L’imprenditore battipagliese del “Gruppo San Luca” Carlo Vitolo e suo fratello Cosimo, sono stati assolti con formula piena dalle accuse a loro carico, perché il fatto non sussiste.
A stabilirlo è stata una Sentenza emessa dalla seconda Sezione penale, del Tribunale di Salerno, presieduta dal Giudice Vincenzo Siani. La vicenda risale al 1991. 14 anni per stabilire la verità dei fatti.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – L’imprenditore Carlo Vitolo del “Gruppo San Luca” di Battipaglia e suo fratello Cosimo – si legge in una nota stampa pervenutaci – sono stati assolti dalle accuse a loro carico perché il fatto non sussiste. E’ di ieri la sentenza emessa dal Tribunale di Salerno, seconda sezione penale, presidente Giudice Vincenzo Siani.
“Esprimo una misurata soddisfazione di fronte alla sentenza che mi assolve da tutte le imputazioni a mio carico. – Dichiara soddisfatto ma nello stesso tempo amareggiato il Patron del Centro Congressi San Luca di Battipaglia, nel commentare la notizia che arriva a distanza di 14 anni dai fatti a lui addebitatigli – Misurata sia perché le lungaggini del procedimento giudiziario hanno portato ad alcune prescrizioni, sebbene la sentenza definisca anche nel merito la mia innocenza, sia perché 14 anni per attendere una sentenza e la conclusione di un processo sono una sconfitta per tutti: gli imputati, gli avvocati, i magistrati inquirenti, il collegio giudicante.
In ogni caso ora questo incubo è finito, – prosegue Vitolo manifestando tutta il sua amarezza per quella che è stata per lui un incubo lungo 14 anni e che gli ha procurato non pochi dispiaceri, oltre che notevoli problemi che hanno inevitabilmente toccato la sfera umana, personale, familiare e quella del lavoro e delle attività imprenditoriali sue e della sua famiglia – sono uscito da un lunghissimo tunnel e finalmente sento il mio animo sgravato da un peso insopportabile: il peso del dubbio e del sospetto, che questo castello accusatorio totalmente infondato aveva alimentato.
In queste ore – Conclude l’Imprenditore battipagliese Carlo Alberto Vitolo come appare sul dispositivo – devo esprimere due ringraziamenti: Il primo va al Presidente del collegio giudicante, Giudice Vincenzo Siani, che ha mantenuto equilibrio ed estrema correttezza in tutte le fasi del dibattimento; Il secondo va a mia moglie, ai miei figli e ai tanti amici che hanno sopportato i momenti bui e mi hanno trasmesso la forza per resistere e guardare al futuro con ottimismo e fiducia”.
Senza entrare nel merito della sentenza, del castello accusatorio e dell’intera fase processuale, ritenendo non sia giusto ricordare momenti e fatti che in ogni caso toccano chiunque ne sia stato coinvolto e specie chi si sente estraneo a fatti contestati, resta il fatto che una lunga storia si conclude positivamente.
E come si fa a non esprimere il proprio rammarico quando si attende come in questo caso, ma come in tantissimi altri, 14 anni per avere giustizia? Quanta amarezza procura un’attesa così lunga? Quanti, quali e di che dimensione sono i danni che si procura? Come si può ripagare chi per veder riconosciuta la propria estraneità deve subire estenuanti attese fino magari ad arrivare anche a dubitare delle istituzioni e nella fattispecie dell’Ordinamento Giudiziario, ritenedo per nulla giusta quella “giustizia”? Perché un Processo sia giusto e indipendentemente dall’essere innocente o colpevole, quanto deve durare senza farlo diventare un incubo?
Ed è questo che ci amareggia ed è questo che spesso fa vacillare anche l’uomo più democratico quando si incappa in queste maglie. Ma quante persone che subiscono questa sorte finiscono per precipitare nel “burrone” e non riscire più a risalire la china? Di queste storie se ne sentono a centinaia, troppe, e dalle nostre parti tra Battipaglia, Eboli, Salerno, Cava e altre cittadine, da Scafati a Sapri a decine sono stati imprenditori che non si sono più rialzati, proprio perché i processi non avevano mai una fine.
E se le spalle di Carlo Vitolo non fossero state solide e le sue attività non fossero state differenziate, e se non avesse avuto la forza e la vicinanza, come egli stesso ha tenuto a sottolineare, della sua famiglia e dei suoi amici che gli hanno dato la forza di resistere e di andare avanti, che cosa sarebbe successo, avrebbe subito la stessa sorte di tante persone e di tanti imprenditori e tante sane realtà imprenditoriali finite in malo modo rovinando sacrifici e smorzando speranze e futuro?
Fortunatamente in questo caso, anche se con tante ammarezze e tanti brutti ricordi, la vicenda ha avuto un epilogo lungo ma positivo, e ora è il caso che vi sia un riconoscimento per lui e per coloro i quali hanno vissuto la stessa esperienza che gli dia il “Diritto all’oblio“, perché un seplice ricordo, semmai involontariamente o artatamente richiamato non sia uno sfregio e non rappresenti una forzatura che non può altro che rafforzare il disprezzo per chi viola quel diritto.
(L’articolo è stato modificato nella parte del nome di battesimo di Vitolo in “Carlo Alberto” così come appare sul dispositivo).
Battipaglia, 29 maggio 2014
anche se con grande e ingiustificato ritardo fa piacere che la giustizia trionfi. ci si augura sempre con tempi certi e soprattutto celeri
Sono felice per Carlo, uomo dotato di un giusto mix di sensibilità e generosità. Dispiace che abbia vissuto un incubo, lungo 14 anni, non degno di un paese civilmente e politicamente “corretto”!
spero che carlo non molli e continui x il risarcimento danni a quella merdaccia di ex segr romano del ministro conte e primo a tradire e denunziare x rubare soldi alla gente onesta e che lavora
Che amarezza. Queste sono quelle cose che ti fanno allontanare dalla legge.
Sono daccordo perche’ si dimentichi e si dia l’onore alle persone che hanno subito queste esperienze, ma difficilmente credo si potra’ dimenticare. Io per esempio, sono tormrntato dagli incubi notturni che mi fanno rivivere dolorosamente la brutta storia che mi e’ capitata.
Faccio gli auguri al sig. Vitolo e a tutti i “Vitolo” del mondo che sono state vittime di queste brutte storie.
Ho molto rispetto della giustizia e ho rispetto per le leggi, cosi’ come ho rispetto delle Sentenze, ma effettivamente 14 anni sono veramente troppi, dobbiamo pretendere una riforma della giustizia, ma evitando di limitare i poteri dei magistrati,ma intervenendo sui processi e la tempistica, non escludendo anche i ruoli, per garantire il processo giusto ed evitare che lo stesso magistrato possa avere ruoli diversi nel corso della sua carriera.
Ora pero’ fare i complimenti a Vitolo e’ il minimo che si possa fare, perche’ ha affrontato il processo senza ricorrere alle prescrizioni, anche se per essere assolto ha dovuto aspettare 14 anni. Complimenti e da oggi e’ un altro giorno.
E’ giusto riconoscere l’innocenza di Vitolo e di rispettare la sentenza e la legge, ma non dimentichiamo quello che accade nella Sanita’. Nello stesso tempo pero’ bisogna riconoscere che alcune realta’ che operano nella Sanita’ privata funzionano e bene. Il Centro San Luca a Battipaglia come la clinica Salus e come il Centro Elaion a Eboli funzionano e anche bene e magari possono anche non piacerci i proprietari o chi li gestisce, ma funzionano e vanno rispettate.
Certo che delle due l’una: o sono proprio un ignorante creativo di diritto processuale penale oppure è la prima volta nella storia che un Giudice proscioglie per sopravvenuta prescrizione del reato e nel contempo assolve l’imputato perché il fatto non sussiste. Ora, poiché sono abbastanza creativo, vorrei capire: l’imputato ha forse rinunciato alla prescrizione? Perché i giornalisti continuano con il vizio di pubblicare MAI i dispositivi (o addirittura le motivazioni) dei provvedimenti giurisdizionali? Forse perché queste (rispettabilissime, come tutte) testate giornalistiche hanno l’obiettivo di rivolgersi sempre e soltanto alla massa che per definizione è ignorante (nel senso che ignora)? Evviva Battipaglia!
le tue osservazioni tecniche,dunque fatte da professionista del settore, sono una corretta reprimenda verso un giornalismo di carta stampata facilone e sensazionalista.
AL CORSO DI DIRITTO PROCESSUALE PENALE DEL DUO DALIA-FERRAIOLI SI SOTTOLINEAVA SEMPRE CHE DAL PROCESSO EMERGE LA VERITA’ DEGLI ATTI,SPERANDO CHE QUELLA DEGLI ATTI SIA CORRISPONDENTE A QUELLA DEI FATTI!
Non metto in dubbio che la «verità processuale» deve tendere sempre alla «verità fattuale». Evidentemente il mio commento è stato male interpretato e prescinde dal nominativo dell’imputato (si può chiamare Berlusconi, Prodi, De Luca, mi è del tutto irrilevante). Ho evidenziato soltanto la mia perplessità su come sia possibile che il Tribunale possa avere assolto – nel merito – l’imputato e nel contempo lo abbia prosciolto per prescrizione. Delle due l’una: o la notizia data non è veritiera oppure tra i tanti (presumo) capi di imputazione alcuni sono stati ritenuti infondati (e quindi assoluzione nel merito) e per altri invece non vi è stata decisione nel merito per sopravvenuta prescrizione dei reati (prescrizione a cui – come è noto – l’imputato può sempre rinunciare prima della decisione). Leciti dubbi ai quali – non avendo la testata giornalistica pubblicato il DISPOSITIVO della sentenza (ma soltanto trascritto de relato dichiarazioni dell’imputato) – finora non è stata data una risposta.
Per dilettante allo sbaraglio,
non ho affatto interpetrato male il suo post, ho solo voluto voluto specificare “ad adiuvandum” questioni di carattere generali rispetto a quello che si intenda per “Processo giusto” e non entrare nelle vicende processuali è solo rispetto della sentenza e delle persone che ne sono coinvolte.
La sentenza è un atto pubblico e chiunque può accedervi se ha intenzione di approfondire.
La mia è una scelta, proprio per evitare che poi si passi ad un processo “post processo” e non transigo, di quì le mie considerazioni che non vogliono minimamente ne ricordare ne riaprire qualche cosa che al contrario proprio per la Sentenza cintercorsa si è chiusa. Ho espresso solo la perplessità e un giudizio sul tempo sia nell’articolo che nella precisazione riguardo ad i diritti soggettivi, e non ho affatto intenzione di veicolare processi postumi che non hanno nessuna valenza se non quella di “riaprire” e ricordare, come alcuni in questo caso o in altri intende fare per altri scopi.
Riguardo a quelle risposte che vuole extragiudizio le dovrebbe pretendere dall’Ufficio in un altro alveo che sicuramente riguarda la revisione del processo e una riforma della giustizia senza però stravolgere il quadro di garanzie che i tre gradi di giudizio garantiscono.
Grazie per i suoi interventi, Massimo Del Mese
Per dilettante allo sbaraglio e Leguleio,
se il giudizio che si da ai “giornalisti della carta stampata” per certi versi è vero, per altri è comprensibile, anche perché spesso sono incomprensibili i meandri delle leggi, tuttavia poiché i famosi giornalisti o cronisti che siano spesso nel riportare gli avanzamenti del processo o i dispositivi finali, non essendo della materia specifica, sebbene alcuni sono secialisti nel seguirli, rendono incomprensibili anche gli assunti.
Nella fattispecie con l’assoluzione è emerso, quello che “Leguleio” dice, la verità dei fatti, verità che viene fuori con la Sentenza stessa dagli elementi di cui agli atti processuali, e poichè i processi si basano sui fatti e non sulla “religione” o sulla “ideologia”, si ritiene che le sentenze si devono rispettare e non aggiungervi la coda del sospetto, altrimenti si corre il rischio di appartenere ai “giustizialisti” e non ai fautori della giustizia, ritenendo sempre che quegli atti poi siano rispondanti ai fatti.
In questo articolo, non a caso, non si è voluto entrare nei meandri tecnici del processo, tenuto conto che è durato 14 anni, e solo questa condizione di per se ci dice come non sia giusto per nessuno attendere quel tempo perché quelle verità dei fatti siano emerse fino ad essere poi corpo della sentenza.
Se si è cultori del diritto si comprende perché non si entra nel merito, e si comprenderà anche quanto sia ingiusto sia per chi è innocente o colpevole, di per se, che un processo duri tanto.
Se poi nel frattempo intercorre per alcuni la prescrizione ebbene si deve rispettare anche questo, perché sia la prescrizione che la decadenza rientrano nella sfera dei diritti soggettivi poichè in entrambe il passare del tempo determina la perdita di un diritto, e se per la prima (la prescrizione) si ha a riguardo delle condizioni soggettive del titolare del diritto, per la seconda (la decadenza) si ha solo a riguardo del fatto obiettivo del mancato esercizio del diritto, in soldoni la perdita di change. Quindi in entrambe il tempo è determinante essendo per l’una la “durata”, per l’altra la “distanza”, e ancora mentre per l’una il fondamento è di ordine “pubblico”, per l’altra è di interesse “privato” , ma entrambi sono una garanzia per il processo stesso poiché sempre rispetto al diritto soggettivo la prescrizione è riferibile ad un obbligo di legge.
Ciò detto, in ogni caso, tutti dovremmo augurarci che la condizione per un Processo giusto, oltre alle regole è determinante anche il tempo, anzi è fondamentale perché il Processo non diventi un incubo ed ingiusto, anche se sopraggiunge una sentenza positiva.
Massimo Del Mese
Egr. dott. Del Mese ciò che Lei ha scritto è pienamente condivisibile ma – sia consentito eccepirle – è fuori luogo. Qui nessuno contesta il diritto alla prescrizione, ci mancherebbe, né tanto meno che l’imputato sia stato ritenuto innocente oppure la abbia fatta franca per prescrizione (cui, ci mancherebbe, nemmeno io, qualora imputato, mai rinuncerei). Né – sia consentito – a me personalmente può importare se l’imputato sia stato assolto, prosciolto o condannato. Ciò che a me invece, in qualità di suo lettore che nutre stima nei suoi confronti, interessa e pretendo da Lei – nel caso di specie – è la giusta informazione nel senso che vorremmo capire (perché io francamente non l’ho capito ancora) se (e quali) reati (evidentemente entro la data di decisione non caduti ancora in prescrizione) sono stati ritenuti infondati (e quindi assoluzione nel merito) oppure se (e quali) i reati contestati all’imputato sono caduti in prescrizione.
La vera (e libera) informazione va fatta sempre pubblicando le «carte», non certamente come da anni assistiamo nel campo del diritto amministrativo dove miracolosamente si fanno passare ordinanze per sentenze e addirittura sentenze di rito per sentenze di merito sostanziale (ovviamente mai pubblicate)!
Con immutata stima.
Un dilettante allo sbaraglio.
DI CERTO CI VOGLIONO LE CARTE,OVVERO PER INIZIARE,IL MERO DISPOSITIVO,CHE E’ L’ORDINE GIUDIZIALE,DI SEGUITO LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA CHE ex post VENGONO PUBBLICATE,DA CUI SI RICAVANO LE ARGOMENTAZIONI LOGICO GIURIDICHE DELLA SENTENZA STESSA.
NOTIZIE aliunde,OVVERO NON DIRETTE SONO DI FACILE DIS-INTERPRETAZIONE…
CONCLUDO CO, DIRE CHE DEGLI ISTITUTI DI GARANZIA SI E’ FATTO UN USO IMPROPRIO NEGLI ULTIMI VENTI ANNI,SVUOTANDOLI COSI DELLA LORO NOBILE FINALITA’ E RIDUCENDOLI IN TROPPI CASI AD ODIOSI MEZZI OSTRUZIONISTICI,TENDENTI SOLO A DILUNGARE I TEMPI PER ARRIVARE ALLA PRESCRIZIONE,O AD ASSOLUZIONI pro-forma.
CMQ AUGURI ALL’INTERESSATO DELL’ARTICOLO DI CUI SOPRA,DEL RESTO CARNELUTTI AFFERMAVA CHE IL SEMPLICE SOSPETTO,ANCOR PRIMA DI ESSERE SOTTOPOSTO A PROCEDIMENTO,NONCHE’ PROCESSO,E’ UNA ANTICIPO DI SOFFERENZA DUNQUE DI PENA,E PER LE PERSONE INNOCENTI,UNA ZAVORRA INSOPPORTABILE!
sono carlo vitolo, mi rivolgo al dilettante allo sbaraglio:ho capito chi sei, abbi gli attribbuti di dichiararti chi sei, x il momento scrivo solo le tue iniziali SA LUI(poiche’ io sono una persona perbene tu NO)io carlo vitolo sono stato ASSOLTO DALLE TUE ACCUSE INFAMANTI DI ESTORSIONE. IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA lo verro’ apublicare in piazza ad EBOLI,ma solo dopo che ti sara? notificata dal mio avvocato la richiesta di RISARCIMENTO X DANNI ECONOMICI E MORALI. quindi aspetta la NOTIFICA e rispondimi con il tuo pseudo AVVOCATO DI FAMIGLIA. P.S dimostrero’ a tutti come volevi TRUFFARMI
a
Egr. sig. Vitolo, dispiace veramente che Lei abbia sbagliato persona. D’altronde io non ho nulla contro di Lei, anzi (chieda al dott. Del Mese il quale è autorizzato a dirle chi sono). Preciso che non sono la persona che Lei indica. Dispiace invece che abbia non letto correttamente i miei post (forse inopportuni soltanto perché tecnici) che – se letti con serenità – non sono critici nei suoi confronti ma semplicemente, da persona seria (nel senso di studiosa) quale sono, pongono criticamente un problema (esclusivamente di natura processuale) che soltanto la lettura integrale del dispositivo (della sentenza) può risolvere. Tutto qui. Che dirle? Davvero mi dispiace dell’equivoco sia per quanto riguarda il fraintendimento di persona sia per quanto riguarda la lettura (non serena) dei miei post (che tra le altre cose mai hanno espresso valutazioni sulla sua persona a maggior ragione in quanto non conosco neppure i capi di imputazione) e posso assicurarle, contrariamente a terzi, che sono una persona libera (e per di più a volte anche cliente del suo ristorante) ed anche io – sia consentito – perbene.
Se utilizzo tale nickname non è perché non abbia gli attributi ma è semplicemente perché non mi va (quale mio stile di vita) che il mio nome e cognome. Non è una questione di «attributi». D’altronde, sono una vecchia conoscenza del presente blog del dott. Del Mese.
Carissimo deve capire che non tutti i lettori sono (grandi principi del foro o cultori della materia giuridica) come lei stesso ha detto di essere. Ci sono tante persone che come me non lo sono affatto e la loro vita l’hanno trascorsa lavorando, basando le proprie fortune o sfortune sulle proprie esperienze e a proprie spese, confrontandosi quotidianamente con il mercato e con la vita, basando il proprio futuro su atti concreti e non fumosi. Quindi potrebbero essere persone che come me non capiscono il “quid” del suo intervento, e potrebbero ritenerlo pretestuoso e magari tendente a generare sospetti postumi soprattutto all’indomani di una assoluzione. Quindi la pregherei, se vuole continuare ad intervenire, di sottoscrivere le sue affermazioni, anche per non confonderle nelle tante altre anonime che non mirano ad una mera disquisizione giuridica ma a ben altri obiettivi, e così darmi l’opportunità di risponderla sempre concretamente, soprattutto assumendomi per intere le reponsabilia’ di cio’ che scrivo, in rispetto a chi apertamente si firma e si assume pubblicamente le responsabilità di quello che asserisce.
In questi anni ho dovuto sopportare troppi anonimi che hanno scritto lettere denigratorie, e se mi consente ne ho avuto veramente abbastanza e oggi mi sento di poter dire non ho l’intenzione di consentirlo più a NESSUNO.
Vitolo Carlo
Vorrei intervenire non entrando nel merito della questione giuridica in quanto non posseggo sufficiente competenza e quindi autorevolezza. Ma mi preme sottolineare che proprio quella concretezza e quello spirito d’iniziativa che contraddistinguono il Dott. Vitolo oggi parecchie decine di nuclei familiari hanno un’oasi di certezza in un deserto di disperazione. L’auspicio è che la sua voglia Dottore, non conosca pause o interruzioni.
dott vitolo ancora una volta lei ha dimostrato in silenzio la sua onesta’ parlando solo dopo la sentenza di assoluzione, ma soprattutto in questi 14 anni di essere l’unico imprenditore con gli attributi della provincia di salerno. Hanno tentato di distruggerla in tutti i modi i soliti parassiti o estorsori del nostro territorio. Questi falliti o parassiti non hanno mai avuto il buon senso di capire che solo persone come lei creano sviluppo, occupazione e benessere sul nostro territorio. AUGURI
Carlo auguri per l’assoluzione, chi ti conosce ha sempre creduto nella tua onesta’. Spero che ti candidi per sindaco di Battipaglia per due motivi il primo per il bene dei battipagliesi, ed il secondo perché penso che sei l’unico nel paese ad avere tutte le carte in regola
Auguri sinceri
Carlo a roma non si fa altro che parlare di te (in termini altamente positivo sia come grossa realtà imprenditoriali che umana ). Aspettano una tua discesa in campo politico, in bocca al lupo
caro antonio anche se con molto ritardo, ti ringrazio per il tuo affetto e stima, penso di essere a Roma nuovamente tutti i mercoledì e giovedì da ottobre. Salutami tutti gli amici