EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo, la nota politica qui di seguito del dottor Damiano Capaccio, componente del Direttivo locale del Partito Democratico, sicuri di contribuire senza veli al dibattito politico cittadino.
La nota di Capaccio, molto critica nei confronti dell’Amministrazione guidata dal Sindaco Martino Melchionda, rappresenta un vero e proprio Karakiri per il PD. Infatti quello che si nota, che le critiche più feroci al Sindaco uscente sono quelle che gli muovono proprio i suoi compagni di partito, tanto è che lo stesso Melchionda è stato costretto a motivare e presentare egli stesso la sua candidatura.
La vicenda politica ebolitana, continua a complicarsi almeno per quanto riguarda “dalle parti” del Centro-sinistra, al momento i candidati sono tre, Melchionda, Massimo Cariello e Gerardo Rosania, ma la lista da qui in avanti tenderà sicuramente ad allungarsi. Questa lettera ha più il sapore di una discesa in campo che altri, infatti Damiano Capaccio è una delle personalità politiche che alcuni settori del PD vorrebbero candidare a Sindaco, in questo quadro vi sarebbro anche persone che spingono l’ex Ministro Carmelo Conte a scendere in campo, creando non poco imbarazzo al meno famoso nipote Mario Conte, che sembra essere quello più “incollato” e che più sostiene il Sindaco uscente. Problemi in famiglia?
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Damiano Capaccio: Una nuova primavera per la Città di Eboli.
Le notizie di stampa sui risultati di un recente sondaggio sul gradimento dell’azione amministrativa (customer satisfaction), commissionato dall’Amministrazione Comunale e mai reso pubblico, nonostante i soldi dei contribuenti, non fanno che confermare anche tra i cittadini quanto già noto in gran parte del mondo politico sulla deludente azione dell’amministrazione Melchionda sulla qualità e quantità dei servizi ai cittadini Ebolitani.
Per conoscere l’opinione “critica” sull’attuale Amministrazione diffusa nella città forse non era neppure necessario il sondaggio: bastava girare sui luoghi di lavoro, nei bar, tra i professionisti, nel ceto imprenditoriale, anche se nessuno immaginava l’entità del giudizio negativo fatto rilevare
Tra le condizioni che hanno determinato un rallentamento all’azione amministrativa ed alla fine assorbito qualunque azione di rinnovamento, anche rispetto a prospettive future, è da segnalare la spregiudicata gestione politica della maggioranza . Cinque anni di amministrazione accompagnati da frequenti cambi di casacca, innumerevoli sostituzioni di assessori, invenzioni di partiti e gruppi in consiglio comunale, guerra santa alla precedente amministrazione, hanno drammaticamente caratterizzato ed alla fine segnato il destino dell’Amministrazione Melchionda.
I primi segnali di una difficoltà politica a gestire la coalizione emersero subito dopo l’insediamento dell’amministrazione nel 2005. Continui sospetti di trame ed imboscate di questo assessore o quel consigliere , spesso alimentati dalla ristretta cerchia di amici (ben posizionati nei posti chiave della macchina amministrativa e delle società partecipate), hanno tolto smalto e lucidità al Sindaco relegando il programma della coalizione di centrosinistra che lo aveva portato alla vittoria a pura carta straccia
Il continuo trasformismo con il passaggio di consiglieri dal centrodestra al centrosinistra, (premiato dal Sindaco con assessorati ed incarichi politici) ad un certo punto assunse tale entità che in consiglio comunale la maggioranza uscita dalle urne diventa quasi una appendice.
Forte di questo nuovo assetto numerico della maggioranza , il Sindaco, Martino Melchionda sentendosi autosufficiente, ha preferito alla strada faticosa del confronto politico sui contenuti programmatici, ( seppure conflittuale con alcune forze del centrosinistra), una sua personale politica, quella della espulsione dalla maggioranza. Iniziò dapprima, liberandosi della presenza ingombrante di Rifondazione Comunista con a pretesto il voto sul bilancio, ma in realtà per vendicarsi degli interventi critici dell’ex sindaco Gerardo Rosania.
Stessa sorte toccò ai Socialisti Contiani, nonostante fossero stati determinanti alla sua indicazione a candidato per il centrosinistra. Cacciati anch’essi con il pretesto del cambio di casacca dell’onorevole Carmelo Conte, candidato alle elezioni legislative del 2006 con il centrodestra.
Preso dall’ebbrezza del potere, ha continuato con grande spregiudicata, prima invitando consiglieri comunali a dimettersi per entrare in giunta in qualità di assessore e successivamente revocando loro l’incarico, è quindi riuscito nell’impresa di ridisegnare il consiglio comunale secondo le proprie convenienze ed eliminando consiglieri comunali con forte radicamento sociale ed elettorale e dunque possibili concorrenti nelle competizioni elettorali.
Un nuovo costume politico, senza precedenti fino ad allora nella sinistra, travestito di nuovismo e di guerra al passato, si è imposto nei rapporti con il consiglio comunale.
Invenzioni di nuovi partiti e gruppi consiliari mai passati al vaglio elettorale furono favoriti (e premiati con assessorati fondamentali per lo sviluppo della città) con il solo obbligo di rispondere al Sindaco. Non da meno la Giunta Comunale dove i cambi di assessori erano talmente frequenti che a volte non c’era neppure il tempo di conoscersi che già bisognava ricominciare.
In simile scenario, il programma del centrosinistra uscito dalle urne è stato completamente stravolto. L’azione amministrativa ha perso continuità ed opportunità e cosa più grave, la città è stata lentamente risucchiata in una inesorabile emarginazione rispetto ai grandi flussi di finanziamenti regionali e nazionali per infrastrutture, cultura, politiche sociali, agricoltura, fondamentali per lo sviluppo del territorio.
Gli spazi di democrazia e partecipazione sulle grandi scelta per la città si sono notevolmente ridotti. La percezione di un gruppo di potere investito di privilegi, che risponde direttamente al sindaco e che mortifica professionalità e concorrenza è oramai fortemente radicata nella città
In un contesto cosi drammaticamente radicato, piano strategico, innovazione, opportunità, sviluppo, occupazione, diventano parole vuote senza alcuna possibilità di trovare consenso ed entusiasmo se non quella della ricerca del consenso attraverso una politica clientelare che forse potrà essere anche utile per l’immediato ma con esiti drammatici sulla coesione sociale, sull’occupazione e sulla gestione del territorio nel medio e lungo periodo
Nel frattempo i primi risultati sono deludenti e sotto gli occhi di tutti.
-Una aggressione al territorio ad uso agricolo senza precedenti con la ripresa dell’abusivismo camuffato di legalità con le tante concessioni per “ deposito agricolo”;
-l’area di insediamento delle attività produttive (PIP), satura sulla carta, grazie all’applicazione generosa dell’art 17 del regolamento di assegnazione dei lotti in deroga al bando pubblico, non ha determinato l’incremento di un solo posto di lavoro negli ultimi cinque anni;
– la macchina comunale si ritrova senza guida, demotivata, mortificata delle professionalità, arretrata tecnologicamente, chiusa all’innovazione ed all’aggiornamento professionale;
– l’attività gestionale della macchina comunale continua a generare contenzioso ed inefficienza amministrativa;
– interi servizi vengono privatizzati senza che sia stato prodotto alcun documento per la definizione di percorsi che favoriscano partecipazione e valutazione comparata delle offerte ( vedi servizi cimiteriali, illuminazione, rifiuti etc);
– si assiste la perdita di tutti i finanziamenti regionali sui grandi contenitori culturali della città ( Vissi d’Arte, Eburum Eboli, Eboli jazz wine, a teatro sotto le stelle etc):
– intere categorie professionali sono fortemente penalizzate da una politica attenta a costruire privilegi a danno delle opportunità e della concorrenza;
Il sondaggio non fa altro che tradurre in numeri e percentuali il disagio e la sfiducia della gente nei confronti di questa amministrazione. E’ necessario costruire un nuovo rapporto di fiducia con i cittadini, aprendo un ampio dialogo con imprenditori, professionisti, operai, sindacati, associazioni culturali, sulla realtà attuale e le prospettive future della nostra città.
Dobbiamo costruire un nuovo e vero piano strategico che mira allo sviluppo ed all’occupazione del nostro territorio salvaguardando vocazioni, cultura, tradizioni e rispetto dell’ambiente. Una nuova primavera per la Città di Eboli dove tutti devono sentirsi attori per opportunità e possibilità di sviluppo.
Il Partito Democratico ha grandi responsabilità non solo per essere il partito del Sindaco ma anche perchè deve saper sviluppare un confronto al suo interno che possa prospettare alla coalizione del centrosinistra un deciso e salutare passo in avanti nella direzione del cambiamento che viene avanzata dalla città.
Damiano Capaccio
Direttivo PD Eboli
Innanzitutto i cittadini ebolitani hanno il sacrosanto diritto di sapere chi ha commissionato tale sondaggio con i nostri soldi? A quanto ammonta la spesa? Qualche consigliere dx o sx può informarci? ciò ai fine di una trasparenza che non c’ è mai stata in questa giunta. Poi bene capacccio hai illustrato brevemente il disastro melchionda che si è fatto schiacciare dalla componente socialista trascurando il bene comune e le istanze del PD. Ma io direi bisogna essere ancora più chiari, il messaggio deve diretto e , semplice e chiaro. Quindi direi di lasciar perdere anche gkli slogan tipo “una nuova primavera”. Bisogna avere il coraggio di usare adesso lo slogan “Stop a melchionda e C.” Basta con questa giunta, No a questo modo di amministrare e chi ha la possibilità di dirgli apertamente di farsi da parte. Eboli ha bisogno di ben altro. Ex elettore Melchionda.
ho inoltrato una interrogazione al sindaco in cui chiedo i costi, e le copie dei risultati del sondaggio. hanno 30 giorni per rispondermi.
capaccio capaccio…. è inelegante ricordare in un comunicato ufficiale che sei stato cacciato fuori dalla giunta comunale.
è strano come cambiano i punti di vista e posizioni a secondo da dove si guarda ed il posto che si occupa ???
meditate! meditate gente!
concordo con l’amico luigi, e anche con uno che sà troppe cose, prima si critica e poi si fa pace……per un tornaconto anche se è solo d’immagine V E R G O G N A !
Sarà forse difficile amministrare la cosa pubblica nel nostro territorio ma bisogna riconoscere che siamo arrivati ad un punto tra i più bassi degli ultimi decenni. Mancono gli uomini (sono sempre gli stessi) ma soprattutto mancono etica e diligenza. Le persone serie e preperate rifuggono dall’attività politica e lasciano il campo a chi, pur portando disvalore, pensa alla ricandidatura approfittando di una opposizione di centro destra marginale e pressapochista.
L’ipotesi Capaccio sindaco non mi pare peregrina, mi verrebbe da dire che avremmo le qualità di un Rosania( esperienza, capacità, etica) senza i suoi difetti(estremismi culturali e visioni tunnel).
Di chi Capaccio state parlando di quello che come assessore alla cu(o)ltura ha avuto la capacità di farsi odiare da tutte le associazioni? Che ha finanziato a piene mani manifestazioni seguite da quattro gatti? Che pagava un consulente € 1.000 al mese per farsi dire quello che avrebbe dovuto sapere da solo? Che ha fatto arrivare (o ha tentato di far arrivare) finanziamenti regionali per Eburum Eboli quando la maggior parte degli espositori lo facevano gratuitamente? Basta qualche annuncio di una nuova primavera ebolitana per farci dimenticare da chi siamo stati amministrati?