L’architetto Guida apre le riflessioni sul restyling del Monumento alla medaglia d’Oro Vincenzo Giudice: Non mi convince.
Il ricordo passa attraverso operazioni di restyling che vanno dalla Vasca in ghisa, alla “Fontana di Rosania”, al “Muro d’acqua di Melchionda”, lasciando intatti bassorilievo e busto bronzeo ma avendo in comune l’elemento acqua. Ma il nostro eroe Vincenzo Giudice era un Finanziere, non un marinaio.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera che ci ha inviato l’Architetto Francesco Guida, con la quale offere alla discussione alcuni spunti relativamete al rifacimento del Monumeto alla memoria dell’eroe ebolitano e Medaglia d’Oro al Valore Militare, Maresciallo Maggiore della Guardia di Finanza Vincenzo Giudice.
Francesco Guida è ebolitano, ed è un Architetto, svolge la sua professione presso l’Amministrazione Provinciale di Salerno, dirigendo come funzionario il dipartimento della Protezione Civile, prima ancora ha lavorato presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Eboli. Guida anche in altre circostanze ha dato il suo contributo e lo ha fatto intervenendo in punta di piedi non tanto come Architetto, ma come cittadino, consapevole che un progetto è l’idea di chi lo redige il quale assolve all’indirizzo di chi glielo ha commissionato.
E anche a proposito del Monumento alla memoria del Maresciallo Maggiore Vincenzo Giudice, Guida interviene a bassa voce, avendo ricevuto sollecitazioni proprio in ragione della sua professione, e a tale proposito egli rappresenza la sua opinione, evidenziando come nei tre momenti di “ristrutturazione” di quell’area vi siano stati interventi sostitutivi, e riguardo al monumento a Giudice il ricordo passa solo attraverso quel mezzo busto e quel bassorilievo e non attraverso “l’impalcatura” che ne è il supporto e la cornice e che avrebbe come intenzione quella di restituire attraverso un restyling il decoro a quella parte della Piazza.
Lasciando all’architetto Francesco Guida le sue riflessioni-osservazioni, val la pena di ricordare che in entrambe le operazioni escludendo la prima in assoluto quando fu deposto il bassorilievo bronzeo sul muro di uno dei due edifici “Giudice”, il primo monumento rappresentava una lastra sommersa, la seconda rappresentazione è quella che appare oggi, e la terza, così come nell’attuale progetto, rappresentato anche da una fotocomposizione che ne da un’idea, ci fa comprendere come l’elemento fondamentale sia rappresentato dall’acqua. Acqua che scorre, che zampilla che casca.
Val la pena di ricordare che il nostro concittadino eroe e Medaglia d’Oro al valor militare non era Maresciallo maggiore nella Marina Militare e non era a bordo di un sommergibile, e non apparteneva ne al Decima Mas, ai Lagunari o al Reggimento San Marco, era solo un finanziere del corpo della Guardia di Finanza e con l’acqua non aveva nulla a che vedere, e sicuramente se potesse lamentarsi lo farebbe volentieri e a gran voce di tutta quest’acqua che ostinatamente gli viene propinata. Purtroppo i Monumenti ormai non si usano più, e appunto si ristrutturano solo quelli che esistono, salvo quello di Giudice che non riesce a trovare pace con tutta quell’umidità che gli abbiamo propinato.
Forse, senza nulla togliere alla fatica progettuale, era opportuno intervenire con un concorso di idee che mettesse fine al “bagno marino” di Vincenzo Giudice e che eliminase anche quell’orrendo lavatoio pensato e realizzato da menti veramente fantasiose, che ha fatto da corredo ad una Piazza stravolta nel suo originale e semplice disegno, restituita alla Città ma irriconoscibile ai suoi cittadini, oltre che difficilmente inquadrabile come una operazione urbanistica, e per questo intesa come una operazione igienico-sanitaria di quella che era il disegno di una piazza ovale, mal ridotta dal tempo e dall’incuria, che si apriva verso il nuovo piano disegnato da Genovese e che metteva insieme la città storica e la città moderna.
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…… a proposito del monumento a Vincenzo Giudice
di Francesco Guida
Architetto
Mi chiedono di esprimere un parere sul nuovo monumento in memoria di Vincenzo Giudice e di osservarne il progetto “di riqualificazione”, presentato dall’impresa Geo Cantieri e approvato dall’Amministrazione. Leggo dal sito istituzionale (http://www.comune.eboli.sa.it/dettagli.aspx?c=1&sc=8&ssc=&id=87&tbl=eventi) le motivazioni che hanno portato alla creazione del progetto e non mi convincono; non perché non sia interessato, ma perché risultano essere talmente banali che non richiedono alcun impegno né mio, né dei tanti cittadini ebolitani, ormai troppo abilmente distratti dalle tasse.
Ciononostante peregrino nella lettura e rilevo dallo scritto del narratore che si sta procedendo ad “un importante restyling del monumento dedicato a Vincenzo Giudice, un’opera a cui gli ebolitani sono particolarmente legati ed alla quale, grazie ad un valido progetto, potremo restituire decoro”.
Mi appassiono per come viene narrato l’ormai raro intervento “a vantaggio della collettività” dal momento che l’ultima Opera realizzata risale a tempi lontani. Mi interesso al tema e già in occasione del rifacimento della piazza della Repubblica mi espressi in merito con un articolo intitolato “L’intima ragione”, pubblicato all’interno del numero del settembre 1999 sulla rivista di architettura “Progetto”.
Ad ogni modo, la lettura non mi aiuta a comprendere il nesso tra progetto di riqualificazione del monumento “valorizzazione degli elementi caratteristici del monumento – il bassorilievo e la lapide con la motivazione della medaglia d’oro – e l’aggiunta del busto del Maresciallo Maggiore della Guardia di Finanza” e la “riconfigurazione della vasca esistente”. Ritengo auspicabile, invece, un risanamento della fontana che è costata molto sebbene non abbia mai funzionato attraverso un intervento di tipo idraulico, atteso che sia il pannello che il mezzobusto bronzeo del maresciallo Vincenzo Giudice risultano perfettamente integri sebbene siano stati effettuate diverse interventi di ricomposizione dell’epitaffio, in occasione delle celebrazioni. L’articolo pubblicato sul sito manifesta il tentativo di instillare nel lettore un sentimento patriottico, ma in realtà serve solo a giustificare un progetto mal riuscito (fontana e piazza) che fu imposto dalla precedente amministrazione ai cittadini i quali poterono, per lungo tempo, solo protestare disertando il luogo in questione a vantaggio del viale Amendola. Attualmente alla nuova amministrazione si è riproposto il problema che per anni è rimasto irrisolto ed ecco che, ipse dixit, ci viene nuovamente imposto.
Ritengo, invece, che tra compiti di chi amministra come di chi progetta, debba esserci la piena consapevolezza di trasferire alle generazioni future il messaggio del valore del sacrificio dell’uomo, ancora prima del Maresciallo Maggiore della Guardia di Finanza, ma anche di evitare di calare dall’alto un intervento riparatore per magnificare una azione amministrativa che forse al pari di quella precedente non riscuote il pieno successo della folla acclamante e vorrebbe invece utilizzare tale intervento come mezzo di comunicazione e propaganda politica, così come accadeva nella Roma del V secolo a. C. e, poiché la storia è fatta di corsi e ricorsi, potrà accadere che dopo questo intervento vi sarà qualcun altro che applicherà la damnatio memoriae, ovvero l’eliminazione materiale di ogni raffigurazione del passato (come è avvenuto per la vasca di ghisa e, come si tenta, con l’attuale fontana Rosania), e prosciugherà il muro d’acqua Melchionda.
Ritengo, dunque, utile una riflessione sull’iniziativa in quanto appare azzardato definire Il progetto realizzato e descritto sul sito “[…] nuovo monumento è frutto di un attento studio, e nella sua nuova veste, oltre che rendere giustizia alla memoria di Giudice, contribuirà anche a valorizzare la nostra bella piazza”) la soluzione al problema.
La mia opinione è che la struttura formale del Monumento sia già ben rappresentata dalla stele che racconta l’accaduto e dal busto bronzeo; il disegno proposto che li incornicia e che vuole tratteggiare, ridefinire e caratterizzare un nuovo spazio urbano è ben altra cosa.
Sento allora di ricordare, innanzitutto a me stesso, che il disegno, l’idea, non può celebrare chi lo pensa né può essere “venduta“ come opera d’arte necessaria ed indispensabile a “valorizzare la nostra bella piazza”. Basterebbe viceversa conservare quello che è stato fatto, risanarne la pavimentazione della piazza, ormai in più parti divelta e proteggere dall’incuria la struttura del monumento per ottenere un primo risultato. L’immaginare un progetto di sostituzione della vasca esistente appare una ingiustificata condanna verso un elemento (la vasca) che, sebbene vilipeso, va comunque conservato, in quanto meriterebbe, dopo aver tanto atteso, di funzionare almeno per una volta.
Chi è pervaso da tali nobili sentimenti, ancora prima di procedere in approvazioni, ancora prima di ripetere errori del passato, ancora prima di rivestire di parole la propria volontà, provi ad avere la forza e l’onesta di esibire l’idea, di parteciparla (referendum Popolare) e se risultasse vincente che rappresenti davvero il “segno di attenzione per la nostra città”.
Raccogliere l’intenzione vera dei cittadini per ripagarli di una sofferenza che da anni li accompagna, evitare che vi sia un’altra “buca” (vedi via f.lli Adinolfi) nella nostra città, aiuterà a sentirci considerati e partecipi delle decisioni e, di conseguenza, potremo acclamare un’opera condivisa da trasferire alle generazioni che verranno, le quali sapranno amarla perché volontà dei loro padri.
Eboli, 21 giugno 2014
Sono pienamente d’accordo sul concetto secondo il quale non può essere condannata una cosa (l’attuale vasca) che non ha mai funzionato come avrebbe dovuto causa progetto idraulico inesistente o scadente, ma può essere migliorato o completato.A mio avviso negare questo metodo di approccio alla questione equivale a confessare i propri limiti,con il rischio che una qualsiasi opera futura o in sostituzione non assicuri ne l’essere accettata ne il funzionamento.
Ritengo saggio che questo paese non debba abbandonarsi a opere di carattere estemporaneo/occasionale.In relazione alle considerazioni del post sulla memoria di Vincezo Giudice credo debba essere lasciato in pace e non essere pretesto di arredo.