Indispensabile un Piano triennale delle assunzioni per adeguare l’organico all’Azienda Ospedaliera Universitaria Salerno.
Antonacchio (CISL FP): le procedure di reclutamento impongono attenzione alle dinamiche, qualora affrontata con genericità potrebbe arrecare gravi e irreversibili danni a chi opera con estrema dedizione e professionalità, ma senza avere alcuna certezza sul proprio futuro lavorativo.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – “Dispiace dover constatare che ai tavoli si dicono cose che puntualmente si smentiscono – afferma Pietro Antonacchio Segretario Generale della CISL FP di Salerno – mostrando spesso poca attenzione alla complessità di gestione delle strutture sanitarie. Pensare di colpevolizzare, a meno di una settimana dal mandato, ricevuto il Manager Vincenzo Viggiani su presunti mancati ingressi di personale interessato ai processi di mobilità mi sembra velleitario.
Il manager della Azienda Universitaria Ospedaliera di Salerno ha chiesto a tutte le rappresentanze un tempo minimo per prendere coscienza dello stato dell’arte in cui la struttura sanitaria salernitana versa e fare una agenda di priorità su cui intervenire. Appare evidente che il fabbisogno assistenziale necessità di un adeguamento della dotazione organica e che allo stato non è dato conoscere se nei fatti siano solo medici e infermieri le maggiori criticità, dimenticandosi che le carenze di organico investono tutte le altre professionalità sanitarie operanti in una azienda ospedaliera universitaria.
Come è altrettanto tutt’altro che residuale, se si vuole smettere di imporre le proprie personali priorità, non ipotizzare che prima di ogni processo di mobilità sarebbe opportuno avviare una seria discussione sulla elaborazione della dotazione organica, processo che qualora determinato apre la strada alla definizione del piano triennale di assunzioni che è un obbligo contrattuale e legislativo per avviare qualsiasi percorso di adeguamento degli organici.
Inoltre sembrano inopportune accelerazioni su alcuni aspetti essenziali per il futuro di molti professionisti del settore e dimenticarsi di quanto disposto dall’art.1, comma 565 lettera c) punto 3) della L. 296/2006 che prevede per gli enti del Servizio Sanitario Nazionale la possibilità di trasformare le posizioni di lavoro già ricoperte da personale precario, lavoratori a tempo determinato, con contratto di collaborazione coordinata e continuativa o con altre forme di lavoro flessibile o con convenzioni, in posizione di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
Si rammenta che su tali aspetti è stata emanata una apposita circolare che nella premessa ribadiva che, per l’avvio delle procedure concorsuali nell’ambito degli Enti del Servizio Sanitario Nazionale, il decreto legislativo 101/2013 convertito in legge 125/2013 ha previsto che sia emanato un apposito DPCM.
La complessità della tematica relativa alle procedure di reclutamento impongono attenzione alle dinamiche, poiché qualora affrontata con genericità potrebbe arrecare gravi e irreversibili danni a chi opera con estrema dedizione e professionalità, ma senza avere alcuna certezza sul proprio futuro lavorativo. E’ una impresa difficile e complessa e che richiede massima attenzione da parte del sindacato.
Salerno, 7 gennaio 2013