L’Associazione battipagliese Civica Mente sul Percolato: Facciamo il punto sulla situazione.
Bando agli allarmismi che potrebbero favorire soluzioni emergenziali favorendo soluzioni tampone ed infiltrazioni criminali. Conosciamo il fenomeno per perseguire una soluzione efficace.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Molto ciarlare si è fatto nelle scorse settimane sul percolato – scrive a nome e per conto dell’Associazione Civica Mente, in una lunga e dettagliata Relazione sul sito di stoccaggio provvisorio della Castelluccio Carmine Sica – che in molti pensano di aver visto sulla sommità del sito di stoccaggio temporaneo presente sulla collina del Castelluccio di Battipaglia. Ad avvalorare tali ipotesi, nate nel tessuto battipagliese, è stata scomodata anche “Striscia la notizia”.
Per rendere invece un buon servizio alla cittadinanza, l’associazione Civica Mente crede che ai cittadini debbano essere fornite informazioni complete e non solo conclusioni azzardate.
Per fare ciò è necessario partire dalla definizione stessa di percolato.
Nel Decreto Legislativo n° 36 del 2003, all’articolo 2 (Definizioni), lettera M, il legislatore nazionale fornisce la seguente definizione «“Percolato”: liquido che si origina prevalentemente dall’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi».
Dalla definizione appena fornita è chiaro che un liquido esterno che si trova nel punto più alto del sito di stoccaggio temporaneo non può essere percolato, semplicemente perché ancora non si è infiltrato nella massa dei rifiuti sottostante. E’ infatti durante il passaggio all’interno dei rifiuti che l’acqua prende il carico inquinante dei rifiuti e diviene, appunto, percolato accumulandosi, per effetto della gravità, alla base del sito di stoccaggio, non potendo travalicare i teli in materiale geotessile impermeabile che circondano l’intero volume dell’invaso adibito allo stoccaggio temporaneo dei rifiuti.
Quindi, cosa abbiamo visto in televisione?
Acqua stagnante. Per effetto della pioggia e di una forma ad avvallamento (zona 1, in figura), l’acqua piovana si accumula poiché non riesce ad infiltrarsi nel sottosuolo grazie al materiale impermeabile (teli di geotessile, o terreni a bassissima permeabilità, quali le argille). Come una piccola bacinella che si riempie e poi scorre fuori, quando le piogge sono abbondanti, la zona 1 della figura si riempie, supera il punto 2, e scorre lungo il versante 3. Il processo di scorrimento di queste acque, quindi, è totalmente esterno. Ciò fa sì che queste acque non possano essere percolato.
Perché viene fatto l’emungimento dei pozzi di percolato?
Una certa quantità di acqua, piccola, riesce comunque ad infiltrarsi all’interno del banco di rifiuti (zona 4, in figura). Un’altra quantità di acqua si genera all’interno degli stessi rifiuti (per processi fisici, chimici e biologici che qui non è il caso di analizzare). Tali quantità di acqua – che in tal modo scorrono all’interno dei rifiuti (zona 4 in figura), assumendone il carico inquinante – costituiscono il vero percolato. Questo liquido si accumula sulla base impermeabile (zona 5, in figura) dell’invaso del sito di stoccaggio temporaneo. Tramite pozzi appositamente previsti (punto 6, in figura), viene prelevato il percolato e smaltito da ditte specializzate
Ipotesi ardite.
Non raramente in questi giorni è possibile ascoltare tesi secondo le quali il sito di stoccaggio temporaneo sarebbe completamente pieno di percolato e per questo motivo il liquido sulla sommità non sia acqua bensì percolato. Purtroppo tale ipotesi non può avere nulla di vero poiché se così fosse, il percolato prima di affiorare in cima (zona 1, in figura) al sito, sarebbe fuoriuscito, come una fontana, dai pozzi di controllo (punto 6 in figura) che sono posti più in basso. E ciò senza scomodare particolari principi idraulici, ma per il semplice principio dei vasi comunicanti.
Il percolato è pericoloso?
Sì. Perché, come già affermato, esso trasporta il carico inquinante dei rifiuti e lo potrebbe portare nelle falde acquifere del sottosuolo.
Tuttavia, sempre l’associazione Civica Mente, ha analizzato, grazie a Vincenzo Cozza, i dati del registro tumori: da questi si evince come il quantitativo di tumori diagnosticati a Battipaglia rispetto alla media italiana non sia così devastante. Il problema riguardo alla mortalità, invece, è molto evidente per vari motivi, tra questi cure non idonee e diagnosi tardive. Inoltre i dati sconcertanti riguardano tumori non collegabili allo stato attuale dell’arte con l’inquinamento, come quelli delle vie respiratorie, testicolo e cervello. I tumori del sangue (leucemie) che potrebbero maggiormente collegarsi a tale tipo d’inquinamento o quelli gastrointestinali non hanno numeri degni di nota. Tale studio, presentato ufficialmente il 24 novembre 2013 durante il convegno “Contaminazioni”, è stato pubblicamente validato dal dott. Marfella, medico oncologo del Pascale di Napoli, specializzato nelle malattie connesse all’inquinamento dell’ambiente.
Ci piace lo stato attuale di mantenimento del sito di stoccaggio “temporaneo”?
No! Chiediamo, quindi, una rapida bonifica del sito per evitare che da “temporaneo” diventi “perenne”. D’altra parte ciò spetta ai cittadini battipagliesi che, a varie riprese, in quel sito, hanno accolto anche rifiuti provenienti da altri comuni.
Cosa fare?
In attesa della bonifica, è necessario attuare il piano di monitoraggio tipicamente adottato in questi casi:
- Monitoraggio delle acque interne al sito: analisi periodica del percolato.
- Monitoraggio delle acque di interfaccia: analisi periodica delle acque di sottotelo.
- Monitoraggio delle acque esterne: acque sotterranee e superficiali. (Coerentemente, l’ultimo è stato effettuato il 25 aprile 2014, come risulta da articolo apparso su La Città del 7 maggio 2014)
- Monitoraggio dell’aria nella zona: rilievo di metano, composti volatili specifici, indice di cattivo odore ambientale.
Ci piace condividere le conoscenze e le competenze con la città poiché riteniamo che ciò sia stato fatto raramente in passato, sottovalutando l’attenzione e l’intelligenza dei battipagliesi su queste tematiche.
D’altra parte è bene che la città abbia un reale polso della situazione per evitare accelerazioni che sarebbero assolutamente pericolose. Su queste tematiche, che riguardano la salute dei cittadini nonché milioni di euro di spesa pubblica, è bene mantenere alta l’attenzione. Allarmare inutilmente la cittadinanza non fa altro che accelerare processi cui siamo tristemente abituati: l’arrivo del politico di turno che promette la salvezza e la velocità, e subito dietro di lui aziende che si occupano di questi problemi con prezzi troppo bassi (ma che poi comunque lievitano e di molto) che, piuttosto che risolvere il problema, potrebbero aggravarlo.
E’ lo stesso procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, a dire che la camorra si appresta ad entrare nell’affare del futuro: le bonifiche.
Per approfondire
Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n° 36 – “Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti” (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 59 del 12 marzo 2003 – Supplemento Ordinario n. 40):
http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/03036dl.htm
Civica Mente – Battipaglia: inquinanti e neoplasie – Analizzare i dati scientifici per risalire e combattere le cause (di Vincenzo Cozza, 25 novembre 2013):
Le bonifiche ultima sfida della Camorra – “Così guadagneranno sui loro disastri” (di Giovanni Tizian, per la Repubblica, 5 settembre 2013):
Battipaglia, 28 maggio 2014