Annullati 13 congressi nel Cilento su ricorsi dell’area Franceschini.
L’area Bersani prevale con 18 delegati, quella di franceschini 4 –
I rapporti di forza interni: 8 a De Luca, 6 a Bassolino, 2 a Cuomo, 2 a Vaccaro.
SALERNO – E’ di scena il Congresso del Partito Democratico, tra proteste e ricorsi, ma alla fine le tre mozioni, quella di Bersani, Franceschini e Marino, vengono illustrate rispettivamente dall’On. Fulvio Bonavitacola, Antonio Landolfi e Franco Vittoria e si parte.
I tredici ricorsi presentati dall’area Franceschini hanno prodotto l’annullamento di altrettanti congressi, tutti concentrati nell’area del basso Cilento, ma l’esito di questo annullamento ha variato di poco il conteggio delle rispettive rappresentanze.
500 delegati che a loro volta dovevano nominare i 22 rappresentanti per la Convenzione Nazionale del 25 ottobre. Anche se le forze in campo si conoscevano: 361 delegati della mozione Bersani (prima dei ricorsi erano 363); 70 della mozione Franceschini (68 prima dei ricorsi); 9 della mozione Marino, purtroppo non corrispondono ai desideri dei vari leaders nuovi e vecchi e c’è stato bisogno di un aggiustamento.
Mentre nel Grand Hotel Salerno si celebra la parte politica, quella ufficiale, nei corridoi, nella Hall, negli spazi antistanti l’Hotel sono seguiti incontri, strategie, minacce, accordi, rotture e ricomposizioni di accordi, tutti volti alla famosa “quadratura” del cerchio. In quelle frenetiche ore non sono mancate telefonate interminabili ai vari leaders Nazionali e si sono visti tutti indaffarati Antonio Valiante, Tonino Cuomo, Tino Iannuzzi, Corrado Martinangelo, Ugo Carpinelli, Gianni Iuliano, Michele Figliulo, Alfonso Andria.
Mentre accade di tutto, la platea dei delegati distratta a tratti “triste” per il suo scarso coinvolgimento, attende il verdetto definitivo. Si vota, non si vota, c’è l’accordo, non c’è l’accordo. Alla fine si apre lo spiraglio e così, qualche accomodamento, qualche furbizia, qualche rinuncia da giocarsi come credito direttamente su Roma e l’accordo esce fuori: 18 delegati alla “Mozione Bersani”; 4 alla 2 “Mozione Franceschini”; la “Mozione Marino resta a bocca asciutta.
Questo è il dato generale, ma poi all’interno di questi numeri ci sono le varie aree di riferimento e così è venuto fuori che la rappresentanza più numerosa è toccata al gruppo del Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca (8 delegati); l’area di riferimento al Governatore Antonio Bassolino, nella quale si è intruppato anche Antonio Valiante (6 delegati); 2 all’area di Rosi Bindi, rappresentata da Antonio Cuomo; 2 all’area di Enrico Letta; 4 all’area di Dario Franceschini rappresentata da Alfonso Andria e Tino Iannuzzi.
Si è conclusa così una prima vicenda congressuale dove i delegati non hanno contato proprio niente. Il primo round è a favore di Bersani, ma i seguaci di Franceschini non demordono, si spera nel voto degli elettori. Si spera in un ribaltamento del risultato, che se dovesse realmente avvenire sarebbe uno schiaffo non indifferente all’apparato. Di certo è emerso un elemento di grande novità rappresentato da Ignazio Marino, il quale anche se non è ancora un leader, ha le caratteristiche per diventarlo.
…un commento sui tre interventi per le rispettive mozioni?