L’Associazione “Comunità Storia e futuro” fa i conti all’edilizia e solo con il Piano casa a Battipaglia ci sarebbe un potenziale da 2000 occupati.
Ciotti: “Il Piano casa potrebbe essere una di quelle possibilità di rilancio del settore e l’associazione metterà a disposizione dei cittadini la propria struttura di tecnici per avere, gratuitamente, informazioni su questo strumento”.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Sono 8 mila i posti persi in edilizia in provincia, 16 mila se si considera l’indotto, eppure l’edilizia della sola città di Battipaglia è fatta di 60 imprese che potrebbero impegnare anche fino a 2000 addetti. Ma servono opportunità, iniziative che possano rilanciare il settore e l’occupazione, nell’ottica di una programmazione che punti a riqualificare il territorio, ad eliminare aree degradate e dia risposte alle esigenze dei cittadini.
Serve una politica di territorio. “Il Piano casa potrebbe essere una di queste possibilità e l’associazione metterà a disposizione dei cittadini la propria struttura di tecnici per avere, gratuitamente, informazioni su questo strumento”. Lo ha annunciato il presidente dell’Associazione Comunità Storia e Futuro, Pietro Ciotti, chiudendo l’incontro organizzato dall’associazione per discutere proprio del Piano casa, presso la sala conferenze del Comune di Battipaglia.
Lo ha fatto mettendo allo stesso tavolo gli Ordini professionali degli Ingegneri ed Architetti (il segretario Raffaele Tarateta e la presidente Gabriella Alfano), ascoltando cosa prevede e come realizzare gli interventi (con gli ing. Gerardo Trillo e Matteo Alfinito), ma analizzando anche le sfaccettature diverse di questo strumento con i costruttori dell’Ance (presente il tesoriere, Raffaele Pascale), i commercianti battipagliesi (con il presidente di Confcommercio Battipaglia, Matteo Spera), i lavoratori che vivono – e soffrono non poco in questo momento – con il comparto (Antonio Vuocolo della Filca Cisl).
Le proposte
Pur con alcune contraddizioni, il Piano casa resta un’opportunità di rilancio dell’economia e l’associazione ha lanciato le sue proposte: ridefinire una riperimetrazione delle aree su cui intervenire e, considerando l’iter in corso del Puc battipagliese, integrare le azioni previste con il Piano casa e le esigenze di riqualificazione di aree degradate, affinchè si vada nella direzione di una concertazione di strumenti e norme messe a disposizione per i cittadini.
Nessun investimento su abitazioni “sociali”
Obiettivo è utilizzare soprattutto il patrimonio esistente, non tanto le nuove costruzioni, i mega interventi che oggi non servono più, considerando la contrazione della densità della popolazione battipagliese, che è ferma, se non in fase decrescente. All’incontro un dito puntato contro la Regione, che da troppi anni non investe sulle abitazioni “sociali”, un tempo erano i fondi per le case di edilizia economica e popolare, oggi si chiamano housing sociale, ma mentre i fondi di parte pubblica non ci sono per realizzare le case, si lascia solo ai privati la possibilità di costruire. Privati che non hanno risorse per farlo ed anche l’housing sociale non decolla.
In chiusura Pietro Ciotti lancia una stoccata a quanti hanno determinato il blocco delle costruzioni di alloggi popolari. “La mancanza di investimenti in questo campo ha determinato situazioni troppo poco chiare. Dal 1995 non è stato investito un euro nell’edilizia popolare, mentre se ne sono spesi centinaia di migliaia in operazioni di polizia per gli sfratti di occupazioni ritenute abusive, per gli affitti pagati a privati e per le famiglie sfrattate, tutto a totale carico dei contribuenti battipagliesi”.
Battipaglia, 24 marzo 2014
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