L’Italia è sempre più razzista e mentre si offende anche il Ministro Kyenge e si discute dello “jus soli” e lo “jus sanguinis” l’integrazione è sempre più difficile.
Tra razzismo e pregiudizi dei grandi la speranza è nei i bimbi e Eboli è un esempio. Alla Ludoteca Peter Pan, l’integrazione è di casa, viene dal basso, anzi è già arrivata.
EBOLI – L’integrazione “viene dal basso”: alla Ludoteca Peter Pan gia è arrivata, e mentre l’Italia ogni giorno che passa si sveglia sempre più razzista, insofferente ad ogni forma di diversità, intollerante verso ogni diversità razziale e culturale, mentre si avverte addirittura rabbia per intere comunità di cittadini comunitari ed extracomunitari che siano, sol perché responsabili di occupare posti di lavoro destinati agli italiani, mentre ci si pone il problema non solo di accogliere i migranti, ma come favorire la loro integrazione, e giù di li un altro dibattito sulla cittadinanza, sulla nazionalità, sulla possibilità di concedergli il voto, nel mentre, e quì l’assurdo, non vi è nessuna limitazione per i servizi, specie e fortunatamente, per quelli sanitari e ospedalieri, a fronte di tutti gli altri sbarramenti, ivi compreso il famoso reato di clandestinità per chi non ha un regolare permesso di soggiorno.
Questo per quello che riguardano i grandi, atteso che vi è una finta contrapposizione creata ad arte, indicando i migranti come quelli che rubano il lavoro agli italiani, nascondendo però che quel lavoro è proprio quello che gli italiani non fanno e non vogliono farlo più, e ignorando la funzione sociale che svolgono centinaia di migliaia di donne che si occupano delle nostre persone anziane altrimenti abbandonate a se stesse. Per i piccoli al contrario, è tutta un’altra cosa: da una parte c’é chi si attarda su discussioni che tendono a “proteggere” un’italianità obsoleta, consumata nella crescita zero o al di sotto dello zero, razzista e insofferente; dall’altra c’é chi incomincia a rendersi conto che la società è diversa e il concetto di nazione non è legata alla razza ma a chi liberamente la vuole interpretare, e la nazione si può interpretrare anche in maniera “multicolore“.
Di quì la questione sullo “jus soli” e lo “jus sanguinis” per cercare di dare un senso al dibattito sulla concessione della nazionalità e della cittadinanza. In soldoni se lo “jus soli” è il riconoscimento per un bambino di una qualsiasi parte del mondo nato sul suolo italiano indipendentemente dalla nazionalità e dalla condizione dei suoi genitori clandestini o regolari che siano, svincolandoli istituzionalmente dai genitori; lo “jus sanguinis” segue, un percorso parentale di filiazione, in netta contrapposizione con il primo, riconoscendo in seguito cittadinanza e nazionalità.
Con un poco di buona volontà, prima o poi arriveremo a quello che sarà la risoluzione più semplice e che si va delineando come una società multirazziale, individuandoci in maniera elementare: “cittadini del Mondo”. Tutto questo sembra si sia accellerato nella Ludoteca Peter Pan di Eboli.
E appunto, l’integrazione “viene dal basso”: alla Ludoteca Peter Pan gia è arrivata.
L’integrazione è arrivata alla Ludoteca Peter Pan, indipendentemente poi dagli insulti di tutti i colori fatti alla Ministra dell’Integrazione Cecile Kyenge, immaginandosi i tanti immigrati che non sono nemmeno ministri come vengono quotidianamente offesi. E’ arrivata perché si tratta di bambini e come al solito davanti a loro, fortunatamente si “intenerisce il core” a meno che non si tratti di buzzurri trogloditi, che oltre anon avere un cuore non hanno nemmeno intelligenza e per questo continuano ad arroccarsi appunto nell’insulto e nella ostentazione di un razzismo di ritorno, che al pari dell’analfabetismo di ritorno è insostenibile e deve preoccupare la società.
La Ludoteca Peter Pan è operante dal settembre del 2011, è sede della ludoteca comunale ed è quindi Partner del Comune di Eboli e del Piano di Zona S5, offre servizi educativi e formativi innovativi, finalizzati a garantire l’attenzione allo sviluppo delle potenzialità dei bambini, nel rispetto dei singoli ritmi personali, in sintonia con le famiglie, alle quali viene offerto un valido sostegno. I bambini sono seguiti da una equipe multidisciplinare, composta da varie figure professionali appositamente formate, e che ruotano all’interno del servizio attraverso una calendarizzazione mensile dei turni, così come si alternano 2 assistenti Valentina e Margherita Lenza e all’occorrenza un animatore, che tendono nelle occasioni di feste e di compleanni ad aumentare.
Quotidianamente si occupa di 20 bambini (più maschi che femminucce), tendenti anche a salire nel corso dell’estate, che ospita per tutta la giornata. Bambini dagli otto mesi in su, che arrivano ad essere una 50ntina, comprendenti anche quelli del Comune, ai quali badare con l’ausilio delle varie attività ludiche e ricreative e comprendendo anche la mensa che riesce ad assicurare grazie ad una convenzione con la società “Fior di Pizza“.
Sono le 16.30, la responsabile Cristina Tancredi ci accompagna nella visita ai locali, tutti pieni di luce, dalle pareti colorate, che riproducono quel mondo che si richiama appunto “all’Isola che non c’é” di Peter Pan, circondati di giochi interattivi sono rimasti ancora alcuni bambini, nell’attesa che le mamme li vengono a prendere. L’età media dei bambini è dai 2 ai 6 anni e ce ne sono ben sette stranieri, comunitari ed extracomunitari. Belli, straordinariamente belli, e chi ci pensa al loro colore, parlano tutti l’italiano e e giocano e si abbracciano e che dire a quel cretino che nella sua ignoranza e nella sua grettezza, vedendo quei bambini, si permetta di avanzare qualche pensiero razziale.
I nomi? oltre a Lucia, Mario o Giovanni, sono Vasil, Amina, Assad, Alexiei, Akhila, e non c’é bisogno di chiedere di che nazionalità sono o da quale area del mondo sono venuti per capire che si tratta di Ucraini, russi, arabi, indiani, e mentre ci stiamo intrattenedo nell’ufficio arriva il piccolo Vasil, che ci viene a salutare perché nel frattempo è arrivata la nonna Valentina per portarlo via.
Vasil è stato “ribattezzato” all’italiana “Vasilo”, e Valentina, la nonna, ci dice parlando del piccolo, che dalla nascita aveva grandi problemi psico-motori: “Da quando Vasilo è arrivato in Italia ha fatto passi da gigante. Prima non reagiva nemmeno, non si muoveva, era destinato a morire in Ucraina, ora si muove, reagisce, gioca, cresce e migliora a vista d’occhio. E quì indipendentemente dalle varie attività si capisce che gli operatori lo fanno con piacere e passione“.
Valentina ci racconta ancora che Vasilo grazie alle terapie che ha ricevuto, in forma del tutto gratuite dal Centro Elian ha raggiunto i livelli di oggi e lei vuole per questo ringraziare gli operatori e il Presidente della Struttura Cosimo De Vita che amorevolmente ha preso a cuore la situazione. “Grazie Italia” – dice commassa Valentina e aggiunge orgogliosa – “Vasilo ha due Patrie: Una che gli ha dato la vita; l’altra, l’Italia, che gli consente di vivere“, e quando le chiedo a che nazionalità appartiene, lei risponde senza indugi – “Italiana“.
E mentre l’estate incombe e si presenta il nuovo anno “scolastico” la Ludoteca Peter Pan, con Cristina Tancredi, tutti gli operatori e quei bimbi straordinari e colorati ci fa pensare che non è tutto finito, anzi inizia proprio da quì. L’integrazione, appunto, “viene dal basso”, anzi, alla Ludoteca Peter Pan: è già arrivata.
Eboli, 27 luglio 2013
straordinario.
La strage dei migranti a Lampedusa,ripropone ,in maniera struggente,l’integrazione tra il nord ed il sud del mondo,una vergogna UE,l’Italia è vittima dei suoi enormi confini costieri,ma il cuore dei cittadini ha dimostrato alla platea mondiale l’abnegazione del caso del nostro popolo!
In ogni caso, il mio pessimismo è assoluto, siamo inadeguati alla bisogna.
La UE è solerte solo a emettere infrazioni e ad esigere gabelle, tutta burocrati pagati da noie se ne calano delle emergenze che dobbiamo supportare, se non sono capaci di fornire sostegno nei Paesi di origine di chi arriva, almeno forniscano aiuto sul posto, non so quante navi siano state piazzate nel mediterraneo per far fronte allo stato dell’arte!
Anche la regola secondo la quale ogni paese deve gestire la propria frontiera è inadeguata ai tempi.
Ma temo che gli stati europei, passato lo sdegno per la tragedia odierna (dategli 24 ore!) come al solito, cercheranno di difendere solo il proprio orticello, a spese di altri paesi, nella fattispecie l’Italia!