Etica per il Buongoverno lancia l’allarme: Con la crisi dell’ex Alcatel, e della BTP Tecno è in atto la “Desertificazione industriale di Battipaglia”.
Decine di lavoratori atipici, interinali, rischiano di restare fuori dal mercato del lavoro, destinati ad ingrossare le fila dei disoccupati del nostro territorio e a dare un ulteriore “mazzata” alla nostra economia: E le “stelle” stanno a guardare.
BATTIPAGLIA – Etica per il Buon Governo e la sua leader Cecilia Francese, stanno seguendo da tempo e con sempre maggiore preoccupazione la vicenda della BTP Tecno, legata anche alla vicenda Alcatel, che, dopo la grande protesta, culminata in una bellissima manifestazione popolare di tre anni fa, sembra essere precipitata nel disinteresse delle forze politiche e delle istituzioni locali in altre faccende affaccendate. Atteso che si parla solo di cemento, di alloggi e di PUC, e intanto decine di lavoratori atipici, gli interinali, rischiano di restare fuori dal mercato del lavoro, destinati ad andare ad ingrossare le fila dei disoccupati del nostro territorio ed a dare un ulteriore “mazzata” all’economia nostra.
Le notizie che la stampa ha riportato, ancora venerdì, relative al tavolo ottenuto a livello ministeriale, non sembrano aprire spiragli di luce. Sempre più evidente sembra la volontà della Multinazionale Alcatel di liberarsi della struttura di Battipaglia (e chissà se nei suoi piani non ci sia, addirittura, la volontà di delocalizzare la propria produzione rispetto all’intera Italia, cecando altri lidi produttivi).
Occorre ricordare all’Alcatel gli accordi e gli impegni di 3 anni fa e le commesse che avrebbe dovuto far pervenire alla società che ha rilevato la struttura produttiva, ma al tempo stesso occorre comprendere quale sia la volontà produttiva di chi oggi gestisce quello stabilimento: in altri termini c’è un piano industriale della BTP, che vada oltre le commesse dell’Alcatel? Si vuole investire sulla struttura produttiva di Battipaglia o limitarsi a galleggiare?
Esprimiamo, ancora una volta e come abbiamo fatto anche in questi ultimi giorni, la nostra solidarietà ai lavoratori in agitazione impegnati in una battaglia decisiva per il lor futuro e per l’economia di Battipaglia e dell’intera Piana del Sele. Esprimiamo condivisione alle posizioni che il Sindacato ha assunto su questa delicatissima vicenda, fatta di disponibilità ma anche di volontà di “vedere le carte” dell’imprenditore a partire dal Piano industriale da cui si deve evincere la volontà di rimanere sul nostro territorio.
Riteniamo che la battaglia dell’Alcatel e della BTP tecno debba diventare una battaglia simbolica che dia l’idea della “gravità” del processo di deindustrializzazione che da qualche anno interessa ilo nostro territorio. Quello che una volta era il POLO INDUSTRIALE di Battipaglia, il polo produttivo più importante a Sud di Salerno, sta progressivamente scomparendo: fra fabbriche chiuse, fabbriche che stanno chiudendo, cassa integrazione in abbondanza, licenziamenti ecc. il quadro della nostra realtà è diventato davvero devastante.
Anche per questo Etica condivide la posizione della C.G.I.L. di porre alla Regione Campania il problema di individuare, per il prossimo anno, la Piana del Sele quale vera “area di crisi” della regione e richiedere, pertanto di concentrare su questa area i finanziamenti relativi alle aree di crisi (quest’anno, incomprensibilmente, riconosciuti all’Agro Nocerino.);
Ma ci permettiamo di andare oltre.
Noi proponiamo al sindacato di assumere la vertenza “Piana del Sele” come vertenza “guida” della provincia di Salerno e di organizzare qui, sul nostro territorio, una grande iniziativa di riflessione a cui chiamare forze sociali, forze imprenditoriali, forze politiche, istituzioni ecc. per mettere in piedi una proposta complessiva, e condivisa, che parli di prospettive di sviluppo dell’intera piana del Sele!
Il Sindacato può farlo: Ed Etica è disponibili fin da ora a collaborare, nel nostro piccolo, per quanto possibile, affinchè quell’iniziativa diventi un grande appuntamento d valenza sovraregionale, che guardi all’intero mezzogiorno d’Italia che i recentissimi dati SVIMEZ, ci dicono essere in uno stato di crisi e di abbandono mai conosciuto dal dopoguerra ad oggi.
Nel frattempo ci rivolgiamo, anche, al commissario prefettizio, che oggi rappresenta le istituzioni locali, affinche’ partecipi ai tavoli di trattativa sovracomunali sulle vertenze industriali della nostra realta’ e si faccia carico di rapportare in quelle sedi il dramma sociale in cui Battipaglia e la Piana del Sele stanno precipitando stremati dalla crisi della propria realta’ manifatturiera; riportando, poi, alle forze politiche locali gli esiti di tali incontri;
Invitiamo, altresi’ tutte le forze politiche a farsi carico di rappresentare presso i propri livelli nazionali la gravita’ della situazione della nostra terra!
Dinanzi alla gravita’ di quanto sta accadendo dobbiamo rispondere col massimo dell’unita’ degli obiettivi! Non mancheranno, poi, le occasione per diversificarsi e rimarcare le proprie posizioni, ma questo e’ il MOMENTO DELL’UNITA‘!
Battipaglia, 24 ottobre 2013
Tempo fa mi raccontarono un episodio divertente: in occasione della crisi della Cooper Standard, culminata nella protesta dei dipendenti d’innanzi ai cancelli dell’impianto, alcuni sedicenti politici battipagliesi, grandi difensori dei lavoratori, chiesero a diversi dipendenti l’esatta localizzazione dell’opificio, non sapendo dove questo si trovasse. Questo dovrebbe far capire quanto sia profonda la distanza fra le loro chiacchiere e l’esatta conoscenza della città e del tessuto industriale.
Tra questi campioni della difesa del lavoro c’erano anche gli Etici del Buon Cemento.
Evviva il bene del paese…………
LA CITTA’ DI BATTIPAGLIA UN TEMPO FIORE ALL’OCCHIELLO DELL’INDUSTIALIZZAZIONE MERIDIONALE,VIVE IN AMBASCE ED ANNOVERA UN PERICOLOSO DECREMENTO ANAGRAFICO.
POLITICHE INDUSTRIALI SBAGLIATE,AMMINISTRAZIONI SEMPRE COMMISSARIATE,UNITE AD UNA CRISI GLOBALE CHE HA TOLTO COMMESSE ALLE AZIENDE,DA LA MISURA DI UNA CRISI CHE SEMBRA IRREVERSIBILE.
IL COMMERCIO FATTO SULLE INDUSTRIE NE RISENTE DI CONTRACCOLPO,E IN AGGIUNTA LE GDO AMMAZZANO LE POCHE POSSIBILITA’ DI SOPRAVVIVENZA!
SE A QUESTO CONSIDERIAMO LA CONCORRENZA DEI PAESI MEDITERRANEI ALLE COLTURE INTENSE CHE IN SERRE VENGONO DA ANNI PORTATE AVANTI,LA PIANA E NON SOLO IL SUO CAPOLUOGO ECONOMICO SI APPROPINQUANO AD UN MESTO TRAMONTO!