E passano gli anni .. l’Italia dai forchettoni ai … forconi!!

E  con passano gli anni .. l’Italia  dai forchettoni ai …  forconi !! Daiberto Petrone offre un’attenta e scrupolosa disamina dei fermenti politici e sociali che attraversano la nostra società.

Una bocciatura sonora dell’attuale classe politica. Un “apparato autoreferenziale” inadeguato, concentrato solo alla conservazione dei propri privilegi, incapace di dare risposte ai crescenti bisogni degli italiani e incapace di proporre soluzioni e politiche adeguate alla gravità dei tempi.

Daiberto Petrone
Daiberto Petrone

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

BATTIPAGLIA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento di Daiberto Petrone noto Avvocato battipagliese, ma con un passato di tutto rispetto e provessionale e politico avendo ricoperto: il ruolo di Vice Pretore in quella che allora era la Pretura di Eboli, e oggi è la Sede distaccata dei Eboli del Tribunale di Salerno, ormai soppressa; e il ruolo di Consigliere comunale del Partito Socialista a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.

Daiberto Petrone ha sempre avuto una forte passione per la Politica, tuttavia pur coltivandola e interpretandola nel migliore dei modi non volle mai che questa prevalesse sul lavoro e sulla famiglia, e se pure allontanandosi dalla militanza attiva, anche in ragione del mutare degli eventi che portarono in maniera turbolenta il Paese dalla Prima alla mai nata, così detta, Seconda Repubblica, travolgendo uomini, partiti e cose che ancora oggi a distanza di un ventennio da quel “parto prematuro” non si è mai visto crescere e mai affermata sebbene ha distrutto la struttura ideologica e quella dei Partiti consegnandoci un Paese prima svuotato dei suoi valori fondamentali, poi saccheggiato delle sue ricchezze e successivamente stremato dai sacrifici oltre ogni misura e distrutto nelle sue più minime speranze.

E Petrone in questo articolo, prendendo spunto dalla protesta dei “forconi”, che non poteva non coinvolgere Battipaglia, proprio per la sua dinamicità economica in quanto Città, che nonostante tutte le sue contraddizioni, è straordinariamente ricca e laboriosa, dà la sua visione politica dei fatti, partendo da quella degenerazione che poi fu la sconfitta della Prima Repubblica e alla sua rovinosa caduta, fino ad arrivare, passando per i mali che l’hanno attraversata, alla protesta che si rappresenta in tutta la drammaticità in tutti i settori della società italiana, ma che ha trovato il suo massimo epilogo nelle proteste degli allevatori, dei trasportatori e dei “forconi“, e appunto, semplificando, nella sua interessante disamina ha titolato il suo intervento: “L’Italia dai forchettoni ai… forconi“. Buona lettura.

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E passano gli anni .. l’Italia dai forchettoni ai … forconi!!

di Daiberto Petrone

BATTIPAGLIA – Inizio anno,  tempo di bilanci e di previsioni. Per la prima volta mentre avvio una riflessione sugli accadimenti di quest’anno e sopratutto di questi ultimi giorni, non riesco a cogliere  neppure concettualmente una qualche previsione per l’anno che verrà. Anche Battipaglia è stata massicciamente coinvolta nelle giornate di mobilitazione e di protesta  per le condizioni in cui versa una sempre più nutrita schiera di italiani che vive il dramma quotidiano della sopravvivenza.

Cortei, più o meno partecipati, tra l’indignazione di alcuni e l’indifferenza di molti, hanno interessato alcune strade cittadine, un blocco autostradale durato un’intera giornata, disagi tanti per i cittadini privati temporaneamente del diritto alla mobilità. Episodi incresciosi, seguiti da scuse degli organizzatori, studenti in strada, pacifici manifestanti, cui come sempre, si sono aggregati, non invitati, gli imbecilli di turno, slogan, bandiere italiane in un coacervo di umori, rabbia, indignazione, insofferenza, tutti sentimenti di chi ha maturato la convinzione che, sindacati, partiti politici, istituzioni locali e nazionali, organizzazioni varie, alcuno escluso, abbia, non solo non operato nell’interesse generale, ma nemmeno posto alcuna attenzione ai gravissimi problemi che attanagliano una  gran parte della popolazione prossima al collasso.

Studenti-e-Forconi-protestano-a-Battipaglia
Studenti-e-Forconi-protestano-a-Battipaglia

Il ridondante apparato politico nazionale che, ai vari livelli, costa cifre stratosferiche che preleva dalle tasche dei cittadini, avrebbe dovuto cogliere e anticipare, con scelte coraggiose e politiche adeguate, le problematiche sociali ed economiche, si è invece mostrato e continua a mostrarsi becero apparato autoreferenziale, capace solo di succhiare linfa vitale e disperdere risorse indispensabili alla ripresa. Un ceto politico privo di credibilità ed autorevolezza, concentrato solo sulla conservazione di ignobili privilegi ed illecite prebende, impegnato, in questi ultimi tempi, a discettare di “pacificazione” ed “agibilità politica”, appare lontano anni luce dalla sola percezione dei reali problemi del paese e dimostra  una,  speriamo non irreversibile, crisi di rappresentanza.

Siffatta classe  politica, nella quasi totalità, rappresenta essa l’ ”antipolitica” che, invece, suole attribuire ai movimenti spontanei di un popolo stanco, logorato dal quotidiano spettacolo messo in scena da uomini  mediocri, spesso ridicoli, quasi infastiditi dalla protesta che sempre più forte sale dal paese. Non una voce si è levata nella nostra città da parte del pur vasto e variegato universo dei politici locali privati dello scranno per mano dell’ Autorità, ovvero dei rappresentanti di quello che resta dei partiti. Avanza forte il dubbio che le manifestazioni dei cittadini battipagliesi, anche le più partecipate e rumorose  siano di alcuno  di interesse per i politici nostrani, fortemente impegnati davanti ai vari  bar  cittadini a quotidiani conciliaboli, in attesa delle strategie elettorali più utili per tornare ad occupare le stanze del potere dalle quali sono stati cacciati con ignominia.

Tutto ciò acuisce i conflitti che non trovano sbocco istituzionale, mortifica chi manifesta un problema sociale profondo e, non avendo ormai  da troppo tempo interlocutori di cui fidarsi, comincia ad avere l’impressione di essere divenuto invisibile, come invisibili sono i frequentatori delle mense di beneficenza, coloro che anche nel nostro paese frugano nei cassonetti, i disoccupati, i giovani privi di speranza, i lavoratori con salari da fame che dichiarano al fisco più del loro datore di lavoro, i lavoratori autonomi e gli imprenditori alle prese con una ottusa burocrazia ed  infami balzelli, studenti senza futuro …..

L’assordante silenzio dei politici, cui tenta di contrapporsi la voce flebile – ora più forte nelle manifestazioni di piazza – di chi è stanco di una esistenza di stenti  mentre nei palazzi del potere  si  perpetuano con sistemi vecchi e nuovi interessi di bottega o  propri,  rischia, in attesa che la ”Politica” metta in agenda il tema  della emergenza sociale, di fare da detonatore a forme di lotta estrema, che nulla hanno a che vedere con la popolazione che è scesa pacificamente in piazza, non per difendere qualcosa che ha, ma per qualcosa che non ha più e vede allontanarsi, nell’indifferenza della politica,  anche la sola prospettiva di un futuro diverso.

La gente che, sempre più numerosa occupa piazze e manifesta per strada, è  del tutto  invisibile agli occhi dei governanti, come il fumo nella terra dei fuochi.

Battipaglia, 4 gennaio 2013

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