Prove di dialogo tra Cecilia Francese e Fernando Zara. Il collante: la redazione del Piano Urbanistico di Battipaglia. Il Commissario Ruffo frena.
Prove tecniche di alleanza o inciucio? Il PUC dei desideri fa miracoli. Il Commissario va per la sua strada e c’é il tentativo di legittimare il lavoro della Commissione Urbanistica, mentre resta ancora sospeso il “giudizio” su Santomauro.
di Massimo Del Mese (POLITICAdeMENTE)
BATTIPAGLIA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota politica di Etica per il Buon Governo, il Movimento Politico fondato da Cecilia Francese, che si inserisce nel dibattito introdotto da più parti politiche e negli ultimi giorni anche dall’ex Sindaco di Battipaglia Fernando Zara, sullo strumento urbanistico, il quale a sua volta proponeva la costituzione di un tavolo politico per affrontare e discutere le questioni urbanistiche e conseguentemente giungere ad un accordo tra le forze politiche e le rappresentanze sociali per arrivare a tracciare le linee guida e quindi giungere all’approvazione del Piano Urbanistico Comunale.
Poichè il tema è veramente importante ed interessante e la nota offre più di uno spunto di riflessione tecnica e politica, mi è sembrato opportuno evitare di pubblicarlo nei giorni di ferragosto e per dargli il giusto rilievo si è pensato di farlo subito dopo le ferie.
Interessante perché si parla dello strumento pianificatorio della Città, importante perché nella sua nota politica Etica per il Buon Govero e quindi Cecilia Francese, fa anche un’apertura politica di non poco conto, suggerendo all’ex Sindaco Zara un percorso politico-istituzionale che consenta e favorisca un dialogo politico-istituzionale, coinvolgendosi fino a proporre una sottoscrizione popolare, e suggerendo altresì al Commissario Prefettizio Ruffo i percorsi da intraprendere, vacendo cura di evitare gli “ostacoli” per modo che questi approvi un PUC che subito dopo le elezioni amministrative, che non si sa quando si terranno, dovrebbe essere “variato”, introducendo appunto quegli elementi politici che si è suggerito a Ruffo di non inserire.
“Il Commissario Prefettizio Mario Rosario Ruffo, – si legge nella nota politica di Etica per il Buon Governo – ha replicato alla proposta dell’On. Fernando Zara, affermando che l’obbligo di redigere il P.U.C. sarà rispettato dall’Amministrazione, pur se resta disponibile a prendere in esame ogni osservazione.
Noi di Etica del Buongoverno – prosegue la nota – apprezziamo entrambe le posizioni, ben consci che se da un lato appare naturale restituire alle forze politiche le ragioni delle scelte di pianificazione, appare altrettanto naturale che un Commissario non si faccia commissariare per un obbligo di legge.
Sta di fatto, però, che il momento che la Città e la Nazione sta attraversando, sia di maggiore attenzione per tutti.
Il Piano Urbanistico Comunale, altro non è che un “piano operativo”, un piano che per sua natura la legge dispone essere il “piano del Sindaco”, ovvero uno strumento agile che muove le sue ragioni all’interno della pianificazione strutturale della Provincia e che delinei gli scenari a breve periodo delle scelte puntuali, dimostrando le risorse economiche e le fonti a cui attingere per sostenere la politica dei vincoli.
Se questo è, – aggiunge Etica per il Buongoverno – al di la delle scelte che farà questa amministrazione commissariale sarà nel diritto della prossima amministrazione calibrare le proprie visioni con una variante generale, cosa che Etica per il Buon Governo s’impegna a fare nella ipotesi che la candidatura a sindaco di Cecilia Francese abbia successo.
Ma, detto ciò, Etica ritiene necessario dire due cose fondamentali, una al Commissario, l’altra all’On. Zara, atteso che entrambi hanno a noi sempre dimostrato una capacità di confronto scevra da pregiudizi.
Al Commissario – si legge nella nota – noi diciamo che il P.U.C. dovrà comunque limitarsi ad azioni e scelte che non devono danneggiare ciò che è prefigurato nell’azione dei tanti cittadini che hanno intrapreso iniziative tese al riconoscimento dei diritti edificatori. Diciamo che sarà opportuno verificare ogni conflitto amministrativo in atto ed evitare ulteriori danni economici e strutturali alla nostra Comunità, casomai approfondendo ogni istanza con l’ausilio dell’Ufficio Legale.
Di operare solo ed esclusivamente quelle scelte che consentano una indifferenza al bilancio comunale.
Di tenere in considerazione l’attuale situazione economica del Paese.
In ragione di ciò, – prosegue la nota di Etica – all’On. Zara chiediamo di presentare una mozione al Consiglio regionale al fine di prorogare di almeno un anno il termine di Dicembre per gli obblighi di redazione del PUC, così che si consenta la possibilità per tutti i cittadini di beneficiare delle leggi straordinarie in atto, che la stessa Regione Campania ha fatto proprie, prolungando anche di un altro biennio anche la durata del “piano casa regionale”. Ciò determinerebbe una serenità maggiore per tutte le Amministrazioni, che versano tutte nelle stesse condizioni, mentre è in atto un notevole conflitto non solo interpretativo che, anche a Battipaglia, ha provocato conflitti immanenti presso i TAR, nella maggior parte dei casi ancora pendenti per il merito, ma che in qualche caso hanno già determinato il giusto riconoscimento ai cittadini.
Tra l’altro – Etica conclude la sua nota – non appaiono peregrine le considerazioni dell’on. Zara circa l’opportunità di considerare necessario una maggiore accortezza istituzionale rispetto alle scelte puntuali che sono affidate agli uffici, a coloro che, comunque, stanno in questo momento subendo, a torto o a ragione, una indagine in quanto parte di un sistema oggi sotto stretta sorveglianza.
L’opzione di procrastinare il termine di scadenza fissato dalla legge regionale risolverebbe ogni problema e sarebbe in linea anche con le esigenze di opportunità sia ambientali sia economico – sociali attesa la pesante crisi di cui non si vede alcuno spiraglio ancora all’orizzonte.
Per intanto, lanceremo una apposita sottoscrizione popolare in tal senso.
Se non sono prove tecniche di alleanza, si potrebbe chiamare anche “inciucio”.
Sebbene il momento sia abbastanza difficile, sia per le difficoltà economiche generali in cui versa il Paese e sia per quelle in particolare nel quale si è venuto a trovare il Comune di Battipaglia, e nonostante il terreno politico si presenti complicato ed andrebbe per questo ristabilito un minimo di agibilità politica, mancata in questa Città da oltre un ventennio, dialogo e agibilità plitica che rappresenterebbero quel viatico necessario perché si inverta una tendenza. Ma non si può certo avviarlo il giorno dopo, mentre il giorno prima si è sparato ad alzo zero, così come è avvenuto nei due comizi tenuti sia da Fernando Zara che da Gerardo Motta, entrambi protagonisti politici degli ultimi anni insieme a quelli verso il quale si punta il dito accusatorio.
Una nota politica importante appunto per le considerazioni e le apertura che in essa si evidenziano, ma che attendono solo ed esclusivamente al PUC confermando come questa Città sia particolarmente vocata per l’urbanistica e ancor più per l’edilizia, per il cemento, per il mattone. Vocazione che ha consentito a decine di imprenditori di vivacchiare per anni, i quali grazie alle interpretazioni del Piano Urbanistico vigente, agli stiracchiamenti delle varie tavole, alle tante varianti operate, hanno cementificato una Città nuova, che si sarebbe potuta realizzare diversamente anziché diventare un agglomerato urbano senz’anima, contenitore amorfo di tutto quello che ci può essere in una città, senza seguire nessuna logica se non quella “formata” dai tanti palazzoni seguendo quel disegno che i tanti “palazzinari”, con l’aiuto dei “tecnigrafi” immaginato e realizzato, mortificando quell’ansia di migliaia e migliaia di cittadini provenienti da ogni dove, che individuarono in Battipaglia appunto quella Città nuova, la Eldorado italiana, il sogno, la speranza, e manco a farla apposta proprio alle porte di quel mezzogiorno d’Italia abbandonato a se stesso e confinato di volta in volta da leggi straordinarie a beneficio degli imprenditori del Nord, fino a dimenticarsene come è avvenuto per gli ultimi Governi, che ne hanno cancellato ogni traccia nella loro agenda politica abbandonandolo al suo destino.
E mentre i nuovi cittadini di Battipaglia unitisi a quelli originari si rimboccavano le maniche e creavano le condizioni della ricchezza, senza che vi fosse il ben che minimo apporto della classe politica, al contrario, tutta intenta alla interpretazioni urbanistiche del PRG, affiancando e favorendo la crescita urbanistica scomposta, affollata e disordinata oltre che sovradimensionata, che i vari Palazzinari offrivano, realizzando migliaia e migliaia di appartamenti, e lasciando poi alla collettività tutti i carichi delle urbanizzazioni primarie e secondarie oltre che dei servizi essenziali, ignorando sistematicamente tutto quello che era pubblico e quindi a vantaggio della collettività.
Nonostante tutto le imprese crescevano e si imponevano nei vari settori dell’economia, nell’Industria, nell’Agricoltura, nei servizi, nel commercio, nell’innovazione tecnologica, regalando all’economia e ai mercati di livello nazionale e internazionale decine di realtà produttive di prima eccellenza. Tutto si evolveva, i Palazzinari no.
Oggi questa grande intraprendenza, unica nella storia del mezzogiorno e “autodidatta” nel senso che le Istituzioni poco e nulla hanno fatto, se non incidere solo nel momento in cui si entrava in quel famoso campo specialistico della Politica battipagliese delle costruzioni quando si dovevano rilasciare le Licenze edilizie o le Consessioni per la realizzazione degli stabilimenti, magari anche complicando i percorsi, è stata “sfregiata” da una classe politica che fronteggiandosi sui temi “edilizi” e non urbanistici, di volta in volta ci ha regalato ben 5 commissari prefettizi negli ultimi anni, e ultimo in ordine di tempo il gravissimo sospetto di infiltrazione camorristica.
Uno “sfregio” che rischia di diventare “permanenete” se non si ristabilisce immediatamente un’agibilità politica e se non si chiarisce immediatamente se la Camorra c’é o non c’é nelle stanze del Comune di Battipaglia. Sebbene sia difficile e complicato stabilire le relazioni e le connivenze tra affare, camorra e il coinvolgimeto dei funzionari e dei politici ai vari livelli di responsabiltà, l’imperativo è categorico: Bisogna ridare serenità e onore a una Città. Una Città come Battipaglia non può vivere con la macchia del sospetto, la sua vivacità e le sue relazioni economiche ed imprenditoriali vanno ben oltre il livello nazionale, si estendono in Europa e nel Mondo, e in questo momento non è affatto favorita da questo sospetto.
Quale imprenditore, quale azienda, italiana, straniera o multinazionale possa mai pensare di intrattenere rapporti commerciali, imprenditoriali ed economici con Aziende locali se sul loro capo cade il sospetto di vivere in una realtà mafiosa?
E con questo sospetto come si può mai pensare di ricadere nell’errore di ridurre il confronto politico rimaneggiato ad alcune Forze politiche pienamente responsabili, le stesse che hanno causato il tracollo, solo ed esclusivamente a temi legati all’urbanistica, proprio nel momento in cui la Città e Commissariata ed è sotto tutela?
Si può mai pensare di poter continuare a proporre dialoghi sui temi urbanistici escludendo tutte le altre politiche e cercare di sedersi al tavolo con l’arbitro per definire la “partita”? Sarebbe come riconsegnare le pecore al lupo dopo che le si è messe nel recinto. Più che garantire i diritti edificatori dei proprietari dei suoli sarbbe necessario anteporre a questi altri diritti più importanti, primari essenziali assicurando ai cittadini: Asili, scuole, trasporti, Sanità, servizi, assistenza agli anziani ai disabili ai meno fortunati, viabilità, verde, lavoro; e in ultimo ma non per questo ultimi, il diritto di vivere in una Città moralmente strutturata, nella quale legalità e onestà sono i principali valori.
La prima questione da risolvere: la questione delle questioni; è quella che attiene le ragioni che hanno determinato, dopo l’arresto del Sindaco Giovanni Santomauro, lo scioglimento del Consiglio Comunale e successivamente il commissariamento per gravi sospetti di infiltrazioni camorristiche. La seconda, nel momento in cui si nominata una Commissione per l’Accesso agli atti, pretendere che questa svolga in fretta il suo lavoro e si comprenda se il sospetto di infiltrazione camorristica è solo un sospetto o risponde alla realtà, e questo senza per nulla sottovalutare il fenomeno camorristico, i suoi rapporti e le sue diramazioni, che vanno combattute senza se e senza ma, ma che non possono essere lo spauracchio di alcuni che per regolare conti politici adombrano in ogni luogo sospetti, facendo correre il rischio come per l’allarme “a lupo a lupo“, che quando questo lupo veramente c’é nessuno se ne accorge, facendo in questo caso un bel regalo alla camorra.
La risoluzione del compito assegnato alla Commissione per l’accesso agli atti, inizialmente nominata per tre mesi, deve necessariamente completare il suo lavoro in un tempo ragionevolissimo perché si restituisca alla città il suo onore e perché il Comune ritorni ad un’Amministrazione ordinaria. Nelle more, il Commissario Prefettizio, che deve attendere in primis alla gestione ordinaria, non significa che non deve prendere iniziative, e limitarsi esclusivamente ad un lavoro burocratico, deve azionare tutti i meccanismi che assicurino la partecipazione attiva del Comune alle varie change istituzionali, volte alla promozione e alla realizzazione di affari, proprio per evitare che la città non sia esclusa da quei processi che concorrono alla sua crescita, tra questi processi rientrano anche quelli urbanistici e appunto il Piano Urbanistico Comunale.
E se il Commissario Mario Rosario Ruffo non si attiva per l’approvazione del PUC entro i termini del 31 dicembre 2013, per assurdo assisteremmo al “Commissariamento” del Commissario prefettizio e condizione, sempre più assurda, è che a nominare il “commissario ad acta” che approvi il PUC sarebbe la Provincia di Salerno, organo Politico deputato.
La questione è abbastanza delicata e indipendentemente dalle prove di dialogo politico tra Etica per il Buon Governo, Cecilia Francese, Fratelli d’Italia e Fernando Zara, e alla volontà di questi di proporre al Commissario Ruffo quel tavolo politico, che dovrebbe discutere del PUC e dei destini urbanistici di Battipaglia per trovare il massimo della condivisione ma limitando l’azione del Commissario stesso. E chi dovrebbe sedersi poi a quel tavolo? I partiti tradizionali o quelli che al momento stanno affermandosi? I movimenti politici tradizionali o quelli che si stanno organizzando in Città per rispondere a quel vuoto politico lasciato dagli stessi Partiti?
E il Commissario Ruffo perché predisponga gli atti e approvi il PUC da che punto partirebbe? Dalla risoluzione della Commissione Urbanistica Comunale, voluta e nominata da Santomauro? E così il lavoro predisposto da Santomauro è qualcosa che risulta essere uscita dalla porta per poi averlo fatto rientrare dalla finestra? Decidiamoci anche quì e affrettiamoci a dare un giudizio politico su Santomauro, atteso che quello giudiziario sembra sia sospeso e sembra sia legato a prove che ancora debbano emergere restando ferme a quelle di cui se ne è a conoscenza circa le registrazioni telefoniche. Ed anche quì operare un giudizio semplice ma definitivo: Gli atti di Santomauro sono buoni o meno? E’ un chiarimento necessario specie per allontanare i sospetti che per i suoi detrattori alcune cose convengono e quindi sono da sostenere e altre no.
Il PUC è uno strumento tecnico e politico al tempo stesso e sicuramente segue gli indirizzi politici di una maggioranza che in seno al Consiglio Comunale si va a delineare al momento della sua approvazione, ma non esclude e non taglia fuori i vari soggetti interessati e per questo vi è l’obbligo della evidenza pubblica, proprio per garantire la partecipazione di chi a vario titolo vuole intervenire con proposte, osservazioni, suggerimenti. E’ in quella sede che si deve trovare il confronto, ed è in quella sede che si deve creare le condizioni della trasparenza, e anziché proporre un ennesimo rinvio per l’applicazione di una Legge Regionale che presenta dei vuoti paurosi, è necessario pretendere che si apra la procedura della evidenza pubblica e si discuta con la Città il futuro della Città.
Naturalmente il confronto non deve escludere altri temi e non esclude si faccia pressione affinché si pretenda di uscire in fretta dalla fase commissariale e giungere ad una data precisa nella quale svolgere le elezioni amministrative, dando alla città quella sua autonomia. Così come non si confonda il “garbo istituzionale” che comunque il Commissario Ruffo deve onorare, ascoltando le varie voci (Partiti, movimenti, associazioni, imprenditori, professionisti e gruppi di cittadini) organizzate della Città, con il fatto di sedersi tutt’intorno ad un tavolo e decidere per tutti. Nello stesso tempo mentre ci si auguri che il Commissario proceda per la sua strada, consapevoli che la sua venuta altri non è che la conseguenza rovinosa a cui questa classe politica dominante ci ha portato, aggiungendoci ai tanti suggeritori consigliamo di vivere più intensamente la realtà cittadina, per assumerne in uno le ansie e le speranze dei battipagliesi.
Battipaglia, 13 agosto 2013
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