Che succede ne Centro storico? Chi è che sta facendo incetta di locali e abitazioni? Che interessi ci sono dietro la revoca dei locali all’Associazione Tufara? chi sono quelli delle “stanze dei bottoni”?
Revocata l’assegnazione del locale all’Associazione Tufara. Voza denuncia: “menti raffinatissime” orientano i destini di locali che fanno gola a persone che stanno nelle stanze dei bottoni.
17 comitati di quartiere, 27 associazioni sportive, 11 associazioni giovanili e 53 associazioni culturali: questi i numeri degli iscritti all’Albo comunale delle Associazioni nell’anno 2012. Sono tutte operative?
da (POLITICAdeMENTE)
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento di Armando Voza che offre ai lettori alcune considerazioni sul mondo del volontariato, dell’associazionismo e dei rapporti tra queste, l’Amministrazione comunale e la Città, ma nello spaccato delle osservazioni nserisce anche il “calvario” dell’Associazione Tufara che dal 2002 lavora nel sociale e che ormai è costretta a lasciare il locale avendo avuta la revoca di quei 18mq circa che deteneva.
Armando Voza offre anche il percorso documentale del rapporto locativo che l’Associazione Tufara deteneva con il Comune e ne indica con estrema precisione, oltre le date anche le cifre, insieme alla conclusione assurda della revoca del locale assegnatole. Nello stesso tempo lancia un’accusa gravissima che se dovesse rispondere al vero l’Amministrazione comunale dovrebbe immediatamente aprire un’inchiesta per verificarne la veridicità.
Per Voza ci sarebbero “menti raffinatissime” che orienterebbero i destini dei locali nel Centro storico, perché queste “menti” sarebbero interessate, e sebbene non fa nomi, Voza attribuisce a quelle menti precise responsabilità individuandole in qualche persona che starebbe nella “stanza dei bottoni“, il quale o i quali frapporrebbero mille ostacoli a tutti quelli che si avvicinano a determinati locali, per distoglierli e poi finire per impossessarsene.
ACCUSE GRAVISSIME, Che se provate andrebbero immediatamente perseguite per legge. Accuse però che lo stesso Voza se le fa deve anche indicare il responsabile o i responsabili. Noi vogliamo sapere.
Vogliamo sapere: Chi è o chi sono queste persone? Che ruolo ricoprono all’interno della Macchina comunale? Che interesse hanno nel centro storico? Hanno già realizzato questo disegno criminoso nel corso di questi anni? E’ vero che si sta facendo incetta di locali nel Centro storico?
E una volta appurato sarebbe il caso si decidesse per una severa punizione e se al contrario perché quei “disegni” preordinati si potessero realizzare si è usato metodi ricattatori, abusando del proprio potere passare il tutto alle autorità competenti perché ripristino la legalità e perseguano giudizialmente il responsabile o i responsabili.
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di Armando Voza
Dall’Albo delle Associazioni 2012 del Comune di Eboli risultano: 17 comitati di quartiere, 27 associazioni sportive, 11 associazioni giovanili e 53 associazioni culturali. Sono tutte operative? Non lo sappiamo visto che quelle poche cose che vengono fatte in città portano la firma sempre degli stessi.
Un buon amministratore dovrebbe considerare un fiore all’occhiello il mondo dell’associazionismo e favorire in qualsiasi modo lo spirito del volontariato e della solidarietà al fine di creare cittadini migliori e per offrire servizi altrimenti non erogabili perché troppo costosi.
Quale “alta” considerazione si abbia di certe associazioni, quelle soprattutto “non allineate”, che operano sul territorio da anni con risultati di tutto rispetto, lo dimostra la vicenda occorsa all’Associazione “Tufara” di Eboli.
Il “Tufara” opera dal 2002 offrendo servizi a titolo completamente gratuito. Nel corso degli anni ha organizzato corsi di recupero scolastico per bambini oltre ad una serie di altre attività che hanno interessato tutte le fasce d’età (corsi di tombolo, ricamo, vimini, pasta fatta in casa, disegno, scrittura creativa, alfabetizzazione di a favore di extracomunitari, ecc.) ed aver partecipato ad iniziative tese alla valorizzazione del Centro Antico. Le quote di iscrizione versate avevano l’unica finalità di pagare le bollette ed il fitto annuale.
Quel che leggerete è il percorso tortuoso che ha portato il Tufara, dopo 12 anni di onorata attività, a scomparire come punto di riferimento nel cuore del centro antico di Eboli.
- Il 10 giugno 2002 i responsabili dell’Associazione Tufara, via Torretta, 10 avanzano richiesta al Comune di Eboli (così come fatto da altre associazioni) per avere in fitto un locale di 18,54 mq (denominato “Lotto IC2”) in via Santa Margherita snc ove svolgere le proprie attività (richiesta protocollata il 13.06.2002 al nr. 17132);
- Dopo varie insistenze il locale viene concesso con delibera G.C. n. 197 del 17.06.2004 (due anni dopo). Nella stessa delibera si dice che, avendo il Comune di Eboli tra i suoi obiettivi prioritari la promozione del Centro Storico, delle tradizioni e della cultura e che pertanto ne incentiva l’attività, in merito alla concessione del locale, “… per la natura sociale e culturale dell’associazione (Tufara ndr) e per le condivise finalità che persegue la stessa, il fitto praticato sarà svincolato dalla determinazione di mercato” ed ancora che “… la durata del contratto è di anni 6 (rinnovabile tacitamente ndr)”. L’Associazione si fa carico dei lavori di ristrutturazione del locale (impianto idraulico ed elettrico, pavimentazione, bozza e tinteggiatura pareti e realizzazione bagno) sostenendo nel tempo una spesa di circa 5.000 euro, mentre il Comune si fa carico della stipula del contratto ENEL e delle spese di registrazione del contratto di locazione. Nell’accordo si parla del versamento di un fitto annuo simbolico (€ 50,00) in cambio della ristrutturazione del locale (in data 23.07.2004 viene stipulato il contratto di fitto del locale – registrato il 18.01.06 n. 292 Serie 3 alla locale Agenzia delle Entrate – ed in data 30.09.2004 viene redatto il verbale di consegna del locale da parte del Comune). Il 29.07.04 viene versato, con bollettino postale, l’importo di € 50,00 quale canone annuale sul ccp indicato dal Comune (allo stesso seguiranno regolari pagamenti per tutti le restanti annualità). Il Presidente del Tufara nonostante ne avesse più volte richiesto copia (prot. 14216 del 10.05.05) riceve informalmente il contratto di locazione (non registrato) e provvede personalmente alla registrazione in data 18.01.06 (nonostante gli accordi fossero altri) sostenendo spese non di propria competenza (€ 151,00). Tale situazione viene comunicata al Sindaco di Eboli, all’assessore al Patrimonio e al responsabile dell’Ufficio Patrimonio con lettera del 19.01.06 (prot. 2407). Nel frattempo gli accordi tra Ente ed Associazione saltano e quel che era stato pattuito all’inizio circa il quantum da versare annualmente viene annullato (prot. 15081 del 17.05.05). Nel contratto di locazione si parla di obbligo da parte del Comune di sostenere le spese per l’allacciamento dell’energia elettrica cosa che puntualmente viene disattesa scaricando sull’Associazione tale incombenza (costo circa 500,00 euro). Nel frattempo l’Associazione riceve il patrocinio permanente su tutte le iniziative da organizzarsi (riconoscendone il valore e la portata).
- Come detto, il contratto di locazione e tutti gli accordi ad esso connessi (amministrazione Rosania) per la nuova Giunta (amministrazione Melchionda) sono da considerarsi nulli così con delibera di G.C. n. 318 del 27.10.04 gli accordi vengono modificati stabilendo nuovi criteri per il fitto dei locali nel Centro Antico (riduzione del 50% del canone di mercato stabilito dall’U.T.C.). Quando questo viene deciso il contratto d’affitto non era ancora stato registrato da parte del Comune. E mentre nel centro antico solo alcune associazioni vengono penalizzate altre godono “gratuitamente” di locali ben più grandi dei 18,54 mq concessi al Tufara. Ed ancora, il Comune cerca di fare cassa con chi offre servizi per la comunità in un centro storico che stenta a decollare dimenticando di incassare centinaia di migliaia di euro e l’ICI da tutti quegli immobili del centro antico “assegnati” e mai venduti. E cosa dire dei fitti mai versati dalle società sportive per l’uso delle strutture comunali? E della inefficiente battaglia contro gli evasori dei tributi locali? Ma servono i soldi del Tufara per risanare le casse comunali.
- Con lettera del 22.11.2005 (prot. 35075) dal Settore Patrimonio parte una richiesta diretta al Tecnico Comunale al quale si chiede di determinare l’ammontare del canone da far versare al Tufara in virtù delle caratteristiche dell’immobile locato;
- Con lettera del 12.01.2006 (prot. 1418) il Responsabile del Patrimonio comunica all’Associazione Tufara che l’U.T.C. in data 14.12.2005 ha stimato in 25,21 euro mensili il canone di locazione da applicarsi ai locali commerciali e/o artigianali nel Centro Antico da ridursi del 50% (€ 12,60) per le associazioni culturali ossia € 151,00 annui. Il presidente dell’Associazione viene invitato per il 30.01.06 per la stipula del contratto. Questo nuovo contratto non verrà mai sottoscritto, nonostante il presidente del Tufara attendesse la convocazione.
- Con lettera del 22.11.10 (prot. 45289) il responsabile del Settore Patrimonio invita il Presidente del Tufara a lasciare libero il locale di via Santa Margherita essendo scaduto il contratto di locazione (il quale prevede il rinnovo tacito, ancorché dichiarino il contrario) stipulato il 23.07.04 ed ormai scaduto;
- In data 14.02.2011 (prot. 6399) il Presidente del Tufara indirizza al sindaco e al responsabile del Settore Patrimonio una lettera nella quale viene avanzata una proposta di canone annuale da pagare pari a € 250,00 ricordando agli stessi che a tali spese vanno ad aggiungersi quelle dell’ENEL e dell’ASIS per i quali erano stati stipulati regolari contratti (a dispetto di altre Associazioni operanti in loco che attingevano tranquillamente sulla rete pubblica);
- La proposta del Presidente del Tufara non viene accettata dal responsabile del Settore Patrimonio (lettera del 18.02.12 prot. 6497) il quale indica in € 67,67 mensili quale quota da versare pari ad € 812,04 annui (ritoccando al rialzo quanto comunicato in precedenza con la lettera del 12.01.2006). Con lettera del 02.04.2013 (prot. 12432) non avendo il Tufara provveduto ad adeguare i canoni da versare, lo stesso responsabile del Settore Patrimonio lancia un ultimatum che, se non rispettato, produrrà la revoca dell’assegnazione del locale;
- Prima di rispondere ufficialmente alle missive di cui al punto 7), il Presidente del Tufara ottiene un colloquio informale con alcuni funzionari del Settore Patrimonio i quali consigliano allo stesso, smentendo quando “minacciato” nelle due missive, di replicare a tale richiesta adducendo una serie di motivazioni che gli stessi consigliano. Rassicurazioni verbali vengono date anche dai responsabili al ramo, ma sempre a voce e mai per iscritto;
- Con lettera dell’11.04.2013 (prot. 14026) indirizzata al Sindaco e al Responsabile del Settore Patrimonio, il Presidente del Tufara, elencando il grande lavoro di coesione sociale svolto in 12 anni di attività e di tutela delle arti e della storia locale, non potendo incidere ulteriormente sulle tasche degli associati che operano (ed hanno sempre operato) a titolo gratuito, ritiene eccessiva la cifra richiesta (€ 812,04 annui) ribadendo la possibilità di pagare € 250,00 come già proposto. Da allora il Presidente rimane in attesa di una risposta che non arriverà mai (alla luce di quel che è accaduto pensiamo in maniera strumentale).
- Sull’Albo Pretorio del Comune di Eboli il 14 agosto 2013 è stata pubblicata la determina n. 66 del 09.07.2013 avente ad oggetto “Locale assegnato Associazione Tufara lotto IC-2. Decadenza dall`assegnazione” nella quale, non facendo minimamente cenno alla nutrita corrispondenza intercorsa tra Ente ed Associazione, parlando di contratto di locazione mai rinnovato (e non per colpa del responsabile del Tufara), mentendo spudoratamente sul mancato pagamento del canone annuale (cosa che invece è regolarmente avvenuta per tutti e dieci gli anni di uso del locale, ancorché l’importo fosse il primo pattuito – non avendo stabilito quello definitivo che soddisfacesse entrambe le parti), sono stati dichiarati decaduti gli effetti dell’assegnazione dell’immobile ad uso commerciale assegnato all’Associazione Tufara quindi quanto prima il locale dovrà essere sgomberato.
Qualcuno potrebbe storcere il naso e dire “E’ vostro dovere pagare!” e a tale affermazione si potrebbe rispondere “L’Associazione ha operato sempre gratuitamente, la lievitazione dei costi in maniera così vertiginosa ci impone di tassare maggiormente gli associati e chiedere ai partecipanti somme che non tutti possono permettersi. Allora molliamo! Il Centro Antico di Eboli e l’intera comunità perderà un altro punto di riferimento”.
Ma un’altra domanda da porsi è la seguente: se 18,54 mq valgono 812,04 euro annui questo significa che tutti gli altri locali occupati da altre associazioni e di proprietà del Comune, di dimensioni ben superiori a quelli del Tufara, quanto dovrebbero pagare? Il doppio del locale del Tufara (37 mq) pagherebbe € 1.624,00 all’anno, il triplo (55 mq) € 2.436,00, il quadruplo (74 mq) € 3.248,00. Queste associazione hanno subito, o subiranno, la stessa sorte del Tufara? Sarà il caso di dare un’occhiata e vedere cosa riserverà il destino anche a loro.
Voci sempre più insistenti parlano di “menti raffinatissime” che stanno orientando le sorti di alcuni locali che fanno gola a certi personaggi che lavorano proprio “nella stanza dei bottoni” e che da anni lavorano per impossessarsene: tra questi c’è proprio quello del Tufara che dovrebbe diventare un bar (ma potrà mai avere le licenze se i requisiti non ci sono?).
E’ casuale il fatto che la determina pubblicata all’Albo Pretorio è del 09 luglio 2013 mentre è stata affissa il 14 agosto 2013 nella speranza che nessuno la leggesse?
Non ci stancheremo mai di dire che troppe sono le ombre che si addensano sull’operato di certi figuri ed auspichiamo che presto la GIUSTIZIA venga in nostro soccorso e faccia piena luce sui tanti buchi neri che costellano già da troppi anni la vita di questo paese.
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Ecco le ricevute del pagamento dell’affitto dal 2005 al 2012. L’affitto nuovo è da pagare entro il 31 agosto 2013 per l’anno che va da settembre 2013 a tutto agosto 2014.
Eboli, 18 agosto 2013 – (aggiornato alle ore 16.20 del 19 agosto 2013)
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@ martino
sto giro hai toppato. certe persone veramente impegnate vanno coadiuvate e garantite. voza hai tutta la mia stima e vai avanti come un treno. certi malcostume vanno puniti. il tuo è un impegno vero o non un falso senso civico
Confermo tutte le cose che ho scritto, perché fornitemi dagli interessati. Quelle “menti raffinatissime” sono ben conosciute da chi me le ha segnalate (solo supposizioni, ovviamente, una sequela di coincidenze che lasciano sorgere legittimi dubbi).
Persone chiamate a decidere che ricoprono ruoli che, ad altri livelli, avremmo chiamato “conflitto d’interessi”.
I nomi non devo farli certo io ma si dovrebbe indagare a livello amministrativo (lancio la palla all’Assessore preposto) e rimuovere proprio chi questi ruoli “incompatibili” li ricopre.
Se dovessi avere la certezza delle prove, che finora non mi è stata data, ossia che qualcosa di irregolare e penalmente rilevante esiste NON ESITEREI un solo istante a sporgere denuncia all’Autorità Giudiziaria (lo facciano gli amici dell’opposizione se ne hanno il coraggio, visto che loro le mani nelle carte possono metterle).
Quello che invece VA SEGNALATO è la pretesa che le regole vengano fatte rispettare a tutti. Basta con le furbate – il locale è del Comune gestito da un’associazione che lo occupa gratuitamente ma sempre del Comune è -. Basta con i figli e figliastri. Il Tufara sta pagando, de relato, l’autonomia dell’altra associazione di riferimento? (il Centro Culturale Studi Storici) vendicandosi della figura di me… fatta fare agli amministratori quando all’ultimo concorso di poesie abbiamo dichiarato di voler lasciare Eboli per manifesta incapacità dell’Ente che nulla ha fatto per una manifestazione dallo stesso istituzionalizzata? O la figura sempre della stessa sostanza fatta da chi, pretendendo di recintare a proprio uso e consumo il parcheggio a piazza San Francesco, ha dovuto recedere per l’opposizione dei cittadini “pilotati” proprio dal CCSS? Questa è una guerra psicologica non dichiarata tra loro e noi. Con la differenza che loro andranno via – presto, molto presto – ma noi resteremo.
Segnalo le menzogne apparse sull’Albo Pretorio: il Tufara ha sempre pagato il fitto annuale, hanno volutamente non stipulato un nuovo contratto perché quel locale doveva essere liberato, privando così iol centro antico di un gruppo di VOLONTARI che avevano messo parte del proprio tempo a disposizione degli altri.
Ci siamo ripromessi – e lo abbiamo giurato davanti a Dio – che se in quel posto verrà aperto un locale senza il rispetto dei requisiti (igienici ecc.) o se non verrà usato lo stesso trattamento anche per le altre associazioni scateneremo una guerra mediatica senza precedenti e forse non solo …
Agli ebolitani sensibili: SCETATEVE RA STU SUONN!! VI STANNO FOTTENDO IL FUTURO E NON VE NE ACCORGETE!!!!
Caro Armando, si sà benissimo che ci sono i figli e i figliastri. Poveri noi.. Il detto del saggio locale dice “addà murì acciss ki fà bene !! ”
Ma qualcuno sà dirmi EBART nei pressi della chiesa di San Francesco quanto paga ..e se paga ??? Anche e sopratutto l’associazionismo “vogliono” allineare….ma tanto sono finiti….!!! Va rifatto tutto daccapo !!
Noi del comitato di quartiere pescara “il THE ORIGINAL” ne sappiamo qualcosa visto che lo abbiamo subito già 5 anni or sono, precisamente nel 2009…che qualcuno/i intendono portare all’associazionismo come succursali di partito per scambi di voti.-??? in quando al Bar pure giù al rione pescara nel grande parco abbandonato si è parlato sempre è solo di mettere bar o pizzeria ma mai e poi mai qualcuno veramente interessati ad interessi collettivi come noi altri del comitato…BONTA’ loro ecco perchè Eboli sempre più
N’GUAIAT con questi xxxx xxxxxx.-
Tutta la nostra solidarietà e speriamo solo che la giustizia si decida a fare il suo corso perchè veramente il troppo è troppo…poi non si dica che sbaglia chi li chiama Eboli S.R.L gran pasticceria in arte babà altro che pubblica amministrazione …questa è l’ennesima prova che BINGO BONGO non SBAGLIA perchè esso parla davvero con certezze e non con sospetti e sentito dire.-
Caro Armando,
anche se sono una persona riservata e non amo la pubblicità, (non sto neanche su facebook), stavolta faccio un’eccezione perché mi hai chiamata in causa.
Grazie per la tua difesa accorata, anche se credo non serva a nulla. Sarà l’ennesima bolla di sapone che si alza, tutti faranno “ooooooohhhhhhhhhh!” e poi ricadrà a terra senza lasciare traccia.In effetti tu sai che da tempo volevo lasciare quel locale, però tutte intorno le persone che vi operavano mi dicevano”Resisti”. A cominciare dalla Cara Tina Longo che da 10 anni insegna GRATIS il tombolo, un’arte che se non era per lei era sconosciuta qui ad Eboli. Molti l’hanno imparato e lo fanno per se stessi, altri ne hanno fatto lucro e si fanno pagare per insegnarlo, mentre la cara Tina lo continua ad insegnare GRATIS. Ogni anno dice che sarà l’ultimo e poi a settembre puntuale ricomincia. E che dire della cara Signora Adelaide Melillo, che con questo caldo, luglio e agosto tre volte a settimana sta lì sulla terrazza del Tufara ad insegnare alla ragazzine come si fa la pasta di casa ed il patchwork (meglio che stare a casa davanti ad un PC)oppure della signora Enza Davino che con il corso di Scrittura Creativa del quale anche io e te facciamo parte, ci ha fatto staccare per qualche ora la spina nelle sere d’inverno da questo mondo stressante proiettandoci verso la condivisione di spazi e parole, un’esperienza unica. E poi Adriana Manna, che quando non c’è Tina, è sempre pronta ad aprire al suo posto, e Iolanda Carleo,e….ma non, non voglio fare l’elenco dei nostri volontari se no rischio di essere presuntuosa. In realtà caro Armando chi mi ha mandato le carte dal lato legale sta a posto. Solo che nel frattempo che le carte andavano avanti, lo stesso caposettore che mi aveva mandato la lettera mi aveva detto come fare una controproposta visto che il locale era situato in un luogo privo di commercio, senza finestre, ecc. ecc. Poi sai come funziona, l’Ing.Barrella, è andato via, magari questo che è arrivato, neanche sa della mia lettera, non avendo io santi protettori…le carte sono andate avanti. E mentre io aspettavo una risposta come pattuito nella stanza del Sindaco alla presenza dell’ing. Barrella, della Signora Melillo, della Signora Davino, della signora Longo e della sottoscritta…. “Verba volant, scripta manent”. Ho provato a dire all’assessore che volevo una risposta perché non volevo passare dalla parte del torto, ma “quello di turno”, perché mi dicono che anche quello è cambiato, mi disse “sta tranquilla, tanto quel locale non lo vuole nessuno”.Io sinceramente non ho intenzione di pagare 800,00 euro, ma non tanto perché chi mi sta intorno non lo farebbe. Molti soci mi dicono “Accetta, ti aiutiamo noi!”. Ma perché penso che questo paese non merita. C’è una buona parte che la mattina si alza e vuole fare tanto, ma c’è una parte anche se minima ma pericolosa che si alza con il solo scopo di disfare quello che fanno gli altri perché loro non sono capaci. E’ questo il vero problema di questo paese. E’ vero quello che dici tu, l’ufficio patrimonio quando me lo ha dato, non mi ha aiutato a sbrogliare il problema Enel per mettere il contatore, anche se era compito suo, ma nonostante questo io non ho fatto come L’Evoli, o come la Pro loco o come il Dottor Mangrella che sono stati attaccati per anni sulla corrente pubblica, io ho aperto quando sapevo di essere nella legalità. Perchè mio padre vecchio ebolitano ci ha resi figli di questa parola. Siamo essere umani, tutti possiamo sbagliare, ma se i valori te li hanno trasmessi, vengono fuori ad ogni occasione. Io non sono come le altre associazioni che si fanno pagare per imparare queste “Vecchie arti”. Tramandare le vecchie tradizioni significa questo: tramandarle gratis da padre in figlio.La mia quota associativa è stata sempre 10 euro all’anno e quest’anno 15 euro all’anno perché oltre al pagare il fitto, v’è la corrente ogni due mesi e l’acqua. E poi fino a qualche mese fa tenevamo un altro fitto perché quando il Comune chiamava per dirci”Partecipate ad Eburum?” e non attacco parola su questo argomento altrimenti ci vorrebbero due ore, noi ci mettevamo lì su quella terrazza per far fare bella figura al nostro comune quando qualche ebolitano o qualche turista la sera saliva al centro antico. Ma tutto quel materiale da qualche parte bisognava tenerlo: tavoli, sedie, cucine, pentole, costumi antichi, ecc. ecc. In quel caso al Comune piaceva la coreografia che si creava sulla terrazza del Tufara. In verità devo ringraziare Martino Melchionda, perché finché ha potuto ci ha fatto tenere due locali che erano di sua proprietà e ci sono stati comodi. Ma alla fine io non ce l’ho con nessuno caro Armando. Io so solo una cosa che nell’ultimo bando di vendita di immobili del centro storico, la palazzina sopra al tufara, nessuna l’ha voluta, tant’è vero che nel prossimo abbatteranno il prezzo. Invece guarda caso il mio locale deve andare in vendita.Bene se serve a risanare le casse del mio Comune, bè io sono un’ebolitana cosciente, ben venga. Ma se invece come credo serve a qualcuno per farci un bar, un’ennesima attività commerciale che nel centro antico a noi residenti ha portato solo scompensi, non credo che sia un’ottima cosa toglierla al volontariato per farci un bar, visto che da poco s’è chiusa l’epoca dello spaccio (mi auguro) a Porta Dogana. Chi vivrà vedrà.Perciò Armando basta polemiche, poi va a finire che tu che sei una caro ragazzo senza freni alla lingua, ed in questo mondo bisogna averli, ci vai di mezzo.Si vede che i nostri amministratori non amano la visione dei bambini che imparano le vecchie tradizioni, ma amano quella delle decine di macchine che continuano a venire qua sopra, perché chi viene a mangiare è inutile ripeterlo, la macchina la vuole sotto il tavolo se no non mangia. Si vede che i nostri amministratori quando vanno a tarda sera a mangiare al centro antico non vedono le decine e decine di bollette di corrente acqua e spazzatura che rimangono prima appese ai cancelli per giorni e giorni e poi finiscono al suolo la loro corsa perché nessuno le paga. Perché invece di perseguire i padroni di casa e far pagare e loro le utenze, amano perseguire le associazioni di volontariato che evidentemente oggi che il Centro Antico si è ripopolato “signorilmente” non hanno più ragione di esistere.Non ti arrabbiare Armando,A San Nicola, abbiamo qualche locale, se potremo continueremo a fare lì quello che amiamo fare. Anche se oggi venderei volentieri quella casa che ho tanto desiderato comprare, quando la mattina sento il suono delle campane, ringrazio in cuor mio Barra che le fa aggiustare e mi viene in mente un architetto dell’ufficio patrimonio, che al primo bando comprò una delle più belle case del comune, che avanzò la proposta di fare una petizione per non far suonare le campane. Mi ricordo che lo guardai in silenzio e già allora dentro di me capii che per viverci nel centro antico devi amarlo. Siamo pochi ad amarlo. Ciao Armando. Grazie a chi ha pubblicato questa lettera, ma chiedo con tanta sincerità e tanta umiltà di non andare avanti con la polemica. Eboli ha problemi più seri.Basta vedere i giovani che la sera stanno fino a tardi davanti ai locali perchè al mattino si alzano tardi. Perchè non c’è lavoro. Pensiamo a queste cose,e ad altre importanti come queste.
Vitina Paesano
Signori ebolitani,
quello che ho raccontato – documenti alla mano – è l’ennesimo scandalo in questo paese. Ma perché nulla cambia? Perché i signori del vapore fanno finta di essere democratici. Dicono “Lasciamoli sfogare stì quattro fessi, non alimentiamo polemiche. Mandiamo solo velati messaggi minatori del tipo TU PARLI TROPPO o SEI PASSIBILE DI QUERELA, così s’impauriscono e tutto torna come prima”. Anche in questo caso, alzato il polverone, se ne parlerà per qualche giorno, i padroni del vapore faranno finta di nulla (siamo pure ad agosto, tutti a mare ed il cervello a folle), presto i cittadini rdimenticheranno anche quest’ennesimo abuso e tutto tornerà come prima.
Signor Sindaco, signor Assessore, le chiedo da cittadino se la sua solerzia la applicherà a tutte le associazioni che occupano locali del comune (è una guerra tra poveri, me ne rendo conto, ma o moriamo tutti o combattiamo tutti: DIVIDE ET IMPERA)o qualche suo dipendente col Tufara ha saldato un conto aperto da diversi anni?
Gli ebolitani sono stati privati di servizi pur previsti.
E’ al corrente che a San Cataldo un privato ha costruito su un’area con l’obbligo di realizzare anche una piscina? Che per fare questo ha occupato con un muro di cemento armato il marciapiede e la piscina (a distanza di quasi 10 anni) non è ancora aperta? I tecnici, i vigili, gli assessori, e compagnia cantando queste cose le sanno?
RISPRISTINO DELLA LEGALITA? ma veramente e non di facciata (le passeggiate sottobraccio a rappresentanti dell’antiracket, summit con le forze dell’ordine servono se poi, quan do questi vanno via, si adotta una politica veramente legalitaria).
Ma di che stiamo parlando.
Andatevene a mare, magnatevi na pizza e … chi l’accis o pagh!!!!
Ripeto un’imprecazione dettami da un’amica “Adda chiov benzina e adda fa nu lamp!!!”
Ad admin chiedo se fra qualche giorno è possibile avere il report di chi ha letto quest’articolo così i nostri amministratori sapranno, a dispetto del numero di commenti, quanti sono stati gli ebolitani che hanno preso atto di quest’ennesima ingiustizia.
Grazie Max.
Armando V.
Ennesima dimostrazione di insensibilità ed incapacità amministrativa. Ennesima dimostrazione di una Eboli al crepuscolo.
Caro Armando, scusami, ma non sarebbe molto meglio che quanto qui illustrato, si protocollasse al Comune, in modo da avere una precisa evidenza, tale da impugnare anche in un futuro ?? Ed inoltre mi sembra davvero paradossale che un Blog di un privato debba fornirti dei dati di accesso, per avere evidenza delle persone che hanno letto quanto sopra. Siccome ho la certezza che il popolo ebolitano “non è pronto ne predisposto alle nuove tecnologie”, suggerisco manifesti e locandine…..Qui in queste pagine ci arrivano sempre e non oltre 10 – max 20 persone, che non servono a nulla, ne tampoco a risvegliare delle coscienze. Questo “allarme” che tu sancisci da queste pagine, questa sorta di “regime” va avanti da sempre, nella totale indifferenza di un popolo volutamente “cloroformizzato”…..non ci resta che attendere “eventi” che in tanti attendiamo….
Caro Forzaeboli, conosciamo i nostri polli.
Abbiamo a che fare con questa gente da decenni e sapranno cavarsela anche questa volta. Come dice Vitina formalmente le carte sono a posto, quello che non è a posto è la loro coscienza perché chi occupa certe sedie in certi uffici conosce molto bene quel che accade da anni in questo paese.
La forza di questa gentaglia sta’ nel fatto che si sentono intoccabili perché finora nessuno ha fatto sentire loro il tintinnio delle manette.
E vengono coperti dai loro capi perché strumento di favoritismi ed interpreti molto personali delle norme.
Sicuramente gran parte della colpa è degli amministratori ma il cancro è negli uffici, soprattutto quelli determinanti, dove lì si decidono i grandi affari (non se ne hanno prove certe ma i tanti piccoli tasselli che sono i singoli episodi fanno capire quale sia l’andazzo dell’intera macchina).
Attendo con ansia quell’annunciata pioggia di benzina e quel grande ed unico lampo!!!!
Come sempre molti astenuti per convenienza.
Qualche pseudo politico, con gli attributi, dovrebbe inviare l’articolo alla procura della repubblica, così ai fatti si associano anche qualche nome e finalmente qualche cellulare si vedrà anche a via Ripa.
Ps: il cellulare non quello per telefonare
Perfetto!! In questo modo ci viene tolta anche quell’ora di serenità a settimana trascorsa insieme a delle belle persone, con le quali parlare, confrontersi e perchè no, magari consigliarsi su qualche problema, mentre s’impara un’arte meravigliosa quale il tombolo!! GRAZIE, GRAZIE di cuore!!!!!!!
Per Armando,
l’articolo è stato pubblicato alle 16.00 del 18 agosto 2013. Alla mezzanotte di ieri a sole 8 ore di pubblicazione, i lettori sono stati 247.
Dopo la mezzanoitte di questa sera ti darò il report della giornata.
Per Forza Eboli,
non sempre i commenti seguono l’interesse dei lettori. Su POLITICAdeMENTE ci sono articoli che sono stati letti oltre 40mila volte eppure hanno una cinquantina di commenti o poche decine, mentre gli articoli meno letti dopo i tre giorni dalla loro pubblicazione (Lancio, consolidamento e coda), raggiungono alcune centinaia. Il meno letto in assoluto è stato cliccato da 287 visitatori.
E’ evidente che dopo i tre giorni alcuni continuano a visionarli, ma nei 10-15 giorni successivi i visitatori vanno sempre scemando.
Se facciamo un parallelo rispetto ai quotidiani venduti in città, ebbene i più quotati non superano le 270 copie quelli meno non superano le 40 copie vendute, e tra queste copie includiamo anche una ventina di bar che scelgono variamente i quotidiani da offrire in lettura ai clienti.
Il riverbero? ti assicuro è dirompente.
Massimo Del Mese
Armando è un bravo ragazzo si è esposto firmando l’articolo pubblicato,grazie.
MA chi vive ad Eboli non ha bisogno di leggere questo articolo per capire che alcuni personaggi della politica in collaborazione con altri dirigenti pubblici fanno affari dividendosi e speculando sul territorio e precisamente sul centro storico. la casualità di alcune vicende ripetute non esiste…Gli abusi edilizi quotidiani,il rastrellamento di pietre decorative degli edifici e di strade,terrazzini e gazebo ben visibili abbruttendo l’ambiente urbano,varianti di progetti a proprio comodo,svuotamenti e abbattimenti di interi vicoli per dare spazio a una urbanizzazione demoniaca per giustificare la spesa pubblica, l’acquisto di immobili fatti sempre dalle stesse persone che tra virgolette occupano ruoli influenti sul destino del centro antico…Cultura è una parola mostruosa …non esiste, chi se ne fotte che eboli è vuota il centro antico è deserto ed abbandonato al male affare… le attivita di volontariato danno fastidio… meno persone ci sono meglio si fanno affari… chi sorveglia il centro storico… a porta dogana sono anni che c’è un locale doce porta l’insegna dei vigili urbani … i quali non ci sono mai e tutti i giorni proprio in quella piazza avvengono i mali affari come trasformazione edlie della stessa ed altro… attività culturale oramai sono preistoria i monumenti rimasti cadono a pezzi qualcuno prima viene acquistato e poi aggiustato a libero piacimento… dvoe sono le regole del comune dell’ ufficio tecnico che assieme ad altri assessorati dovrebbe tutelare la legalita del territorio e non essere complice con l’indifferenza e il mutismo di compravendite a rialzo spesso di cose pubbliche formulando sigle strane come progetti finanziari e cosa del genere…e allora ecco che il tufara ed altre associazioni e personaggi autonomi e lontani da queste realta’ non esistono…
Accantonando in un angolo remoto tutte le possibili parole di esordio, più simili ad una retorica banale che ad una analisi analitica della situazione reale, sembra che tutto ciò che accada sia legittimato da un silenzio – assenso universale, immobile, inscalfibile.
Le associazioni culturali, quelle che operano laboriosamente da anni e che, da anni, tentano di ricucire un tessuto sociale sgualcito e maltrattato, sono un bacino di tradizioni, colori, innovazioni che dovrebbe essere alimentato e custodito come si fa con le cose di inestinguibile valore. Purtroppo, molto spesso, vengono bistrattate e distrattamente riposte in quell’anta di armadio in cui mettere i cappotti che, poi finita la stagione estiva ci serviranno ancora … le associazioni saltano fuori dagli armadi non al romantico rituale del cambio di stagione, ma bensì, ogni volta che a cambiare deve essere un sindaco. Il gioco della politica moderna risponde alle logiche de “in guerra e in amor tutto è consesso”. La politica vera, però, non è quella del machiavelliano principe che, tuttavia, ha talmente ben seminato, da far assomigliare, ad esso stesso, molti dei noti che fanno capolino dai vetri del palazzo di città, è quella che affonda le sue radici nella nostra ancestrale tradizione greca. πολιτική, politichè …l’arte di amministrare la città, il Paese, gli Stati. Arte e amministrazione, pur sembrando dei sostantivi antitetici, in realtà sono accomunati da un unico fine che ha per mezzo, un unico mezzo: l’amore per la città.
Le associazioni laboriose, lavorano senza una sede, senza riconoscimenti, senza remunerazione per coprire le falle di un sistema amministrativo che guarda al dito più che al sole. Mi sembra davvero inutile scrivere tessendo le lodi dell’associazione Tufara perché la portata del loro lavoro è ben nota a tutti, ma piuttosto mi sembrerebbe opportuno fare una “tirata d’orecchie” dolorosa e necessaria a tutte le associazioni che, seppur laboriose, hanno incentrato il loro lavoro sul proprio campo impedendo la naturale coesione con altri gruppi associativi. Gli amministratori hanno avuto ed, hanno ancora, un ruolo ben definito in questo: zizzania, invidia, malumori, vengono piantati con la stessa naturalezza con cui il vento trasporta i semi della gramigna che infesta anche i campi preparati con scrupolosa dovizia di alberi da frutto. Quello dell’associazione Tufara è un problema ben più grande delle cifre, dei bar e delle carte che sono a posto. E’ un problema che investe tutti i gruppi associativi che operano senza una sede, senza contributi economici e, comunque, continuano imperterriti a diffondere quanto di meglio hanno da offrire, animando, come possono piazze, strade e vicoli riempiendo spazi morti di una città che giace nel silenzio e nell’indifferenza di troppi. L’amministrazione fa quel che può. Quel che può, somiglia più alla spinta vitale di un vigor mortis che alla voglia convinta di rimettere in piedi questa zolla. “Le carte sono a posto” e, quel che è peggio, nessuno si prenderà il disturbo di andarle a controllare. Nessuno risponderà, Nessuno ne parlerà Nessuno ascolterà. L’augurio è che Qualcuno mi smentisca.
Grazie Max.
Ti preannuncio, per i prossimi giorni, commenti molto dirompenti.
desidero raccontare, semplicemente reccontare, ciò che si realizza in quel locale; e non è la sola attività. Nel corso degli anni, più di dieci, tante Signore ebolitane hanno imparato il prezioso ricamo- tombolo- a cura di volontari, significa in forma del tutto gratiuta. Togliere quel locale significa togliere questa opportunità, che è anche di occupazione, togliere una possibilità di incontro, togliere la possibilità didi socializzazione. Pensiamoci seriamente. Tina Longo
Come volevasi dimostrare.
Su un quotianucolo locale è uscito un articolo nel quale si parla di controlli sulle associazioni e di rispetto della legalità. Ma guarda che tempismo questi signori. L’articolo trabocca di legalitarismo come non si è mai letto da 10 anni a questa parte.
La segnalazione di un cittadino alle autorità è del 17 marzo us eppure l’unica associazione alla quale si è chiesto il dazio è stata il Tufara, per le altre tutto tace. Chiediamoci quali sono e chi sono i presidenti e/o i responsabili di fatto e avremo la risposta di tanta distrazione.
L’articolo annuncia un controllo a tappeto quindi le associazioni sono avvisate: mettete le carte a posto o fatevi suggerire cosa dovete fare o scrivere, sempre dai controllori, per essere a posto. Inventatevi i requisiti così nessuno potrà dirvi nulla un domani.
Potrete anche riuscire nel vostro disegno criminoso ma una cosa è certa che se anche sarete vincenti in questa mediocre battaglia sarete perdenti, come uomini, nella vita. Passerete alla storia come come la rovina di questa città.
Per eliminare il Tufara sono satte scritte una valanga di falsità, menzogne che arrivano da chi la tanto annunciata legalità dovrebbe farla rispettare.
Vergognatevi!!!!
Cari lettori,
mi rivolgo a a voi che siete persone intelligenti. In qualità di segretario dell’associazione Tufara conosco bene i fatti e so che alcuni non possono vederci, forse per invidia. Noi riusciamo a fare cose che gli altri se le sognano.
Tra noi e loro c’è una sottile differenza che è lo spessore culturale.
Sulla delibera si parla di morosità.
Chi è moroso è quello che non paga.
Noi abbiamo pagato, come da contratto e ciò che ci è stato richiesto (forse ignorano?)
Il contratto registrato a spese nostro sanno leggerlo?
Se volevano il locale dovevano chiedercelo sei mesi prima della scadenza!
Lo hanno chiesto sei mesi dopo la scadenza, cioè un anno dopo il termine massimo (ignorano?)
A Portadogana c’è una sede di associazione?
Quanto pagano di affitto?
Quanto pagano di corrente?
Noi abbiamo in contatore dell’ENEL a Portadogana non v’è nessun contatore e nessun privato dona l’energia
VERGOGNA!!!!!!!
Mi fermo perchè portei raccontare altro perchè sono tanti che approfittano delle situazioni.
Un consiglio al nuovo Assessore al patrimonio. Prendi in mano le redini prima che sfuggono i cavalli.
Giuseppe Barra
Segretario del Tufara
presidente del Centro Culturale Studi Storici
Direttore editoriale de “Il Saggio mensile di cultura”
Direttore editoriale de “Il Saggio arte, libri poesie”
AMANTE della nostra EBOLI
AMANTE per davvero non per scopi secondari
Cara Ilaria
volevo ringraziarti per le belle parole che hai trovato verso la mia associazione, diciamo che dopo la botta di ferragosto , mi hanno tirato su. Sai qualcuno negli uffici comunali insinua che da noi i corsi sono a pagamento. Io sfido chiunque a dimostrarlo. Abbiamo fatto corsi di cucito, di patchwork, di tombolo, di dècoupage, di scrittura creativa, di visite guidate, e mai, mai, nessuno ha pagato un corso. Li potevano fare anche tutti (è successo) e pagavano allora £ 10.000, poi 10 euro fino all’anno scorso e 15 euro da quest’anno solo per iscriversi all’associazione, ed era una quota ANNUALE. Qualcuno dice ancora che quando facevamo le feste abbiamo avuto ottimi entroiti. Bene, venite i giorni dispari a vedere il corso di pasta di casa. Abbiamo fatto fare apposta dal falegname dei tavoli per far lavorare le bambine, abbiamo acquistato le spianatoie (una decina) abbiamo fatto comprare al signor De Martino a Reggio Emilia delle macchinette per lavorare la pasta che qui da noi non si trovano, abbiamo comprato le chitarre per gli spaghetti… non ce li siamo messi in tasca quei soldi. Io sinceramente tutto questo clamore non lo volevo. Avrei preferito che alla mia lettera dell’11 aprile (protocollata ed alla quale non ho mai ricevuto risposta), Il Comune o chi era delegato a farlo m’avesse risposto “Gentile signora stupida che per anni ha regalato il tempo a questo paese, sottraendolo alla sua vita, non accettiamo la sua proposta di 250,00 euro, perciò deve sgombrare”. In quel caso avrei fatto i bagagli e me ne sarei andata. Perché quel locale 800,00 euro NON LI VALE. Ma leggere nella determina che mi viene tolto perché negli ultimi anni non ho pagato, è falso. Io ho pagato fino all’anno scorso, solo quest’anno ancora non l’ho fatto perché attendevo la famosa risposta che non è mai arrivata. Comunque grazie Ilaria per le tue parole ma grazie soprattutto a chi ha dato spazio a queste lettere. Il locale lo lascio se lo devo lasciare, ma TUTTI devono sapere che io ho SEMPRE PAGATO. Gli altri lo fanno? Io ho fatto il contratto di luce e di acqua a nome dell’associazione Tufara ma arrivano a me come rappresentante legale . Ho tutte le bollette da 10 anni a questa parte. Volete sapere come funzione per le altre associazioni? Venite a passeggiare al Centro Storico e alzate gli occhi vicino ai lampioni pubblici e vedete bene tutti quei fili dove vanno. Chi ha autorizzato i privati ad attaccarsi alla corrente pubblica? E chi deve vigilare perché non lo fa? Questo paese è Eboli, non è Casal di Principe dove più di un abitante da quando si legge dalle notizie era dedito a questo “vizio”. Io penso che se un’associazione vuole operare deve essere in grado di farlo con le proprie gambe senza aspettare i soldi PUBBLICI che dovrebbero servire per la comunità. Ed è quello che abbiamo fatto noi. Non siamo vissuti elemosinando contributi ai vari enti perché poi al momento delle elezioni li devi restituire sotto forma di voti, noi siamo andati avanti da SOLI. E a qualcuno neanche questo sta bene. Chiunque voglia venirci a trovare sono disposta a dare numero e nominativo di chi ha frequentato i nostri corsi e sfido a trovarne UNO SOLO che li abbia pagati.
Grazie Ilaria, un abbraccio
Vitina Paesano
E’ incredibile come il comune sia riuscito a farsi riconoscere ancora una volta. Si dimostra quasi mai disponibile ad accogliere nuove iniziative, che quando vengono accettate mutano rispetto al loro progetto originario e diventano a favore dei signori che non contribuiscono in alcun modo ad una buona realizzazione. Sono invece sempre pronti ad accusare nel caso in cui qualcosa vada storto. Tutto ciò è dimostrato dal fatto che numerose associazione non ricevono da parte del comune protezione, in parole povere non hanno una sede e non hanno contributi, ma sono costrette ad assumersi responsabilità e “rimproveri”. Se per qualcuno una delle poche organizzazioni che riusciva a farsi largo fra la spazzatura e che poteva essere un modello da seguire con la speranza che un giorno questo modello potesse essere uguagliato, è stato anch’esso messo alle strette. La Tufara era riuscita a tener testa ad un sistema che difficilmente preferisce la cultura in tutti i sensi e in tutti i campi ai soldi. Ma purtroppo o per fortuna presto ci ritroveremo con una associazione a metà, ovvero senza sede, e con un bar in piu’. Come se non ce ne fossero abbastanza.
Un po’ di tempo fa Qualcuno ci esortava con queste parole “NON ABBIATE PAURA ” … Tale esortazione va sicuramente letta in una dimensione molto ampia .In un certo senso ,era un’esortazione rivolta a tutti gli uomini ,un’esortazione a vincere la paura nell’attuale situazione mondiale , sia in oriente che in occidente sia a nord che ha sud. ” non abbiate paura di ciò che l’uomo ha prodotto e che sta diventando ogni giorno di più pericoloso per lui “… La denuncia è già un grosso passo verso la realizzazione di un mondo migliore dove la politica rappresenta una missione e non un modo per esercitare un potere losco e intriso di “personalismo”. Grazie a tutti quelli che hanno il coraggio di denunciare…
Sono una ragazza russa di 28 anni arrivata in Italia 5 anni fa.
Mi sono rivolta a delle persone e mi anno detto che la tufare mi poteva aiutare.
Le prime cose che mi hanno dato sono cose da magiare, comprate nel negozio sotto la chiesa di santa maria che sta alla Piazza e poi mi hanno dato dei panni. non avevo niente.
mi anno detto se volevo imparare a scrivere e a parlare lo italiano e ci sono riuscita perche ogni settimana facevo i corsi per tre volte la settimana e per tre ore e nessuno si prendeva nuilla perchè eravamo stranieri e questo anche per altre due compagne mie. Una si chiamava Vera e l’altra che pure sta a Campagna che si chiamava Elena come me.
Una sera abbiamo festeggiato con una pizza e altre cose che anno pagato tutto loro.
E credo che ora togliere dallo territorio un gruppo che lavora e ha un cuore vuol dire che voi non siete persone che anno un cuore.
Aiutate la signora Vitina perchè lei è tanta brava e se aiutate la signora aiutate anche tanti di noi perchè ancora oggi quando abbiamo bisogno lei ci aiuta
sono Elena e vi saluto
Sono una simpatizzante del DP ma ho vergogna di dirlo. Però in questo caso lo devo dire apertamente.
Noto che nessun politico della mia area o della maggioramza interviene … almeno per discolparsi o discolpare l’amministrazione.
Di persona so benissimo che l’Associazione Tufara da delle attività interessanti e gratuite, eccetto l’iscrizione che è di pochi euro all’anno. Qualcuno ancora non l’ha detto ma questo gruppo, nel tempo ha fatto anche doposcuola e ancora non si è detto che in quella sede, il sabato, si fa anche catechismo.
Amministratori, secondo me avete negli uffici persone che non sanno quel che fanno. Vi consiglio di indagare perchè so che sicuramente tutto ciò non parte da voi perchè non siete capaci di fare del male.
Martino intervieni personalmente
Elena ha detto delle cose verissime.
Ancora oggi, noi distribuiamo tantissime cose ai bisognosi, indumenti, scarpe, mobili e quant’altro.
Quando la Parrocchia di Santa Maria del Carmine e Sant’Eustachio era priva del capacissimo e zelante sacerdote don Alfonso Raimo, noi del Tufara, non potendoci procurare cibo dalla CARITAS lo compravamo (succede in parte ancora oggi). Su questa cosa indagate.
Quante volte cerchiamo agli amici gli alimenti perché noi non riusciamo a farlo in quanto molti di noi non navigano nell’oro.
Questo, però, non significa che noi siamo i buoni e gli altri i cattivi.
Solo vi dico: “passatevi la mano sulla coscienza”
piango la mia cara Eboli oramai distrutta e va verso la deriva… Giovani ebolitani che con energia fate la vostra vita organizzando eventi ed esprimendovi in linguaggi alternativi ed immediati come la musica e spettacoli trascurando persone ignobili che occupano posti di rilievo nella città . Reclamate i vostri diritti ,la vostra libertà di crescita culturale e di agire difendete i vostri spazi Eboli è vostra e nessuno può togliervela gestendola o svendendola fuori dalle regole . Eboli è deserta, morta amorfa cimiteriale un ‘estate cosi non l’avevo mai vista dove pattuglie di vigli urbanivengono comandati a spedizioni punitive in nome di regole stupide nei confronti di quei pochi coraggiosi che si inventano serate alternative fatte di musica ed intrattenimento.Giovani la libertà di vivere è un diritto nessuno può sopprimere il significato di ciò con regole e leggi fittizie.nessuno può ostacolare questi diritti ma se siamo indifferenti ci saranno tolti tutti e dopo il Tufara si passerà ad altri
Gaber Cantava” la libertà non è uno spazio libero ma è partecipazione”.
La questione delle associazioni e delle sedi ad esse assegnate è stata una delle prime faccende di cui mi sono occupato come membro della commissione politiche sociali. Nel 2010, approvammo all’unanimità in quella commissione una bozza per un nuovo regolamento, dopo aver constatato la totale deregulation nel ns comune. Ancora oggi infatti le assegnazioni vengono effettuate con un regolamento che lascia aperti troppi spazi alla discrezionalità dell’amm.ne e alla scarsa trasparenza. In quell’occasione verificammo che un gran numero di associazioni erano morose nei confronti dell’ente e che i contratti di luce e acqua erano e sono ancora, per molte di esse, a carico del comune, determinando residui attivi per quasi 50 mila euro. Nell’attuale regolamento vigente non vi sono procedure di audit sulle attività svolte e per questo motivo sorge più di un sospetto, per alcune di queste associazioni, di assenza di qualsivoglia meritoria azione sul territorio (non è il caso dell’associazione Tufara la cui attività è una delle più visibili a tutti i cittadini). Quella nuova proposta di regolamento, a cui ho personalmente lavorato, e che prevedeva,tra le altre cose, un sistema di assegnazione trasparente attraverso un avviso pubblico e procedure per la valutazione periodica annuale delle attività realmente effettuate rispetto agli obiettivi dichiarati, è stato sottoposto all’attenzione del settore patrimonio per una valutazione tecnica prima dell’approvazione definitiva in consiglio comunale. Risultato? Sono 3 anni che dorme nel cassetto dell’amm.ne nonostante le reiterate sollecitazioni in consiglio comunale e attraverso interrogazioni alla giunta. Perchè? Perchè questa politica ha ancora bisogno di ampi spazi clientelari per poter continuare a elargire discrezionalmente privilegi e non riconoscere legittimi diritti. La politica puó fare ancora la sua parte ma è necessario che i cittadini sappiano distinguere gli amministratori buoni da quelli inefficienti ed è per questo motivo che scrivo questo commento, al fine di informare i lettori del Blog delle decisioni che quest’amm.ne ha inteso prendere a questo proposito, perpetuando un andazzo vergognoso volto solo a far sopravvivere un sistema fatto di discrezionalità clientelari. Sono entrato in questo consiglio comunale da tre anni senza aver alcuna esperienza pregressa di amm.ne e di politica e sono amareggiato nel constatare che esistono, anche in un momento così difficile per la politica in Italia, ancora troppi interessucoli di basso cabotaggio che tengono frenata la nostra città in posizioni di sottosviluppo a tutti i livelli. Mi rendo disponibile per tutti i lettori di questo Blog per ogni azione necessaria al fine di una completa informazione o altre eventuali azioni.
Lazzaro Lenza
“Stats for: Associazionismo e Comune: Il “Calvario” dell’Associazione Tufara.. e c’é chi fa affari
546 total views” alla mezzanotte di ieri sera.
NON HO PAROLE!
Non perché non sono in grado di esprimere un pensiero ma perché mi rendo conto ancora una volta di quanto fallimentare sia quella politica che dimentica che un paese, una città, un borgo, un quartiere o un associazione, sono vivi perché fatti di persone. Quanto può pagare questo modo di fare nella vita di un uomo? Cosa può mai pensare di lasciare dietro di sé chi continua imperterrito a cancellare le tracce della storia e del tessuto sociale di una popolazione? Mi pongo tante domande come te Vitina e Armando e tutti voi perché amo Eboli come voi l’amate e mi rendo conto che ci sono vari modi di guardare alle cose della vita; noi le guardiamo con occhi protesi ad un futuro che affonda le sue radici nei valori e nelle tradizioni tramandati, altri pensando che il futuro è oggi e quindi bisogna approfittarne.
Mi dispiace dover ammettere di aver fatto delle scelte sbagliate in passato ma io ci credevo davvero, spero e mi auguro che riusciate nella vostra battaglia, io dal canto mio, per problemi personali in questo momento posso solo essere solidale. Con stima.
Cara Elena Potrovik,
non volevo rispondere perché odio star al centro dell’attenzione e tutto questo clamore mi da fastidio, ma tu hai risvegliato in me tanti ricordi. Sono tanti gli stranieri che sono venuti da noi perché avevano bisogno di tanto o di poco, ma soprattutto di parlare con qualcuno. Tra loro c’erano buoni e cattivi come dovunque nel mondo. Troppo spesso dimentichiamo che anche noi italiani una volta emigrammo in America e non tutti hanno rigato dritto. Quando c’è un movimento di masse si sa, la qualità non si può selezionare. Ma alla fine da noi rimaneva chi veramente era interessato ad imparare a leggere e scrivere. Ricordo il corso di visite guidate che fece per loro Peppe Barra…. erano incantati a scoprire le bellezze nascoste di questo centro antico e per loro che lavoravano (sfruttati) tutta la settimana la domenica mattina andare in giro con noi era un diversivo carino. Ma mi è rimasto impresso Nicola, un ragazzo russo che non dimenticherò mai, di poche parole con l’età di mio figlio. Veniva a tutte le lezioni e spesso ce ne portava una nuovo, e poi un altro ed un altro ancora. Noi tutte piene di buone intenzioni ci eravamo organizzati alla meglio, grazie alla Dott. ssa Desiderio che è sempre stata gentile ed attenta a quello che facevamo ci eravamo procurati dei testi proprio per loro, tutta grammatica e conversazione. Ma un giorno quel Nicola di cui ti parlavo poc’anz,i fece lui una lezione a me. Mi aveva portato un amico che non spiccicava una parola di italiano e ricordo che io iniziai come sempre dal verbo essere…Io sono, tu sei… egli è…, mentre declamavo con l’amico il verbo, Nicola faceva dei strani disegni su un foglio. Poi lo girò verso di me e vidi che c’era una carriola, una tenaglia, un martello pneumatico, chiodi, chiave inglese…tutta la ferramenta di De Caro e con voce forte mi disse: “Imparagli queste parole, perché domattina quando lo porto sul cantiere se il padrone vede che non capisce e gli fa perdere tempo lo manda via…!” Io rimasi allibita! Aveva ragione. Da allora cambiammo metodo. Che faceva la persona la badante? E gli insegnavamo le medicine, le siringhe, i pannoloni, cambiare le lenzuola, le piaghe da decupito.. Che faceva il muratore? E via con tutti gli attrezzi… Andava nella terra? Zappa, pomodori…ecc. ecc.. Adesso si può anche scatenare la polemica nella testa di qualcuno che se stessero nel loro paese era meglio, come molti ci dicevano. Ma c’è anche da dire che se i genitori se li curassero i figli a casa loro come una volta, forse tante badanti non arrivavano, e se i nostri figli li avessimo abituati a lavorare la terra, adesso non ci sarebbero tanti stranieri sottopagati, e se li avessimo mandati dopo la terza media appresso ad un mastro muratore forse qualcuno di loro adesso avrebbe un mestiere invece di passare il tempo sulle scale di Piazza di Spagna vicino al Comune. So che questo che sto dicendo non c’entra niente con la polemica che si sta scatenando in questi giorni e che sinceramente mai avrei voluto, ma cara Elena le tue parole hanno risvegliato tanti ricordi. A volte nella vita ti passano accanto tante persone senza lasciarti nessun ricordo ed invece talune ti lasciano per sempre qualcosa. Grazie Elena per le tue belle parole, grazie Sueva, vorrei ringraziarvi tutti uno per uno… lo faccio con un solo grazie che vale per tutti. Spero che si spengano presto i riflettori su questa storia, anche se ci sarebbe tanto da raccontare, tra poco finisce il corso di pasta di casa per bambini ed alla fine faremo una festa per tutti con zeppole e pizzette. Siete tutti invitati. Approfitterò di questa pagina per comunicarvi la data. Dopodichè se tutti i soci saranno d’accordo consegnerò la chiave e attenderemo chi comprerà il locale per farne un bar. Io il nome lo so già. Anche se credo che con questo clamore deve trovare un prestanome di fiducia molto onesto…
Mi rivolgo al dott. Lazzaro Lenza non come amministratore (ho un pensiero politico di un’area diversa dalla sua)ma come uomo e come ebolitano e per questo lo ringrazio per le cose che ha scritto poiché lui, dal di dentro, conferma quello che noi, dal di fuori, percepiamo da anni. Non di illazioni o di calunnie abbiamo scritto ma qualcosa di vero e fondato e il dott. Lenza lo ha confermato. Mi piacerebbe sentire il parere anche di altri amministratori ma loro, ovviamente, non ritengono questo blog luogo idonea a questo tipo di dibattito allora speriamo che saranno capaci di fare luce in sede consiliare quando l’assessore preposto sarà chiamato a rispondere ad un’interrogazione che un consigliare d’opposizione – cavalcando l’onda dell’indignazione – presenterà. Sarà interessante ascoltare cosa sarete capaci di dire se avrete il coraggio non di fare solo chiacchiere ma di andare a cercare le carte e leggerle (e soprattutto capirle), vedere chi in questi anni ha lavorato e chi invece ha sfruttato contributi del momento o è servita ad essere solo bacino elettorale. Bisogna avere il coraggio di guardare in faccia alla realtà dei fatti. Ma il coraggio è un sentimento che pochi hanno e non alberga certamente nelle stanze del potere locale.
I commenti che avete letto, il fatto che l’articolo sia stato letto da oltre 500 persone la dice lunga sul fatto che la gente ha voglia di sapere. Altra cosa è poi capire se questa gente che si indigna è poi capace di prendere le dovute conseguenze quando avrà quel famoso fogliettino e la matita in mano.
LO VEDETE CARI (SI FA PER DIRE) AMMINISTRATORI CHE NON SIAMO NOI AD ESAGERARE. SIETE VOI CHE AVETE LE SARACHE DENTRO ALLA SACCA!!!
Vitina, non ti smentisci mai.
Il finale del tuo intervento è geniale!!!!
Sono passati 5 anni dal giorno in cui Vitina Paesano mi propose di creare un coro di bambini per dare loro la possibilità di una sana aggregazione attraverso la musica. Così è nato il ‘Piccolo Coro del Tufara’. Per questa attività, Viteliana, non ha mai chiesto niente in cambio né un compenso economico. I piccoli, del Piccolo Coro, hanno bisogno di una sede e di strumenti adeguati per crescere. Grazie.
esistiamo, ecco la nostra pagina:
https://www.facebook.com/piccolocorodeltufara?ref=hl
Grazie Filomena, grazie bambine ormai quasi donnine. Come la vostra maestra quando cantate, trasmettete emozioni forti… continuate così. Giuro che del locale non me ne importa più niente, se lo prendessero pure, tutto questo che ho letto in questi giorni tra le righe di chi ha scritto mi ha fatto dimenticare la rabbia di quella determina fasulla e mirata. Ricordo che quando morì mio padre sulla lapide al cimitero scrivemmo una frase che su un foglietto sgualcito lui teneva nel portafoglio: “La vita passa… l’aver saputo vivere rimane”. Tutti possiamo sbagliare, io per prima nella vita ho fatto tanti errori, ma se si ha una coscienza prima o poi ti fermi e ti accorgi che non sei solo, che intorno a te c’è il tuo prossimo…se hai bisogno ti aiuta, se lui ha bisogno tu lo aiuti. I vecchi antichi che avevano un proverbio per tutto, dicevano “nun fa mal a lat ca u tuoio è arreta a porta”.(Scusate se non è scritto bene)
Ciao Filomena, grazie. Ti voglio bene, e quando canti “Il mammone” ancora di più.
Ho avuto responsabilita’ amministrative qualche anno fa nel nostro comune e allora ci ponemmo l’obiettivo di regolamentare in maniera precisa e rigorosa il rapporto con l’associazionismo, l’accesso a contributi finanziari, la possibilita’ di utilizzare spazi pubblici, le modalita’ dei patrocini.Veniva richiesto ogni anno, vado a memoria, elenco soci, statuti,attivita’ svolte nel triennio precedente, fonti di finanziamento, bilanci. Allo stesso modo chiedevamo onde evitare la nascita di associazioni fini a se’ stesse che i contributi pubblici potevano essere riconosciuti solamente dopo un triennio di attivita’ realmente svolte dimostrate e certificate.I progetti vagliati dall ‘ufficio cultura del comune potevano essere ammessi a sostegno economico solo se gli stessi venivano presentati con un anno di antic9ipo onde consentire all’ente una seria programmazione e verifica degli stessi.Entrai in rotta di collisione con una parte dell’associazionismo di allora che rifiutava regole certe, bilanci precisi, programmi veritieri delle attivita’ svolte o da svolgere.Era allora un tentativo di mettere ordine, regole, a un mondo che a volte si sostituisce surretiziamente all’impresa e cerca di utilizzare i rapporti personali e clientelari invece della trasparenza amministrativa.Mai avuti problemi con gli a mici del Tufara dei quali conosco serieta’ dell’impegno,qualita’ degli eventi,presenza pluriennale. Il guaio e’ che quel regolamento negli anni successivi fu profondamente modificato per ritornare alle clientele,ai rapporti personali, alla discrezionalita’ in base alle appartenenze ed alle simpatie personali.Sarebbe assai utile recuperarlo conserva la sua attualita’ e freschezza, ne abbiamo assai bisogno di questi tempi dove la serieta’ dei comportamenti e’ tornata di straordinaria importanza.
Non ci sono parole per definire la situazione in cui l’Amministrazione comunale ha messo l’Associazione Tufara. In un paese civile questo non sarebbe avvenuto nemmeno nel sogno più cupo di questo mondo, ma purtroppo mi accorgo che noi viviamo in un “paese” che di civiltà ha ben poco (o meglio i nostri amministratori ne hanno ben poca!). Da anni ormai frequento attivamente sia l’associazione Tufara che il Centro Culturale Studi Storici e devo dire che senza le le loro attività il Centro Storico di Eboli non sarebbe più lo stesso. Passare per Via Santa Margherita e trovare i bambini e i ragazzi assieme a Vitina, Adelaide, Jolanda e tutte le altre che fanno la pasta di casa, i lavoretti di ricamo e cucito è veramente stupendo, questo significa valorizzare e far rivivere veramente il Centro Storico! A nulla servono tutte quelle fantomatiche attività che vengono organizzate da questa o quella associazione con il pretesto di risollevare il Centro Storico, valorizzarlo, farlo rivivere e chi più ne ha più ne metta…
In più nei mesi in cui si tiene il catechismo nella Chiesa di San Francesco una delle classi è stata ospitata proprio nei locali dell’associazione Tufara, e questo lo faccio presente semplicemente per dimostrare per l’ennesima volta come il Tufara svolga una funzione di aggregazione sociale per il Centro Storico di Eboli, e non solo…
Sono sconcertata da questa polemica. Da quando è nata l’associazione Tufara operavamo in un locale in via D.Paolo Vocca offertoci gratis per tre anni dalla famiglia Polito e la corrente non la prendevamo dai lampioni pubblici ma ci aveva data un filo che arrivava da casa del Direttore Giuseppe Barra. Posto in vendita quel locale, ci siamo rivolti al Comune che in quel periodo aveva case e negozi da vendere. Il locale di 18 metri quadri, cu fu dato grezzo e pieno di detriti. NON C’ERA NIENTE. Mettemmo il pavimento, facemmo la bozza e intonaco, l’impianto elettrico, l’impianto idrico, in questo modo: Ferdinando Spera ci regalò il pavimento e la famiglia D’Amato ci donò la messa in opera dello stesso. L’impianto idrico e la bozza e intonaco lo facemmo a pagamento con il fondo cassa dell’associazione. L’impianto elettrico fu eseguito gratis da un socio. I servizi igienici furono comprati dal rigattiere alla 167. L’allaccio dei contatori che era a carico del locatore (cioè il Comune), lo facemmo noi altrimenti ancora oggi non avremmo avuto questi servizi che sono sempre stati e sono a carico dell’associazione. Ho fatto questo resoconto per far conoscere a chi legge la correttezza con cui ha operato il Tufara e d i suoi soci. Non elenco tutte le attività che svolgiamo perché sono ben note anche grazie a chi ha scritto per noi in questi giorni, però chi vuol rendersene conto da vicino può venire a trovarci il pomeriggio dei giorni dispari in sede. In questo periodo la sede è usata da un cospicuo numero di ragazzini che non andando a scuola, vengono ad imparare alcune attività manuali che d’estate vengono svolte sul terrazzo essendo il locale piccolo e privo di finestra.
Grazie a chi ci sostiene
Adelaide Melillo
Dal 2003 faccio parte del Tufara e sono una delle prime persone che si è iscritta frequentando tanti corsi.
Ho fatto quello di tombolo, lavorazione del vimine, rete filet,patchwork, dècoupage, pasta di mais, macramè… Sono rimasta nel gruppo volentieri ed oggi sono una delle collaboratrici per i corsi dei bimbi. Io posso testimoniare che anche se frequentavo tutti i corsi, non ho mai pagato per poterli seguire, solo l’iscrizione annuale che all’inizio era di £ 10.000 all’anno. All’inizio stavamo in ampi locali datici da una famiglia del posto senza pagare e lì nelle sere d’inverno venivano insegnanti che a titolo gratuito impartivano lezioni di italiano agli stranieri che accedevano a questi corsi senza pagare neanche l’iscrizione. Se sono 10 anni che ne faccio parte è perché oltre ad imparare e a trasmettere mi sono anche divertita.
Forse questo manca a chi ci attacca, lo spirito di stare insieme e divertirsi, Potete toglierci il locale, ma quello no.
Iolanda Carleo
Grazie Iolanda. Non finirò mai di dire grazie a tutti voi che scrivete. Ma stasera sono amareggiata perché la cosa si sta allargando a dismisura. Sta diventando una cosa politica. E’ assurdo. Io non sono su facebook ma ho letto nella pagina di Peppe Barra che oggi il signor Mariano Pastore non conoscendo i fatti ….affermava varie cose (è nel suo diritto di scrivere quello che vuole) tra cui una frase:
“…….Il Tufara era nelle grazie del sig. nessuno perché è stato presente alla distribuzione di coppe e diplomi ad un’una associazione vicina al Tufara”
Ho dovuto attendere il ritorno di Peppe in redazione perché non avevo neanche capito chi era il signor nessuno. Quando Barra mi ha spiegato che era il sindaco…ho esclamato: “A gent nun sta bona!” . Eboli non ha bisogno di locali per le associazioni ma di ampliare il centro di igiene mentale!
Punto primo se io fossi nelle grazie del Sindaco non si vedrebbe dal fatto che consegno un premio all’anno come associazione visto che ogni anno quel “poraccio” di Barra si fa in quattro per recuperare i premi per i poeti che vengono da fuori e far fare bella figura ad Eboli. Detto questo, io sono andata d’accordo con chi ha preceduto questo sindaco e sono andata d’accordo con questo di adesso perché io dall’amministrazione non mi aspetto contributi economici per andare avanti. Se qualche volta ho chiesto qualcosa (come associazione) se non altro, a prescindere se mi hanno potuta aiutare o no, mi hanno almeno ascoltato, cosa che non succede in molti uffici comunali. Io in questi giorni dopo l’articolo di Armando dal quale è partito tutto sto putiferio, a dire il vero mi sono dispiaciuta proprio di Martino Melchionda che fino all’ultimo si è messo a disposizione insieme all’assessore Martusciello per farmi rifare un’altra proposta di contratto. Quando ho chiesto un colloquio con lui, nel suo ufficio fu convocato l’ingegnere Barrella, ed alla presenza di altri miei soci rimanemmo che dovevo fare io una proposta di fitto, tenendo conto degli aspetti negativi del locale, (Invito gli ebolitani a venirlo a vedere). Dopo qualche mese, non avendo risposta, ho pensato che non l’avessero ricevuta ed ho riprotocollato un’altra volta la stessa proposta di fitto. Invece di ottenere una risposta, negativa o positiva, che avrebbe chiuso la questione comunque, mi ritrovo la determina di sfratto sul sito del Comune per morosità. Non essendo vero perché ho sempre pagato, sapendo che la mia lettera era giunta all’ufficio patrimonio, oggi chiedo semplicemente di sapere chi ha deciso tutto ciò visto che l’ing, Cannoniero è arrivato da poco lì e non ha nessun interesse a dichiarare il falso nei miei confronti. Tutto qua. Ma alla fine agli ebolitani che gliene può fregare se io sono o no nelle grazie del Sindaco. Io vado d’accordo con tutti. Oggi penso che le persone intelligenti hanno ormai capito che non esiste più destra o sinistra, oggi si vota la persona, ed io come associazione “NON CHIEDENDO CONTRIBUTI AL COMUNE” posso permettermi di parlare con tutti nel rispetto delle persone. E’ vero, di proposito sono anni che non sono iscritta all’albo. Ma che mi iscrivo a fare? L’ufficio cultura sapeva come trovarmi quando voleva che animassi la piazza per qualche festa. Perché devo incrementare la mole di carta inutile che sta nei depositi visto che io non chiedo nulla? Carte che quando poi servono i depositi vengono portate al macero!!!! E poi chi se le dimentica quelle lunghe serate ad organizzare “Eburum Eboli” quando il Comune decise di toglierlo a Peppe Barra “perché era diventato grande e aveva bisogno di una spinta maggiore”.. . L’ha avuta così forte la spinta che è scomparsa nel cosmo quella manifestazione. Ore ed ore seduti attorno ad una scrivania, i presidenti di quattro associazioni, perché sentite e tremate “avettm fa nu protocollo d’intesa p frigg quatt zeppole e fa due mostre”. Però se ricordo bene di un’associazione c’era il vicepresidente perché il presidente che stava all’ufficio cultura nel verbale metteva che lui stava là come impiegato comunale…se no lo straordinario come se lo segnava? E poi venne l’anno che fu affidata alla Pro Loco. Ogni sera c’era chi passava con la valigetta che si pigliava una percentuale sul nostro incasso perché bisognava pagare le spese… i gadget che dovevano servire a rilanciare Eboli turisticamente parlando… e poi venne l’anno che mi sono rotta di partecipare a riunioni lunghe stupide e senza senso ed allora mi sono detta “ Io opero gratis, a me i soldi del Comune non servono, perciò fatevele voi le riunioni…!” e non mi sono più iscritta all’albo. Ringrazio Gerardo Rosania, che mi concesse quella sede in tempi di desolazione del Centro Antico, ringrazio Martino Melchionda che mi aiutò per risolvere il problema “registrazione”, ringrazio Massimo Cariello che è stato l’unico assessore alla cultura che ricordo sempre in mezzo alla strada con noi quando iniziava e quando finiva una manifestazione, e lo ringrazio anche per la difesa accorata che ha iniziato per noi. Mi spiace anche che tra voi non andiate d’accordo, ma vi dico “non fate che la questione Tufara sia un altro motivo di scontro tra voi”. Smettetela di scontrarvi per tutto. Basta andare all’ufficio patrimonio e vedere bene chi ha deciso di mandare quella determina, se c’è qualche atto che possa aver influito a ciò, e poi con tanta serenità mi mandate una lettera in cui si dice: “Gentile signora ci siamo sbagliati, non la mandiamo via perché è morosa, ma perché lo dobbiamo vendere, la sua proposta pertanto non è accettata.” E amici come prima con tutti. Poi vi pigliate un po’ di riposo e mandate la lettera di sfratto per lo stesso motivo alle tre associazioni che detengono quel bel locale a Porta Dogana dove doveva esserci l’archivio Gallotta (povero Gallotta!!!) ma dove si gioca solo a carte la sera, concesso per scopi turistici a tre presidenti di altre tre associazioni di cui uno lavora proprio all’ufficio patrimonio, locale che certamente è moooolto più grande del mio ma non credo paghi niente e per giunta guarda un po’ non ha neanche il contatore… e poi lo mandate anche ad Ebart che è più grande del mio di 10 volte (quindi se io devo pagare 800, loro devono pagare 8000? Giusto?) e quest’ultimo locale è stato concesso ad altre tre persone, delle quali due sono le stesse del locale detto prima. Quindi due locali concessi alle stesse persone nel giro di poco tempo…. E’ inutile che dico che alla fine io non ce l’ho con chi detiene questi locali, perché se si fanno cose culturali e aggreganti sono sempre positive, ma se è sfratto per me, lo deve essere per tutti. Se dovete ristabilire un canone per me, lo dovete ristabilite per tutti…
Cari ebolitani a me sinceramente tutto sto pandemonio non piace per niente… ma ogni giorno ne leggo una nuova e non riesco a resistere alla tentazione di scrivere… spero che mi passi… Buona notte a tutti ai buoni e ai cattivi.
Vitina Paesano
per Vitina Paesano :
Interrogativo : “oggi chiedo semplicemente di sapere chi ha deciso tutto ciò visto che l’ing, Cannoniero è arrivato da poco lì e non ha nessun interesse a dichiarare il falso nei miei confronti”
Risposta : E’ semplice occorre leggere il nome del Responsabile del procedimento se diverso dal Responsabile del Settore.
Gentile signor Ebolitano, come nomi sul procedimento c’è solo quello dell’ing. Cannoniero che è di Salerno quindi non ha interesse a togliermi i locali e poi vi è quello del signor Giovanni Tarantino che come me ama il Centro Antico. E’ vero che detiene un locale sotto al mio sulle scale dell’Arco dei Tredici di fronte ad Ebart? Ma che c’entra? E’ vero che quel locale lo tenevamo in prestito come Tufara e lui lo comprò nel 2007 nonostante abitasse altrove. Ma che c’entra? Lui non può avere interessi a togliermelo anche perché che interesse avrebbe visto che quello sotto al mio lo tiene in fitto da subito dopo che lo comprò ad una certa Maria che abita accanto ed è stata felice di quest’opportunità di allargarsi. Del locale del Tufara che se ne farebbe?
Vitina Paesano, secondo me tu sei troppo buona, per non dire altro.
Credi veramente che certe persone sono buone?
Ti farò sapere alcune notizie sulla sua associazione e di ciò che si fa nella sua pseudo sede. peccato che anche altre due persone, presidenti di altrettante associazione che ne sono implicate.
Abbiamo ad oggi numerosi sostenitori. Molti che erano iscritti e nel corso degli anno non avevano rinnovato l’iscrizione o per dimenticanza o per motivi di vari, perché molte volte le persone sono prese da altro, oggi molte persone di quelle sono ritornate.
Con nostra sorpresa sono arrivate anche nuovi simpatizzanti.
Oggi siamo ancora in più rispetto all’inizio di questa storia.
Con questa nota voglio ringraziare i vecchi e i nuovi iscritti e voglio comunicare a tutti di tenerci calmi e se volete intervenire fatelo liberamente ma nel rispetto di tutti, Enti, amministratori e privati.
invito, però, altre associazioni ad unirsi a noi per sostenerci, come noi abbiamo fatto verso gli altri.
Buona serata.
da leggere con attenzione …..sarà vero che a Corno d’Oro qualcuno ha a disposizione locali di proprietà comunale che usa a proprio piacimento ???
http://www.lacittadelsele.it/comunicatistampa/sig-corno-doro
Leggo con minimo piacere che domani verranno forniti ufficialmente chiarimenti sulla triste vicenda che ha coinvolto il Tufara.
Quel che mi sento di dire a Vitina è di non accettare in nessun modo l’annullamento della revoca di assegnazione del locale per un semplice motivo: evitare che qualche figlio di buona donna pensi che tutto il casino che abbiamo fatto era solo per non pagare l’aumento del canone di affitto. Non accettare perché quello che il Tufara ha subito è un’umiliazione che va lavata col disprezzo. I cittadini che non potranno più godere dei servizi dell’Associazione dovranno rendersi conto da chi siamo amministrati (e nessuno può tirarsi fuori perché se un assessore o un sindaco dicono ma noi non sapevamo nulla è il segno che chiunque, negli uffici, può fare i porci comodi senza alcun controllo. Sarebbe un’affermazione che vi condannerebbe). Le dichiarazioni di domani verranno fatte dopo aver letto le carte. Esigiamo che le carte vengano lette tutte, soprattutto la relazione “tecnica” che si è rivelata determinante per permettere all’ing. Cannoniero di firmare la revoca. Chi ha redatto quella relazione? Le cose che ha scritto sono tutte vere o è infarcito di menzogne più o meno volute? Quel tizio che ha redatto quella relazione ha interessi nel centro antico? Moglie, figlie hanno locali acquistati? Dei locali acquistati sono assegnatari o proprietari? Se sono assegnatari sono ancora vuoti o sono affittati? Se Sono assegnatari e sono affittati per legge poteva farlo? I locali sono ad uso abitativo o depositi adibiti ad abitazione (violando ogni norma di legge)? l’eventuale denaro percepito è a fronte di un contratto di fitto o è completamente a “nero”? Essendo tale soggetto assegnato ad un ufficio tecnico poteva firmare la relazione se il beneficiario era una sua parente stretta? Lo ha fatto? (conflitto d’interesse) non lo ha fatto? Chi ha firmato al suo posto? E le altre relazioni redatte nello stesso momento sono state firmate dalla sua assistente o dallo stesso funzionario? Il locale in piazza Porta Dogana adibito a mostra fotografica “Gallotta” ma di fatto utilizzato dagli anziani per giocarvi a carte (attività di socializzazione comunque degna) perché è utilizzabile solo dopo che è calata la notte e si accendono i lampioni? Sarà perché quel filo che si stacca da quel lampione porta, gratuitamente, la corrente a quei locali (e paghiamo noi) e la palazzina in via Santa Margherita utilizzata qualche volta all’anno per le manifestazioni del prof. Mangrella dove prende la corrente (quel filo che parte e va verso le ex aule del Liceo Artistico, difronte, vorrà dire qualcosa?). E le altre associazioni pagano acqua, spazzatura ecc.? Questi dubbi domani dovranno sciogliere non se il Tufara aveva diritto o meno. Il locale potete tenervelo tanto all’acquisto è interessato chi ha il locale sotto. Ma d’altronde cosa possiamo aspettarci da un’amministrazione che scariche le spese ENEL sulla chiesa di San francesco per tenere accese le antenne per le telecamere di video sorveglianza?
Da quale pulpito verrà la predica?
È proprio vero… i nostri antenati dicevano ”a merda cchiù arrvuot , cchiù puzza!!!!”. Allora facciamo un po’ di ordine per i cittadini che leggono. Quando furono ultimati gli alloggi, i negozi e i depositi del Centro Antico sotto l’amministrazione Rosania, iniziarono anche i bandi di vendita. C’era l’ “Ufficio centro storico” accanto alla chiesa di San Francesco in una delle abitazioni che fu acquistata in seguito, e lì da volontari residenti, si adoperavano per pubblicizzare l’abitabilità del luogo. Sono stati fatti vari bandi, ed il prezzo di allora è rimasto invariato negli anni giustamente perché molti assegnatari non potettero perfezionare l’atto perché chi vendeva (il Comune) non aveva sistemato tutte le carte degli espropri dei proprietari dei terreni su cui erano state costruite alcune case. Pensate che per case acquistate nel 1999 …oggi si stanno ultimando le pratiche per sistemare gli atti definitivi di compravendita. Quindi chi comprò per esempio una casa di 100 milioni, ora sarà sui 50.000 euro. E fin qua tutto bene. Io che sono un po’ maniacale e conservo tutto, oggi ho passato il pomeriggio a spulciare nelle mie carte e guarda caso ho trovato proprio il bando di vendita del 2006.
Prendiamo ad esempio in esame il locale IC3 sito in via Arco dei Tredici ed esattamente di fronte alla sede Ebart concesso, tramite atto preliminare stipulato il 22 marzo 2007 (prot. 10289), alla signora Bianca Tarantino (come si evince dalla determina 1074 del 1 agosto 2013) la quale si impegna all’acquisto del suddetto deposito IC3 per l’importo di 20.554,98. Quasi da subito tale locale è stato concesso in fitto ricavandone sicuramente un introito. Si può registrare un contratto di fitto di una casa della quale non si è ancora proprietari? O il contratto non è stato proprio registrato? Ci poniamo la domanda: “come ha fatto ad affittarlo se dalla determina che è pubblicata sul sito del Comune di Eboli nell’albo pretorio si evince che ancora non ha stipulato l’atto definitivo?”
Ed inoltre ella coma altri hanno chiesto al Comune e non so perché è accaduto che glielo hanno concesso, “lo scomputo della somma dei lavori di completamento”. In questo caso la somma chiesta ascendeva ad Euro 7.517,33 mentre il Tecnico del Servizio Espropri gliene ha accordati Euro 4.702,47, per alcuni piccoli interventi che la compratrice elenca come impianto elettrico, pitturazione, ecc. ecc.
Quindi un locale venduto a Euro 20.554,98, detraendo quanto detto prima, ad oggi invece di finire di versare la somma rimanente, deve avere anche un rimborso di 2.646,97 euro. Se poi calcoliamo anche l’affitto percepito, il locale non costa assolutamente nulla. MA!?
E’ possibile che nel frattempo avranno fatto in uno dei tanti consigli comunali qualche delibera che legalizza tutto ciò, ed io non lo posso sapere ma l’affermazione sorge spontanea: Comunque nel bando di vendita di quegli immobili del 2006 alla voce locale IC3 c’è scritto GREZZO per un valore di 20.554,98. Perché oggi i lavori di pitturazione e pavimento lo dobbiamo pagare noi? Se tutti questi scomputi sono legali (e poi il Comune vuole rifarsi sull’affitto del Tufara?) allora va bene. E gli affittuari pagano la spazzatura, su quel locale? SE è sì, allora chiedo scusa a tutti.
Voglio ricordare che all’Art. 10 del bando di vendita c’è scritto: “Gli immobili in oggetto nel presente avviso non possono anche parzialmente subire modifiche della destinazione d’uso, per un periodo di 5 anni dalla data di stipulazione dell’atto definitivo di compravendita.” Quindi se uno stipula un atto di un deposito oggi nel 2013, solo nel 2018 potrà farne un’abitazione o uso diverso.
Le visite alla mezzanotte del 22agosto e’ di 947 visite piu’ 126 rivisite.
Esprimo piena solidarietà ,sia personalmente che per conto di Giovani S.Cecilia, agli amici che conosco e stimo , e che si trovano ad affrontare una situazione che potrebbe sembrare paradossale perchè lo è, ma che purtroppo rientra in una normalità bieca qual’è appunto quella che si vive ad Eboli negli ultimi tempi.Mi riferisco alla evidente disparità di trattamento che viene perpetuata in danno di cittadini ed associazioni,che si ritrovavano ad essere defraudati dei loro diritti da parte di chi ,facendo un uso maldestro del potere,sconfina nell’abuso e nel sopruso!Accade sovente che per favorire pochi intimi,vengano limitati i diritti di molti che si ritrovano pertanto a svolgere i loro compiti e ruoli in uno stato di forte disagio,ma con grande dignità(esattamente quello che è accaduto al concorso “il Saggio”) !Credo pertanto che, più che opportuno, è necessario svolgere un’attenta attività di controllo su tutte le associazioni presenti in loco e soprattutto su quelle che gestiscono beni pubblici…….infatti non sarà difficile trovare tra queste,chi gestisce beni pubblici in maniera del tutto privatistica , piegando intere comunità al loro volere, col consenso,neanche tanto tacito, del comune .Tutto ciò non è più tollerabile in uno stato di diritto!Il ripristino della legalità intimamente connesso al recupero dei principi di democrazia,non può più attendere,soprattutto quando a farne le spese sono uomini e donne che hanno scelto di fare e di promuovere la cultura,unico vero baluardo da opporre al dispotismo medievale che ha invaso le coscienze.
Ah! Dimenticavo di dire che tutte le cose che stiamo scrivendo oggi non sono per l’occasione del dramma “Tufara” ma lo stiamo ripetendo da anni, in tutti i modi (a voce, per iscritto, cantandolo, suonandolo)e questo nell’assordante silenzio di chi amministra.
E’ bene che questa cosa si sappia.