Il Consigliere Comunale di Napoli Troncone sulla Ricostruzione chiarisce: La Città della Scienza risale al 1853.
Troncone a Italia Nostra e a Donatone: “in alcun modo la Città della Scienza è un’opera illegittima, abusiva, si tratta di immobili costruiti nel 1853, prima dell’Unità d’Italia, ossia una delle prime testimonianze di archeologia industriale.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
NAPOLI – «Il presidente della sezione Napoli di Italia Nostra, Guido Donatone – Scrive in una nota che ci è pervenuta e che volentieri pubblichiamo dell’Arch. Gaetano Troncone, Consigliere Comunale Napoli Presidente Commissione “Affari Istituzionali” che interviene a chiarimento sulla ricostruzione della Città della Scienza – ha annunciato ieri su “Il Mattino” la Sua intenzione di denunciare alla Procura della Repubblica il fatto che la Città della Scienza sarebbe un’opera “manifestatamente illegittima”, per cui non potrebbe usufruire dei 34,2 milioni di euro stanziati dalla Regione Campania per la sua ricostruzione.
A questo punto credo sia necessario fare chiarezza sulla reale situazione urbanistica, innanzitutto precisando che in alcun modo la Città della Scienza si può definire un’opera illegittima, tantomeno abusiva, dal momento che si tratta di immobili costruiti nel 1853, prima dell’Unità d’Italia, ossia una delle prime testimonianze di archeologia industriale.
Va sottolineato, inoltre, che molte opere colpite dall’incendio sono sopravvissute come parti delle mura perimetrali, segnatamente limitate zone della copertura, la ciminiera, la sala Galileo, tutte le fondazioni, le strutture dei locali impianti presenti nel sottosuolo, le vasche di raccolta acque piovane di 4000 mc, tutte parti scampate all’incendio devastante che sarebbe impossibile demolire. Solo ¼ di Città della Scienza è stata colpita dall’incendio visto che tutti gli immobili a valle di Coroglio sono ancora intatti.
Un altro motivo per il quale non è possibile definire quegli immobili abusivi è che nel 1993 sono stati restaurati sulla base di un progetto in linea con il PRG allora in vigore, approvato dalla Soprintendenza. BB.AA.AA. nel 1994.
Mi chiedo come si possa definire illegittima un’opera che rientra nell’elenco delle “Opere di rilevante interesse storico-artistico 1945-2005, Ministero BBAAAA-DARC / Soprintendenza BBAAAA Napoli e Provincia” un’opera costruita con capitali pubblico privato a seguito di accordi di programma, stipulati nel 1996-1997 e 2007 tra Fondazione IDIS, Regione Campania e Comune di Napoli, accordo di programma che non scadrà prima della metà di questo secolo.
Probabilmente – sottolinea Troncone – Donatone vuole fare riferimento al vigente PUE che scade l’anno prossimo, il quale prevedeva la delocalizzazione di quella parte di Città della Scienza a valle di Coroglio, al limite della spiaggia demaniale, senza tenere conto che la soluzione più praticabile, invece, è quella di ricostruire in tempi brevi 75.000 mc danneggiati, mentre come si potrebbe realizzare la delocalizzazione dell’intero comprensorio che conta 120.000 mc, per i quali non esiste ancora una sede alternativa? …per non parlare poi dei centinaia di posti di lavoro che andrebbero inevitabilmente persi!
Alcuni comitati del posto – conclude il Consigliere comunale Gaetano Troncone – lamentano il fatto che città della scienza preclude la discesa a mare, ma vorrei ricordare che nell’area della Fondazione (area privata – non demaniale) è possibile realizzare 2 accessi liberi (distanti fra loro oltre 200 m., al limite nord ed al limite sud dell’area stessa), varchi che nessuno fino ad ora ha reclamato forse perché condurrebbero ad una porzione di spiaggia da decenni deperita ed in stato di abbandono, mai bonificata, pulita e resa agibile”.
Per approfondimenti vai
http://www.studio147.org/index_file/gli_architetti_museo_scienza.htm
Napoli, 2 maggio 2014
1 commento su “Dibattito su Città della Scienza: Sulla ricostruzione l’Arch. Troncone chiarisce”