La Giunta approva lo schema di accordo per la rateizzazione del saldo per l’assegnazione dei lotti in Area PIP. Gli imprenditori pagheranno a “babbo morto” in 20 anni e a rate semestrali.
Il sindaco di Eboli Martino Melchionda: “Un provvedimento di grande importanza che va incontro alle esigenze dei nostri imprenditori”.
di Massimo Del Mese (POLITICAdeMENTE)
EBOLI – La Giunta Municipale, – si legge in una nota dell’Ufficio Stampa del Comune di Eboli – con deliberazione n. 450 del 20 novembre 2013, ha approvato lo schema di accordo di rateizzazione per il saldo del conguaglio del prezzo dell’assegnazione in proprietà dei lotti in area PIP.
Si tratta di una misura già auspicata dalla società consortile; il conguaglio delle maggiori spese di esproprio delle aree Pip, pagato dal Comune agli espropriati e determinato in base alla misura stabilita dalle sentenze della Corte di Appello di Salerno, in 15 milioni di euro, di cui una già esecutiva di 5 milioni euro, e che dovrnno essere rimborsate in 20 anni con rate costanti semestrali, e precisamente versate nel mese di maggio e novembre.
L’accordo di rateizzazione viene applicato immediatamente per gli assegnatari di lotti in area Pip per i quali la Corte di appello di Salerno ha già definito gli oneri di esproprio e l’Ente, riconoscendoli come debiti fuori bilancio, ha contratto un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti.
La sottoscrizione del medesimo accordo per gli altri assegnatari dei lotti viene rinviata all’esito dell’approvazione del piano di riequilibrio pluriennale da parte della Corte dei Conti. I concessionari dei lotti possono, in ogni caso, decidere se avvalersi o meno della facoltà di rateizzazione concessa dalla delibera.
“Dopo l’avvio – dichiara l’assessore alle Attività Produttive Francesco Bello – dei lavori in area Pip, viene compiuto un altro importante passo in direzione degli imprenditori della nostra città, che in un periodo di crisi come questo, vanno sostenuti. L’Amministrazione Comunale, con tale provvedimento, intende andare incontro a chi ha investito, e continua a farlo, energie e risorse nella nostra area industriale. Per questo abbiamo scelto di dilazionare nel tempo gli importi dovuti per il conguaglio per gli espropri, dando una valida risposta agli imprenditori, e, al contempo senza gravare, in alcun modo sui nostri cittadini”.
“Le sentenze – dichiara il Sindaco di Eboli Martino Melchionda – relative ad opposizioni ad indennità di espropri dei lotti dell’area P.I.P hanno condannato il Comune al pagamento di una considerevole somma, per la quale è stata prevista l’accensione di un apposito mutuo in deroga. Ora, l’Amministrazione, con questa delibera, esprime la precisa e piena volontà di accogliere le istanze e le difficoltà che gli imprenditori possono incontrare, concedendo una considerevole dilazione del pagamento.
Un provvedimento – conclude il Sindaco Melchionda – che cerca di alleviare una situazione annosa e che insieme alle altre iniziative previste in area Pip intende sostenere e rilanciare la nostra area industriale”.
Si chiude, almeno per il momento un contenzioso che opponeva la Famiglia De Martino al Comune di Eboli, rispetto all’esproprio delle loro proprietà, ricadendi nella Zona Industriale di Eboli e che all’epoca. Era il tempo dell’Amministrazione retta dall’ex Sindaco Gerardo Rosania. Terreni che furono espripriati a 10 euro al mq. rispetto al quadruplo, che ha stabilito la Sentenza definitiva di condanna per il Comune di Eboli che la Corte di Appello di Salerno ha emesso nel 2011, che poi ha messo in moto il meccanismo del recupero di quelle differenze.
Tralasciando tutte le peripezie che poi hanno accompagnato negli anni questa vicenda, e al vero e proprio “esproprio proletario” a cui fu sottoposta la Famiglia De Martino, il Consorzio che nel frattempo si è costituito tra i vari assegnatari dei lotti, in quella che poi è diventata l’AREA PIP di Eboli, attraverso i suoi aderenti, ivi compreso le imprese che sono subentrate per cessioni di rami aziendali, ha intrapreso una lunga ed estenuante trattativa che fortunatamente è andata a buon fine.
Meno male per loro e meno male anche per il Comune di Eboli, tuttavia è opportuno fare alcune considerazioni che non sono affatto peregrine anche perché l’intera vicenda non solo ha arrecato danno agli espropriati, ha arrecato danni al Comune e quindi a noi e, buon per loro, ha portato solo benefici agli imprenditori che a suo tempo beneficiarono dell’acquisto ad un costo che per l’epoca era veramente ridicolo e nello stesso tempo assurdo e convenientissimo, specie se si tiene in considerazione che la nostra Zona Industriale è l’ultima area produttiva ancora disponibile a fronte delle altre che sono tutte esaurite, come quella vicina di Battipaglia, tra l’altro, sottoposta all’ASI di Salerno. Il prezzo che fu stabilito per quel terreno, all’epoca, non si pagava nemmeno per acquistare terreni agricoli.
Il provvedimento di oggi va incontro agli imprenditori. Bene. Immaginando che si è tenuto conto delle difficoltà economiche che stiamo attraversando, che coglie tutti, ivi comprendendo il mondo imprenditoriale, ma che poi alla fine va a gravare sull’anello più debole della catena economica: il singolo cittadino; che a sua volta deve sopportare tutto il peso di scelte sbagliate di pochi, che cadono su molti altri, e che poi inevitabilmente vengono spalmate su milioni di stipendiati, specie di chi guadagna dai 7-800 euro ai 1500-1600 euro mensili, e pensionati da fame.
Un bell’affare per gli imprenditori che all’epoca pagarono: un terreno a straccio, rivalutato a straccio, rateizzato a “babbo morto”. Direbbe il ragioniere Fracchia, il personaggio interpetrato magistralmente da Paolo Villaggio: COME E’ BUONO LEI. Perché intanto alla Famiglia De Matino bisogna darglieli oggi i soldi, mentre noi li avremo fra 20 anni ma al prezzo di oggi, o meglio di “ieri” con l’aggravante anche di aver pagato migliaia di euro di spese. Intanto con quei soldi si potecvano fare tante cose, pensando ai servizi, alle scuole, alle strade, e a tutto quello di cui ha bisogno una Città. Intanto va sottolineato la cattiva gestione di una pratica e una sonora bocciatura politica per le scelte che a suo tempo si sono fatte, lasciando immaginare la cura e l’importanza che si da al danaro pubblico, solleticandoci a fare una domanda semplice semplice agli amministratori dell’epoca e a quelli di oggi: avreste mai venduto quei terreni a 10 euro al metro?
C’é un proverbio che da noi dice: «Accett’ r’ cumpare taglia o fierr’». Ma quand s’ammarr’ chell’accetta?
Eboli, 4 dicembre 2013
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