Istituito a Eboli Contro il caporalato il 1° Collocamento pubblico in agricoltura d’Italia

Eboli è il primo Comune in Italia ad istituire il “Collocamento pubblico in agricoltura”. Melchionda: “Una sfida che abbiamo raccolto per garantire dignità e regolarità ai lavoratori agricoli”.

Il protocollo d’intesa approvato con DG n. 283 del 10 luglio 2013, è stato siglato dal Comune di Eboli, Cgil-Cisl-Uil, Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil, Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Centro per l’Impiego di Eboli. Il primo passo contro il caporalato.

collocamento-pubblico-in-agricoltura-
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EBOLI – Questa mattina, presso l’Aula Consiliare del Comune di Eboli, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del protocollo d’intesa che istituisce il Collocamento Pubblico in Agricoltura.

Il protocollo d’intesa – approvato con delibera  n. 283 del 10 luglio 2013, su iniziativa dell’assessorato alle Attività Produttive Francesco Bello –  è stato firmato dal Comune di Eboli, Cgil-Cisl-Uil, Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil di Salerno, Coldiretti, Cia, Confagricoltura di Salerno e Centro per l’Impiego di Eboli.

Esso sarà presentato, come buona pratica, alla Prefettura di Salerno al prossimo Consiglio Territoriale per l’Immigrazione.

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Presenti alla conferenza stampa di questa mattina: componente della segreteria provinciale della Cgil e responsabile del dipartimento Immigrazione Anselmo Botte; Salvatore Loffredo per la Coldiretti Salerno; Carmine Libretto per Confagricoltura; Aniello Garone e Giovanna Basile per Flai – Cgil, Giuseppe Baldassarre per Cisl; Ciro Marino per Uila – Uil; il segretario generale della Uil Gerardo Pirone; Antonio Orlotti della Cia; l’assessore alle Attività Produttive Francesco Bello; il Presidente del Consiglio Comunale Luca Sgroia ed il Sindaco di Eboli Martino Melchionda.

Presente  anche una rappresentanza dei lavoratori, vittime del grave fenomeno del caporalato nella Piana del Sele.

Sono circa 20.000 i braccianti impiegati nel lavoro agricolo della Piana del Sele, oltre il 70% dei quali è costituito da lavoratori stranieri per lo più marocchini, rumeni, indiani, algerini e ucraini.

Il protocollo d’intesa prevede l’apertura ad Eboli – a partire dal mese di settembre – di uno sportello denominato “collocamento pubblico contro l’illegalità”, presso il palazzo Massajoli, in via U. Nobile, al quale compete la ricezione delle richieste di lavoro presentate dai datori di lavoro del settore agricolo e la ricezione della richiesta di iscrizione e delle liste di prenotazione da parte dei lavoratori.

Allo sportello avranno accesso, da una parte, e aziende agricole ricadenti nel territorio della Piana del Sele, allo scopo di recepire i fabbisogni occupazionali, e per comunicare l’instaurazione e la cessazione dei rapporti di lavoro e  le dichiarazioni di manodopera occupata; dall’altra parte i lavoratori per rendersi disponibili al lavoro.

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Un tentativo, insomma, di sottrarre ai caporali la gestione illegale del mercato del lavoro, per ripristinare i principi fondamentali di legalità attraverso azioni di corrette relazioni civili, democratiche ed economiche.

Ci tengo a sottolineare – dichiara l’assessore alle Attività Produttive Francesco Bello l’importanza dell’iniziativa, che vede unite tutte le sigle sindacali e datoriali. E’ un’iniziativa sperimentale, attraverso la quale il Comune di Eboli conferma la propria attenzione alla dignità delle persone e del lavoro.

Questo progetto nasce dalla consapevolezza di dover fare i conti con il meccanismo del caporalato, che si insinua nel tessuto sociale; esso  intende scuotere le coscienze, favorire il superamento di ogni pregiudizio culturale, allo scopo di prevenire il dilagare di tale pratica illegale.

Abbiamo anche previsto la presenza di un “bollino etico”, che verrà assegnato alle aziende virtuose che assumono lavoratori attraverso questo servizio e, dunque, si impegnano contro il caporalato”.

A riguardo è intervenuto il Presidente del Consiglio Luca Sgroia: l’istituzione di questo sportello consente di individuare un luogo di incontro tra domanda e risposta in un territorio come il nostro, che ha vissuto il dramma dello sgombero di San Nicola Varco. In quell’occasione abbiamo avuto modo di vedere da vicino il dramma del caporalato, dello sfruttamento dei braccianti agricoli immigrati nelle nostre terre.

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Si tratta di un protocollo sperimentale, siamo il primo comune in Italia ad aver avviato un’iniziativa tanto importante per combattere l’odioso meccanismo dell’ illegalità, e ciò avviene a pochi giorni dalla visita del Papa a Lampedusa, che ha sancito un profondo impegno morale in tal senso”.

“Ringrazio tutti coloro – è intervenuto il Sindaco di Eboli Martino Melchiondache hanno aderito a questo protocollo. Si tratta di una sfida che abbiamo voluto raccogliere su iniziativa del sindacato.

La sottoscrizione di questo protocollo esprime la comune e condivisa volontà di mettere in campo una azione di contrasto all’odioso fenomeno del caporalato.

È una sfidaprosegue il primo cittadino – perché la strada in direzione della regolarità e della dignità del lavoro è irta di ostacoli, e deve fare i conti con la diffidenza ed il pregiudizio che troppo spesso si instaura con la manodopera straniera. L’insulto ricevuto, negli scorsi giorni, dal ministro Kyenge dimostra che la strada per l’integrazione è lunga e complicata; tuttavia è una strada obbligata, che dobbiamo percorrere tutti insieme.

Ricordo, infine, – conclude il Sindaco – che questo Comune, con tale gesto, ribadisce ancora una volta la propria volontà di promuovere politiche di integrazione sociale; quest’anno, infatti, abbiamo concesso la cittadinanza onoraria a tutti i bambini frequentanti la prima elementare, nati in Italia e figli di immigrati. Una pratica, questa, che è nostra intenzione rinnovare, in apertura di ogni anno scolastico”.

Eboli, 16 luglio 2013

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