Sabato 11 dicembre 2014, 17.00, Museo Archeologico Provinciale, Salerno, presentazione del periodico di attualità e di studi storici “Il Postiglione”.
La rivista edita dall’Associazione di Cultura, Sport e Ricreazione “Arci Postiglione” e stampato con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Aquara è stata fondata nel 1989 ed è al suo XXIV-XXV anno di pubblicazione raccontando degli Alburni ed oltre.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
POSTIGLIONE – Sabato 11 dalle ore 17.00, si svolgerà a Salerno, presso il Museo Archeologico Provinciale, la presentazione del periodico di attualità e di studi storici “Il Postiglione” (aa. XXIV-XXV, n. 25-26, giugno 2013), edito dall’Associazione di Cultura, Sport e Ricreazione “Arci Postiglione” e stampato con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Aquara.
L’iniziativa è stata organizzata dal Circolo Sociale della BCC di Aquara “Cilentum” con il patrocinio della Società Salernitana di Storia Patria e con la collaborazione della Direzione del Settore Musei e Biblioteca della Provincia di Salerno.
Alla manifestazione, che sarà condotta dal giornalista Alfredo Boccia, dopo i saluti del Dirigente Provinciale, dott.ssa Barbara Cussino, del Presidente della BCC di Aquara, Luigi Scorziello, e del Presidente dell’Arci Postiglione, Donato Di Poto, interverranno il Direttore della BCC di Aquara, Antonio Marino, e l’archeologo Antonio Capano, con le conclusioni affidate al prof. Giuseppe Cacciatore, Presidente della Società Salernitana di Storia Patria.
Contributo particolarmente significativo al risveglio dell’interesse per la storia locale, da parte della popolazione alburnina, è quello che deriva dalla congrua produzione editoriale dell’Arci Postiglione. Prima iniziativa editoriale è stata, appunto, la pubblicazione della rivista, fondata nel 1989 con lo scopo di far conoscere vicende, fatti e personaggi, tradizioni e aspetti antropologici, che hanno interessato non solo i paesi degli Alburni ma l’intero territorio salernitano.
L’Associazione ha al suo attivo un centinaio di pubblicazioni, che hanno riguardato tematiche principalmente locali, quali la storia letteraria, usi e costumi, fenomeni particolari come il brigantaggio, storia di singoli paesi, antichi racconti popolari, vicende ecclesiastiche, la rivoluzione del 1799 e quanto altro possa concernere le radici storico-culturali del territorio.
Farà seguito la presentazione, da parte di Generoso Conforti, del Calendario “Postiglione 2014”, che è il quindicesimo della serie edito sempre dall’“Arci Postiglione”, nel quale sono rappresentate fotografie del passato, e, tra queste, immagini dell’Hotel Norge, che fu costruito nel 1926 da Americo Montera, le rappresentative calcistiche postiglionese e volceiane in un incontro di calcio, che si svolse a Buccino nel luglio del 1962, la fontana “Acqua del cerro”, costruita nel 1855, e alcune festività religiose, tra cui la Festa della Madonna del Carmine e la Festa di S. Elia.
L’introduzione, dal titolo “La montagna nuda”, è stata curata dal prof. Rino Mele: «Questo calendario di Postiglione 2014, come gli altri che l’hanno preceduto, ha il volto girato a ricordare schegge di vita su quegli Alburni, ferite rimarginate e risa. Ancora una volta, attraverso antiche fotografie riscrive le pietre del paese, le strade incurvate nei canali, le pareti che sembrano sipari di un teatro consumato, la foto di gruppo degli scolari, il gioco delle mietitrici che fingono un’allegria come dovesse durare oltre la posa. E la gioia collettiva per la festa di Sant’Elia con l’immancabile suonatore di fisarmonica e, al centro, il postino del paese che – quasi mimasse il sogno di un volo dopo la caduta – sembra chiedere di svelare lo scuro enigma dell’esistenza sciogliendolo da una salvifica risata.
La fotografia che più seduce è del 1926 (da poco uccisi Matteotti e Giovanni Amendola, l’Italia si avviava a una completa fascistizzazione, in superficie, come si fosse addormentata nello specchio), l’immagine rappresenta la salita al castello, una strada pietrosa e impervia, a gradoni sghembi, scoscesi, ingombra di spuntoni rocciosi.
Il castello non si vede, ma lo si sente incombere sulla quotidiana pena di quelle pietre cui fanno da testimoni cinque personaggi, due (forse coniugi) fermi come alari di un focolare ai lati opposti della via, quasi a significare una reciproca forte appartenenza mentre, secondo una geometrica figurazione, a metà della salita, di profilo, stringono quella visione un giovane con una camicia chiara e una donna: sulla scala esterna della prima casa sulla destra, una vecchia con curiosa attenzione guarda il fotografo non sapendo che sarebbe arrivato fino a noi quell’inavvertibile attimo della sua nascosta vita. Partecipano, tutti e cinque, dell’anima più antica del paese, dove non c’è simulazione urbana di spazi in cui fermarsi, piazze, braide, ma solo ciò che resta del rapporto diretto, feudale, tra la montagna e le case. Le pietre del muratore hanno chiesto ospitalità alla roccia, da essa sono state accolte, con essa ancora si confondono vanamente opponendosi, come l’ancora che la radice del mare trattiene dopo un naufragio».
Postiglione, 10 gennaio 2014