Da Vallo della Lucania (SA) in giro per l’Italia a passaggi per riscoprire i valori contadini.
Il nuovo viaggio di Oz di Felice Pugliese e passaggio su passaggio per sensibilizzare l’opinione pubblica sui valori contadini ormai dimenticati, cercare di trovare se stessi.
VALLO DELLA LUCANIA – Riparte Felice Pugliese, di nuovo in giro per l’Italia a passaggi, questa volta non come protesta contro il voto al governo ma per sensibilizzare l’opinione pubblica sui valori contadini ormai pare dimenticati da molti.
“La vera meta – si legge sul profilo facebook di Felice Pugliese – è il cammino che percorri. Goditi la sua bellezza e saggezza, e la vita cessa di essere un dovere, e diventa beatitudine in sé per sé”. Sarà vero? avrà ragione? non lo sapremo certo noi, lo scoprirà lui stesso nel suo viaggio: quel viaggio di Oz che cerca nel suo cammino Oz.
Lo cercherà nei luoghi che attreverserà e visiterà, nella natura, nell’amore verso il creato e nell’incontro di tante bellezze e tante persone che sicuramente danno un senso a chiunque volesse fare un viaggio come lo fa Felice, ma per coglierne ogni piccolo piacere bisogna avere lo stesso entusiasmo, la stessa “pazzia” lo stesso spirito.
Tutto è rimasto come quel giorno di fine febbraio, quando decise di partire come segno di protesta nei confronti delle elezioni, per privarle del suo voto un governo per lui inutile, in quel momento storico, e che ancora continua a soffocare i pensieri e le speranze della gente.
“Di nuovo parto, – ha detto Felice Pugliese quando il 5 settembre 2013 scorsoha ripreso il suo viaggio e aggiunse – Ho sempre la barba sul mio volto, ma questa volta il simbolo che mi accompagnerà per il viaggio sarà la ZAPPA.
Non vuole essere una semplice provocazione, – spiega la sua motivazione – è già da tempo che ritrovo tra i miei pensieri “quest’agricoltura”, schifata da troppi, come una forma d’arte preziosa e necessaria.
Ricordare le radici di queste nostre terre, pensare di recuperare una delle attività che sosteneva il maggior numero di “paesani” viventi su questi territori del sud Italia. Così hanno potuto studiare molti figli, così hanno potuto avere una casa oggi molti nipoti. Abbandonate, così sono rimaste molte terre, o cedute all’invasione del cemento. E ora cosa inventate voi sulle poltrone, per superare crisi e malefatte?
Qualcuno di voi – prosegue Pugliese – ha contribuito all’avvelenamento di tante terre, si senta responsabile di tante morti. Bisogna riprendersi le terre, senza paura di fare i calli, senza pensare di non poter essere al passo con i tempi. L’intelligenza non nasce nell’epoca moderna, essa già esisteva ai tempi della zappa. C’è chi l’ha usata meglio e chi non l’ha “coltivata” bene. Ma, prima di morire, c’è sempre tempo.
Questa volta – dice pugliese dando un senso alle sue gesta – porterò con me prima di tutto un‘idea da sviluppare durante il Viaggio: un evento che ho abbozzato in questo tempo prima di partire, che ancora non ha un nome definito se non l’idea di una “Notte Nera” (che quando tornerò presenterò pubblicamente). Per me è un’opera d’arte a 100 mani, di artisti provenienti da tutto il sud Italia, dalla Campania mia alla Sicilia. Non vuole affatto screditare l’altra mezza nazione, piuttosto esaltare doti e volontà nascoste di popoli abbandonati alle “mafie che hanno sostituito lo stato delinquente”.
Sono convinto – conclude il “protestatore” Felice Pugliese – che l’arte, quella vera, può essere strumento di salvezza, di stimolo, di recupero. Sono convinto che la terra, quella che aspetta di essere “zappata”, abbia molto in comune con la musica, con la pittura, con la danza, con il teatro, con la fotografia, con la scrittura. È una certezza, ormai, che zappare ti fa venire voglia di “cantare”. Per il resto mi basta uno zaino, una tenda e qualche tavoletta di legno insieme ad una lente”.
E il viaggio prosegue….. e da Ortigia a Siracusa il 12 settembre scorso posta su facebook: “Qui non si può vedere la storia, sei proprio nel dipinto silenzioso di un posto raccontato dai volti dei Pupi”. – e ancora – Quando alzi il braccio, e il pollice è teso verso la strada, non puoi pretendere che qualcuno capisca il motivo per cui tu sia li in quel momento. Solo tu puoi provare a comprendere che il giorno è per tutti un giorno nato per qualcosa, dove tu non sei certo previsto. Attendere camminando, senza nessun pensiero nè speranza, come una pianta che aspetta che i suoi frutti vengano raccolti. Non si può sapere se e quando capiti quell’alchimia dei pensieri nel momento in cui s’incontrano. Non può essere pretesa, non deve essere speranza, solo un respiro che distende un sorriso di viandante senza meta”.
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/OzeIlCamminoDiOz
Vallo della Lucania, 15 settembre 2013