Parte da Salerno un dibattito nazionale sui temi dell’urbanistica, del rinnovo e della trasformazione urbana.
Tra gli ospiti Ricardo Bofill, Vittorio Sgarbi, Domenico De Masi e i vertici nazionali architetti, ingegneri, urbanisti, costruttori.
da (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – “Italia Viva. Per una carta del rinnovo urbano”. Parte da Salerno, nel corso di un convegno tenutosi sabato 8 marzo a Palazzo di Città, un manifesto, una riflessione nazionale sulla trasformazione urbana e le sue potenzialità culturali, economiche, occupazionali. La palude burocratica e l’incerto quadro normativo, il comitatismo e lo pseudo ambientalismo rendono l’Italia un paese mummificato dove il rinnovo urbano – grande risorsa per il futuro del paese – diventa un sentiero di guerra, irto di ostacoli e senza reale tutela dell’ambiente.
La riflessione nasce dall’esperienza maturata a Salerno dal 1993. La città ha vissuto una profonda trasformazione urbana che ne ha mutato la storia ed il destino. Ad oggi Salerno è, per quanto realizzato, per i cantieri ed i progetti, una delle realtà più dinamiche d’Italia e d’Europa. A partire da tale significativa esperienza, si vuole elaborare una “Carta di Salerno”, per rilanciare sul piano nazionale, in termini profondamente innovativi, l’iniziativa e il dibattito nel campo dell’urbanistica, dell’architettura, del rinnovo urbano, del design. Se ne propone di seguito una traccia.
- L’ECONOMIA. La trasformazione urbana è il settore dell’economia più rapidamente attivabile per creare lavoro e sviluppo. C’è una forte esigenza di assetto del territorio, di valorizzazione dell’ambiente, di tutela idrogeologica. C’è una esigenza drammatica di interventi di manutenzione urbana. Occorrono vasti programmi di opere pubbliche e private, con l’apertura di migliaia di cantieri. E’ possibile e necessario offrire una prospettiva di lavoro alle tante energie tecniche e progettuali oggi non utilizzate.
- IL GROVIGLIO BUROCRATICO. L’Italia appare oggi come un paese paralizzato. Il groviglio normativo, legislativo e regolamentare; le sovrapposizioni e moltiplicazioni di competenze; la difformità delle norme urbanistiche; la precarietà delle regole; il proliferare del “comitatismo”; la pratica di eterni ricorsi amministrativi: tutto spinge verso la paralisi decisionale. Le istituzioni democratiche ed elettive sono a volte impotenti. I piani di trasformazione urbana sembrano irrealizzabili. Si guarda con invidia a esperienze di altri paesi nei quali si decide, e si realizza ciò che si decide. In queste condizioni l’Italia muore.
- LA CULTURA. Il patrimonio storico-artistico, il paesaggio, l’ambiente sono una ricchezza inestimabile, da tutelare e valorizzare. E’ unico il valore dei nostri centri storici. E tuttavia, dietro l’alibi della “tutela”, è andata crescendo anche la sottocultura della “mummificazione” del territorio, il rifiuto, quasi ideologico e di principio, del “costruito”. Occorre affermare che, anche in questo campo, la stratificazione culturale, la presenza di opere di diverso linguaggio architettonico, la modernità, sono una ricchezza per il paese. L’Italia oggi appare ferma, incapace di produrre una nuova stagione di grande urbanistica. Siamo diventati, nell’ipocrisia generale, il paese con il più alto numero di norme vincolistiche e – insieme – con i più vasti fenomeni di abusivismo e di devastazione territoriale
- LE RISORSE. E’ di verifica comune il fatto che non ci sono più risorse pubbliche sufficienti a sostenere grandi programmi di trasformazione urbana, e a volte neanche i piccoli programmi di manutenzione ordinaria del territorio. Si pone in modo ineludibile, il tema del rapporto con le risorse e gli investitori privati. Occorre ragionare sulle opportunità offerte dalla finanza di progetto; sui possibili intrecci fra immobili storici e attività produttrici di reddito per privati che ne garantiscano manutenzione e valorizzazione. Occorre definire in modo più chiaro il rapporto con gli interessi privati nel campo dell’urbanistica. Sono temi delicati. Occorre, insieme, equilibrio e innovazione.
- LE SOVRINTENDENZE. La tutela del patrimonio artistico, culturale ed ambientale va svolta in maniera chiara, moderna, efficace, in tempi compatibili con il dovere delle pubbliche amministrazioni di governare il territorio, con l’attrattività per gli investitori privati, con l’opportunità di creare posti di lavoro che rappresenta la prima priorità in una situazione economica e sociale così grave. Ma soprattutto una volta che si è assunta una decisione, si sono ottenuti tutti i permessi necessari, i lavori sono in corso di svolgimento non è pensabile che ogni opera possa esser messa sempre in discussione in ogni momento persino quando è giunta all’ultimo piano.
- I RICORSI AMMINISTRATIVI. Il dibattito culturale è fondamentale. Tutte le opere importanti ne sono state oggetto, persino il Colosseo o la Torre Eiffel ne sono stati protagonisti. L’importante è capire chi decide, e che ci si fermi al dibattito. La democrazia vale non per le discussioni che produce ma per le decisioni che assume. Ci sono 74 associazioni legittimate a proporre un ricorso al Tar e bloccare i lavori, tra queste, per citarne alcune, l’associaziome nazionale rangers d’Italia, il Movimento italiano genitori, l’Associazione Vittime della caccia. Questo è assurdo”. Questo è un Paese demenziale e non moderno. La drammaticità è che la gente se ne deve andare per vivere.
A discutere di questi temi cruciali, dopo l’introduzione dell’Assessore comunale all’Urbanistica Domenico De Maio e l’intervento del Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, uno straordinario novero di protagonisti della vita professionale, sociale e culturale del nostro paese insieme ai vertici di costruttori, architetti ed ingegneri:
Ricardo Bofill – Architetto
Vittorio Sgarbi – Critico d’arte
Domenico De Masi – Sociologo
Franco Purini – Architetto
Stefano Stanghellini – Presidente Urbit/Urban Promo
Silvia Viviani – Presidente Nazionale INU
Paolo Buzzetti – Presidente Nazionale ANCE
Adolfo Guzzini – Presidente Nazionale IN/ARCH
Luca Zevi – Presidente IN/ARCH Lazio
Leopoldo Freyrie – Presidente Nazionale Consiglio Nazionale Architetti
Armando Zambrano – Presidente Consiglio Nazionale degli Ingegneri
Maurizio Tira – Presidente Centro Nazionale Studi Urbanistici
Nicola Di Battista – Direttore rivista Domus
Roberto Gerundo – Presidente INU Campania
Hanno partecipato i presidenti degli ordini provinciali degli architetti e degli ingegneri della Campania, il Presidente nazionale di Federarchitetti e il Presidente di Confedertecnica Campania.
On line i video del dibattito (le foto sono a cura di Massimo Pica)
Salerno, 11 marzo 2014
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