Allarme Ospedale Eboli e allarme Sanità.
Razionalizzazione Rete Ospedaliera, Ospedale Valle del Sele, proclamazione dello Stato di agitazione per le ore 10.00 del 10 marzo presso l’Ospedale di Eboli.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI/BATTIPAGLIA – Il Segretario Generale CISL FP, Pietro Antonacchio a termine della Conferenza Stampa convocata nella mattinata di ieri, venerdì 7 marzo 2014 presso la sede della CISL FP di Salerno ha scritto: Al Direttore Generale ASL Salerno; Al Sig. Prefetto di Salerno; Ai Sindaci dei Comuni di Battipaglia, Eboli, Oliveto Citra, Roccadaspide; Al Segretario Confederale CISL UST Salerno; Al Tribunale per i Diritti dei Malati; Alla R.S.U. ASL Salerno; Alle OO.SS.; Ai delegati RSU/RSA CISL FP; A tutti i lavoratori interessati, Agli Organi di stampa, comunicando l’indizione dello stato di Agitazione edi un’assemblea che siterrà lunedì mattina alle 10.00 presso l’Ospedale di Eboli.
“In riferimento all’oggetto, – si legge nella lunghissima nota del Segretario Provinciale Antonacchio – corre l’obbligo alla scrivente esprimere alcune considerazioni riguardo alla ipotesi di riorganizzazione della rete ospedaliera, con specifico riferimento alla proposta elaborata per l’Ospedale Unico della Valle del Sele.
E’ inutile sottolineare che, per fortuna, dopo anni di discussioni si è addivenuti alla considerazione che l’ospedale unico può essere, all’interno di una dipartimentalizzazione orizzontale e trasversale, una coerente pratica immediatamente realizzabile, se e qualora si decida di affrontare il problema in un’ottica di valorizzazione delle eccellenze e delle specialità e di razionalizzazione delle duplicazioni esistenti per evitare ulteriori sprechi derivanti da vecchie logiche clientelari cui seguivano proliferazione di incarichi, allo stato difficilmente sostenibili.
Purtroppo bisogna prendere in seria considerazione, per le ragioni che passeremo ad esporre, che la ipotesi elaborata, per quanto attiene le nostre semplici osservazioni, non ha valutato il fabbisogno ed i servizi esistenti, non ha in nessun modo valutato la necessità in primis di garantire un’organizzazione dell’offerta territoriale e di prossimità adeguata e la sicurezza degli interventi di emergenza-urgenza.
In assenza di tali evidenti peculiarità qualsiasi progetto di riorganizzazione è destinato a naufragare, con grave perdita di qualità dell’assistenza e del numero delle prestazioni.
Quello che nei fatti si sta realizzando è una riorganizzazione della rete ospedaliera utilizzando il solo criterio della riduzione del numero dei posti letto, e con ciò si rischia di fare delle scelte paradossali che non garantiscono ai cittadini un’assistenza sanitaria pubblica accessibile, efficiente, efficace e di qualità.
Siamo sicuri che la difesa incondizionata di posti letto non è una strada da perseguire per il solo scopo di realizzare una sanità che risponda ai bisogni dei cittadini, ma siamo altrettanto certi che non si può procedere con criteri prevalentemente ragionieristici.
Occorre organizzare e riqualificare i servizi socio-sanitari al fine di offrire le giuste tutele in termini di tempestività e sicurezza, soprattutto nella capacità di trattare le emergenze e rispondere sui territori in cui si vive l’effettivo bisogno di salute, in particolare nelle condizioni di cronicità e fragilità.
Tutto ciò non potrà essere realizzato se non si analizza la realtà nella quale si vuole intervenire, non si garantisce la “contemporaneità” delle riconversioni e del potenziamento dell’assistenza territoriale, e non si coinvolge nel processo la cittadinanza e le organizzazione civiche e di pazienti.
Per dovere di cronaca si elencano le otto raccomandazioni civiche che il tribunale dei diritti del malato chiede che siano tenute in considerazione ed applicate a tutti i livelli dalle istituzioni, per la qualcosa si sono tutte mobilitate a vigilarne la corretta applicazione:
1. Il processo di riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera non può basarsi sul solo numero di posti letto presenti nella struttura.
2. A monte della decisione, è necessaria una valutazione del fabbisogno, una indagine epidemiologica e una mappatura dei servizi esistenti.
3. La scelta di chiusura o riconversione degli ospedali deve essere fatta considerando fattori come:
- – Fabbisogno di salute della popolazione di quella specifica zona;
- – Incidenza di particolari patologie croniche su quel territorio.
- – La presenza di altre strutture ospedaliere nelle zone limitrofe (che possano configurare eventuali situazioni di duplicazioni di presidi).
- – Qualità e sicurezza delle strutture che dovranno essere chiuse o riconvertite.
- – Caratteristiche specifiche di quel territorio in termini di orografia e flussi turistici (come zone montane, piccole isole).
- – Esistenza di un servizio di trasporto efficace e tempestivo dalla zona dove verrà chiusa la struttura agli ospedali che rimarranno attivi, in particolare in caso di urgenze e di servizi ad esso collegati (es. emodinamiche, stroke unit, etc.)
- – Qualità, accessibilità e capacità di rispondere ai bisogni della popolazione (efficacia) da parte dell’assistenza territoriale presente su quel territorio: diffusione del servizio ADI, case della salute, lungodegenze, riabilitazione
4. Garantire la contemporaneità degli interventi legati alla riconversione.
5. Garantire un’organizzazione dell’offerta socio-sanitaria territoriale e di prossimità adeguata a farsi carico del bisogno di salute della comunità.
6. Garantire la sicurezza degli interventi di emergenza-urgenza, assicurando una corretta e razionale dislocazione dei servizi ed essi dedicati, anche attraverso processi di riconversione (Punti di primo soccorso, DEA I e II livello, etc.), un numero congruo di ambulanze medicalizzate, il funzionamento H24 del servizio di elisoccorso, la distribuzione di servizi collegati alla gestione delle emergenze come le emodinamiche.
7. Prevedere spazi di condivisione e partecipazione delle comunità locali e delle organizzazioni civiche e di pazienti ai processi di riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi territoriali, nonché sulla valutazione costante (es. audit civico) dell’impatto della scelta maturata ed attuata.
8. Prevedere un piano di comunicazione rivolto alla cittadinanza sulla riorganizzazione.
Nello specifico bisogna rilevare che la ipotesi delineata, oltre ad avere un grave punto di caduta poiché prevede una riorganizzazione della rete ospedaliera, senza considerare lo stato di sofferenza in cui versano i vari plessi, non tiene in alcun conto che, per responsabilità diretta di coloro che ormai governano il settore da oltre 30 anni e che continuano a frequentare senza alcun pudore le sedi in cui si elaborano i processi di riordino, si sta continuando a trascurare il territorio che invece dovrebbe essere in uno all’emergenza il vero filtro per evitare inappropriatezza di prestazioni e ricoveri impropri che ingolfano irrimediabilmente le strutture sanitarie residenziali.
Come altrettanto evidente che si sta sottovalutando la presa d’atto dello stato in cui versa l’assistenza alle “persone” nelle strutture, a guisa della “incauta domestica” che fa pulizia mettendo la polvere sotto il tappeto, mortificando e criminalizzando tutti gli operatori che con spirito di abnegazione e con estrema professionalità si vedono con costanza ormai quotidiana additati quali “ladri di straordinario” quasi che possano liberamente e arbitrariamente effettuarlo per appropriarsi indebitamente di quote di salario accessorio.
Nulla viene detto di strutture ospedaliere che si sostengono con attività libero professionale per attività ordinarie con lauti guadagni da parte dei dirigenti interessati e che costringono ad orario aggiuntivo e straordinario tutti gli operatori del comparto.
Ed è peregrino pensare che poi sono gli stessi dirigenti che beneficiano di ingenti quote di salario aggiuntivo a dover vigilare sul corretto utilizzo del salario accessorio, paradosso tutto in capo all’attuale management che sembrerebbe investito per vigilare su chi ruba e potrebbe contestualmente dare l’impressione di mantenere il sacco.
E’ questo il senso del Commissariamento dell’Ospedale di Eboli, incarico che non trova possibilità di affidamento in nessuna norma di legge se non in quella di “Dredd memoria” in cui l’attore Stallone soleva dire “qui la legge sono io”.
Allora qualora si vogliano mostrare i muscoli, ipotizzando una moralizzazione nella gestione della cosa pubblica, il manager applicasse, se è ritenuto, quanto la legge prevede nei casi di affidamento e revoca degli incarichi, a cominciare da quelli che da più vicino sembrerebbero sostenerlo.
Si scelga, senza ricevere sollecitazioni di turno, tra coloro che “meritano” di affrontare tale complessa situazione avendone requisiti e professionalità, e farli cimentare in un progetto con chiari obiettivi, momenti di verifiche intermedie, finale e conclusiva sui risultati conseguiti.
La riconversione imposta dalla Regione Campania prevede per il presidio di Oliveto Citra la trasformazione in Ospedale Riabilitativo con disattivazione del Pronto Soccorso e per il Presidio di Roccadaspide la totale dismissione per la creazione delle “Strutture Polifunzionali per la Salute”, senza considerare come tali operazioni comportino un notevole impegno di spesa per le opere di ristrutturazione degli edifici, per la formazione-assunzione di personale specializzato e per l’acquisizione di apparecchiature specialistiche.
Risulta quindi evidente, a nostro avviso, come una riorganizzazione funzionale intensa e rispondente alle richieste regionali in tema di spending review debba prevedere accorpamenti e “soppressione di unità operative complesse” (queste ultime mai inerenti attività di urgenza-emergenza, in un territorio orograficamente già così esposto a potenziali squilibri) con riduzione dei posti letto complessivi, che consenta di “promuovere l’appropriatezza delle prestazioni erogate in regime di ricovero sia ordinario che diurno” costituendo la chiave di volta per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Ne deriva pertanto che dalla proposta elaborata e a ragione non si tiene conto delle indicazioni del decreto 82, poiché nelle more della creazione della rete dell’emergenza- urgenza si lasciano funzioni ma non si spiega perché a parità di posti letto il numero di medici in terapia intensiva è di 6 ad Eboli e di 7 a Battipaglia ed Oliveto Citra.
Come non si spiega perché a Roccadaspide 7 medici per anestesia mentre ad Eboli e Battipaglia 6 e ad Oliveto Citra 3 sostanzialmente a parità di posti letto chirurgici tra Roccadaspide ed Oliveto e addirittura in presenza di un maggior numero di posti letto chirurgici ad Eboli e Battipaglia.
Cosa sta a significare e come è possibile a Roccadaspide non prevedere la terapia intensiva pur in presenza di discipline chirurgiche, atteso che ogni intervento chirurgico è a rischio e ad Oliveto Citra in presenza di 30 posti letto di riabilitazione e recupero funzionale solo tre “personale altro” – presumendo che ci si riferisce a fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali e altro personale senza aver in nessuna considerazione che la qualità del recupero funzionale si basa su un lavoro di equipe polivalente e multidisciplinare.
O forse si prevede di deportare tutti professionisti del settore verso tale struttura, smantellando invece i servizi territoriali che nella disamina della riorganizzazione della rete ospedaliera non viene considerata, nel mentre è tale rete che potrebbe garantire una razionalizzazione delle attività rendendole appropriate e sedimentate al reale bisogno della cittadinanza.
Sarebbe stato forse opportuno costituire uno staff di verifica di prestazioni e delle modalità di erogazione per quantificare e valutare l’appropriatezza delle prestazioni e verificare se il turn over dei pazienti è coerente con prognosi e diagnosi e, cosa ancora più grave, se gli stessi ricoveri sono coerenti con le patologie reali o se le stesse vengono utilizzate per rispondere non ai bisogni degli utenti ma a quelli dei dirigenti responsabili delle varie strutture in cui operano.
In tali occasioni si sarebbero potute verificare anche le modalità in cui operano la maggior parte dei professionisti sanitari, che solo ed esclusivamente per senso di abnegazione e di appartenenza subiscono in silenzio continuo demansionamento e dequalificazione professionale, sperando che a breve si possa discutere seriamente di organici e fabbisogno assistenziale per poter definitivamente porre fine a tale scelleratezza.
Che tale importante aspetto sia totalmente disatteso si evince dal fatto che anche il personale dei servizi generali, in particolare il personale dei servizi tecnici sembra prescindere dalle caratteristiche del singolo presidio: sono nello stesso numero; accorpati Eboli-Battipaglia ed Oliveto Citra-Roccadaspide sono nello stesso identico numero per singolo raggruppamento.
Prevedere 16 infermieri per le Sale Mortuarie forse è l’unico aspetto realmente programmatorio, atteso che con tale riorganizzazione forse sarà notevole l’aumento di produttività del servizio, con incrementi esponenziali paragonabili a quelli attualmente ordinari a “Kabul”.
Come stabilito dalla norma regionale enunciata, si evince che per le particolari dimensioni e per la complessità specialistica rappresentata, il nucleo fondante dell’Ospedale della Valle del Sele deve essere costituito dagli Ospedali di Eboli e di Battipaglia.
Conseguentemente, a nostro avviso, essendo prevista la collocazione presso l’ospedale di Battipaglia del Polo Neonatale con relativa TIN già operativa, necessita inevitabilmente che i Reparti di Ostetricia – Ginecologia e Pediatria dell’Ospedale di Eboli, si fondano con i reparti di ostetricia-ginecologia e pediatria di Battipaglia.
Parimenti diventa indispensabile, per sviluppare quei livelli d’eccellenza che solo la presenza di una sala di emodinamica e di un laboratorio di elettrofisiologia possono assicurare, che le competenze della UTIC del P.O. di Battipaglia vengano trasferite unitamente presso la UTIC – EMODINAMICA del P.O. di Eboli.
Eppure la ipotesi sembra rispondere ad altre logiche di equilibrismo che lascia a varie interpretazioni scollegate dal buon senso che, nei fatti, sembrano finalizzate allo smantellamento definitivo delle due strutture ospedaliere.
Cui prodest! A chi giova?
Infatti 4 o addirittura 3 radiologi in presenza di pronto soccorso non garantiscono il turno h 24; analoga considerazione per il laboratorio di analisi 3+2 laureati non garantiscono i turni h 24 in presenza di pronto soccorso.
In nessun ospedale è previsto personale infermieristico dedicato al blocco operatorio, pertanto è ipotizzabile che sopperiscono gli infermieri dei reparti chirurgici, ortopedici e specialità di riferimento? Ma sono sufficienti?
Il centro trasfusionale viene previsto all’ospedale di Eboli e non a quello di Battipaglia e prescinde assolutamente dalle attuali caratteristiche strutturali: ad Eboli sarebbe da rifare completamente reperendo spazi idonei, quello di Battipaglia è stato realizzato ex novo solo qualche anno fa.
Non si prevede personale per il servizio di emodinamica pertanto le prestazioni dovrebbero essere garantire dal personale della cardiologia e radiologia ( 5 tecnici di radiologia complessivi che non garantiscono il turno sulle 24 ore neanche per il servizio di riferimento figuriamoci per PS ed emodinamica).
Se a tutto quanto si rileva che così come dichiarato si elaborano le dotazioni organiche inserendo qualifiche ad esaurimento (OTA) ovvero inesistenti nel comparto (OSA) allora vuol dire che si sta realmente perdendo il collegamento con la realtà e con il contesto.
Per tutto quanto sopra esposto si proclama lo stato di agitazione e si convoca una assemblea di tutti i lavoratori degli ospedali di Battipaglia, Eboli, Oliveto Citra e Roccadaspide che si terrà lunedì 10 marzo p.v. alle ore 10,00 presso la sala riunioni dell’Ospedale di Eboli.
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Oltre all’Allarme Ospedale Eboli la CISL rivendic anche gli straordinari efettuati e non pagati
“In riferimento all’oggetto, – scrivono al Direttore Generale Asl Salerno, al Direttore Sanitario p.t. P.O. Eboli, al Direttore Amministrativo P.O. Eboli, al Segretario Generale CISL FP Salerno, ai lavoratori tutti, i delegati RSU/RSA CISL FP Emiddio Sparano, Antonio Ristallo, Ciro Contrasto, in merito ai mancati emolumenti del mese di dicembre – in qualità di delegati RSU/RSA della CISL FP, a seguito di segnalazioni dei dipendenti che non hanno trovato elencato in busta paga gli emolumenti per prestazioni di lavoro straordinario effettuato nel mese di dicembre 2013, chiedono di conoscere le motivazioni che hanno indotto i Direttori in indirizzo a non corrispondere quanto loro dovuto, nel mentre ad altro personale è stato riconosciuto tutto lo straordinario effettuato.
Se il ventilato ed inneggiato “risparmio” – proseguono i rappresentanti sindacali della CISL – si ottiene facendo lavorare il personale per coprire i turni di servizio per poi non pagare il dovuto, anche con minacce ai coraggiosi ed onesti Direttori di Struttura di addebito patrimoniale, solo perché, a differenza della Direzione Generale, hanno a cuore sia il mantenimento dei L.E.A. che carichi di lavoro corrispondenti alle norme di legge per i propri collaboratori, bastava affidare la stesura dei turni ad un qualsiasi ragioniere della nostra Asl.
La gravità dell’evento – aggiungono – si manifesta inoltre nella mancata vidimazione dei turni di servizio del mese di dicembre 2013 da parte della Direzione Sanitaria. Inoltre risulta agli scriventi che non sono stati neanche restituiti i turni di servizio con le motivazioni del mancato pagamento. Per sgombrare il campo da equivoci si chiede con urgenza copia dei turni di servizio “regolarmente firmati dal Direttore Sanitario” del mese di dicembre 2013 sia a preventivo che a consuntivo al fine di una puntuale verifica da parte dei dipendenti interessati.
Risulta ancora, – evidenziano i rappresentanti sindacali della Cisl – in dispregio a tutte le norme, che a tutt’oggi non sono stati ancora firmati dal Direttore Sanitario del Presidio i turni di servizio del mese di febbraio c.a. Ciò ha comportato per i dipendenti un grave rischio, in quanto avrebbero regolarmente prestato servizio senza la dovuta autorizzazione. La mancanza di regole certe nella quale ormai si vive nel nostro presidio da quando è stato disposto il commissariamento del personale non è più tollerabile. Considerata l’apertura totale degli scriventi al confronto ed al dialogo, ma avendo trovato sempre dalla controparte atteggiamenti di arroganza e prepotenza, non si possono più attendere percorsi condivisi. Ormai il delirio di onnipotenza di questa Direzione si sta ancora manifestando in editti in palese contrasto sia con lo Statuto dei Lavoratori che delle norme contrattuali.
E’ stato disposto di imperio e senza nessuna comunicazione alle parti sociali la mancata sostituzione del personale in ferie od in malattia, vengono chiusi i cancelli di ingresso ai dipendenti senza nessuna comunicazione ufficiale alle Organizzazioni Sindacali riducendo il nostro ospedale in un “campo di concentramento”.
Assistiamo poi a dichiarazioni del nostro Commissario che si lamenta che non gli vengono rimborsate le spese e il costo del parcheggio; e i dipendenti che guadagnano appena 1000 euro al mese che dignitosamente pagano da anni il parcheggio cosa dovrebbero dire?
E al personale reperibile che durante ogni chiamata è costretto a pagare il parcheggio perché gli viene vietato l’ingresso al parcheggio interno a chi dovrebbe inviare il relativo rimborso?
Solo ad Eboli, – fanno presente i cislini – ormai ospedale a “statuto speciale” ferie e malattie non devono essere adeguatamente sostituite, si chiudono i cancelli, si sta cercando di militarizzare il nostro ospedale, si effettuano ritorsioni su chi ha il coraggio di protestare con civiltà e fermezza. Sembra di assistere all’epilogo del nazismo dove per ogni tedesco ucciso si chiedeva la testa di 10 partigiani.
Infine da diversi dipendenti giungono notizie di “demansionamento” e di “dequalificazione” in atto. Infermieri laureati costretti a lavorare in condizioni drammatiche, con carichi di lavoro assurdi ed a svolgere mansioni inferiori per mancanza di personale ausiliario e trattati alla mercè di “sguatteri”. Al Segretario Generale Cisl FP chiediamo di attivare l’ufficio legale per far sì che gli stessi dipendenti possano intraprendere azioni a loro tutela.
Ciò che è stato fatto ad Eboli – mettono in evidenza i responsabili Cisl – ed il trattamento riservato in particolare al personale del comparto può trovare solo l’aggettivo di “vergogna”. Solo offese ed illazioni da parte della Direzione Generale contro chi con onestà e spirito di appartenenza continua a prestare la propria opera a favore degli ammalati. Neanche una parola da parte del Direttore Generale di plauso agli operatori del Pronto Soccorso e della Radiologia di Eboli che stanno sopperendo alla chiusura della Radiologia dell’Ospedale di Battipaglia e delle difficoltà di viabilità nel Cilento con senso di sacrificio e di appartenenza e senza le risorse umane sufficienti, anzi…….mortificazioni a catena.
Non vogliamo elogi, – sottolineano i sindacalisti Cisl – vogliamo lavorare con serenità e trattati alla pari di tutti gli altri dipendenti della Asl Salerno.Non siamo appestati, ma dignitosi lavoratori che ancora credono, e sperano, di appartenere ad una azienda fino ad oggi “matrigna” nei propri confronti. Il tempo della mediazione è finito…da questo momento urge sensibilizzare la parte sana della nostra città…..che sempre ha saputo rispondere con civiltà e dignità all’attacco di invasori e denigratori. Nei prossimi giorni saremo nelle parrocchie, nei centri di aggregazione culturale e sociale a spiegare la “vera verità” di questo commissariamento voluto solo per il nostro ospedale.
Al Sindaco, – conclude la nota dei delegati RSU/RSA CISL FP dell’Ospedale di Eboli Emiddio Sparano, Antonio Ristallo, Ciro Contrasto,- ai politici tutti del nostro territorio, chiediamo di stare uniti per contrastare questo disegno tendente a ridurre il nostro ospedale ad un semplice ambulatorio”.
Eboli, 8 marzo 2014
Non date falsi allarmisimi ospedale di eboli non chiude nulla, ma poi questo sindacato no naveva già proclamato una mbilitazione due mesi fa, e poi non si sono presentati….
@,la vergogna non ha limiti…… ma questo e’ lo stesso sindacato che fino a pochi mesi fa era “il Sindacato” del P.O. Ebolitano , ed adesso con una mossa populista e con l’aiuto del Serrese tenta non con poca spregiudicatezza di riconquistare x lo meno la faccia
questo sindacato e queste persone, quando c era il direttore sanitario precedente stavano sempre Zitti adesso sono esplosi….ma per favore va!!!!!!!!!
AZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ….
Quei tre sindacalisti dell ospedale di eboli, fanno anche l agitazione????? e quando lavorano??? Si fa solo salotto e bar, andate a lavorare che è meglio..!!!
@…..penso che si possa verificare la quantità la qualità del lavoro che svolgono questi illustri signori …….come , nei filmati custoditi presso la d.sanitari, si nota anche l’l’uomo dalle 100 ore mensili , attenti che e’in arrivo il super commissario Spinello… dovrete cedere qualcosa ……pensate cosa….ah ah ah