Per Rifondazione Comunista e Sinistra Unita di Gerardo Rosania, Eboli non e’ un paese per gli alberi.
Eboli non è tanto altro e “l’Amministrazione Melchionda non si interessa degli alberi, della cultura, dei bambini. Eboli non è più un “paese per la cultura”; non è più un “paese per bambini”. I bambi non votano, la cultura non si traduce in voti”.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Che con l’amministrazione Melchionda – si legge in una nota congiunta di Rifondazione Comunista e Sinistra Unita, il Movimento Politico del quale è Leader Gerardo Rosania – Eboli non fosse più un “paese per bambini” era stato evidente da subito! Non un solo parco giochi, quelli che c’erano rimossi, come quello a via Adinolfi per una improbabile operazione parcheggi; oppure abbandonati all’incuria come quello al Molinello o al Paterno, nel disinteresse totale di questa maggioranza. Del resto: perchè Melchionda ed i suoi dovrebbero interessarsi ai bambini? Mica votano!
Che Eboli con l’amministrazione Melchionda non fosse più un “paese per la cultura“, anche questo era stato chiaro dall’inizio: la rimozione di appuntamenti ormai consolidati come “Vissi d’arte” o “Eburum Eburi”; la rimozione di quella felice intuizione di tanti anni fa di patrocinare, come Comune, la pubblicazione di libri, studi, ricerche sulle radici, la storia di Eboli, ne sono una evidente dimostrazione!
Del resto: perchè Melchionda ed i suoi dovrebbero interessarsi di cultura?
La cultura mica si mangia?
Mica può tradursi in voto?
E l’abbandono fisico, del centro antico,come abbiamo testimoniato con fotografie particolarmente eloquenti relative alla parte antica della città, ne è stato soltanto una drammatica conferma.
Ma ora è evidente a tutti che Eboli non è più neanche un paese per gli alberi.
La recente manifestazione in piazza del Comitato di lotta per il lavoro ha ancora di più messo in evidenza quest’ altra caratteristica negativa dell’amministrazione Melchionda. In questa città, da 10 anni, gli alberi si tagliano e non si piantano.
Grida ancora vendetta il taglio di decine di pini ultradecennali nella zona di Santa Croce. Piante per nulla malate, buttate giù e mai rimpiazzate, forse solo per accontentare qualche amico degli amici. E in via san Giovanni, dove è stato tagliato uno ogni due degli alberi piantati sui marciapiedi rifatti, malati anche quelli? O quelli tagliati a via Gonzaga dove nel rifare il marciapiede, guarda caso, come per incanto qualche albero ormai secolare è “caduto”. Anche quelli malati?
Sarebbe bello vedere le certificazioni da parte di agronomi, appositamente incaricati, da cui risulti quale fosse la malattia degli alberi abbattuti ed il fatto che l’unico rimedio fosse l’eliminazione.
Infine, i marciapiedi della statale 19: chilometri ne sono stati rifatti. E non vogliamo sindacare sulla scelta del materiale, né sul fatto che vi erano centinaia di metri appena sistemati, come davanti all’Hotel Grazia o davanti alla chiesa della Madonna delle Grazie, né sul fatto che probabilmente sarebbe stato meglio uniformarsi a quelli invece di usare materiale diverso e rimuovere le pietre appena poste. Non vogliamo neanche aggiungere parole a quelle già dette da associazioni e singoli cittadini su come sono stati fatti gli scivoli per i portatori di handicap sui marciapiedi, alti 10 cm e fatti in modo che una carrozzella non potrà mai utilizzarli.
Neanche vogliamo aggiungere nulla a quanto già detto in merito alla mancanza di cura degli elementi di arredo urbano (basta guardare la contraddizione tra i marciapiedi appena rifatti con i tabelloni per le affissioni mangiati dalla ruggine!) Ma possibile che in chilometri di marciapiede non si sia trovato lo spazio, le risorse, l’attenzione, la cultura per la piantumazione di un solo albero?
Niente! Solo cemento e mattonelle di pessima qualità.
Quella che manca non e’ solo la cultura del verde, la cultura dell’ambiente, ma qui manca proprio la concezione del “bello“, della “città vivibile“.
Anche di questo arretramento culturale, dobbiamo ringraziare Melchionda e la sua maggioranza.
Anche questo e’ una caratteristica di questi 10 anni di governo, che dovranno essere assolutamente rimossi da parte di chi erediterà il compito arduo,gravoso,tremendo di far rialzare la testa a questa città e riportarla ad essere un punto di riferimento per l’intera provincia di Salerno, una “rivoluzione culturale” che richiederà un lavoro lungo ed impegnativo.
Eboli, 16 aprile 2014
BEN DETTO!!!