I Socialdemocratici perdono 10 punti e con loro si archivia la Grosse Koalition
La Merkel si sposta a destra e ora: Tagli alle pensioni, allo stato sociale, riduzione degli assegni familiari, aumento dell’IVA.
BERLINO – Con queste elezioni legislative, la Germania ha girato pagina, ha chiuso senza equivoci l’esperimento della Grosse Koalition con i socialdemocratici, i quali hanno dovuto registrare il risultato più negativo dal 1949 ad oggi, e si sposta a destra.
I socialdemocratici dell’Spd escono dal Governo tedesco per fare spazio a una coalizione che vede insieme il Partito della Merkel la CDU, la CSU e la FDP. I socialdemocratici escono dal Governo dopo 11 anni ininterrotti. L’unione (Cdu-Csu) fa registrare un lieve calo in percentuale rispetto alle elezioni precedenti del 2005, mentre vi è stato un vero trionfo per i Liberali del Fdp in crescita di ben cinque punti. La Linke di Oskar Lafontaine è salita al 12,4% ha confermato le posizioni della vigilia.
Ma quali saranno i riflessi di un Governo che vede insieme all’Unione anche i Liberali, rispetto alle politiche interne ed esterne?
Innanzi tutto si rafforza il rapporto in Europa con Parigi e si rafforza l’asse franco-tedesco con Washington. Il Rafforzamento Berlino–Parigi–Washingon, indebolisce ancora di più il nostro peso politico, ormai del tutto inesistente e piegato su Putin, e ci colloca nello scacchiere internazionale ed europeo in seconda e in terza fila. Il nuovo Governo Merkel-Westerwelle potrebbe rallentare in maniera irreversibile l’ingresso della Turchia in Europa, è favorevole sin da ora al ritiro programmato dall’Afghanistan e nel chiedere sanzioni più dure all’Iran.
Il nuovo governo sul piano interno è pronto a varare un programma di sudore, lacrime e sangue, con tagli pesanti allo stato sociale, è dato per scontato l’aumento dell’Iva, mentre si pensa a tagli alle pensioni del 10%, oltre alla riduzione degli assegni familiari.Un’altra conseguenza che sicuramente inciderà nell’azione del futuro nuovo Governo, il cavallo di battaglia del Fdp e del suo leader, sarà sicuramente basato su due richieste: la privatizzazione della sanità; una maggiore flessibilità per le imprese nel mercato del lavoro. Richieste che apriranno anche in Germania un duro confronto con i Sindacati e le opposizioni di sinistra.
Insieme ai liberali, la Merkel può contare sul 48,4% dei voti e 323 seggi, 15 in più del minimo necessario e abbastanza per abbandonare la Grande Coalizione con i socialdemocratici e tentare altre strade. Le opposizioni invece, (Spd, Verdi e Linke), cioè gli altri tre partiti rappresentanti al Bundestag, la Camera bassa del Parlamento, avrebbero solo il 45,6% e 291 seggi. La Germania con questi risultati va a destra, adesso bisogna vedere, e si scommette per sapere, quali saranno i primi passi “indietro” che si faranno.
Angela Merkel esce in trionfo dalle elezioni, che ormai la collocano tra le figure più prestigiose del suo partito, mentre il voto di ieri seppellisce definitivamente i socialdemocratici che hanno scontato con le loro politiche la rabbia del ceto medio e degli elettori in generale, i quali non hanno digerito il salvataggio della Opel e l’abbandono al mercato di tante altre aziende, che per mancanza di aiuti hanno chiuso i battenti, ma che hanno fatto perdere migliaia di posti di lavori in una Germania, che per la prima volta fa i conti con la disoccupazione che incaza.
se Atene piange Sparta non ride,e si anche per frau merkel incominciano i verbi difettivi,dopo il pil in calo,in calo la fiducia delle imprese teutoniche,in deflazione anche la crescita del mercato immobiliare,altro traino che si sta inerziando.
Se a queste aggiungiamo le sanzioni alla “grande madre Russia” il quadro si completa,si completa ancor più con la dipendenza dal dragone Cina per l’export di autoveicoli e la dipendenza da qualcuno è sempre un male.
Queste sanzioni rischiano di diventare la mazzata definitiva per tante imprese dei paesi europei (Polonia, Italia ecc.).
Quantificare quante decine di migliaia di persone perderanno il lavoro, adesso è ancora difficile, ma saranno parecchi cittadini della UE.
L’idea sciocca, di imporre sanzioni alla Russia, è certamente americana, ma mi pare ancora più stupido averla supinamente accettata da parte di tutti i leader europei, capaci di additare traguardi e sognare orizzonti di gloria, salvo, poi, allinearsi al primo rabbuffo statunitense.
Tra l’altro nel lungo periodo danneggeranno anche gli usa perché stanno facendo scricchiolare il Dollar system mondiale.
Frena anche perché al sud dell’europa hanno finito i soldi. Era tutto già previsto. Qualcuno sosteneva e sostiene ancora che a far saltare l’unione monetaria sarà proprio la Germania….anche un analfabeta puó arrivare a capire
se Atene piange Sparta non ride,e si anche per frau merkel incominciano i verbi difettivi,dopo il pil in calo,in calo la fiducia delle imprese teutoniche,in deflazione anche la crescita del mercato immobiliare,altro traino che si sta inerziando.
Se a queste aggiungiamo le sanzioni alla “grande madre Russia” il quadro si completa,si completa ancor più con la dipendenza dal dragone Cina per l’export di autoveicoli e la dipendenza da qualcuno è sempre un male.