Gli otto anni dell’urbanistica di Melchionda: di tutto, di più. La Variante al REC proposta nasconde furbescamente il tentativo di ottenere: “una cambiale in bianco”!
La Variante al REC nasconde il tentativo di controllare l’edilizia privata sul falso presupposto dell’interesse pubblico, sottraendola alle leggi vigenti. Rosania, SU e Rifondazione lanciano l’allarme e preannunciano una serie di comizi in Città.
di Massimo Del Mese (POLITICAdeMENTE)
EBOLI – A tenere banco è sempre l’urbanistica e i vari aspetti legati allo sviluppo del territorio specie all’indomani dell’accordo di programma che il Sindaco di Eboli Martino Melchionda ha stipulato con la Provincia per dare il via libera, previo Variante Urbanistica da discutere in Consiglio Comunale, al Progetto di Housing Sociale che la Società La Torre 76 s.c.r.l., intende realizzare in località Fontanelle.
Un intervento che vedrebbe la realizzazione di 276 alloggi, di cui 80 di tipo sociale, le cui assegnazioni saranno gestite dall’Ente Comunale, e 196 alloggi da cedere a prezzo convenzionato, a soggetti in possesso di specifici requisiti, sperando che l’Amministrazione si ricordi ed eviti che quegli ottanta alloggi siano realizzati a parte e non distribuiti nei vari fabbricati, per consentire una perfetta integrazione sociale di cui alla finalità principale del bando e del progetto stesso.
Una questione urbanistica ormai lunga un ventennio, escludendo quello precedente per semplicità di racconto, nel corso del quale lo strumento urbanistico ha avuto diversi epiloghi, ultimi in ordine di tempo l’approvazione dei vari PUA su tutto il territorio, necessariamente “scomposti”, atteso che la loro mega estensione, non avrebbe consentito un’attuazione degli stessi. PUA e non solo PUA, ivi comprendendo i vari interventi programmati con i Project Financing, anch’essi al palo, insieme ai vari interventi anche quelli al palo di cui ai bandi Hispalis, sotituiti, nelle intenzioni dell’Amministrazione, con l’Housing Sociale di Fontanelle.
E appunto pensando a tutte queste “trasformazioni” in atto che si inquadra anche il REC e la sua modifica. I REC sarebbe dovuto essere stato approvato nel consiglio comunale del 12 giugno scorso, poi miseramente naufragato tra: debolezze dell’Amministrazione; incertezze della maggioranza che nel frattempo perdeva due suoi esponenti di spicco come Emilio Masala e Mauro Vastola, (quest’ultimo passato dal PD all’UDC) e un Partito appunto l’UDC, che a sua volta aveva perso per strada gli altri due consiglieri Pietro Mazzini e Gerardo La Manna che avevano deciso al contrario di appoggiare l’Amministrazione; e la bagarre cousata dai lavoratori edili, i quali trasformarono le loro giuste rivendicazioni in atti gravi di intemperanza che furono la causa anche della mancato raggiungimento del numero legale, e della seduta andata a vuoto; appunto determinante per parlare anche delle modifiche che si sarebbero dovute apportare al Regolamento Edilizio Comunale, che Sinistra Unita e Rifondazione Comunista con il loro esponente in Consiglio Gerardo Rosania, pone al centro dell’attenzione che riportano in una lunga nota politica individuando ben precise responsabilità in capo all’Amministrazione comunale, accusando il Sindaco Martino Melchionda responsabile nei suoi 8 anni di amministrazione di aver messo mano allo Strumento urbanistico utilizzando sanatorie, varianti, piani attuativi in sospeso, e senza mai portare in discussione al contrario il PUC, che avrebbe consentito una discussione complessiva sugli strumenti urbanistici.
In più Rosania, Sinistra Unita e Rifondazione Comunista ritengono, che attraverso l’approvazione del REC, l’Amministrazione Melchionda, vorrebbe che si consegnasse ai funzionari e attraverso di loro alla politica imperante, una sorta di “cambiale in bianco” che gli consetisse di poter controllare tutto, intendendo tutta la materia urbanistica privata, operando in deroga, sul presupposto dell’interesse pubblico, ma non sottoponendo la valutazione al Consiglio, bensì al Funzionario.
All’indomani del Consiglio comunale del 12 scorso andato deserto per sopravvenuta mancanza del numero legale, POLITICAdeMENTE ha tentato di incontrare l’Assessore all’Urbanistica Cosimo Cicia, per cercare di commentare l’esito del Consiglio e di discutere anche del contenuto delle modifiche proposte al REC, soprattutto alla luce di questo “procurato allarme“, ma sebbene più volte raggiunto telefonicamente avesse mostrato la sua più piena disponibilità per il rilascio di un’intervista, purtroppo a seguito dei suoi numerosi impegni istituzionali e politici e tra un simposio e l’altro, al momento ancora non è stato possibile, mentre le questioni si accavallano e i dubbi che avanzano Rosania, Sinistra Unita, Rifondazione Comunista, diventano certezze, si materializzano così come nella seguente nota:
Otto anni di amministrazione Melchionda sul terreno urbanistico ci hanno fatto vedere di tutto e di più :
- Ci sono le sanatorie, le varianti, i piani attuativi lasciati dormire, l’attacco continuo ad uno strumento urbanistico che avrebbe dovuto essere solo attuato
- C’è un P.U.C. costato qualche centinaia di migliaia di euro, consegnato da oltre un anno e ancora dormiente in qualche cassetto, in attesa che la maggioranza trovi i suoi equilibri interni su una materia come quella urbanistica tornata ad essere la “madre” di tutte le battaglie nella gestione del potere (come negli anni più bui della storia politica cittadina!)
- Ci sono i piani spiaggia presentati e poi ritirati (senza dare alcuna spiegazione al Consiglio o alla città)
- C’è l’edilizia sociale fatta in zona agricola, in variante al piano, piuttosto che là dove lo strumento urbanistico lo consentiva
- C’è il tentativo di snaturamento del centro storico con il mutamento della forma delle “insule” e dello stesso percorso secolare della viabilità interna, fermato dalla protesta dei cittadini…….
Insomma di tutto e di più!
Ma la richiesta al Consiglio Comunale della “cambiale in bianco” per approvare progetti in deroga al P.R.G. questa ancora dovevamo vederla!
Qualche giorno fa il Consiglio Comunale viene convocato per discutere del “regolamento per l’applicazione dell’art. 5 comma 9 e 14 del d.l. 70/2011 (convertito nella legge 106/2011). Sembrava un atto quasi dovuto, perché si tratta di dare attuazione a quanto previsto da una norma di legge (contestabile o meno! noi ad esempio riteniamo che questa legge sia di per sé pericolosa perché va a solleticare gli antichi appetiti sul terreno edilizio! ma tant’è, è legge dello Stato!) ma in esso si nascondeva il classico “trappolone” cui Melchionda & soci ci hanno abituato in questi anni come prassi normale di governo della città.
Fortunatamente quel Consiglio Comunale non si svolse per la protesta dei disoccupati dell’edilizia che lamentavano il fatto che quei provvedimenti, ammantati di “fretta di dare una risposta alle loro esigenze di sbloccare l’edilizia” in realtà, ancora una volta, dei disoccupati non si curava minimamente, ma anzi era la nuova occasione per una operazione al limite dell’indecenza!
Cosa prevedeva quel regolamento?
L’idea da cui partiva era quella secondo cui gli interventi di premialità previsti dalla legge potessero essere in deroga allo strumento urbanistico: per essere consentiti però c’era bisogno della necessità del riconoscimento dell’interesse pubblico, cosa che spetta al Consiglio Comunale con specifica deliberazione.
Questo veniva contestato dai disoccupati, non solo perché non contemplato dalla legge, che da nessuna parte parla di interesse pubblico, ma anche perché avrebbe rappresentato un allungamento straordinario dei tempi per il rilascio del permesso a costruire rispetto alla procedura normale (vanificando lo stesso spirito della legge, che sulla celerità del rilascio del permesso punta per consentire una ripresa dell’economia edilizia!). Non solo! Fa venire meno anche la certezza dei tempi: con la procedura normale entro 90 giorni il Comune deve rispondere, altrimenti scatta il “silenzio assenso“!
E qui scatta il “trappolone” pensato da Melchionda ed i suoi “furbetti del quartiere“. Nel regolamento proposto, infatti, ad un certo punto si legge: “il Consiglio Comunale ritiene automaticamente riconosciuto l’interesse pubblico e … conseguentemente adottata la deliberazione propedeutica al rilascio del permesso a costruire in deroga, senza ulteriori formalità”!
In sostanza, ammesso che la legge parli di interesse pubblico e che consenta, proprio alla luce di tale interesse pubblico, di realizzare in deroga allo strumento urbanistico, non sarebbe stato più il Consiglio Comunale a valutare di volta in volta, ma l’ufficio (in accordo, aggiungiamo noi, con i vertici politici dell’ente!) e fra l’altro senza più neanche la “spada di Damocle” del silenzio assenso!
Insomma una “cambiale in bianco” che il Consiglio avrebbe firmato a Melchionda ed i suoi, che sarebbero divenuti i detentori di un potere enorme di decisione in merito al futuro edilizio ed urbanistico di questa città!
Il gioco e’ stato scoperto. Grazie anche al comitato dei disoccupati! ora il tutto e’ tornato in Commissione!
Noi invitiamo con forza l’ Amministrazione a ritirare quel provvedimento!
Invitiamo tutte le forze di opposizione in Consiglio Comunale a non consentire questa ulteriore “furbata” a danno dei principi di trasparenza e di democrazia su una materia così delicata! Noi su queste questioni faremo le barricate nella città e nel Consiglio Comunale!.
Incominceremo domenica col comizio già programmato al quartiere Paterno. perche’ noi, la sinistra, nella città ci stiamo!
Eboli, 23 giugno 2013
Il presente articolo è proprietà intellettuale di POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese ed è vietata la riproduzione, tranne se con un Link di riferimento.
Bella questa i “furbetti del quartiere”…su questo bisognerebbe soffermarsi un pò magari in ogni singolo quartiere per capire chi sono e che fanno ma sopratutto quali interessi hanno per il territorio di appartenenza,se veramente mirano ad interessi collettivi o personalistici,se sono veramente apolitici oppure con PADRINI e PADRONI politici,riportiamo il mondo dell’associazionismo nella giusta collocazione esso è molto importante per la città e per lo sviluppo economico locale.-
Ma quando si decidernno a fare una sola NCATENATA!!!