L’Ance Salerno avvia una campagna di sensibilizzazione istituzionale per l’attivazione di “white list” riservate alle imprese edili impegnate in opere pubbliche e private.
Il presidente Lombardi: «Proponiamo alla Regione Campania ed ai Comuni di attuare il modello-Emilia Romagna per estendere le white list alle imprese edili. Confidando nella Prefettuta e sul confronto e la collaborazione delle parti sociali.
di Massimo Del Mese (POLITICAdeMENTE)
EBOLI – Come è noto, nei giorni scorsi la Prefettura di Salerno ha attivato la “white list” – ex lege 190/2012 – nell’ambito delle imprese fornitrici della filiera edile. Si tratta di un’iniziativa di fondamentale importanza, nel segno del rafforzamento del principio di legalità e della promozione delle buone pratiche amministrative.
L’Ance Salerno ritiene che si debba proseguire su questa strada.
«Avanzeremo la proposta – ha dichiarato il presidente Antonio Lombardi – di realizzare accordi ed intese sul modello del Protocollo Attuativo della Legge Regionale n.11/2010 della Regione Emilia Romagna. Un accordo al quale concorrono le Prefetture, i Comuni e, naturalmente, la Regione, oltre che gli attori territoriali chiamati a concorrere in maniera propositiva ai percorsi di crescita socio-economica».
«Rendere concretamente attuabili le “liste bianche”, o altre tipologie di pratiche amministrative per le imprese edili, in grado di “premiare” le aziende virtuose, accelerando adempimenti e procedure sia nell’ambito delle opere pubbliche che di quelle private – ha continuato Lombardi – è un’opzione che Ance Salerno ha individuato come directory strategica soprattutto nel contesto attuale caratterizzato da una gravissima crisi strutturale, più che congiunturale».
«La legge regionale dell’Emilia Romagna in materia di white list è del novembre 2010: ha puntato a semplificare gli aspetti procedurali, riducendo le pratiche cartacee e il ricorso indiscriminato al massimo ribasso d’asta. Sono stati inoltre rafforzati i controlli – ha concluso Lombardi – con l’utilizzo delle tecnologie informatiche, incrociando le banche dati. Il monitoraggio costante di vari indicatori (ampiezza del cantiere, entità della manodopera impiegata, rilevamento delle presenze, etc.) è una delle principali attività che consente di individuare le anomalie. È naturale, quindi, che le white list siano lo sbocco più coerente per le imprese che superano nel tempo questi controlli».
Quello che indica il presidente Lombardi sono alcune delle questioni che rendono credibili le “Liste bianche“, senza per forza di cose imitare la regione Emilia Romagna. In Campania benché vi sia la presenza prepotente e pericolosa delle Camorre non esclude la presenza di centinaia e centinaia di imprese virtuose e coraggiose, che quotidianamente si confrontano con il mercato, con la burocrazia, con la politica e con la crisi economica che ormai da oltre un quinquennio ha messo in affanno la struttura produttiva del Paese e in ginocchio quella del mezzogiorno e della Campania, lasciando sul terreno decine di onesti imprenditori costretti a chiudere le loro attività abbattuti proprio da quelle condizioni che rallentano e rendono opache le procedure e gli appalti.
L’imprenditoria campana non è da meno delle altre realtà del Paese e la prima osservanza per rendere credibile quelle “white list” che si invoca, è sicuramente quella di non intrecciare rapporti di “terzo tipo” con funzionari, politici e amministratori corrotti o collusi con le Camorre, evitando così che si creano circoli viziosi che al momento sembrano essere scorciatoie ma che alla lunga si manifestano strade strette e tortuose e vanno nei vicoli ciechi della corruzione del ricatto, della sottomissione e delle regole sporche che si tenta di abbattere.
Se ci sono i corrotti e perché ci sono i corruttori e talvolta è il contrario. Quindi alle liste bianche aiutiamo le istituzioni a redigere le “Black List” dei corrotti e insieme trovare regole comuni che non devono solo interessare alcuni settori economici ma al contrario tutti i settori produttivi, senza escludere quello edile, quello agro-alimentare, quello delle produzioni, quello sempre più cresente dei rifiuti, quello dell’energia alternativa, quello della sanità privata, e tutte le ramificazioni che inquinano le regole del mercato, pensando sicuramente a premialità per incoraggiare, ma bisognerebbe tendere alla normalità dei rapporti e delle regole.
Intanto in Emilia grazie alle “White list” sono state escluse dagli appalti per la ricostruzione post-terremoto alcune imprese.
Salerno, 13 settembre 2013