La giunta comunale di Eboli intitola uno slargo a Don Donato Paesano: Il sacerdote promotore dell’agosto ebolitano.
Don Donato è stato sacerdote ad Eboli dal 1958, cappellano AVIS e dell’istituto minorile di Eboli. Fondatore della pro loco Eburina, fautore di iniziative religiose e culturali, volute ed ideate per la rivalutazione del territorio ebolitano.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – La Giunta Municipale, con deliberazione n. 88 del 20 marzo 2014, ha intitolato lo slargo compreso tra via Francesco Romano e via Madonna del Soccorso a Don Donato Paesano, al sacerdote promotore dell’Agosto Ebolitano.
Don Donato è stato sacerdote ad Eboli a partire dal 1958, cappellano AVIS e dell’istituto minorile di Eboli. Fondatore della pro – loco Eburina e fautore di numerose iniziative religiose e culturali, volute ed ideate per la rivalutazione del territorio ebolitano.
A riguardo interviene il Sindaco di Eboli Martino Melchionda: “Il ricordo di Don Donato Paesano e delle sue molteplici iniziative, prime fra tutte l’Agosto Ebolitano, è rimasto impresso nella nostra memoria collettiva.
Abbiamo voluto rendere omaggio alla sua memoria intitolando al suo nome uno slargo, posto lungo la statale 19, che, tra l’altro, proprio di recente, è stato interessato da un significativo intervento di riqualificazione urbana.
Un gesto dovuto per un uomo che con la sua azione ha contribuito alla crescita culturale della nostra Città, e che, sono certo, incontrerà il favore dei nostri concittadini e di quanti l’hanno conosciuto ed apprezzato”.
Eboli, 27 marzo 2014
Don Donato, che conoscevo bene, dopo essere stato costretto a rinunciare all’Agosto ebolitano per il veleno inoculato nella testa della gente da qualche ignobile concittadino, ha passato il resto della sua vita a ricordare alla gente cosa si era fatta strappare dalle mani senza prendere le sue difese. Nessuno che abbia dato sostegno in maniera ufficiale al suo lavoro, solo paroline e pacche sulle spalle … e null’altro. E quanto le varie amministrazioni siano rimaste sorde ai suoi appelli per tutelare e salvaguardare il patrimonio del “suo” centro antico. Anche qui tutti sono rimasti sordi. Ed ora, qualcuno vuole lavarsi la coscienza. Dare il nome di don Donato Paesano ad uno slargo non pulirà la coscienza di chi ha fatto morire una grande persona senza avergli ridato ufficialmente la dignità che meritava.
un grande ebolitano,ho avuto l’onore di servire messa con lui da bambino,e più tardi insegnante di religione!
COMUNICAZIONE IMPORTANTE AI LETTORI DEL BLOG
Ho ricevuto in forma privata, un messaggio dal Sig. Franco Moraniello, che non rendo pubblico perché egli evidentemente ha scelto quella modalità e la rispetto, ma poiché egli si lamenta, ritenendo che i commentatori di questo blog stiano architettando una campagna mediatica volta a screditare la sua “immagine” e la sua “persona”, e poiché questo sito e chi lo amministra, non solo si chiama fuori da siffatta ipotesi e ad ogni interpetrazione che va nella direzione immaginata dal signor Moraniello, e non condividendo affatto sia i toni che egli utilizza e sia quelli che alcuni hanno utilizzato a loro volta nei suoi confronti, ritengo di rendere pubblica la risposta che gli ho inviato, aggiungendo a quanti partecipano ai vari forum di evitare commenti che non siano strettamente inerenti i temi proposti e di evitare di dare giudizi o usare aggettivi che possano essere intesi come offensivi, così come di evitare di rivolgere le proprie critiche a persone che non hanno un ruolo pubblico, per evitare che si possa degenerare e che il dibattito scada e sfoci nella denuncia e non nel confronto. Tengo a ribadire che POLITICAdeMENTE non risponde per nulla delle offese o delle ingiurie o di altro ma che allo stesso tempo non intende tollerare che accada e che si trasformi una spazio di libertà in un trivio dove sviluppare scorribande o vendette.
Massimo Del Mese
Questo che segue è il testo integrale della risposta al sig. Moraniello.
Caro Franco,
mi sei molto simpatico, ma non certo puoi dirmi cosa devo o non devo fare sul mio sito, e lo dico questo senza nessun astio, mi devi credere. Mi scrivi in forma privata e non ho capito perché, non lo apprezzo, perché quello che riguarda il mio sito non ha niente di privato, tuttavia, mi dispiace tu voglia trasferire sul mio sito le tue modalità.
Se vai a ritroso e analizzi tutti i tuoi commenti, ti accorgerai che non ce ne è uno nel quale non compaiono epiteti nei confronti di chicchessia, hai usato tutti gli aggettivi riferibili al mondo animale, possibili ed immaginabili, ed il fatto di metterci la “faccia” non obbliga nessuno a riempiere di fetenzie gli altri.
Riguardo poi alla campagna mediatica che tenderbbe a screditarti, devo dirti per cortesia di non mischiarmi con nessuono, Il Mio sito è uno spazio democratico e di libertà, per le prospettive di analisi, e di rappresentazione della realtà politica che ci circonda viene ritenuto autorevole e certo non posso sopportare di essere trascinato in beghe personali che non solo non apprezzo, ma che non condivido e non faccio mie.
Mi rifiuto nella maniera più ferma possibile di appartenere ad una categoria di persne che vorrebbe affermare la propria personalità con la forza, l’insulto e la prepotenza, anche se solo verbale, per questo devo dirti e spero sia in maniera definitiva di evitare di dirmi cosa devo fare e che non accetti l’anonimato.
Le regole che mi sono imposto sono proprio a difesa di quelle persone che non vogliono essere minacciate o discriminate o insultate e vilipese solo per affermare le proprie idee, così come condanno quelle persone che nell’anonimato non osservano quelle regole di correttezza,
Riguardo all’ultimo capoverso di tutela della tua “immagine” e della tua “persona”, te l’ho detto anche pubblicamente. Se ti senti offeso puoi fare le tue denunce come e quando vuoi. quelle denunce non mi toccano e non mi coinvolgono se non quando la polizia postale mi chiederà l’IP identificativo di chi ha scritto il post.
La vita è complicata, come è complicata anche la democrazia e talvolta alcuni non sanno viverla e usarla. Evitiamo nella maniera più assoluta di rendercela difficile.
Con immutato affetto.
Massimo Del Mese