La crisi del commercio e il pianto del coccodrillo – L’Assessore Bello: Pronti al confronto

L’Assessore alle Attività Produttive Bello a seguito dell’incontro tra l’Agorà delle Associazioni e i commercianti: “L’Amministrazione è pronta a valutare proposte e suggerimenti”.

Sembra una crisi senza speranza. I commercianti sono invecchiati insieme alle loro stigliature, gli imprenditori hanno costruito più case che stabilimenti. Nel commercio chiudono le saracinesche. Nell’industria un posto di lavoro costa 1milione 750mila euro.

Assessore-Francesco Bello
Assessore-Francesco Bello

di Massimo Del Mese (POLITICAdeMENTE)

EBOLI – L’Assessore alle Attività Produttive ed al Turismo Francesco Bello interviene in merito all’incontro dell’associazione Agorà che nei giorni ha dato il via ad un dibattito, piùttosto in ritardo rispetto ai tempi di una crisi del Commercio cittadino, che affonda le sue radici in tempi ben più lontani di ieri e dell’altro ieri se non risalenti ai tempi in cui si decideva di dotare la Città  e se ne predisponeva anche la piattaforma urbanistica di ben tre strutture da destinare alla “Grande distribuzione” attraverso le quali programmazioni si è poi realizzato il Centro Commerciale “LeBolle”, nelle prossimità del centro abitato e successivamente il Cilento Outlet Village, mentre abortì sul nascere, il tentativo di alcuni operatori ebolitani che volevano intraprendere la strada della realizzazione del terzo Centro Commerciale costituendo una società con poche migliaia di euro a fronte di un investimento che avrebbe dovuto sfiorare i 40-50milioni di euro.

Avremmo dovuto capire noi cittadini, avrebbero dovuto capire i politici, e avrebbero dovuto capire le organizzazioni categoriali allora l’effettivo stato di salute in cui versavano i commercianti e gli imprenditori ebolitani, assecondati allora, dall’amministrazione dell’ex Sindaco Gerardo Rosania e assistiti fino in fondo, immaginando si volesse aiutare il settore e i suoi aderenti, fino al punto in cui si orientò le scelte verso i suoli e i capannoni dell’ex Stabilimento De Martino, antica ed originaria sede “appetita” dalla nascente società Silarus, la quale con un modesto capitale di 10 mila euro avrebbe dovuto acquisire quegli stabilimenti ora di proprietà Logistica Motta, scintilla che con ogni probabilità poi generò la famosa “espropriazione proletaria” di quei suoli per la quale decisione ora il comune di Eboli deve un risarcimento di milioni di euro alla famiglia De Martino.

Avremmo dovuto capire allora in che stato versava il commercio, le piccole aziende produttive, i commercianti e i piccoli imprenditori, che successivamente si riversarono in quella zona (Area PIP) realizzando piccoli Capannoni, ma soprattutto grandi case, destinate in minima parte ad uffici e nella stragrande parte ad abitazioni, insomma più case che capannoni, senza una adeguata correlazione costo investimento-posti di lavoro-produzione. Sicchè a fronte degli investimenti messi in campo: oltre 10 milioni di euro per le infrastrutture, oltre 30 milioni per l’acquisizione dei suoli, di cui almeno 24 milioni di euro dovranno essere restituiti dal Comune di Eboli ai De Martino, e a sua volta poi dovrà rivalersi su chi ha acquistato quei suoli, così come l’Assessore Bello ci fa sapere di ave avviato una trattativa, senza contare il costo degli edifici (Capannoni-Abitazione stimato intorno ai 250-300 milioni di euro e più; nessuno mai saprà quanti posti di lavoro effettivamente nuovi si siano venuti a creare, facendo la differenza tra quelli già in carica alle aziende che si sono insediate nell’Area PIP della Zona Industriale di Eboli, e nella differenza fare un conto e comprendere quanto sia costato realmente ogni singolo posto di lavoro.

Se volessimo tenere conto del dato ufficiale che ci indica in 200 addetti al momento in forza nell’intera area Pip e facendo due conti approssimativi vengono fuori cifre da capogiro e scopriremo che ogni posto di lavoro nella nostra Zona Industriale è costato la modica cifra di 1milione e 750 mila euro tra investimenti pubblici e privati e senza contare i costi di gestione in carico ai singoli consorziati.

Si sarebbe dovuto capire sia quando si facevano scelte che avrebbero coinvolto il settore del Commercio e sia quando quelle scelte interessarono il piccolo mondo produttivo di che pasta erano i commercianti, avremmo dovuto capire allora il male che affliggeva questi settori strategici dell’economia cittadina. Avremmo dovuto immaginarlo prendendo ad esame i singoli negozi e le singole attività commerciali per comprendere come fosse antiquato il settore. Ci sono attività commerciali che non hanno rinnovato la loro attività da quando l’hanno aperta e molti di quelle attività sono vecchie di oltre 40 anni e i negozianti sono invecchiati insieme alle loro stigliature e alle loro mercanzie antiquate e consumate dal tempo. Peccato.

Sarebbe interessante sapere quanti esercizi commerciali abbiano utilizzato i fondi che le organizzazioni categoriali e quelle precipuamente costituite come la COFIDI o l’ITALTRADE o altre ancora, mettono a disposizione sia a fondo perduto che a tassi agevolati cifre significanti, per iniziare, aggiornare, rimodernare le proprie attività, per comprendere se sono i commercianti o magari è altro che impedisce un normale confronto di questi esercizi con il mercato libero.

L’Amministrazione Comunale sta mettendo in campo azioni concrete, capaci di contribuire al rilancio del commercio locale, azioni ferme al palo da tempo o mai partite. – dice l’Assessore Bello e si è portati a credergli, anche perché Bello si impegna, ma certo i problemi e le crisi soprattutto del settore Commercio sono molto più vecchi di lui e incominciavano magari prima che lui nascesse –

Ribadisco la nostra apertura ad accogliere qualsiasi proposta – prosegue l’Assessore in seguito all’intervento che ne è scaturito dall’incontro promosso dall’Agorà delle Associazioni con i Commercianti – che si ponga l’obiettivo di dare sollievo al commercio e di fare rete, una strategia questa sulla quale abbiamo deciso di puntare, coinvolgendo tutti gli operatori ed i rappresentanti del settore.

Ben vengano momenti di dialogo e confronto con l’Amministrazione, e l’elaborazione di proposte che possano tradursi in azioni concrete.dice ancora Francesco Bello cercando di aprire un canale di dialogo e andare incontro ad un “moribondo” (riferito al commercio) per poterlo “ossigenare” assistere e riprendere, ma sarà veramente difficile, come dice Davide Balzano, uno che se ne intende sia di comunicazione che di marketing, in un suo post su questo sito, pensare di risolvere una crisi così profonda, strutturale, culturale e di impostazione, con quelle timide e deboli proposte avanzate in quell’incontro? Veramente si può pensare che si risolva il problema del Commercio e dei flussi che escludono la nostra Città si possano risolvere con le tre proposte emerse nell’incontro Associazione Agorà-Commercianti: Facendo rete promuovendo un interscambio di brand tra vari settori commerciali; o attuando un Patto delle Locazioni con i proprietari degli esercizi commerciali; o con l’introduzione di card del commercio, per acquisire punti e invogliare all’acquisto nei locali cittadini; o magari cambiare approccio culturale e dare una svolta seria rinnovando prima se stessi e mostrandosi non più depressi, ma più decisi, propositivi, innovativi e intraprendenti?

Allorquando tali proposte verranno sottoposte alla nostra attenzione,dichiara Bello siamo pronti ad esaminarle, svilupparle ed eventualmente farle nostre, così come già accaduto in altre occasioni”. L’assessore aspetterà un bel pò perché quelle proposte arrivino a destinazione, e sarà difficile intraprendere una qualsiasi strada, ivi compreso qualla del CENTRO COMMERCIALE NATURALE se i soggetti interessati non sono in condizione nemmeno di poter recepire quanto sia cambiato il modo di approcciarsi rispetto ad ogni cosa, figuriamoci per il commercio.

Quello che registriamo oggi altro non è che qualcosa che somiglia alle lacrime del coccodrillo, pensando appunto a quello che si dice del coccodrillo che dopo aver ucciso la loro sua preda poi si dia a piangere (appunto) “lacrime del coccodrillo”, intendendo per cocodrillo i commercianti per preda il commercio e per lacrime la condizione di crisi.

Eboli, 2 agosto 2013

Il presente articolo è proprietà intellettuale di POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese ed è vietata la riproduzione, tranne se con un Link di riferimento.

4 commenti su “La crisi del commercio e il pianto del coccodrillo – L’Assessore Bello: Pronti al confronto”

  1. L’ARTICOLO DI ADMIN E’ ESEMPLARE IN TUTTOE X TUTTO:SINTESI ED ANALISI,DEL RESTO PRIMA SI E’ FATTA ENTRARE LA GRANDE DISTRIBUZIONE IN MASSA,E L’INVASIONE CONTINUA ALLA 167,POI SI CERCA DI TENDERE LA MANO AI DETTAGLIANTI,BEN SAPENDO CHE IL LORO NUMERO BENCHè SI STIA SSOTTIGLIANDO NELLE ATTIVITA’ E MOLTO COPIOSO A FINI ELETTORALI,UNA OCCASIONE PERSA PER TACERE!!!
    Sono tutto e il contrario di tutto. Emily Dickinson

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  2. @ Bello ass.
    lei non comanda una cicca
    interviene su comando
    l’unico responsabile di tutte le decisioni più incisive è il sindacone
    noi possiamo solo attendere che passi il tempo della consiliatura

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  3. Prima socialista, poi melchiondiano , poi renziano , adesso non si sa forse in cerca di un movimento civico.
    Consalvo è una specie di pallina da flipper e purtroppo non è il solo e nemmeno il peggiore.
    In altre realtà certi problemi si combattono con l’associazionismo, quello vero di categoria.
    Qui invece ogni cosa è finalizzata all’acquisizione del consenso e all’instaurazione delle clientele.
    Le due associazioni di commercianti sono francamente comiche. La prima, Astone + altri, cerca di barcamenarsi in un dialogo con l’amministrazione e qualche minuscola cosa riesce pure a farla ( ma cmq mai cose che siano di interesse per gli associati) , la seconda invece…………. stendiamo un velo.

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  4. Illuminante admin sulla questione commerciale. Se ha fatto bene i calcoli, un posto di lavoro nella zona industriale costa 1 milione e 750 mila euro!!!
    Esilarante,poi, la scelta del coccodrillo, della vittima e delle lacrime.
    Amici del blog mi permetto di darvi un consiglio: godiamoci un po di mare in queste afose giornate. Non intossichiamoci anche questi pochi giorni di vacanza. Questa meschina classe dirigente e questi miopi commercianti locali non meritano ulteriore attenzione…

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