“Sono indignato. Non delego, partecipo“. “La soluzione dei problemi non può essere delegata solo a giudici. I loro interventi sono necessari, ma non basta. Il commissariamento prolungato procura danni incalcolabili”.
Avanza l’ipotesi che decreta lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche. Si vota, non si vota. Sembra quasi una scommessa. Sono indignato, l’indignazione deve trovare respiro, urla, parole. Mi indigna la circostanza che qualcuno possa rubare il futuro ai nostri figli.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento politico che ci ha fatto pervenire l’Architetto Nicola Vitolo dell’Associazione “A717 Battipaglia & oltre“, con il quale egli sia pure con durezza, ma con la consapevolezza della gravità del momento che attraversa la Città di Battipaglia, lancia una sorta di grido d’allarme ai cittadini, alle Associazioni, ai movimenti e ai Partiti, perché si assumano le loro responsabilità e non accettino supinamente, quello che pare si va sempre più affermando nei vari ambienti, che si indicherebbe attraverso le indagini che ha condotto la Commissione di Accesso agli atti elementi di infiltrazioni camorristiche tali da indurre il Prefetto e per esso il Ministro dell’Interno a decretarne la pericolosità e quindi allontanando la possibile data di svolgimento delle Elezioni Amministrative dal 2014 al 2016, lasciando immaginare il riverbero negativo che accompagnerebbe la Città e tutto l’apparato economico e produttivo della Città.
“Io sono indignato. Io non delego, io partecipo” – Scrive Nicola Vitolo – I giornali stanno dedicando ampio spazio alla questione “politica” di Battipaglia. Si vota, non si vota. Sembra quasi una scommessa su cui tutti si sentono in diritto di puntare una posta. Evidente il contrasto tra le parole “elementi concreti, univoci e rilevanti” che avrebbero convinto il Prefetto di Salerno a suggerire lo scioglimento del consiglio comunale di Battipaglia e le dichiarazioni caute, garbate, edulcorate di alcuni esponenti della “politica” battipagliese.
Ebbene, io non condivido le loro posizioni. Mi dissocio. Sono semplicemente, fortemente e rigorosamente indignato.
La politica si deve prendere le proprie responsabilità. Non ha svolto il ruolo che le era dovuto. Nel rispetto della separazione dei ruoli, gli organi deputati facciano ciò che è dovuto.
Non so quanto corrisponde a vero in merito alle infiltrazioni camorristiche, di certo non può e non deve pagare una intera comunità per le eventuali scelleratezze compiute dai pochi. Facciano quanto previsto, ma questa città non deve portare, non deve ricevere nessuna macchia. Non la merita.
Una città che lavora, che ha in sé contraddizioni ma anche grandi energie, uomini, donne, giovani, lavoratori, imprenditori importanti, in tutti i settori, da quello agricolo a quello industriale a quello del terziario. Questa città, capoluogo della Piana del Sele, che per anni ha accolto tutti, che ha consentito ai tanti di crescere e progredire, oggi, vive in maniera inaccettabile non solo la crisi in cui siamo immersi a livello nazionale ma è sottoposta ad una crisi locale, economica e amministrativa, ed al disorientamento prodotto dall’epilogo giudiziario dell’amministrazione di Battipaglia.
La nostra Città è ferita mortalmente nelle sue vocazioni e nella sua vivacità che l’ha sempre contraddistinta come una realtà guida della Piana del Sele e della Provincia di Salerno.
Oggi Battipaglia ha perso quel ruolo, solo perché la politica non l’ha saputo sostenere abbandonandola a se stessa. La soluzione dei problemi non può essere delegata solo a giudici. I loro interventi sono necessari. Ma non basta e il commissariamento prolungato dell’ente procura danni incalcolabili.
Io sono indignato e penso che l’indignazione debba trovare respiro, urla, parole. Mi indigna la circostanza che qualcuno possa rubare il futuro ai nostri figli in nome di una sopravvivenza devastante.
In questa comunità ci sono fabbriche che chiudono, negozi che chiudono, persone che emigrano, imprenditori, uomini e donne che resistono. Ma non desistono, non si rassegnano. La classe politica, senza aspettare l’intervento pesante della Magistratura, deve introdurre regole e comportamenti che la rendano impermeabile a qualsiasi condizionamento. Serve ripristinare il controllo amministrativo degli atti del comune per evitare casi di utilizzo spregiudicato delle risorse pubbliche; la spesa pubblica, infatti, attraverso il sistema degli appalti interagisce con il libero mercato e con il sistema economico del Paese ed un suo cattivo funzionamento può generare fenomeni distorsivi e fuori dal circuito della legalità e della legittimità.
Dobbiamo riaccendere la speranza di potercela fare, di dovercela fare per noi e per i nostri figli che ci guardano, ci giudicano e che nella loro giusta e doverosa severità ci additano. E ci condannano.
“Liberi e pensanti”: liberi di dire basta all’apatia, alla sopportazione. Io non delego, partecipo.
Ai cittadini ed alle Associazioni spetta il compito fondamentale di non delegare, di assumersi le responsablità di controllo e di partecipazione attiva alla vita della comunità. Bisogna andare oltre i vecchi recinti, bisogna scrollarsi di quelle etichette che ci hanno tenuto a bada fino ad ora, liberarsi dalle logiche superate.
Dobbiamo avere la capacità insieme di realizzare programmi, di accettare suggerimenti e i contributi di tutti, avendo la consapevolezza che siamo capaci di portare avanti seriamente gli impegni presi.
IO NON DELEGO, IO PARTECIPO.
Battipaglia, 27 gennaio 2014