La storia di Gerardo Esposito è condita di troppe incertezze amministrative del Comune. Gli intimano di chiudere la canna fumaria in via Catania e non ricordano cosa dice il regolamento edilizio.
La struttura deve essere posta a più di dieci metri dalle altre abitazioni. E nella lettera l’ufficio ambiente lo certifica salvo poi procedere ad un controllo. Ma del primo sopralluogo nelle carte non c’è traccia.
di Oreste Vassalluzzo
giornalista professionista
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Quando un cittadino qualunque incappa nelle maglie della burocrazia “cieca e sconsiderata” sono dolori. Come abbiamo avuto modo già di raccontare, è il caso del signor Gerardo Esposito da via Catania. Quel focolare, il comignolo del suo camino, costruito per riscaldare il proprio appartamento, gli ha creato un mare di problemi. Il tutto condito con la solerzia dell’ufficio ambiente del Comune di Battipaglia, della cattiva pubblicità di un vicino e di una serie di sgambetti che la pubblica amministrazione ha deciso di mettergli fra le gambe.
Per l’ingegnere Osvaldo Amoroso, responsabile dell’ufficio ambiente, quella canna fumaria inquina, magari ed è «ad una distanza di dieci metri» rispetto alla struttura del palazzo di fronte. Questo è quello che scrive l’ingegnere il 28 gennaio 2013 al signor Esposito. La segnalazione è giunta con un esposto al Comune. Ma grazie all’occhio esperto dell’avvocato Piero Lascaleia e ad alcuni tecnici, si capisce subito che c’è qualcosa che non quadra. Spulciando il regolamento edilizio del Comune di Battipaglia. Quello che proprio l’ingegnere Osvaldo Amoroso dovrebbe conoscere come le proprie tasche, ecco che spunta la citazione del regolamento edilizio comunale.
L’articolo 83 del regolamento dichiara, come lo stesso Amoroso ha evidenziato nella diffida, che la canna fumaria è regolare perché «…sporge per più di un metro dalla copertura e dista oltre 10 metri da altri fabbricati». Di qui la richiesta di annullamento dell’ordinanza che addirittura imponeva al signor Gerardo Esposito di spegnere quel camino. Di non riscaldare l’abitazione che condivide con la propria famiglia.
Dal Comune si accorgono, forse dell’errore, ma perseverano. A quel punto chiedono ed annunciano un sopralluogo per verificare le distanze. La comunicazione di questo sopralluogo giunge al signor Esposito. Ma del sopralluogo, poi, non c’è traccia. E nemmeno la richiesta, attraverso l’avvocato Piero Lascaleia, fa smuovere gli uffici comunali. Quel verbale non c’è e nessuno l’ha ancora consegnato al cittadino qualunque che deve, per chissà quale motivo, soccombere alla burocrazia “cieca e sconsiderata”.
Un anno o poco più di battaglia a suon di carte protocollate al Comune di Battipaglia e poi la richiesta, assurda, di inserire un filtro per abbattere i fumi, come quelli utilizzati per le pizzerie o i ristoranti, nel comignolo di via Catania. Verrebbe da sorridere se non fosse, che per avere giustizia, il cittadino qualunque è dovuto ricorrere al Capo dello Stato dinanzi al quale pende la richiesta di annullamento degli atti.
Ma a questo punto il signor Gerardo Esposito si è chiesto, ma sarò solo io ad avere quel tipo di canna fumaria a Battipaglia? Ed in effetti non è così. Sono tante e varie le canne fumarie come quelle sul territorio comunale di Battipaglia. Ma questa è una storia che approfondiremo magari in un altro momento, condita di un’amara considerazione una sorpresa. (continua)
Battipaglia, 2 marzo 2013
1 commento su “Il focolare e il verbale… scomparso: a Battipaglia succede”