Giovedì 15 maggio 2014, ore 10.00, Biblioteca Provinciale di Salerno: “Piano Regolatore per la Cultura Salerno”.
Il “Forum Cultura Salerno”, promosso da un gruppo autogestito di cittadinanza attiva, nato a dicembre 2013 e composto da giornalisti, operatori, artisti, editori, docenti e appassionati vuole essere un laboratorio di trasformazione urbanistica.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Si presenta il 15 maggio alle ore 10.00, alla Biblioteca Provinciale di Salerno il “Piano Regolatore per la Cultura Salerno” (“PRG Cultura”), promosso dal Forum della Cultura, gruppo autogestito di cittadinanza attiva, nato a dicembre 2013 e composto da giornalisti, operatori, artisti, editori, docenti e appassionati. Il “PRG Cultura” viene proposto in una città dove negli anni ’90 si è avviato un importante piano regolatore urbanistico di Oriol Bohigas solo in minima parte realizzato; segnata da controverse e imponenti opere firmate da archistar internazionali che hanno suscitato grandi contrasti; interventi che hanno portato la città all’attenzione nazionale come laboratorio di trasformazione urbanistica ma hanno lasciato la vita culturale al di fuori da corrette prassi contemporanee, tantomeno europee.
Il “PRG Cultura” prende a prestito “regolamentazioni” comunali di altre città (in questo caso Cagliari) ispirate a buone pratiche di organizzazione della cultura, di destinazione degli spazi, di regole di trasparenza e buon governo. In essa si lanciano alcuni spunti come il Museo diffuso, il Laboratorio sul Paesaggio, il Polo Teatrale, la Città del Cinema, lo Spettacolo del Mare e altre proposte, per “Ricucire la città”, (secondo le teorie dell’antropologo francese Marc Augè) su base culturale in un percorso che recuperi Memoria, Identità. Siti storici, Produzione culturale e artistica e che valorizzi la bellezza architettonica e paesaggistica della città; la sua illustre tradizione della Scuola Medica Salernitana, gli antichi palazzi del Centro Storico, il rapporto privilegiato con il mare. Il PRG Cultura è stato messo on line con l’invito a produrre “ emendamenti”, proposte di modifica e suggerimenti; è un documento in progress integrato da numerosi contributi e verrà presentato al pubblico il 15 maggio per un ulteriore confronto e per la più ampia partecipazione. Hanno al momento aderito al gruppo Facebook del Forum Cultura Salerno 281 persone.
Nella giornata del 15 maggio, alla Presentazione del Piano Regolatore della Cultura, dopo i saluti di Barbara Cussino, direzione Musei e Biblioteche Provincia di Salerno, intervengono: Vittorio Dini; Pino Vuolo; Sergio Vecchio,“La cultura che c’era”; Tommaso Avagliano, (Marlin Editore), Collana sulla memoria “Filo Spinato”; Pietro Ravallese “Dalle periferie alla comunità”; Massimo Adinolfi; Antonio Braca (Soprintendenza BSAE), “Quale futuro per i Beni culturali a Salerno”; Andrea Manzi, ” Comunicare il territorio”; Franco Tozza, “Memoria e Teatro a Salerno”, Milva Carrozza, (Associazione Artura) “Vivere di cultura”; Gianluca De Martino (Legambiente) “Giovani e spazi sociali”; Valerio Falcone, (Fornace Falcone), “Impresa per l’arte”; Angelo Riviello, (Associazione Utopia, Campagna); Franco Forte, (Oedipus Edizioni), “Editoria e territorio”; Raffaella Di Leo, Italia Nostra; Nicolantonio Napoli (Casa Babylon Pagani), “Spettacolo e napolicentrismo”. Pausa Caffè. Segue dibattito aperto. Coordinano Luciana Libero e Anna Nisivoccia, promotrici del FORUM CULTURA SALERNO.
https://www.facebook.com/groups/forumculturasalerno/
www.bibliotecaprovincialedisalerno.com
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PIANO REGOLATORE DELLA CULTURA SALERNO
Il piano elegge come modello di riferimento alcuni piani comunali per la cultura, in particolare il Piano Comunale per le Politiche Culturali dell’Assessorato Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari, innovativo nell’impostazione teorica e nelle linee operative.
Il Forum per la Cultura Salerno si è formato nel dicembre 2013 con un incontro pubblico al Punto Einaudi, promosso dalla giornalista Luciana Libero e dall’operatrice culturale Anna Nisivoccia. Il Forum ha prodotto un primo documento, il Piano Regolatore della Cultura (PRG) con il quale vuole promuovere una diversa politica culturale per la città. L’idea di redigere un “Piano Regolatore della Cultura” è nata in una delle prime riunioni del Forum (copyright Marcello Ravveduto) e ha questo intento: in una città, dove negli anni ’90 si è avviato un importante piano regolatore urbanistico, segnata da imponenti ma controverse opere che ne hanno cambiato o hanno tentato di cambiarne il volto e l’identità, non si può non partire da questo segno per proporne un altro, rovesciato. Il PRG non è però solo un gioco di parole, per il quale si mutano i punti di riferimento conosciuti per indicarne altri diversi: è un mutamento di prospettiva che parte dai cambiamenti attuati o mancati nella nostra città per proporne altri, su altri piani finora non sufficientemente esplorati. Nessuna ambizione di regolamentazione della libera espressività culturale ma solo una bozza che prende a prestito “regolamentazioni” comunali di altre città (in questo caso Cagliari) ispirate a buone pratiche locali di organizzazione della cultura ormai di prassi consueta. In essa si lanciano alcuni spunti come il Museo diffuso, il Laboratorio sul Paesaggio, il Polo Teatrale, lo Spettacolo del Mare e via di seguito, per “RICUCIRE LA CITTA’” su base culturale in un percorso che recuperi Memoria, Identità, Produzione culturale e artistica. Con il PRG facciamo delle domande e tentiamo di dare delle risposte: ci piace la vita culturale di Salerno? Pensiamo che cospicue risorse destinate ad alcuni interventi potrebbero essere usate diversamente? Per cosa e come? Pensiamo che i tanti spazi restaurati della città potrebbero essere affidati ad artisti e operatori secondo procedure di evidenza pubblica? Pensiamo che in caso di contributi pubblici occorra adottare criteri e regole di selezione e di trasparenza? E quindi cosa possiamo fare noi? Il PRG è una prima – possibile – risposta, ma ce ne possono essere tante altre: sta a noi migliorare questa con il nostro contributo creativo e propositivo, o indicarne di nuove. Il PRG è stato messo on line con l’invito a produrre “emendamenti”, proposte di modifica e suggerimenti; è pertanto un documento in progress che è integrato da tali contributi e presentato al pubblico in un incontro sul tema. Salerno, 17/04/ 2014
INDICE
pag. 2 IL PUC DI ORIOL BOHIGAS E LA NUOVA SALERNO
pag. 3 COS’ E’ Il PIANO REGOLATORE PER LA CULTURA
pag. 5 I PRINCIPI GENERALI
pag. 7 LE AZIONI
pag.10 I SERVIZI
pag. 11 LE RISORSE
pag. 12 CONTRIBUTI
“Nuova coscienza di identità. Nuova esigenza di urbanità. Città delle nuove tecnologie. Città della cultura. Città sostenibile. Questa è la Salerno del futuro” Oriol Bohigas
“Come ritrovare la città perduta? Nel mondo globale la risposta si impone in termini di spazio: ripensare il locale…È necessaria una vasta opera di «rammendo», ritracciare frontiere, vale a dire soglie, passaggi, porte ufficiali, per far saltare le barriere invisibili dell’esclusione”. Marc Augé
Il PUC DI ORIOL BOHIGAS E LA NUOVA SALERNO
Il 13 gennaio 1992, dopo alcuni contatti con lo studio MBM Arquitectes, S.A. di Barcellona, il Consiglio Comunale di Salerno incarica l’architetto Oriol Bohigas, della redazione del nuovo PRG; la convenzione vene sottoscritta il 26 aprile 1993. Il 20 aprile 1994 la Giunta Municipale approva il “Documento Urbanistico Programmatico“, redatto dall’assessore Fausto Martino, contenente i criteri guida e gli indirizzi urbanistici da sottoporre all’esame del Consiglio Comunale. Inizia così il lungo processo per configurare una Nuova Salerno. Nel ‘98 il CENSIS, in collaborazione con la fondazione Carisal – Sichelgaita di Salerno ed il supporto dell’Ufficio di Piano, censisce le attrezzature sociali esistenti sul territorio. Nasce il progetto “Salerno Città Europea”, che prevede come linee strategiche: le attività turistiche; le attività produttive d’innovazione legate alle nuove tecnologie; lo sviluppo dell’economia della logistica grazie al porto ed alla rete infrastrutturale; la manutenzione diffusa e la riorganizzazione urbana. Un altro rapporto dell’Ufficio Turismo rileva la presenza di un grande patrimonio pubblico di quadri ed opere d’arte e gli eventi culturali e turistici dal potere attrattivo. Infine, il Piano Strategico per lo Sviluppo Turistico individua alcune ipotesi: un acquario con struttura educativa e di ricerca, in prossimità del mare; la promozione del divertimento notturno con teatro, cinema, multisale; un impianto polivalente per lo sport, la musica e le fiere e uno spazio per nuovi eventi; l’arricchimento dell’offerta gastronomica; la valorizzazione della specificità del centro storico con un polo museale-monumentale che offra itinerari storici, artistici, culturali e architettonici; la valorizzazione del porto commerciale (poli cantieristici, nautica, scali crociere etc.) e la creazione di porti turistici (Molo Manfredi, S. Teresa), la riqualificazione delle spiagge con il disinquinamento del golfo e la conquista della bandiera blu dell’Unione Europea. Tra gli obiettivi principali “la costante promozione di attività sociali e culturali che proiettino la città di Salerno ad alti livelli di considerazione internazionale e che generino una vita interna di grande comfort individuale e collettivo”. Un altro aspetto è quello dell’intensità dell’attività culturale con l’individuazione di immobili pubblici o aperti al pubblico, con destinazione culturale: “Se vogliamo che questi edifici rendano socialmente, sarà necessario attribuire adeguate funzioni e definire una gestione molto attenta. Il Comune deve far sì che Salerno diventi una città di cultura, specialmente riguardo alla sua antica tradizione dell’Università e delle istituzioni scientifiche che le appartengono. E bisogna potenziare attività già presenti come il teatro e gli spettacoli in generale, la musica, la letteratura e le arti plastiche, che possiedono punti di riferimento nella storia locale e nelle istituzioni esistenti” (dalla relazione di O. Bohigas).
COS’ E’ Il PIANO REGOLATORE PER LA CULTURA?
Riprendendo alcune delle linee guida del Piano Urbanistico avviato da Bohigas nel ’91, il Piano regolatore per la cultura vuole analogamente ripensare la città sul piano culturale, individuando nell’arte, nella creatività e nella cultura un motore di sviluppo del tessuto urbano, sociale ed economico della città. Il piano si configura come un documento programmatico di indirizzo che ha come obiettivo principale quello di condividere con la cittadinanza il percorso di costruzione e attuazione del progetto culturale per Salerno. Il documento, pubblicato on-line, sarà costantemente integrato nella parte relativa alle azioni al fine di assicurare una reale partecipazione.
Il piano della cultura parte dalla convinzione che il Piano Urbanistico (PUC) delineato a suo tempo da Bohigas per la città di Salerno sia stato in gran parte disatteso nella sua vocazione originaria, privato di uno dei capisaldi della costruzione della Nuova Salerno, l’idea di una città contemporanea, protesa verso il mare come elemento profondo di civiltà e di identità, amante della sua storia e dei suoi luoghi, dalla densa vita culturale, che nella riqualificazione architettonica e nel suo restyling avrebbe trovato una grande occasione di sviluppo della sua immagine e della qualità generale della vita dei suoi abitanti. La effettiva riqualificazione del territorio non può quindi non partire da tale mancata attuazione dello spirito della “nuova Salerno” provvedendo a colmare la parte mancante con un investimento, principalmente di idee, nel settore cultura, anche attraverso progetti che promuovano il multiculturalismo, il valore delle differenze, l’inclusione sociale e il rispetto dell’altro, in un dialogo costruttivo tra pubblico e privato. La politica culturale può essere una politica in grado di immaginare, progettare e attualizzare il futuro riuscendo a valorizzare le energie creative presenti, coniugandole con il sistema imprenditoriale, per rilanciare Salerno e renderla realmente un riferimento nel panorama culturale nazionale. Per fare questo è necessaria una riscrittura delle potenzialità in ambito artistico-culturale, dei modelli gestionali e organizzativi più idonei ed efficaci al fine di valorizzare il patrimonio (materiale e immateriale) esistente e individuare la cifra culturale vincente di una città. Va quindi ricucito un sistema di relazioni orizzontali (istituzioni, mondo culturale, della scuola, dell’università e della formazione, organizzazioni sociali, professioni, competenze, tessuto imprenditoriale) che a partire dal capoluogo sia in grado di allargare progressivamente i propri confini per abbracciare il territorio provinciale per affermarsi come distretto culturale, coniugando valorizzazione del patrimonio esistente con la contemporaneità.
PRINCIPI GENERALI
RICUCIRE LA CITTA’ su base culturale: significa non stravolgerne l’identità e fare di Salerno un laboratorio urbano di sperimentazione dei linguaggi, un punto di snodo per itinerari culturali abitati e vivi, capaci di sostituire alla mera fruizione il concetto di partecipazione e coinvolgimento attivo della cittadinanza. Una strategia di sviluppo che parta da una mappatura e reinvenzione delle istituzioni culturali quali centri di attrazione delle energie creative e artistiche aperti sul territorio. Il modello di sviluppo culturale implica una ridefinizione dei luoghi della cultura – siano essi i Musei, i Teatri o i Centri culturali, gli spazi pubblici e privati. Si tratta di immaginare e progettare la nuova geografia sociale e culturale di Salerno: non un intervento in astratto ma piuttosto una diversificazione concreta delle attività culturali, attraverso un potenziamento delle professionalità reali, già presenti sul territorio o da suscitare, e precise destinazioni e vocazioni tematiche dei luoghi. Questo vuol dire:
incentivare la qualità artistica e gestionale, e valorizzare le risorse umane presenti;
mettere in rete il patrimonio culturale, le biblioteche, le esperienze artistiche, i luoghi anche extra-urbani, gli operatori culturali e quelli economici, il pubblico e il privato;
definire i modelli gestionali, che sono l’indispensabile strumento per l’attuazione del progetto.
La concessione degli spazi e dei servizi, va attuata attraverso un dialogo tra istituzione e cittadinanza. Tali linee di azioni modello prevedono l’affidamento degli spazi culturali tramite procedure pubbliche, anche di finanza di progetto, nonché l’elaborazione di criteri certi di valutazione e monitoraggio e il coinvolgimento attivo delle professionalità del mondo culturale.
L’innovazione dei modelli gestionali è la base indispensabile per l’innalzamento della complessiva qualità artistico-culturale. La scelta della funzione di ogni singolo centro culturale si ripercuote sull’intero spazio cittadino e va accuratamente ragionata e studiata in relazione alla complessità e interezza del tessuto urbano. Il ruolo di capoluogo della città di Salerno e la sua collocazione possono far sì che l’attività dei centri culturali comunali possa essere un punto di riferimento dell’intero territorio provinciale (anche in previsione di una eventuale città metropolitana) e costituire un importante polo di attrazione turistica. Affinché i centri culturali comunali acquisiscano veramente questo ruolo complesso e rilevante nella nostra comunità, è necessario perseguire l’eccellenza nella programmazione e nella gestione, attraverso le vie della trasparenza, e del buongoverno e della ricerca di strategie creative, anche in vista del coinvolgimento di privati nel finanziamento delle attività.
I CRITERI
Gli spazi di proprietà del Comune di Salerno destinati ad attività culturali, vanno assegnati tramite procedure a evidenza pubblica o mediante la finanza di progetto, nel rispetto delle normative vigenti e delle linee guida sulla finanza di progetto (approvate dallo Stato con Decreto Legislativo dell’11 Settembre 2008, N. 152); per alcune strutture può essere promosso un concorso di idee per uno studio di fattibilità economica e gestionale.
Indirizzi per la concessione dei beni
Al fine di mettere i soggetti gestori nelle condizioni di garantire un’offerta culturale di alta qualità, perseguire il valore sociale della cultura (art. 6 del Codice dei Beni Culturali, D.lgs. n.42 del 22.01.2004 e successive modifiche) e poter sostenere le spese derivanti dalla gestione di spazi culturali, una buona indicazione viene dal parere, acquisito dal Comune di Cagliari in relazione al regime di tali beni, in particolare gli immobili storici o artistici, i centri culturali, i musei, le pinacoteche, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali: “posto che non possono essere oggetto di locazione ma solo di concessione, detto regime dovrà essere svincolato dal concetto di redditività minima, dal momento che gli stessi, normati da lex specialis quale il Codice dei Beni Culturali ( D.lgs. n.42 del 22.01.2004) e in ragione dell’attività in essi svolta, priva di rilevanza economico sociale, non possono essere assoggettati a una valutazione di mercato pari a quella di altri beni patrimoniali disponibili o indisponibili”. Il canone reso dal soggetto gestore può andare a compensazione con i servizi resi.
Finanza di progetto e partenariato pubblico-privato. La sperimentazione della finanza di progetto nell’affidamento degli spazi culturali incentiva il privato a partecipare sin dal momento della progettazione attraverso la presentazione di un piano di fattibilità, per il coinvolgimento di fondazioni bancarie, imprese e associazioni di categoria.
LE COMPETENZE
Direzione artistica-scientifica; Management e fundraising culturale; Marketing culturale; Curatori di Musei, Esperti di comunicazione; Direzioni scientifiche, Progettazione architettonica, Design, etc.
I REGOLAMENTI
L’ente pubblico dovrà dotarsi di un Regolamento per l’erogazione di contributi alle iniziative culturali sulla base di requisiti specifici, trasparenti e misurabili, che premino la qualità culturale e artistica insieme alla qualità progettuale e alla capacità gestionale, privilegiando la concentrazione delle risorse rispetto alla dispersione di finanziamento a pioggia. Il regolamento dovrà prevedere una griglia di valutazione, criteri con relativi indicatori di valutazione che costituiscano gli strumenti fondamentali per l’istruttoria dei progetti e siano in linea con il sistema di valutazione dell’Unione Europea, secondo principi di trasparenza ed equità. Può essere prevista l’introduzione di commissioni di valutazione composte da esperti riconosciuti e rinnovate periodicamente.
ISTITUZIONE DELLA CONSULTA DEGLI OPERATORI DELLA CULTURA
Viene introdotta la Consulta degli Operatori della Cultura, a norma dello Statuto comunale. La Consulta esprime pareri preventivi, nelle materie di sua competenza, su atti comunali di competenza del Consiglio Comunale e può formulare proposte agli organi comunali per l’adozione di atti e proposte per la gestione e l’uso di servizi e dei beni culturali. Le spese di funzionamento della Consulta sono a carico dell’Amministrazione Comunale, che assicura la sede e le eventuali attrezzature necessarie all’espletamento delle attività. Sono organi della Consulta: l’Assemblea Generale dei rappresentanti delle associazioni aderenti, il Consiglio Direttivo (C. D. ), le Assemblee di settore ed i Consigli di settore. L’Assemblea generale e le Assemblee di settore devono essere convocate almeno una volta all’anno e sono costituite da rappresentanti (uno per Associazione) designati da ogni singola associazione regolarmente iscritta, o da delegati, i cui nomi devono essere comunicati per iscritto. L’Assemblea generale elegge nella prima seduta il Consiglio Direttivo, composto da dieci componenti, di cui due per ogni settore. L’Assemblea generale discute e approva le proposte e le istanze delle associazioni aderenti e del C.D. Può delegare il C.D. a decidere in via d’urgenza su materie di sua competenza: l’Assemblea è presieduta dal Presidente del Consiglio Direttivo e, in mancanza del Vice Presidente. Delle riunioni di assemblea si redige verbale firmato dal Presidente e dal Segretario: per la validità delle deliberazioni si richiedono le maggioranze previste dall’art. 21 del c.c..
LE AZIONI
1. SPAZI DELLA MEMORIA
Fondazione Scuola Medica Salernitana; Convento di San Lorenzo; Palazzo Fruscione, Castello Arechi, Giardino della Minerva, Museo Papi, Museo Virtuale Scuola Medica Salernitana.
FONDAZIONE SCUOLA MEDICA SALERNITANA
Avviata nel 2007 dal Comune di Salerno, ha lo scopo di promuovere la ricerca, la formazione e l’aggiornamento nel campo della medicina, di quanto rappresenta l’eredità culturale e scientifica dell’antica “Scuola Medica Salernitana” e la tutela e la valorizzazione dei beni in uso. Potenziare l’attività della Fondazione di divulgazione della storia della medicina naturale allargandola alle tematiche dell’omeopatia, della fitoterapia e del benessere, con una grande Fiera annuale della medicina naturale, con seminari, laboratori, workshop internazionali, esposizione dei materiali della antica Scuola medica e una valorizzazione degli spazi museali in gestione: Museo Papi, Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana, Giardino della Minerva, Archivio storico della Botanica. Potenziare l’attività didattica e di formazione.
ARCHIVIO COMUNALE Convento di San Lorenzo
Potenziare la funzione di sede espositiva dell’ Archivio comunale attraverso l’esposizione tematica di materiali e documenti legati alla storia, anche culturale, della città, con un accesso facilitato e immediato alla documentazione che testimonia la memoria storica, le radici e le trasformazioni di Salerno e fruibile anche da un pubblico non specialistico o dai turisti. Possibili attività: digitalizzazioni dei documenti posseduti dall’Archivio Comunale; progettazione di allestimento di mostre ed esposizioni temporanee e a tema per celebrare ricorrenze, personaggi illustri etc; realizzazione di una produzione multimediale interattiva sull’Archivio Storico di Salerno da mettere a disposizione del pubblico, seminari didattici; biblioteca digitale etc.
PALAZZO FRUSCIONE- COMPLESSO DI SAN PIETRO A CORTE
Al momento (gennaio 2014) è in corso da parte comunale l’avviso per una manifestazione di interesse relativa alla gestione di Palazzo Fruscione per una biblioteca multimediale e per un infopoint turistico. Palazzo Fruscione si lega alle vicende della longobardia minor ed è stato oggetto di una notevole opera di risanamento avviata grazie agli obiettivi europei. Potrebbe diventare sede di un Museo interattivo sulle vicende della storia medioevale di Salerno o del Laboratorio Urbano e del Paesaggio (Punto 2). Altri spazi Ostello Ave Gratia Plena, Palazzo San Massimo, Convento di San Michele, Complesso San Nicola.
La complessità e la storia di questi spazi dislocati nel centro storico della città, sul piano dell’importanza politica e religiosa, civile e culturale, che ha attraversato vari secoli con il fiorire di arti e scienza medica in particolare, richiedono una riflessione sull’intero sistema monumentale cittadino anche in relazione alle civiltà che si sono affacciate sul Mediterraneo, a partire dal IX e VIII secoli A.C.: dalla fase paleocristiana prima e bizantina poi, passando per la dominazione longobarda e finendo con il periodo normanno. Molti organismi in Italia e in Europa possono essere modelli di riferimento di un ripensamento complessivo dell’insieme degli spazi monumentali salernitani: modello di grande interesse è il sistema dei Musei Civici di Reggio Emilia, che comprende cinque sedi museali, due sedi monumentali e tre sedi espositive dove sono documentate e valorizzate le memorie della natura, dell’archeologia, dell’arte e della storia dell’intero territorio provinciale. Altra ipotesi è l’allestimento di un Museo Multimediale delle Civiltà del Mediterraneo (“MUMM”) che narri le abitudini, gli stili di vita, l’ economia, i costumi, l’organizzazione sociale, pratica religiosa, delle vicende storiche della città, dall’antichità alle dominazioni longobarde e normanne con postazioni multimediali, collegamenti in rete con strutture museali di altri paesi, presidi di librerie e book point, biblioteca con cataloghi plurilingue, sala bar‑ristorante panoramica e infopoint turistico. E anche a questo proposito non mancano riferimenti italiani ed europei: il Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo (MuCEM) di Marsiglia; il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno, ospitato nella storica Villa Henderson;; il progetto di Zaha Hadid a Reggio Calabria di un avveniristico edificio che ospiterà un Museo di Storia del Mediterraneo e un Centro d’Arti dello Spettacolo (a Salerno è ancora in via di completamento la Stazione marittima sempre della Hadid); il recente MAMT – Museo Mediterraneo dell’Arte, della Musica e delle Tradizioni di Napoli, nato con l’adesione di 43 paesi euromediterranei a piazza Municipio, in un’ala dello storico edificio dell’ex Grand Hotel De Londres, sede della Fondazione Mediterraneo. Per tale discorso occorrerebbe poter contare sul coinvolgimento dell’Università di Salerno e delle cattedre specialistiche per predisporre una commissione di lavoro o comitato scientifico con uno o più curatori museali; la partecipa<zione inoltre di un importante sponsor nazionale o multinazionale consentirebbe di sostenere i costi di allestimento e di gestione (vedi inoltre punti 3 e 7).
2. LABORATORIO URBANO E DEL PAESAGGIO
Promuovere la ricerca, l’esposizione e la divulgazione dei temi riguardanti l’architettura contemporanea e il suo rapporto con lo spazio pubblico, il tessuto storico e il paesaggio, attraverso un dialogo costante tra amministrazioni, enti e cittadinanza sulle tematiche riguardanti l’architettura, il paesaggio urbano, lo spazio pubblico cittadino e la sua evoluzione al fine di favorire la valorizzazione e l’evoluzione del patrimonio architettonico, naturalistico e paesaggistico di Salerno e dell’area metropolitana. Se il patrimonio architettonico, storico, naturalistico e paesaggistico dotato di notevole pregio, è in grado di suscitare un continuo interesse e stimolare la conoscenza della città di Salerno, gli interventi di nuova costruzione all’interno del tessuto urbano sono invece spesso oggetto di pubbliche discussioni e giudizi contrastanti, anche aspri (vedi Crescent), frutto di differenti visioni dello spazio pubblico e della realtà contemporanea, quando non espressione di mera speculazione edilizia a favore di interessi privati, che influiscono sulle modalità di fruizione della città, sul suo sviluppo futuro e sulla vita della società salernitana. Il Laboratorio può essere uno spazio dedicato a queste riflessioni, che non si rivolga solo agli studenti, ai ricercatori e ai professionisti, ma all’intera cittadinanza, in considerazione anche dell’interesse crescente verso queste tematiche. Un centro che tenga conto dei risvolti ambientali, paesaggistici, sociali e antropologici, e delle necessarie connessioni con le altre discipline artistiche, progettuali e culturali quali il design e l’arte, in grado di coinvolgere diverse attività e figure professionali, Attraverso le attività che si potranno realizzare all’interno del centro, i temi e le discipline a essi legate potranno costituire un interessante punto di partenza per riflettere sui cambiamenti in corso nella nostra città partendo dalla conoscenza del passato e da un attenta analisi del presente.
3. IL MUSEO DIFFUSO (Complesso di Santa Sofia, Palazzo Genovesi, La Carnale, Museo città creativa)
Il progetto mira alla realizzazione di un sistema museale cittadino che colleghi, nel quadro di una gestione integrata, alcuni dei beni che costituiscono il patrimonio storico-culturale della città di Salerno. I musei, i parchi e i siti possono costituire uno o più itinerari di forte impatto anche dal punto di vista turistico. Il progetto del Museo diffuso parte dall’individuazione di un nucleo di siti di interesse culturale che, per la loro specificità tematica, danno forma a ipotetici percorsi di visita entro il tessuto urbano di Salerno. Tali percorsi, tenendo conto degli accessi alla città, invitano il turista o il visitatore a raggiungere “per tappe” il cuore storico e culturale di Salerno e anche le zone decentrate e collinari. E’ quindi indispensabile indicare la destinazione d’uso degli spazi dove ogni luogo possa acquisire una vocazione identitaria specifica. L’obiettivo è quello di fare di Salerno un laboratorio di sperimentazione capace di attrarre le migliori esperienze artistiche contemporanee, anche con il coinvolgimento delle numerose personalità presenti sul territorio, perché abitino realmente la città generando collaborazioni e sinergie anche oltre la dimensione locale e facendo della contaminazione tra linguaggi e sistemi di segni la cifra distintiva di un processo di lettura/riscrittura delle trame urbane. Sarebbe perciò auspicabile affidare gli spazi esistenti a curatori e operatori, tenendo conto di alcune personalità di grande rilievo di origine salernitana, delle Fondazioni e delle Gallerie cittadine, per la creazione di una collezione permanente di arte e fotografia contemporanea attraverso l’acquisto o la donazione di opere da esporre in tutti gli spazi museali, con la promozione di progetti site specific e context specific nello spazio pubblico dei diversi quartieri e nei parchi della città (Villa Comunale, Parco del Mercatello, Parco Salid, Parco del Seminario); rendere Salerno luogo di attrazione di artisti e creativi di provenienza regionale, nazionale e internazionale; creare occasioni formative e di confronto per operatori dell’arte. Attività: acquisizione di opere; mostre; organizzazione di incontri di presentazione con gli autori delle opere o i critici di riferimento; organizzazione di residenze finalizzate a offrire occasioni di studio, ricerca e produzione ad artisti; pubblicazioni di cataloghi e magazine. Attività commerciali: caffetteria; bookshop d’arte; street food. Partner del progetto: Fondazione F. Menna, Gallerie d’arte.
4. IL POLO TEATRALE SALERNITANO (TEATRO ABITATO)
Teatro VERDI, Teatro DIANA, Ex Salid (Ghirelli), Teatro delle Arti, Teatro Nuovo e Piccoli Teatri privati
Il sistema teatrale cittadino attuale è un sistema frammentato, verticistico, pressoché inesistente sul piano della produzione. Da una parte il Teatro Verdi, con un forte investimento sulla lirica e una programmazione teatrale classica e contemporanea; dall’altra una offerta commerciale e una produzione locale amatoriale improntata al teatro di tradizione. Il Teatro Verdi è il principale teatro di prosa della città: è attualmente programmato dal Teatro Pubblico Campano, organismo regionale di distribuzione, con una programma di qualità ma privo di specificità (cartelloni analoghi sono negli altri teatri regionali programmati dal Circuito, Napoli, Avellino, Benevento, Caserta) . Nello spirito del progetto, il Teatro Verdi, dotato di una qualificata direzione artistica, si apre alla città come punto di riferimento e raccordo per gli altri spazi teatrali cittadini e del territorio, aperto a collaborazioni e sinergie con realtà nazionali e internazionali, mediante accordi e protocolli di intesa con altri organismi teatrali come lo Stabile Teatro Mercadante di Napoli e il Napoli Teatro Festival. Vanno quindi integrate le attività di programmazione di spettacoli con le attività di produzione, formazione e divulgazione teatrale, intendendo il teatro come luogo abitato, condiviso e partecipato da un numero sempre crescente di fruitori. Il Verdi dovrà quindi diventare (anche con una trasformazione in Fondazione) un luogo di raccordo tra tutti gli altri spazi dedicati al teatro nella città e in provincia. Il progetto Salid, Fondazione Salerno Contemporanea, va ridefinito nella sua funzione/vocazione di spazio aperto alla contemporaneità e alla sperimentazione teatrale. Affidato, mediante la nascita di una Fondazione pubblico privata, all’Associazione Assoli di Napoli, il complesso Salid (Teatro Ghirelli) è al momento sottoutilizzato, dotato di una piccola sala teatrale che essenzialmente raddoppia la programmazione della sala napoletana Teatro Nuovo, affidata alla gestione del TPC, e della Sala Assoli; non vi è alcun rapporto con la città e gli operatori locali. Lo spazio, con l’annessa Fornace, oggetto di un bando per l’insediamento di un ristorante, il vasto parco, non sono utilizzati; lo stesso rapporto con l’Università, pur presente nell’organigramma, dà luogo a piccoli eventi di presentazione degli spettacoli né sono forniti dati sul pubblico, sulla partecipazione studentesca, sui bilanci. L’ex-Salid, configurata come Teatro Stabile di innovazione, dovrebbe offrire alla cittadinanza una programmazione teatrale di grandi eventi di performing art a vocazione europea e internazionale (sul modello ad esempio di Fabbrica Europa a Firenze) , con produzione e coproduzione di spettacoli inediti, realizzati anche tramite programmi di residenza ed esperienze di scambio e formazione artistica che coinvolgano compagnie e autori di eccellenza in ambito nazionale e internazionale, dove vengano forniti gli spazi e le risorse per sostenere l’intero processo creativo, nonché workshop tematici sulle attività complementari alla produzione teatrale, con il territorio e con le scuole che promuovano iniziative diffuse; un centro di documentazione teatrale aperto al pubblico per consultazione, infine la realizzazione di un festival multidisciplinare dislocato sia all’interno degli spazi teatrali, sia negli spazi espositivi, ma anche all’aperto. Il Teatro abitato presuppone la costruzione di una rete teatrale, una rimodulazione del sistema teatrale cittadino che coinvolga la riqualificazione anche dei piccoli teatri, in un processo integrato di creazione, programmazione, distribuzione, rete. Il progetto immagina il Comune non come regista né come coordinatore, ma come soggetto facilitatore dell’attivazione di un processo che parta dal basso e coinvolga in prima istanza gli operatori del teatro e dello spettacolo, con l’insediamento di un tavolo di coordinamento periodico tra la eventuale Fondazione Teatro Verdi, l’Università, gli operatori, le associazioni, gli artisti.
5. CITTA’ DELLA MUSICA
A Salerno oltre al Conservatorio “G. Martucci”; alla stagione di Lirica del Teatro Verdi, diretta da Daniel Oren, sono presenti numerosi organismi e iniziative che si occupano di formazione, produzione e divulgazione musicale (Orchestra filarmonica salernitana Giuseppe Verdi; Salerno Jazz Orchestra; i Concerti di Villa Guariglia); molte le scuole locali, i musicisti e gli operatori della musica. Anche in questo settore sarebbe utile l’individuazione di spazi pubblici, la promozione della ricerca, la produzione e la diffusione della musica contemporanea e sperimentale, anche in interazione con altri linguaggi artistici (dalle arti visive alla sound art, dalla danza alla letteratura). Attività formative rivolte a giovani musicisti di provenienza locale, nazionale e internazionale al fine di offrire loro occasioni di scambio, formazione, approfondimento, confronto e collaborazione con artisti di consolidata esperienza. Un eventuale centro musicale potrebbe offrire una programmazione stabile e diversificata di interesse regionale, nazionale e internazionale, volta a creare opportunità di fruizione musicale non tradizionale per il pubblico locale e per attrarre nuove fasce di pubblico.
6. AUGUSTEO/CASA DEL CINEMA
Il sistema cinematografico salernitano, che contava negli anni ’70 ben 7 sale cittadine (Metropol, Mini, Astra, Vittoria, Capitol, Apollo, Modernissimo), è stato negli anni smantellato a favore di iniziative commerciali (Metropol/Palazzo Benetton, Galleria Capitol, Sala Vittoria). Permangono alcune sale come l’Apollo e la doppia sale del Delle Arti, o i cinema parrocchiali di San Demetrio e Fatima e, infine The Space Cinema, sulla Litoranea. Sul versante dell’organizzazione è scomparso il Festival del Cinema a Passo Ridotto, lasciando posto ad una piccola iniziativa per le scuole, mentre prosegue il Festival delle culture Giovani /Linea d’ombra, attività sostenuta da cospicui finanziamenti ma di scarsa o nulla incidenza sulla città. Altre iniziative come quelle avviate da Michele Schiavino sul cinema e sul territorio sono rimaste poco supportate. Il Cinema Augusteo, di proprietà comunale, è sottoutilizzato, laddove potrebbe collegarsi ai circuiti cinematografici, anche d’essai, per una normale programmazione o per un discorso più organico sulla memoria cinematografica cittadina: una sorta di Casa del Cinema permanente, con una mostra sui materiali di archivio del vecchio “Cinema a passo ridotto”, uno dei più antichi, nato nel primissimo dopoguerra, a cui hanno partecipato molte storiche figure del cinema italiano, con programmazioni mattutine per le scuole in collaborazione con il Provveditorato, rassegne tematiche, retrospettive, incontri con registi e attori. Affidamento in gestione con progetto di finanza.
7. LO SPETTACOLO DEL MARE (Area Portuale, Mercato Ittico)
Valorizzazione e riqualificazione dell’area portuale con il recupero degli spazi del vecchio Mercato Ittico da dedicare ad un Museo del Mare con all’interno una Mostra permanente sulla marineria salernitana e un Centro per la Cultura gastronomica, con attività di promozione dei prodotti tipici del salernitano anche integrandoli con incontri culturali, presentazioni editoriali, gruppi di lettura, corsi tematici, seminari di scrittura, concerti, degustazioni e approfondimenti sulle produzioni agroalimentari ed enologiche d’eccellenza nonché laboratori del gusto, libreria, enoteca, bar, ristorante. Spettacoli e cinema all’aperto nel periodo estivo. Coinvolgimento dei Club velici salernitani, con manifestazioni e tornei di barca a vela, Autorità portuale, Circolo Canottieri Irno.
8. I SERVIZI
Rete delle attività culturali
Mettere in rete le attività di tutti i centri culturali attraverso un lavoro di periodico scambio e dialogo tra i singoli soggetti o raggruppamenti che si aggiudicheranno la gestione dei centri e con tutti gli altri soggetti coinvolti nella programmazione culturale cittadina. Tale messa in rete potrà coinvolgere sia l’aspetto relativo ai contenuti della programmazione culturale prevista, dal cui confronto potranno nascere contaminazioni tra le varie aree di attività artistica e culturale, sia gli aspetti gestionali relativi alla creazione di economie, alla gestione integrata di specifici servizi, alla co-progettazione di iniziative, alla distribuzione delle iniziative culturali durante tutto l’arco dell’anno, alle azioni di marketing e comunicazione, alla partecipazione a bandi e al fund raising.
Casa delle associazioni e co-working
Promuovere le reti tra associazioni del mondo culturale e sociale, artisti e imprese creative, mettendo a disposizione sedi all’interno di spazi comuni al fine di favorire lo scambio, la collaborazione e lo sviluppo di progetti. La mancanza di spazi di lavoro e la difficoltà nel creare collaborazioni e reti per singole attività o per progetti, può dar luogo alla concessione anche temporanea di spazi in stato di abbandono per l’incontro e il confronto, per lo studio e lo sviluppo di nuovi progetti, per la realizzazione di attività per la cittadinanza, e, non ultimo, per lo start up delle imprese creative, dedicando una parte degli spazi al co-working, ovvero alla creazione di ambienti di lavoro condivisi per professionisti indipendenti.
Portale Tematico e Applicazioni
Promuovere in modo coordinato l’offerta culturale di Salerno e dell’area metropolitana, integrando l’offerta relativa al patrimonio culturale con quella relativa agli eventi e alla vitalità della produzione artistica e alla fruizione guidata all’interno del tessuto cittadino. All’interno del sito, dovrà essere possibile visualizzare le pagine web di ogni singolo centro culturale di Salerno con la programmazione aggiornata, nonché il calendario aggiornato di tutte le manifestazioni culturali che si svolgono in città e nei comuni dell’area vasta di Salerno, con collegamenti ai social network e possibilità di interazione con il visitatore del sito (forum, bacheca, livello di gradimento degli eventi). Dovrà, inoltre, essere possibile l’acquisto tramite un servizio di box office online dei biglietti degli spettacoli e degli eventi che si promuovono nel territorio, nonché la prenotazione e l’acquisto di veri e propri pacchetti turistici che associno la visita di luoghi di interesse paesaggistico e ambientale alla fruizione di eventi e manifestazioni culturali. Il sito può essere organizzato in due lingue (italiano-inglese) con pagine info, contatti, news, area download, area video dove si potranno visualizzare prove di spettacoli in atto o spezzoni di spettacoli e manifestazioni culturali del territorio, archivio, servizio newsletter e collegamento con i principali social network. Il Portale può essere collegato ad applicazioni per smartphone e tablet, contenenti le mappe e i luoghi di interesse turistico della città, con prenotazioni online agli spettacoli, ospitalità, etc.
9. LE RISORSE
Le risorse attuali utilizzate dal Comune di Salerno per interventi e attività culturali riguardano principalmente: Luci di Artista (ca.3.500.000 €); Lirica e Prosa Teatro Verdi (ca. 4 milioni di euro); Altre risorse vengono utilizzate per Fondazione Scuola Medica Salernitana; Fondazione F. Menna; Arena Estiva; Fondazione Salerno Contemporanea; Città Teatrale e piccoli teatri; Fiera del Crocifisso; Teatro dei Barbuti; Festival Culture Giovani (con contributi regionali): Altri progetti vengono presentati dal Comune nell’ambito dei Fondi POR FESR a favore di alcune iniziative (nel 2014 sono pervenuti fondi europei per il Premio Charlot). Altri contributi vanno a numerose associazioni su molteplici iniziative. Va approfondito un bilancio generale della spesa comunale per la cultura, che allo stato è difficile tracciare in modo circostanziato, trasparente, valutabile.
Normative: DLgs 163/2006 – Codice dei contratti pubblici di Lavori, Servizi e Forniture – DLgs 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali”; DLgs n.150/2009 Norme sulla trasparenza
Documentazione: Piano Comunale per le Politiche Culturali Comune di Cagliari; Rapporto “Io sono Cultura” di Fondazione Symbola e Unioncamere; Rapporti Istituto Tagliacarne, Roma, commissionati da CIIA Salerno: “Il Turismo in provincia di Salerno” febbraio 2011; e “La filiera dei Beni Culturali in provincia di Salerno” , settembre 2012; Sito web Comune di Salerno (Albo pretorio).
Salerno, Gennaio 2014
CONTRIBUTI SUL PIANO REGOLATORE DELLA CULTURA
Piero Lucia, CGIL “Possibili convergenze con il Sindacato” (Estratti dal Documento: CGIL Il Congresso, la Cultura, la sfida prioritaria e decisiva, pubblicato sul sito dell’Istituto Galante Oliva) 1 marzo 2014
Sarebbe utile effettuare un censimento, su base provinciale, delle diverse Associazioni Culturali. L’organizzazione sindacale della Cgil ha stabilito fecondi legami e relazioni con strutture come L’ANPI e varie formazioni, come “Memorie”. Una proficua collaborazione si è anche già verificata con l’Istituto Galante Oliva di Nocera, il “Museo dello Sbarco” etc. …si tratterebbe di mettere in rete, in maniera più stabile e sicura, l’insieme delle diverse esperienze realizzate, tessendo una sempre più solida trama di rapporti e di collaborazione, tra le distinte e variegate realtà. Il collegamento con l’Università di Salerno, a partire dai dipartimenti di Scienze Politiche, Economia, Informatica, Lettere e Filosofia ma non solo, appare scelta strategica decisiva e imprescindibile per assicurare all’azione intrapresa, nella continuità, il massimo di rigore scientifico, di efficacia e di validità in grado di esercitare un’influenza effettiva nel reale… Un più stabile legame andrebbe in conclusione stabilito, oltre che con gli Assessorati provinciali alla Cultura, a partire da quello di Salerno, con le librerie, presenti nella città e nella Provincia di Salerno, dall’Einaudi, a Guida, a Feltrinelli, l’Archivio di Stato, la Biblioteca Provinciale e la diffusa rete di Biblioteche comunali capillarmente diffuse in più punti della Provincia che hanno dato vita, nel passato ed anche in tempi più recenti, ad esperienze feconde e parallele sui piani prima richiamati. Altrettanto importante è d’altro canto il rapporto da rafforzare con Strutture, come la Biblioteca e l’Archivio regionale della Cgil Campania, che di per sé intercettano quotidianamente una domanda e un interesse diffuso nella società, tra le classi e i ceti sociali di ogni età, e che potrebbero essere senz’altro interessate a implementare ulteriormente la feconda rete di relazioni e di collaborazione col sindacato provinciale della Cgil. Più soggetti distinti, quindi, potenzialmente intenzionati a relazionarsi ed a contaminarsi reciprocamente tra di loro, ed a collaborare, procedendo nelle stesse direzioni in sintonia, nel pieno rispetto della propria distinta specificità ed autonomia.
Salvatore Marrazzo, artista “Un’idea di cultura condivisa” (20 marzo)
Piano regolatore della cultura: alcune considerazioni. L’ipotesi, affascinante per Salerno, di un piano regolatore per la cultura pone alcune considerazioni. Una, di natura ontologica, è quella riguardante la natura intrinseca del significato “cultura”. Un’altra considerazione è quella riguardante l’industria culturale, le cui logiche richiedono competenze strategiche e sinergie che contrastano i rapporti di qualità in favore di quelli numerici. Una comunità deve poter scegliere, sapersi costruire nel sapere, nella scienza e nell’ambizione. Un piano regolatore della cultura è un progetto ambizioso e bisogna avere progetti ambiziosi ben mirati a dettare le regole del gioco per cui auspico la massima partecipazione per un’idea di cultura alta e condivisa. Poi ognuno realizzi ciò che è capace, nel rispetto reciproco e senza gerarchie di alcun genere.
Lycourgos Lambrinopoulos, architetto, “Design Urbano partecipato” (24 marzo)
Negli ultimi due anni ho provato, con l’apertura di una piccola galleria d’arte nella quale ho sono riuscito a far venire artisti emergenti da tutta Italia, e con lo studio di architettura, a creare un movimento culturale e sto ottenendo qualche piccolo risultato di partecipazione. Mi ci sono voluti due anni prima che la città, o almeno una parte di essa si accorgesse che facevo qualcosa, per quanto la comunicazione fosse discreta. Questo conferma la necessità di una partecipazione attiva e di una organizzazione sui temi culturali ed urbani. Per quanto riguarda i temi affrontati dal Piano, considerata la mia formazione, mi sento propositivo nei confronti dell’ipotesi di un laboratorio sul paesaggio e degli interventi programmatici di mini architettura puntuale volta al miglioramento della vivibilità dei quartieri. Potrebbe essere interessante sostenere l’idea di un design urbano partecipato e sensibilizzare i cittadini; per questo trovo fondamentale la creazione di gruppi di lavoro e di tavoli di discussione sui vari temi in modo da rendere operative tutte le proposte.
Antonio Braca, Soprintendenza BSAE, “Un Autority per la Cultura” (24 marzo)
Ho letto il PRG della Cultura, l’ho trovato molto ampio con alcuni spunti interessanti ed accattivanti. Alcune cose andrebbero approfondite. Una fra tutte, quali rapporti con l’istituzione Comune e con quali autonomie. Da tempo sono convinto che ci sia necessità di una Autority della cultura, riconosciuta dalle istituzioni e dalle associazioni ed anche dagli operatori, qualcosa che coordini ed attiri risorse e calendarizzi iniziative dopo averne valutato la qualità. La mia proposta riguarda la creazione di un tavolo istituzionale aperto, come quello operante dopo l’Unità d’Italia. Il termine Autority è una sintesi e null’altro, però non mi dispiace. Esso va riempito di contenuti, nel senso della capacità di captare fondi destinati alla Cultura stanziati da Bandi Europei, nazionali o regionali, di dare una priorità agli interventi, di calendarizzare gli stessi senza sovrapposizioni, di promuoverli con uno staff di comunicazione. Esso dovrebbe vedere la partecipazione di istituzioni come le Soprintendenze, il Comune, la Provincia, l’EPT, la Curia, l’Università con aperture alle Associazioni di volontariato più rappresentative in altri termini un tavolo di concertazione o di Servizi della Cultura, una specie di coordinamento istituzionale, composto da delegati. Mi rendo conto che esso può trasformarsi in un ennesimo carrozzone, ma è un passo concreto per definire e concretizzare obiettivi. Ovviamente mi auguro che esso sia composto da persone adeguatamente preparate allo scopo e con competenze in materia, con una sua snellezza operativa, e riconosciuto per potersi muovere nei meandri dei finanziamenti, banche, fondazioni ed Associazioni facoltose comprese (Rotary, Lions, Confindustria, Confcommercio)
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Proposta per la Sezione Musica di Ciro Caliendo e Niccolò Parente: Maggiore collegamento tra le iniziative. Più spazio alla distribuzione di opere liriche. Materiali (9 aprile)
Nell’analisi delle possibilità di istituire un organismo che faccia riferimento ai dati della cultura a Salerno o in altre città con simili caratteristiche (numero di abitanti, struttura sociale situazione geografica ecc.), si deve tener presente che la nostra iniziativa si pone in alternativa al sistema corrente se non in aperto contrasto. Gli eventi culturali importanti della città, proprio per la loro rilevanza, non possono avere luogo se non con finanziamenti pubblici. Oggi tali finanziamenti, senza eccezioni, vengono erogati solo con evidenti scopi politico clientelari, con l’obbiettivo di conseguire sempre maggiori spazi di visibilità sul piano mediatico e di organizzazione del consenso. Di fatto si è consolidata in questi ultimi anni un’asfissiante ingerenza del mondo politico locale (nel quale non si intravedono figure realmente sensibili) nella sfera dell’arte e della cultura. In tale quadro però esiste una programmazione, più spettacolare che davvero culturale, sostenuta dagli enti locali. Ciò premesso il Forum dovrebbe proporre iniziative originali che abbiano connotazioni di contrapposizione e/o superamento ove possibile, a quanto prima descritto. Un elemento che suggeriamo è quello dello studio sulle possibili connessioni economico-organizzative tra le varie realtà. Per quanto attiene al settore musica il suggerimento che ci sentiamo di offrire è quello di abbandonare le ipotesi produttive per concentrarsi su di una oculata distribuzione che può presentare vantaggi di un numero maggiore di accadimenti e una più elevata qualità dell’offerta.
Attualmente la parte produttiva dell’attività del Verdi è modesta pur con alti costi che riguardano in realtà la distribuzione. Lo scopo di fare della nostra città un punto di attrazione turistica non ha raggiunto i risultati sperati con afflussi in gran parte provinciali e poco incisivi sull’economia locale mentre una qualità più alta dell’offerta culturale catturerebbe fasce significative del turismo internazionale. Alcuni materiali utili per la Sezione Memoria della Collezione Ciro Caliendo: Laboratorio storico dei liutai Annarumma; Intera raccolta (già su supporto digitale) dei materiali di interesse etno-musicologico del Teatrogruppo; ulteriore fondo costituito da alcune centinaia di brani popolari raccolti nella collaborazione con Roberto Leydi; collezione di circa un centinaio di strumenti musicali popolari; una decina di Canzoni manoscritte del compositore Salvatore, rara traccia del Festival della Canzone salernitana dei primi anni ’50; Faldone di musiche sacre di un repertorio della messa dell’Annunziata fino al ’50.
Pietro Ravallese: “Il Forum come iniziativa pubblica della società civile. Maggiore attenzione alla multiculturalità” (26 aprile)
Spero che il Forum possa andare oltre la rete trasformandola in un’iniziativa pubblica della società civile aggregando gruppi, comitati, persone, operatori culturali e artistici. L’impegno per lo sviluppo di una comunità territoriale coesa deve rinnovarsi sostenendo e favorendo una cultura dell’integrazione sociale, della solidarietà, della sussidiarietà e della multiculturalità. I cittadini stranieri presenti a Salerno al 2012 erano il 3.3% della popolazione, con una netta maggioranza di donne (69,9%) rispetto agli uomini ( 30,1%), significa che su 131.925 abitanti a Salerno gli stranieri sono 4355. Queste migliaia di donne e uomini provenienti da numerose nazioni sono portatori di culture e tradizioni che costituiscono un’opportunità di arricchimento per la cittadinanza. In città da anni si promuovono iniziative da parte di gruppi ed associazioni con l’obiettivo di affermare un modello di comunità interetnica. A partire da tali esperienze, coinvolgendo le diverse comunità di stranieri ed anche la Chiesa locale, si possono sviluppare relazioni culturali, personali e sociali che orientino il fiorire di un modo nuovo di stare insieme, aperto e solidale.
Nicola Palma, fotografo gallerista: “Istituzione di un Settore di Promozione e Cooperazione Culturale del Comune di Salerno sul modello milanese”. “Creazione di un Consorzio di imprese culturali” (16 aprile)
Proposta relativa a modelli di gestione e risorse: Istituzione di un Settore di Promozione e Cooperazione Culturale del Comune di Salerno sul modello di una analoga struttura del Comune di Milano ( articolo di Ada Masoero dal Sole 24 ore dedicato al tema del rapporto tra privati, luoghi della cultura e raccolta di fondi per progetti culturali). Riproposta dell’ Idea-progetto per il territorio salernitano di un Consorzio/Coordinamento di imprese culturali e creative, in grado di presentarsi come soggetto strutturato con il mercato e con altre imprese per l’avvio di un Distretto culturale e creativo nel territorio salernitano (Progetto SALERNOLAB UN PROGETTO DI RETE CULTURALE PER IL TERRITORIO SALERNITANO presentato con la Fondazione Carisal nell’ambito di un bando di Campania Innovazione; (settembre 2012). Partecipanti: Luciana Libero, Marco Coraggio, Galleria Tiziana Di Caro, Galleria Leggermente Fuori Fuoco, Marte S.r.l, Associazione CreativisinascE, Associazione Hobos Factory; Granese Architecture & Design Studio; Plectica Editrice sas; Casa Babylon Theatre , Fondazione Alfonso Gatto
Tommaso Capezzone, operatore culturale, “Commenti e suggerimenti” (27 aprile)
Mi permetto di suggerire altri possibili filoni: la ceramica, il rapporto con l’Università, Villa Guariglia, il Festival di Giffoni, gli orti urbani specie in connessione con la dieta mediterranea (il Cilento) la cucina di mare (Cetara) le erbe della scuola medica (sugli orti urbani abbiamo grandi esperienze a Roma e in particolare nel progetto di rigenerazione di Corviale (http://www.corviale.com), e inoltre archivi web su: Festival delle nuove tendenze; un protagonista della fotografia salernitana, Umberto d’Amore; sui tanti salernitani espatriati che si occupano di cultura e una web inchiesta sulla cultura della movida.
Angelo Riviello e Associazione Utopia Contemporary Art: Un Museo per Ugo Marano; un Museo d’arte contemporanea “Città di Salerno” (8 aprile e 2 maggio)
La storia di una città capoluogo come Salerno si misura anche dal grado di conoscenza che l’arte può dare, attraverso i suoi artisti più rappresentativi. Per un museo in progress, come a Castel Sant’Elmo per “Novecento a Napoli (1910-1980)”, si propone un Museo-Laboratorio che possa rappresentare e ricordare artisti nati a Salerno e provincia attraverso le loro opere (ma anche disegni, documenti vari, lettere, oggetti, aneddoti, etc.), da Ugo Marano, cui è stato dedicato uno spazio a Ferrara, a operatori attivi nei vari campi dell’espressività artistica contemporanea, e sui loro rapporti con altri artisti e realtà regionali, nazionali e internazionali. Un Museo inteso non solo come “banca-dati” con un suo archivio specifico, ma anche come centro polifunzionale, con un auditorium per convegni, concerti, rappresentazioni teatrali e cinematografiche.
Associazione culturale “Utopia Contemporary Art”, Il Presidente, arch. Santino Campagna spazioutopia@gmail.com http://utopiacontemporaryart.blogspot.it/
Alfonso Conte, docente Storia del Mezzogiorno, “Santa Sofia come casa degli artisti”
( 3 maggio)
Condivido l’esigenza di dar vita ad un coordinamento dal basso degli operatori culturali a Salerno. Propongo, mentre si discute, approva e rende pubblico il Piano, di chiedere all’amministrazione in carica in comodato gratuito il Complesso di Santa Sofia al fine di agevolare le diverse attività culturali presenti in città (un grande palazzo animato da gruppi musicali e compagnie teatrali impegnati nelle prove, da artisti all’opera in atelier, da appassionati immersi in corsi di scrittura, biblioteche, centri studi, e con la chiesa e lo spazio all’aperto di volta in volta attrezzati per mostre, rappresentazioni, esposizioni, dibattiti). La forza della richiesta risiederebbe nella capacità di numerosi soggetti di candidarsi insieme alla gestione dell’immobile, a conclusione di un percorso che potrebbe essere avviato ed agevolato dal Forum.
Info: Il Gruppo promotore del Forum Cultura Salerno si è formato nel dicembre 2013 dopo un primo incontro pubblico alla Libreria Einaudi ed è composto da: Luciana Libero, Anna Nisivoccia, Vittorio Dini, Pino Vuolo, Marcello Ravveduto, Massimo Adinolfi, Nicola Palma, Francesco Tozza, Franco Forte, Enzo Rosco, Antonello Mercurio, Lycourgos Lambrinopoulos. Ai lavori del Forum hanno collaborato: Anna Nisivoccia per l’organizzazione generale; Nicola Palma, Enzo Rosco e Lycourgos Lambrinopoulos hanno messo a disposizione le loro sedi, Galleria Leggermente Fuori Fuoco; Art Tre; Project 2.0.; Lello D’ Anna ha curato l’elaborazione grafica di locandine e inviti; Serena Caracciuolo ha curato l’indirizzario e la mailing list. Il Piano Regolatore per la Cultura a Salerno è nato da una proposta di Marcello Ravveduto ed è stato redatto da Luciana Libero sul modello del Piano Comunale di Cagliari per la Cultura; hanno collaborato Massimo Adinolfi per l’editing generale; Pino Vuolo per il sistema museale e la proposta sul Museo delle Civiltà del Mediterraneo; Nicola Palma per una versione in pdf con immagini. Alla presentazione del PRG al pubblico del 15 maggio 2014 hanno offerto la loro collaborazione Luigi Bisogno e Assunta Parrilli della Rete dei Giovani per Salerno. Hanno aderito al Gruppo Forum su Facebook 281 persone. https://www.facebook.com/groups/forumculturasalerno/members/
Salerno 6 maggio 2014
Salerno, 14 maggio 2014