Intervista al professor Giuseppe Di Genio, il tema: Salerno “Capitale” tra storia, unità e costituzione.
Il professor Di Genio è titolare della cattedra di Diritto Costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Salerno.
di Giovanni Sorgente
per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Intervista al professor Giuseppe Di Genio, titolare della cattedra di Diritto Costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Salerno. Tema dell’intervista Salerno “Capitale” tra storia, unità e costituzione.
E’ possibile considerare Salerno Capitale come Città della Costituzione?
“Sebbene sia qualcosa di affascinante che ci inorgoglisce come salernitani, non è propriamente esatto. Sicuramente Salerno c.d. Capitale d’Italia (ricordiamo il governo Badoglio e Bonomi) ha rappresentato un momento importante, forse non proprio determinante, perché inserito in un contesto più ampio, del nuovo assetto costituzionale, dopo le nefandezze del fascismo e del nazismo.”
Eppure Salerno ha dato un valido contributo alla storia della Repubblica?
“Salerno è una città del sud, di quel sud inevitabilmente monarchico, che ha saputo ri-definire il proprio contributo morale e istituzionale partecipando attivamente, con lo sbarco e i suoi ministri, alla costruzione dell’esperienza repubblicana, di quella che potrebbe essere una sorta di Costituzione materiale ante litteram. Salerno ha saputo rimboccarsi le maniche ed inserirsi nell’ambito di quel bellissimo periodo fecondo della vita unitaria e costituente della nostra Repubblica che ha portato linfa vitale e culturale alla nascita democratica del nostro Paese.”.
Una Costituzione ante-litteram perchè?
“Si parte dallo Statuto Albertino del 1848, sotto cui si è determinata anche l’Unità d’Italia nel 1861, del decreto luogotenenziale n. 151 del 1944 (emanato dopo la liberazione di Roma del 4 giugno 1944 e convertito in legge dalla XV disposizione transitoria e finale della Costituzione del 1948), formalmente dato a Napoli il 25 giugno 1944, in virtù del quale si è venuta a creare la c.d. prima Costituzione provvisoria, secondo cui, proprio in virtù del c.d. patto di Salerno del 1944, dopo la liberazione del territorio nazionale le forme istituzionali saranno scelte dal popolo italiano che a tal fine eleggerà a suffragio universale diretto e segreto, una Assemblea Costituente per deliberare la nuova Costituzione dello Stato (tra l’altro Bonomi venne ridimensionato nei successivi lavori costituenti). Alla stessa sono seguiti, poi, il n. 435 del 1945 sulla creazione del Ministero della Costituente nonchè il decreto luogotenenziale n. 98 del 1946, la c.d. seconda Costituzione provvisoria, in cui venne definito quello che poi sarebbe stato il referendum istituzionale del 2 giugno 1946.
In tale prospettiva si può dire, allora, che Salerno non è stata propriamente la città della Costituzione (che non c’era) ma una delle tante città della guerra, un luogo della memoria e della discussione, che ha contribuito nel suo piccolo, senza formalismi di sorta, alla futura scelta (materiale) costituente.”
Salerno e la sua provincia pertanto hanno avuto un’importanza non secondaria nell’ Unità d’Italia?
“con il sangue della sua provincia cilentana, un ruolo forse ancora più importante nell’Unità d’Italia, di cui si celebrano i 150 anni, come si evince da un documento, non richiamato nella versione degli storici, che lega proprio Costituzione e Unità d’Italia, il Proclama ai Napoletani del Generale Giuseppe Garibaldi della mattina del 7 settembre 1860 dato a Salerno ma pubblicato in Napoli, che richiama ed urla “la concordia”, come prima necessità dell’Italia, per raggiungere l’unità della grande famiglia italiana.
Al di là di tutto, Salerno c’era nell’Unità d’Italia e c’era nel cammino verso la Costituzione. Così, dunque, dignitosa e austera, senza celebrazioni chiassose ed eucaristiche, fiera del suo passato, guarda al suo futuro, al futuro dell’Italia nell’Europa unita e nel mondo.”
Salerno, 28 febbraio 2014
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