L’Agorà delle Associazioni dopo il “Focus” sul Commercio cittadino, ha lanciato tre proposte per il rilancio, mentre è in arrivo Eboli Centro Commerciale Naturale e i “balletti alternativi”.
Fare rete promuovendo un interscambio di brand tra vari settori commerciali; Patto delle Locazioni con i proprietari degli esercizi commerciali; card del commercio, per acquisire punti e invogliare all’acquisto nei locali cittadini.
di Massimo Del Mese (POLITICAdeMENTE)
EBOLI – Nei giorni scorsi si è tenuto un importante incontro di discussione e di confronto, con le Associazioni categoriali del comparto commercio, promosso dall’Agorà delle Associazioni, l’organismo di recente costituzione che mette insieme, tutte quelle organizzazioni che avvertono la necessità di incontrarsi e di discutere con gli altri delle problematiche varie, relativamente alle precipue finalità delle singole associazioni.
A termine dell’incontro, ritenuto dai singoli partecipanti positivo e un piccolo passo avanti per cercare di affrontare e risolvere le questioni legate al commercio. l’architetto e ex Assessore ai Lavori Pubblici dell’Amministrazione Melchionda Vincenzo Consalvo, ideatore dell’Agorà delle Associazioni, appunto raccogliendo le istanze che sono emerse da parte dei commercianti e dei vari esponenti delle associazioni presenti, ha riassunto e lanciato le tre proposte per il rilancio del Commercio ad Eboli in tempo di crisi.
Tre proposte su cui si è poi sviluppato il dibattito: “Questo è un primo importante appuntamento che l’Agorà ha promosso per tutta la città – dice Vincenzo Consalvo sintetizzando le proposte che sono venute fuori dall’incontro e offrendole al dibattito cittadino per aprire un dibattito e accogliere gli eventuali suggerimenti – al fine di aprire una dialogo con il comparto del commercio, e cercare anche con le associazioni di categoria un interscambio di idee. Lanciamo tre proposte per rilanciare il commercio, che poi verranno sottoposte anche agli amministratori a vari livelli: la prima è un interscambio di brand tra vari settori commerciali, creando una sorta di rete tra le varie città della piana del sele e di Salerno centro. La seconda è il Patto delle Locazioni, ossia visto il periodo di crisi, fare un incontro tra proprietari degli esercizi commerciali, istituzioni e commercianti, per cercare di ridurre i costi dei mensili. La terza è creare una card del commercio, affinchè si spenda ad Eboli e si raccolgano punti per poi semmai avere sconti ad esempio sulla tarsu, o altre iniziative a tema, sempre ovviamente parlando con gli organi preposti”.
Il presidente della Confcommercio, Michele Zottoli dal canto suo ha accolto positivamente le proposte: “Quello dei fitti alti è la maggior causa di chiusura di attività commerciali, e stiamo parlando soprattutto del centro cittadino, viale Amendola e Piazza della Repubblica. In questi giorni ha abbassato la saracinesca un’attività storica sul viale Amendola, ed io stesso sono in difficoltà in Piazza, dopo che per anni prima i miei nonni e poi mio padre hanno gestito il bar. Quindi ben venga questo incontro con i proprietari dei locali, lo avevo chiesto all’assessore Francesco Bello e all’amministrazione poi non si è fatto, forse per colpa mia o nei modi sbagliati. I fitti vanno ridotti al momento, per far respirare i commercianti, per poi ad esempio rinegoziare, nell’arco di periodo stabilito, pagare quanto richiedono in questi anni di crisi. Occorre abbassare anche la tassazione. – Inoltre aggiunge Zottoli lanciando un appello – ben vengano le iniziative dell’Agorà, ma occorre una politica seria per rilanciare la città, ed evitare disagi e disservizi, portando gente ad Eboli. Vedi Agosto Ebolitano, rivisitazione doppio senso sul viale e Matteotti, illuminazione non dalle 22:30 ma da prima ed altri punti.Sottolineo che anche i centri commerciali sono in difficoltà nonostante creino gli eventi al loro interno”.
Per il rappresentante dell’Associazione Eboli Nuova, Vito Pindozzi che è parte dell’Agorà delle Associazioni”: “Eboli ha una miniera non valorizzata, la cultura, la storia, manca però la cultura del fare quindi il ruolo della politica. Ci sono anche gli eventi, come il nostro Cineforum ma non vengono seguiti. Dobbiamo invertire la tendenza è la gente è in fermento: possiamo rilanciare il commercio ed Eboli“.
Fa la sua analisi anche Donato Guercio dell’associazione Matteo Ripa: “il commercio è il termometro di una città, dobbiamo far spendere gli ebolitani nella nostra terrà. Varie le cose che si possono fare: accesso al credito con tassi non alti, affitti ridotti, ma anche fare un censimento del commercio ed attività commerciali e produttive ed intervenire per comprendere le difficoltà che incontrano”.
Infine Massimo Giusti della Mg Media ritiene che la questione la mancanza di un collegamento reale istituzioni-cittadini-commercianti-imprenditori per fare rete: “Non c’è amore per Eboli, occorre fare rete, la Politica deve intervenire ed agire. Occorre rilanciare il turismo, che si sposa con il commercio e creare eventi studiandoli e pianificandoli. La fiera, ad esempio è al 50 anno, ma cosa stanno facendo, a Settembre si parte ma non c’è coinvolgimento”.
C’è un proverbio dialettale che dice: «Ropp’ arrubbat’ nport e fierr’» che tradotto letteralmente significa: “Dopo che si è subito un furto si mettono le porte di ferro”. Intendendo: per furto la mancanza di programmazione politica rispetto alle iniziative messe in campo e subite nel corso degli ultimi anni sia in materia di sviluppo urbanistico che in termini di iniziative volte a controllare, regolare e promuovere ne nuove forme di organizzazioni che riguardano sia il commercio che le altre attività produttive; per porte di ferro, i rimedi che si vorrebbero prendere adesso dopo che il danno sembra essere irreversibile rispetto a quelle condizioni che sembrerebbe rendere vano ogni tentativo di rilancio atteso che i “flussi” ormai si sono orientati verse altre forme di organizzazioni, alternative agli spazi che la Città naturalmente offre.
Sicchè nel frattempo si è realizzato due mega strutture nel territorio comunale come il Centro Commerciale LeBolle e il Cilento Houtlet Village che hanno dato una bella botta ad una condizione già agonizzante del Commercio a Eboli, rendendo non più ipotizzabile ma palpabile dalla realtà come questi centri siano in contrasto e alternativi alla Piazza, al viale, ai vicoli del Centro Storico, e come questa condizione desertifica man mano la Città di esercizi Commerciali costretti a chiudere, un poco per i tempi di crisi che viviamo e un altro poco per le condizioni concorrenziali di questi due centri surrogati della Città reale.
«Ropp’ arrubbat’ nport e fierr’» anche perché, ed è recente la notizia della volontà, finalmente, dopo sette anni di proposte e di studi, come è stato sottolineato dai proponeti stessi, di realizzare il famoso Centro Commerciale Naturale di Eboli, un progetto che dovrebbe avviarsi e creare quelle condizioni similari alle proposte dei centri commerciali realizzando l’assurdo che: I Centri cittadini e come nel caso di Eboli che ha anche un Centro Storico vero, per sopravvivere devono imitare i Centri commerciali surrogati dei falsi centri cittadini veri. In soldoni la Piazza principale deve somigliare a quella finta del Centro commerciale LeBolle o di quelle del Cilento Houtlet Village, e le strade e i vicoli veri devono imitare quelli fasulli di Le Bolle o del Cilento Houtlet Village che a loro volta sono una riproduzione di quelli veri.
Che casino. La finzione della finzione, per rincorrere una Kimera che sappiamo bene è irrangiungibile.
Irraggiungibile perché appunto i flussi ormai si sono naturalmente orientati altrove e per riorientarli altro che Centri Commerciali Naturali alternativi a quelli alternativi, si devono fare i miracoli e anziché organizzare uno di quei tanti spettacolini tra le vie e le piazze cittadine, magari, per avere una sicura ribalta nazionale si potrebbe organizzare un “balletto alternativo“, i cui protagonisti potrebbero essere i vari Martino Melchionda, Gerardo Rosania, Massimo Cariello, Cosimo Cicia, Luca Sgroia, o l’ex Direttore Generale Gianfranco Masci il Senatore Franco Cardiello, l’On. Antonio Cuomo, e andando indietro nel tempo qualche altro personaggio politico che ha prodotto nuove “gemmazioni“, insieme ai vari Vincenzo Galiano, Attilio Astone, Michele Zottoli, e lo stesso Vincenzo Consalvo e Donato Guercio e chi più ne ha più ne metta, tutti rigorosamente in bikini e in tutù in uno sfrenato balletto propiziatorio.
Sarebbe un successone, i visitatori-spettatori verrebbero da ogni dove per assistere ad uno spettacolo unico per il suo genere. Si organizzerebbero i pullman, non avremmo più posti per le auto e in uno, farebbe cassa finalmente anche la Multiservizi con i parcheggi, i commercianti guadagnerebbero e continueremo a vivere tutti felici e contenti.
Solo così la classe politica e quella imprenditoriale e commerciale si potrebbero riscattare per tutti gli errori commessi.
Eboli, 30 luglio 2013
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Spesso mi chiedo se le notizie pubblicate su questo blog siano vere oppure frutto dell’immaginazione dell’amico Massimo. Il più delle volte mi convinco risulti conveniente pensare a quest’ultima ipotesi.
Mi rifiuto, infatti, di pensare che nel 2013, dopo lo sviluppo di regole elementari di mercato, si possa individuare nel ridimensionamento del costo dei fitti la rinascita economica di un paese e, per di più, che la proposta giunga da un ex esponente politico defenestrato. Tralasciando il cosiddetto “patto delle locazioni”, passiamo al concetto di i”nterscambio di brand”. Seppure gli inglesismi facciamo scena, soprattutto in una realtà piccola come la nostra, mi sforzo di capire quali siano i brand ad Eboli. Parliamo forse dei franchising? Gli altri comuni ne hanno di più forti! In un mercato economico tra parti impari, il più grande perchè dovrebbe aiutare iil più piccolo se non per spirito di solidarietà? Cosa siamo in grado di offrire in contropartità, ad un Comune più forte del nostro, che non abbia già? La Sisley o La Benetton forse, che esistono in tutti i comuni contigui? Bulgarini, che vende a prezzi fuori dal contesto locale. Emily C, quando a Salerno ci sono oulet più competitivi. Parliamo della “card del commercio”. È il “semma”i che mi lascia interdetto. Impariamo a presentare progetti concreti; i “semmai” lasciamoli alla politica. È ridicolo come i politici incomincino ad interessarsi alla politica quando non ne fanno piùmparte in forma attiva. Solo quando escono fuori dai giochi di potere sviluppano la sensibilità verso il territorio.
Eboli non ha bisogno di moralisti tardi e cittadini modello che scoprono la vocazione civica a fine mandato. Non ha bisogno di portaborse trentenni che vantano comparse a cene di potere. Non ha bisogno di assessori che siedono ai tavoli del bar con l’ipad in mano spacciandosi per finti intellettuali. Eboli ha bisogno di nuovi ebolitani che un domani possano essere i nuovi politici. Non aspettiamoci che il cambiamento possa arrivare con il sostituto di Melchionda. Non c’è limite al peggio. Iniziamo a capire che arrivare primi ad un concorso dove siamo gli unico partecipanti è ridicolo. Cominciamo a misurarci su terreni diversi, a non prendere dall’esterno solo la cultura dello spritz o della corsetta con l’ipod nelle orecchie. Oggi siamo un paese di ridicoli e, visto che la mia generazioni è già totalmente contaminata, confido in quella dei miei figli.
«Ropp arrubbat’ nport e fierr’» OTTIMA MASSIMA CHE RIASSUME INCOMPETENZE,MIOPIE E INVIDIE DI PICCOLO CABOTAGGIO ALL’INTERNO DELLA CLASSE MERCANTILE JEVULESE,SE A QUESTO AGGIUNGIAMO L’ESOSITA’ DEI CANONI DI AFFITTO DEI PROPRIETARI ABBIAMO LA CORNICE DELL’AUTOCASTRAZIONE COLLETTIVA IN CITTA’!
I CINESI NON SONO IL MALE,LORO SONO SOLO L’ELEMENTO EVIDENZIANTE DELL’INCAPACITA’ DI TANTI,NON DI TUTTI PER FORTUNA,DI SAPER FARE IMPRESA COMMERCIALE,NON E’ VERO CHE I CINESI EVADONO,MOLTI NEL CENTRO NORD DANNO ANCHE LAVORO ANCHE AGLI ITALIANI,COME PURE DA QUESTE PARTI STA INIZIANDO,ED ERA ORA, IL NUOVO TREND OCCUPAZIONALE,L’INDIGENO ASSUNTO DAL FORESTIERO!!!
FORSE,GLI ASIATICI, METTONO ANCHE AMORE E SACRIFICIO COSA CHE QUI SI E’ PERSO PENSANDO AL GUADAGNO,COME FINALITA’ ULTIMA,SENZA PASSIONE NON SI COSTRUISCE NIENTE, POI SENZA ORGANIZZAZIONE NON SI STABILIZZA,MA SOPRATUTTO,CARI OPERATORI ECONOMICI, ENZA UNA VALIDA POLITICA OLISTICA,GLOBALE,CHE PARTA,IN PRIMA BATTUTA DALL’ASSOCIAZIONISMO,SINO AGLI AMMINISTRATORI IL TANTO AGOGNATO FUTURO DI UNA COMUNITA’, SARA’ INCERTO!
Si contata da anni ormai che troppi colleghi si comportano male nei confronti della clientela, la quale scappa nei comuni vicioniori,come normale conseguenza, o nei maga stores,che offrono,oltre a prezzo-qualità-assortimento,molti spazi,sicurezza e accoglienza,un modo per passare i tanti tediosi pomeriggi/serate invernali!
per quanto riguarda la sicurezza ad eboli è stata lasciata correre troppo, una certa indulgenza verso giovani scapestrati,che hanno fatto fuggire lo storico struscio dal viale,se a questo aggiungiamo la ricaduta economica della chiusura del tribunale e di tante realtà imprenditoriali,la pagnotta da spartire davvero ora è esigua!