Casa comunale: l’appalto, i dirigenti e la Procura, nel racconto di Santomauro

Casa comunale: l’appalto, i dirigenti e la Procura. Santomauro nel ricorso: «Le ditte avevano il certificato antimafia».

L’ex sindaco di Battipaglia, attraverso il Tar del Lazio, tenta di annullare il decreto di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. «Madonna era nel cantiere perché direttore dello stesso. Non è controindicato».

Giovanni Santomauro
Giovanni Santomauro

di Oreste Vassalluzzo
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese

BATTIPAGLIA – C’è un’unica gara d’appalto che finisce nella relazione dei tre componenti della commissione d’accesso agli atti, che ha provocato lo scioglimento del consiglio comunale di Battipaglia per infiltrazioni mafiose. Ed è anche l’unica gara d’appalto pizzicata dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Salerno nell’inchiesta che ha decapitato l’ufficio tecnico del Comune e che portò anche all’arresto dell’ex sindaco Giovanni Santomauro.

E’ lo stesso ex primo cittadino Santomauro ad indicarla nel suo ricorso al Tar del Lazio contro il decreto di scioglimento su proposta del ministro degli Interni Angelino Alfano, firmato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

«Pure l’episodio relativo all’unica gara d’appalto che viene indicata negli atti impugnati – si dice ciò a prescindere dalla legittimità dei relativi atti, risultando appena iniziata l’azione penale con riguardo ad essi – vede l’assunzione degli atti censurati dalla commissione (e dal Pm procedente) da parte dei dirigenti del Comune e non degli amministratori».

Gerarda-Pantalone-Giovanni-Santomauro
Gerarda-Pantalone-Giovanni-Santomauro

E’ questo il punto. L’eventuale ingerenza mafiosa (nel caso specifico del clan dei casalesi) è dei dirigenti del Comune, o degli amministratori? I fatti contenuti nelle carte della commissione d’accesso portano dritto alla responsabilità dei dirigenti comunali ma non provano che la giunta Santomauro ha agito “sotto minaccia” della camorra.

«La ditta aggiudicataria, così come quelle che sono subentrate, erano in possesso del certificato antimafia rilasciato dalla prefettura di Salerno – si legge nel ricorso dell’avvocato Di Lieto -. Il signor Madonna, preteso prestanome, non è soggetto controindicato, né può definirsi tale sol perché alcuni familiari lo sarebbero. Costui, poi, legittimamente era presente nel cantiere (quello della casa comunale nda) quale direttore dello stesso».

Qui Santomauro e il suo legale entrano a piè pari all’interno dell’inchiesta della DDA di Salerno e del processo che avrà luogo a breve e che per uno dei soggetti incriminati, l’architetto Francesco Mainolfi, ha già decretato l’assoluzione in primo grado con rito abbreviato. «Infine è da rilevare che la stessa procura della Repubblica, compiute le indagini, ha escluso l’aggravante di tipo mafioso sia nei confronti del sindaco Santomauro, sia degli altri amministratori comunali, sia dei dirigenti coinvolti nel procedimento».

Questo è uno dei fatti che Santomauro tenta di smontare con il ricorso al Tar del Lazio per togliere dall’imbarazzo un’intera città e, ovviamente, difendere il proprio operato da sindaco di Battipaglia. Ma anche gli altri casi citati dalla relazione del prefetto di Salerno Gerarda Maria Pantalone, sulla scorta della relazione della commissione d’accesso, sono oggetto di verifica da parte dei giudici amministrativi.

(continua) appuntamento alla 3^ puntata.

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