate! Stoccate nel sito della Casaccia che entro quattro anni non potrà accogliere nemmeno un kg in più ! A Trino ci sono ancora in raffreddamento 47 barre di uranio irraggiato , che contengono plutonio! Togliere l’acqua in cui nuota il pescecane della ecomafia! Ridurre i costi di stoccaggio dei rifiuti pericolosi , realizzare il deposito superficiale e modificare la normativa.
Assurdo e incredibile , che il legislatore non abbia modificato la norma che rende inapplicabile qualsivoglia aggravio per traffico di rifiuti radioattivi. La norma (art 260 T.U.) infatti parla di una generica “alta radioattività” applicata ai rifiuti pericolosi (sic!).I rifiuti radioattivi invece sono assoggettati al dlgs 230/1995. Appare comunque incomprensibile che finanziamo l’attività di disarmo nucleare e chimico della Federazione Russa , con 360 mln di euro per ogni comparto e con un ulteriore residuo di 280 mln di euro ancora da destinare , e poco è stato fatto per risolvere il problema delle scorie radioattive e del traffico illecito dei rifiuti pericolosi. Un Governo russo che nel 1993, ammise di aver sversato rifiuti liquidi radioattivi nel Mar Artico e 15 reattori nel mar di Kara!
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La MAPPA degli affondamenti (da “La Repubblica”) – i RELITTI (numerati nella carta qui sopra) e con la “X” sono segnati i siti di altri affondamenti sospetti: 1.CUNSKY (la nave ritrovata il 12 settembre scorso a 20 miglia dalla costa calabra, al largo di Cetraro, a 480 metri di profondità); 2.MIKIGAN (affondò il 31/10/1986); 3.RIGEL (affondò il 21/9/1987); 4.ROSSO (motonave naufragata nel dicembre ’90); 5. MARCO POLO (affondata nel tragitto tra Barcellona e Alessandria il 14/3/1993); 6.KORALINE (nave tedesca affondata il 7/11/1995 al largo di Ustica); 7.ASO (nave carica di soffiato ammonico, affondò al largo di Locri nel maggio 1979); 8.ALESSANDRO I (naufragata nel febbraio 1991); 9.FOUR STAR (in viaggio tra Barcellona e Antalya, affondata nel dicembre 1988)