A proposito della “Casa del Pellegrino”. E’ stato approvato il finanziamento di 6 milioni di euro per realizzarla nell’area del parcheggio della chiesa di S. Cosimo.
Pindozzi: La questione va oltre il finanziamento e ci tocca da vicino sia per i riflessi socio economici che storico culturali. E’ anche ora di dire basta a questa pletora di sciacalli politici o pseudo tali che sgomitano per attribuirsi la palma del “miglior passacarte”, mentre invece avrebbero dovuto ascoltare i cittadini.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – E’ stato approvato il finanziamento di 6 milioni di euro per realizzare nell’area del parcheggio della chiesa di S. Cosimo la cosiddetta “Casa del Pellegrino“. – Scrive in rete e ci fa pervenire una nota stampa il Prof. Vito Pindozzi già Assessore all’Urbanistica dell’Amministrazione Rosania – E’ una questione – dice Pindozzi – che va ben oltre il cospicuo finanziamento e ci tocca tutti da vicino sia per riflessi socio economici che storico culturali. – e per questo Pindozzi affida a chi legge le sue riflessioni per aprire una discussione e per avere un parere rispetto alla destinazione e all’utilizzo di quei fondi destinati alla realizzazione della “Casa del Pellegrino”.
Prima di esprimere le mie opinioni in merito, – aggiunge il professore Pindozzi – ci tengo ad affermare, e non certo per timore reverenziale, che faccio salva la figura di Don Enzo Caponigro, al quale va riconosciuto il merito di aver creduto in un progetto e di aver fatto tutto il possibile per realizzarlo. E’ riuscito a coinvolgere seri professionisti a impegnarsi per progettare l’opera e poi a utilizzare tutta la sua navigata esperienza in ambito sociale per dargli la spinta giusta per farla approvare. Nel merito, l’idea in se è certamente meritevole se risponde a esigenze reali. Se poi è realizzata nel giusto ambiente e gestita bene, veramente può rappresentare una risorsa per la Città.
Ci sono però alcune considerazioni da fare, prosegue Pindozzi elencando quelli che per lui e non solo sono motivi che ci indurrebbero a fare scelte ponderate se si vuole dare un senso e si vuole fare scelte organiche alle vocazioni naturali e alle testimonianze che vi sono in quell’area specifica – assolutamente non marginali, sulla scelta dell’ubicazione dell’opera, su cui ogni cittadino ebolitano dev’essere sollecitato a esprimere un parere:
- L’area prescelta è la cornice naturale del castello, patrimonio della memoria collettiva, che rappresenta nella sua configurazione attuale l’immagine stessa della città. Qualsiasi ulteriore alterazione dopo quelle già realizzate dal dopoguerra in poi ne comprometterebbe gravemente l’aspetto scenografico e valoriale. (art. 9 Cost.: La Repubblica Italiana tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione…);
- Gli scavi archeologici di S. Cosimo e le numerosissime tracce sul terreno, lasciano abbondantemente supporre che tutta l’area conservi le tracce dell’antica “Eburum”, che attende solo di essere ulteriormente indagata e consegnata alle future generazioni quale patrimonio storico e risorsa culturale;
- Si tratta di un’area di proprietà comunale già destinata a funzioni di servizio per il Centro Storico, da attrezzare e riqualificare, su cui insiste una palazzina settecentesca recentemente ristrutturata per essere adibita a punto di accoglienza per l’ingresso al Parco dei Monti Picentini di cui facciamo parte;
- C’è a poche decine di metri un eccezionale “Monumento Nazionale”, il complesso monumentale di “S. Pietro alli Marmi”, che ha tutte le potenzialità per assorbire le esigenze della “Casa del Pellegrino” e al tempo stesso trovare un nuovo impulso per valorizzare al meglio le sue già straordinarie risorse spirituali, culturali e storico monumentale. Analogo discorso si potrebbe fare per il convento delle Benedettine, già collegate con ascensore da Salita Ripa o, in subordine, della Casa del Divino Amore.
Sei milioni di euro, sono una risorsa da non perdere, – conclude il Prof. Vito Pindozzi – ma non possiamo accettare passivamente che quello che potrebbe essere una formidabile opportunità diventi l’ennesima colata di cemento che deturperebbe per sempre uno dei posti più belli della nostra città. E’ anche ora di dire basta a questa pletora di sciacalli politici o pseudo tali che sgomitano per attribuirsi la palma del “miglior passacarte”, quando invece avrebbero dovuto ascoltare i cittadini su questioni fondamentali come queste, fare un’analisi delle reali necessità del territorio, elaborare progetti condivisi e impegnarsi per trovare le risorse necessarie.
E’ troppo tardi? No, non è mai troppo tardi quando si può
Eboli, 31 maggio 2014
Penso proprio che sia tropo tardi per fare questo tipo di riflessioni. Il 28 maggio sono stati approvati gli schemi degli atti di gara (vedi su albo pretorio del Comune) e tra qualche giorno partirà la gara di appalto che vedrà l’inizio dei lavori, ottimisticamente, per metà settembre inizio ottobre. Speriamo solo che questa opera porti dei reali benefici alla città….
BRAVO DON ENZO
Porterà TALE OPERA lavoro + servizi sociali,in un momento asfittico, di certo un bene,chi critica lo fa perché vuol assurgere a sfasciacarrozze,Dio ne scampi da questi negativi un tanto all’etto!
Mi dispiace che una persona notoriamente seria ed equilibrata come Marco Naponiello si lasci andare in giudizi sommari e del tutto fuori tema rispetto ai problemi posti dalle mie osservazioni.
Ho premesso che l’opera in se è meritoria e che va dato atto a Don Enzo Caponigro di essersi è prodigato con tutti i mezzi per far approvare la sua idea. I progettisti sono persone serie che hanno dato il meglio sulla base delle indicazioni ricevute. Ho esplicitamente detto che sei milioni di euro sono una formidabile opportunità da non perdere. Detto questo, mi sono permesso di far osservare che il luogo prescelto non è il più idoneo alla realizzazione dell’opera, perché è l’ultimo lembo della cortina scenografica naturale del nostro castello, così come storicamente si è stratificato nella memoria collettiva da mille anni a questa parte. Inoltre è anche un’area sensibile dal punto di vista archeologico, nonché area pubblica da riqualificare per dare respiro al centro storico. Ho indicato le alternative che potevano essere praticate riqualificando e rilanciando straordinari contenitori monumentali e culturali che rischiano di cadere in rovina. Se dire queste cose significa essere “sfasciacarrozze”, sono fiero ed orgoglioso di esserlo, perché non voglio consegnare il mio cervello all’ammasso e smettere di pensare che altre strade erano e sono percorribili e che non devono esistere metodi più democratici e partecipativi per gestire gli interventi sul territorio.
Gerardo ha ragione, forse è tardi per cambiare la rotta, ma non è tardi per far intendere a chi si affretta a banchettare con i soldi pubblici che vi è nel paese una diffusa consapevolezza che la bellezza del paesaggio e la stratificazione storica e culturale è una risorsa per noi e le prossime generazioni, che va valorizzata e non distrutta.
Dr. Pindozzi,i negativi e sfasciacarrozze non è riferito a lei,e mi scuso se il mio scritto possa dare tale impressione,la mia reprimenda era verso altri commentatori,su questo argomento e su altri trattanti problematiche che siano potenzialmente arricchenti il panorama eburino!
Di contro,le sue osservazioni di natura paesaggistica architettonica,oltre che di matrice storica, sono condivisibili od opinabili,ma legittime e dettagliate.
Ella di certo non potrà negare un certo qualunquismo da parte di troppi commentatori,un “tanto meglio tanto peggio” e del tenore,si fa qualcosa,”si sprecano soldi” si fa nulla ” pensano solo a se stessi”,la critica tanto per,dei tuttologi del nulla ha avvelenato di demagoghi d’accatto la nostra Nazione come la cittadina che amiamo.
Mi scuso se Ella si sia sentita dalle mie improvvide parole giustamente,offesa,mi sono spiegato in maniera poco acconcia alla bisogna.
Buona Domenica
Io invece condivido le preoccupazioni di Vito Pindozzi che non sembrano dettate affatto da una volontà distruttiva. Anzi. Sono le preoccupazioni per la salvaguardia di un territorio che rappresenta un lembo della millenaria storia ebolitana.
Ricordo le antiche scale erbose ed alberate che conducevano all’ingresso del convento di san Pietro alli Marmi. Furono distrutte per consentire il passaggio delle macchine!
Credo che nessuno dovrebbe rimanere insensibile di fronte alle preoccupazioni di chi vorrebbe evitare che si commettesse uno scempio ancor più grave nel cuore di quell’area di enorme impatto storico-culturale con sciagurate colate di cemento armato.
credo che nessuno voglia rimanere insensibile al grido di dolore di tanti inoccupati-disoccupati residenti sul territorio.
Non esibiamo motivazioni ostruzionistiche,la struttura tra diretti ed indotto darebbe lavoro ad una 50na di unità,con ricadute di reddito circolante su attività commerciali,ormai esangui,e già la cantierizzazione sarebbe boccata d’aria per gli edili.
“Abbiamo la cultura in mano a una struttura ottocentesca, non può basarsi sul sistema delle sovrintendenze” (frase pronunciata all’indomani della vittoria di Renzi alle primarie del PD l’8 dicembre 2013)
Oggi vi sono strumenti legislativi più snelli, l’articolo 4 comma 16 modifica il decreto legislativo 42/2004 in materia beni culturali e paesaggio, innovando il peso specifico dei soggetti che vi intervengono. La novità consiste nell’introduzione di un silenzio assenso della Soprintendenza (amministrazione centrale) decorsi 90 giorni da quando riceve gli atti, nei casi in cui gli strumenti urbanistici risultino adeguati alle previsioni paesaggistiche.
In precedenza, le procedure in materia ambientale collegavano sempre al silenzio un ostacolo all’attività edilizia, costringendo i privati a contestazioni giudiziarie o a modifiche di progetto. La procedura attuale, per costruire su aree e immobili vincolati, parte dall’articolo 146 del decreto legislativo 42/2004, con un’istanza da indirizzare all’autorità competente alla gestione del vincolo (Regione o ente suo delegato: Provincia, Comune o ente parco). Il soprintendente, organo decentrato del ministero, deve esprimere il proprio parere, obbligatorio ma non sempre vincolante. In particolare, il parere del soprintendente non è vincolante se lo strumento urbanistico comunale (piano regolatore o altra sigla) risulta adeguato al piano paesaggistico. Proprio nei casi in cui il parere della Soprintendenza non è vincolante, e vi è un giudizio favorevole della Regione, il Dl 70 converte il silenzio della Soprintendenza in assenso tacito.
Non capisco! Ma se esistono tutte queste preoccupazioni perché’ non si è discusso prima?Questa opera e’ stata progettata diversi anni fa e ricordo anche che è’ stata presentata alla cittadinanza in diverse occasioni. E’ stata poi approvata, nei suoi livelli di progettazione tecnica, dalle giunte Rosaria Melchionda.
Ora che l’opera è’ stata finanziata, e che ormai non possono essere prese decisioni diverse salvo retromarcia dell’amministrazione e perdita di 6 milioni di euro, ci facciamo venire tutti questi dubbi? Forse È il caso di fare tutti un po’ di autocritica sulle modalità’ e tempistica di partecipazione alla vita politica. Solo una partecipazione “tempestiva” priva di personalismi e di interessi, che ha come base l’amore per il proprio territorio e le proprie origini può’ dare un serio contributo per lo sviluppo del nostro territorio… W Eboli
VOLETE IL LAVORO E LO SVILUPPO,MA NON VOLETE IL CEMENTO,CONTINUANDO,IN OGNI DOVE E’ UN OLTRAGGIO AL PAESAGGIO,INSOMMA SE GLI AMBIENTALISTI FOSSERO VISSUTI SECOLI FA,NON AVREMMO LE BELLEZZA ARCHITETTONICHE DISSEMINATE SU CALLI E LITORALI DELLA PENISOLE!
SECONDO QUESTA LOGICA ANCHE IL CASTEL DELL’OVO O PIAZZA PLEBISCITO AIN QUEL DI PARTENOPE SAREBBERO OBBROBRI!
CARI AMICI,SENZA CATTIVERIA…FATE PACE COL VOSTRO CERVELLO,TUTTO E IL SUO CONTRARIO SONO INCOMPATIBILI,E NON LAMENTATEVI POI…
mons.Caponigro sono anni che combatte bipartisan sul fronte politico,per il finanziamento di questo Ospizio,perchè di Ospizio principalmente si tratta.
Srebbe obene un altra realtà del famoso terzo settore che di qua a poco,dovrebbe affacciarsi sul nostro territorio,un servizio importante,fondamentale forse, per anziani in disabilità e una occasione di rilancio dell’occupazione professionale tanto umiliata negli ultimi dieci anni.
Vi invito a non roviniamo tutto col “sesso degli angeli”,cerchiamo di essere concreti,Thomas Hobbes affermava,”primum vivere, deinde philosophari” come richiamo a una maggiore concretezza e a una maggiore aderenza agli aspetti pratici della vita;
NON AVVITIAMOCI SUL NULLA,O AL MASSIMO SUL POCO,CON QUESTO NON SI METTE TAVOLA NE SI PAGANO LE BOLLETTE,PER DIRLA “POTABILE”,ALLA PROSSIMA!
CARO PINDOZZI DELLE PIETRE OCCASIONALI,CHE SBUCANO IN OGNI DOVE E DELLE SOPRAINTENDENZE CHE GIA’ HANNO OSTACOLATO TANTO LO SVILUPPO CON L’ECCESSIVA BUROCRATIZZAZIONE,PERD E C E N N I,NE ABBIAMO PIENE LE SCATOLE.
NON POSSO E NON DEBBONO CONTINUARE A FARLO,SE PENSIAMO A ROMA,E SE AD OGNI PIETRA SI BLOCCASSE TUTTO,INTESO COME CANTIERIZZAZIONE,CIAO METRO,CIAO SVILUPPO.
MI PERDONI PER L’AFFLATO,MA LA VOCE DELLA GENTE,CHE LEI FORSE NON ASCOLTA,O ASCOLTA MALE, E’INANZITUTTO IL LAVORO,FORSE LEI NE HA USUFRUITO COME TANTI DELLA SUA GENERAZIONE,MA DAGLI UNDER 35 ,FINO A TANTI OVER 40,I DATI SONO DRAMMATICI.
POI PENSI AGLI ANZIANI OSPITI,AL LORO EQUILIBRI PSICHICI,INVECE DI ESSERE “OSPITATI” IN COMUNI VICINIORI,VERREBBERO ALBERGATIE CURATI NELLA LORO CITTA’,CON I PROPRI AFFETTI DI SEMPRE.
Grazie delle osservazioni,speriamo che dopo questi leziosi sofismi o fondi non vadano persi.
Di tutta questa storia la cosa che piu’ mi ha impressionato sono state le “scerpole” che ho letto nel manifesto del reverendo padre…..scrive meglio Giovanni il grillino dell’ultim’ora …..ma possibile che un prete possa arrivare a tali nefandezze grammaticali ….ha frequentato un seminario…o il titolo lo ha conseguito alla scuola R.dio El…ra ?