Conclusa la Missione “Ad un passo dalla salvezza”: Consegnati in Costa d’Avorio i Farmaci raccolti

Si è conclusa con successo “Ad un passo dalla salvezza”: L’iniziativa umanitaria per la raccolta di farmaci destinati alle popolazioni dell’Africa, destinati e consegnati al Costa d’Avorio.

L’iniziativa umanitaria è delle Associazioni Onlus Sophis e “E ti porto in Africa” da tempo impegnate nella realizzazione di poliambulatori, orfanotrofi, scuole, pozzi d’acqua. Piena soddisfazione di Vincenzo Mallamaci e Marco Botta.

Africa-raccolta-farmaci
Africa-raccolta-farmaci

BATTIPAGLIA/EBOLI – La consegna dei farmaci in Costa d’Avorio da parte dei responsabili dell’Associazione Onlus “E ti porto in Africa” in collaborazione con l’ Associazione Sophis è stata un vero successo a dichiararlo sono il dottor Vincenzo Mallamaci e il dottor Marco Botta, entrambi da anni impegnati nel sociale, sia in Italia che all’esterno accanto a chi soffre e chiede ancora un possibilità per ricominciare a vivere.

I due professionisti della piana del Sele, considerati dagli addetti ai lavori volontari senza frontiere, sono sempre pronti a partire per soccorrere donne, bambini e uomini che versano in grave difficoltà senza mai tirarsi indietro. Le centinaia di borse che a loro volta hanno raggiunto, cariche di medicinali,  il continente Africano sono state una mano dal cielo, in una terra dove tutto è più difficile, dove  anche una scatola di garze, ha il suo giusto peso e valore e in qualche occasione, come è capitato può salvare una vita umana.

Marco Botta-Associazione Sophis
Marco Botta-Associazione Sophis

L’opera di carità cristiana di questi volontari travalica la normale bontà dell’uomo medio. Sempre pronti e disponibili hanno contribuito ad alleviare le sofferenza di una popolazione da sempre stremata dalla stessa crudeltà umana.  Ha dichiarato, Marco Botta appena sceso dall’aereo: “La situazione che abbiamo trovata è davvero dura, nonostante i nostri sforzi il lavoro da fare è tanto. In Italia ci sono grosse difficoltà, ma quando poi si conoscono realtà come l’Africa, allora la visione del mondo cambia radicalmente”.

A casa la crisi è forte e si fa sentire, ma è una crisi basata sul quasi default del sistema economico e sociale ma per fortuna non ci dobbiamo nutrire di lucertole e rettili vari,  e se a casa nostra ci si arrabbia perché è finita la minerale nel frigo, altrove per bere un poco di acqua, donne incinte e bambini di due anni, devono fare prima svariati chilometri e poi file interminabili e non è detto che alla fine le loro fatiche vengano ricompensate. Ecco, molti sono abituati a rincorrere le profezie sulla “fine del mondo” ma più fine del mondo di quello che ci passa davanti agli occhi, cosa altro deve accadere? Provate (e chi è genitore può capire) a immaginare vostro figlio piccolo o vostra moglie incinta che per bere un poco di acqua devono prima percorrere sotto il sole bollente almeno sette lunghissimi chilometri e poi giunti sul posto fare un’altra fila di almeno due ore, sempre sotto il sole.

Dopo questo piccolo esercizio di fantasia (per noi in Italia) provate a sentire il vostro corpo e la vostra mente come reagisce, per cui aboliamo definitivamente quella stupida frase che dice “l’Africa è qua”, bisogna farlo come forma di rispetto nei confronti di quei tanti bambini che ogni giorno nascono e non vivino nemmeno due ore.   Saluti.

Battipaglia/Eboli, 14 giugno 2013

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